The Dome The Dome

The Dome

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È una tiepida mattina d'autunno nella cittadina di Chester's Mill nel Maine. All'improvviso, silenzioso e invisibile, un cilindro trasparente cala sulla cittadina. Chi è all'interno è isolato dal resto del mondo, chi non lo vede ci va a sbattere contro, chi si trova sul perimetro del cilindro viene tranciato in due. Da dove viene? Di che cosa è fatto? Opera degli umani o esperimento di un'intelligenza superiore? Poco importa, dato che chi è rimasto intrappolato all'interno deve far fronte a quella angosciosa situazione con le sue sole forze. Alla barriera invisibile se ne aggiunge presto un'altra, quella che divide gli onesti dai malvagi, questi ultimi non del tutto contrari a un isolamento che fa gioco, se si ha molto da nascondere.



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The Dome 2020-03-13 10:36:24 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Marzo, 2020
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The Tome

"The Dome" è un romanzo thriller con abbondanti dosi di post-apocalittico e horror, indirizzato ad un pubblico adulto e per nulla suggestionabile, viste molte delle scene descritte, al limite dello splatter.
Prendendo spunto da classici della distopia come "Noi" di Evgenij Zamjatin e da romanzi più moderni ma altrettanto angoscianti -mi sono venuti subito in mente "Cecità", "Il condominio" e "Bunker Diary"-, King crea una storia dalle atmosfere epiche, sviluppandola però nell'arco di una sola settimana. Tanto basta perché la cittadina di Chester's Mill (ovviamente, nel Maine!) si trasformi in un luogo da incubo, dove perfino l'aria da respirare diventa un miraggio.
La storia inizia un sabato mattina di fine ottobre quando un campo di forza ribattezzato poi come Cupola cala precisamente sui confini della città, causando già parecchie vittime. Questa emergenza genera da subito degli antagonismi, in particolare tra Dale "Barbie" Barbara, militare in congedo che viene incaricato dal Governo statunitense di gestire la crisi, e James "Big Jim" Rennie, venditore locale di auto usate e secondo consigliere, ossessionato dall'idea di mantenere il potere sul Mill,

«Ma conosceva la risposta. Non erano i soldi; era la città. Quella che lui concepiva come la sua città. Su una spiaggia in Costa Rica o in una tenuta in Namibia, Big Jim sarebbe diventato Small Jim. Perché un uomo senza uno scopo, anche se ricco sfondato, è sempre un uomo piccolo.»

sarà lui ad imporsi con forza come autocrate e ad arruolare una sorta di esercito privato con il pretesto di dover ristabilire l'ordine.
Ai due personaggi principali si unisce via via un cast davvero ricco (come sempre, nei romanzi di King) nel quale spiccano la reporter Julia Shumway, della quale ho apprezzato particolarmente l'evoluzione collegata al rapporto positivo con Barbie, ed il figlio di Big Jim, Junior, che si presenta fin dai primi capitoli come un antagonista molto più originale del padre: la sua discesa nella follia più totale è resa in modo magistrale e mette i brividi.

«Doveva seppellirle, naturalmente. Presto. [...]
Presto. Ma non subito. Perché era troppo rilassante.
Anche un po' eccitante. Gli altri non avrebbero capito, ovviamente, ma non c'era bisogno che capissero.»

Ma Junior non è il solo a compiere un arco discendente, perché l'intera città viene rapidamente travolta dal terrore, dando vita a grottesche scene di aggressioni, di autolesionismo, ma anche di violenza psicologia e ricatti crudeli:

«"Ma ci sono quelle pillole che prendi. Quell'OxyContin."
Andrea si sentì gelare la pelle. "E allora?"
"Andy ne ha messa via una buona scorta per te, ma se in questa corsa tu dovessi puntare sul cavallo sbagliato, quelle pillole potrebbero sparire."»

