Torno a prenderti
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Hai voglia di giocare?
Emily deve affrontare la morte dela sua bambina. Decide che lo vuole fare da sola. Le uniche sue compagne saranno delle scarpe da ginnastica. Perchè quando smettere di piangere non è possibile, il dolore non vuole saperne di smetterla di morderti furiosamente e il suicidio è un'alternativa da scartare, ci vuole qualcos'altro. Allora Emily inizia a correre con rabbia, sempre più veloce fino a quando cade sfinita.
Quando anche la corsa non basta più si rifugia in un'isola semideserta, perchè non frequentata in quella stagione dai vacanzieri.
Il suo tran tran è sempre quello: corse estenuanti, lacrime, di nuovo corse.
Poi, i suoi occhi cadono sulla cosa sbagliata. Da qui in avanti è il lettore a correre a perdifiato col cuore in gola. Il libro cambia registro: da triste cronaca di vita di una donna diventa un ottimo thriller. Ogni riga ci fa sperare che Emily abba fatto la scelta giusta e si sia liberata dal suo aguzzino. Prima di girare pagina la incitiamo a corere più veloce a non cedere. Vorremmo quasi intervenire e fare lo sgambetto all'inseguitore.
Racconto lungo di un centinaio di pagine, ma capace di catturare il lettore. Pochi personaggi, trama semplice e lineare, ma con tanta tensione. Questo è uno degli esempi della genialità di King: prendere qualcosa d semplice, che visti gli ultimi fatti di cronaca potrebbe succedere a tutti, e farne un gran bel momento di intrattenimento.
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Gerald reload
Questo racconto lungo sembra una rivisitazione de Il gioco di Gerald, più rabbiosa e meno riflessiva. Probabilmente poteva diventare un romanzo, ma forse proprio l'esperienza precedente lo ha fatto desistere... per sei euro si può leggere!
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Alta velocità ed intense emozioni
Sono cento pagine di brevità,sfuggevoli eventi e passaggi emotivi ed esistenziali estremamente(ma non eccessivamente)celeri, si susseguono a ruota per tutta la durata del romanzo.La bellezza è proprio insita qui,in quella velocità sovrumana che in poche opere di King ho potuto riscontrare;è la rapidità che rende fantastico questo"racconto", precipitazione che lascia boccheggiante il lettore, ancora coi pensieri ancorati alla riga precedente.Il Phatos...indubbiamete è enfatizzato all'ennesima potenza!!!Come Emily,anche il lettore, è sempre di corsa tra le parole,fagocitando eventi, personaggi e situazioni non poi così Kinghiane(tutt'altro che irreali, anche se terribilmente drammatiche).Cosa succederà alla giovane ed incoscinete(storpiata dal dolore della morte assai prematura della figlioletta) protagonista? Domanda che affolla la mente di chi legge fin dalla genesi.Molto avvincente è la prevalenza della razionalità sull'istinto durante la prigionia a casa dell'assassino,quella mancanza di annebbiamento mentale dovuto al terrore e la fredda lucidità calcolatrice dell'adrenalina che scorre nelle vene sono descritte magistralmente,facendo in modo che ci si auto-impersonifichi con la sfortunata ma matematicamente mordace Emily.Altro aspetto del romanzo pregevole e degno sicuramente di encomio,è il vuoto di pensieri che caratterizza la figura di Jim Pickering.Niente ossessioni maniaco-compulsive manifestate apertamente,niente strane norme consuetudinarie, ma "solo" una bramosa,sfrenata, intemperante voglia di uccidere...ovviamente priva di una "ratio" basale.Invece dei pensieri turbinosi di Jim,immagino esserci milioni di nuvole chiare e trasparenti che gli coprano il capo, come (paradossalmente)un quadro di Magritte. Una vera e propria "maratona letteraria" di turbamenti,esili commozioni ed "ordinaria follia"...tipica del grande maestro!!!
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Torno a prenderti
Veramente un libro da leggere tutto d'un fiato. é uno degli unici racconti di Stephen King in cui l'angoscia sale sin dalla prima pagina e questo lo rende davvero eccezionale.
Lo stile del Re è inconfondibile e l'ansia febbrile ti rimane addosso fino alla fine del libro creando una specie di legame empatico con la protagonista.
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Breve ma intenso
Solo King riesce a coinvolgere il lettore fino al punto di sentire l'angoscia montare dentro. Anche questo racconto seppur breve è carico di pathos. Netta la somiglianza con "Il gioco di Gerald", altro libro del "Re" che ho amato molto. Lettura consigliata!
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pathos alla king...
Se vi parlo di una lingua di terra isolata e semi-deserta, di una giornata piovosa, di una donna sola e di un' auto dal bagagliaio aperto a lasciar intravedere un cadavere, il solo titolo non vi mette angoscia?! King è un re, si sa, e lo dimostra anche in questo piccolo libro da leggere tutto d' un fiato, grazie alla sua capacità di tenere il lettore letteralmente incollato alle sue pagine, e come con le ciliege, una tira l' altra fino alla fine!