Quelli che pochi giorni prima erano amichevoli vicini si rivelano pronti al furto e all'aggressione, come nella scena in cui a Big Jim è sufficiente il lancio di un sasso per innescare l'assalto immotivato al supermercato locale. Il secondo consigliere gioca davvero bene le sue carte, soprattutto nel manipolare le fragili menti dei suoi concittadini -già provate dall'isolamento forzato- e come un novello Napoleone (il maiale antagonista de "La fattoria degli animali", non l'imperatore francese!), sfruttare lo spauracchio di Barbie e dei suoi inesistenti alleati per dipingere se stesso come un eroe.
Oltre ai trigger warning per la violenza, ritengo doveroso segnalare come questo romanzo presenti anche un folto gruppo di personaggi maschili che etichettare come sessisti sarebbe quasi un complimento; con Big Jim come scontato capofila,

«Era sicuro che [Linda] avrebbe avuto una cattiva influenza sugli altri uomini. Le donne belle ce l'hanno sempre. Era già abbastanza un guaio la Wettington con quelle tette a siluro.»

e Junior ed i suoi amici appena nominati "assistenti speciali" come seguaci,

«A Junior stava cominciando a far di nuovo male la testa ed era tutta colpa di quella troia tossica e impicciona. Quello che sarebbe successo adesso... anche quello sarebbe stato colpa sua.»

frasi offensive come quelle appena riportate sono praticamente all'ordine del giorno. A peggiorare la situazione abbiamo un continuo spalleggiamento tra questi personaggi, che vanno a coprirsi a vicenda per i rispettivi crimini. Tutto è reso in modo estremamente realistico, ma mi rendo conto che molti lettori potrebbero esserne giustamente disgustati.
Lo stile di King è sempre molto gradevole e, sebbene la storia sia ambientata nel 2009, si ha spesso la sensazione di tornare ad uno dei suoi romanzi degli anni Ottanta, soprattutto per il ripetersi di determinati schemi narrativi e di alcuni caratteri (ed esempio, l'immancabile gruppo di bambini pieno di risorse). L'autore arriva diverse volte al punto di citare se steso:

«Un'altra [teoria] era che fosse un esperimento finito male e diventato incontrollabile ("Proprio come in quel film, The Mist", aveva scritto un blogger).»

In questo passaggio, ad esempio, viene nominato il film tratto da uno dei suoi racconti più celebri.
Ho apprezzato molto l'utilizzo di tecniche come la narrazione da più prospettive, in cui King accenna ad un personaggio o ad un evento per poi svilupparlo nel capitolo successivo, e il foreshadowing:

«Dappertutto, fuori e dentro la Cupola, ci furono uccelli che andarono a schiantarsi e caddero morti; i loro cadaveri sarebbero stati uno dei modi con cui delineare in seguito il tracciato della nuova barriera.»

Anziché rovinare una svolta della trama, questi espedienti permettono di aumentare l'hype del lettore, e di rendere appetibile un volume tanto lungo.
In conclusione, un paio di riserve su questa lettura, che non possono mai mancare con una lettrice rompic... esigente come me. L'aspetto fantascientifico della storia non mi ha troppo convinta perché sembra troppo opportuno per risolvere la vicenda, come pure la parte paranormale (parlo del cane che vede i fantasmi). La traduzione non è troppo malvagia e in un libro di oltre mille pagine posso soprassedere a qualche refuso; un po' meno alla rappresentazione della Cupola in copertina che non assomiglia affatto a com'è realmente descritta nel romanzo.

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The Dome 2018-06-26 14:24:31 Pigottina
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Pigottina Opinione inserita da Pigottina    26 Giugno, 2018
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La cupola rivelatrice

Nonostante la mole, è un libro che si legge in fretta.
Oltre all'indiscusso mistero che avvolge la caduta di una cupola invisibile, ma letale, sopra l'inerme cittadina di Chester's Mill, tagliandola fuori dal resto del mondo, quello che mi ha tenuta incollata alle pagine sono state le dinamiche che si sono scatenate nella cittadina intrappolata; le lotte per la gestione del potere, le lotte per sopravvivere.
La Cupola mette a nudo le persone, con i loro piccoli e i grandi eroismi, le piccole e grandi meschinità che si manifestano in una situazione paradossale e che estremizzano l'indole di ciascuno.
Il finale l'ho trovato leggermente di un livello inferiore al resto del libro, ma ci si arriva tutto d'un fiato.

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A chi vuole leggere un King che non metta paura.
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The Dome 2015-03-01 19:49:27 Rebel Luck
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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    01 Marzo, 2015
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Posso entrare?

Un idea geniale, ma semplice, di quelle che ci fa gridare: avrei voluto pensarla io... avrei potuto scriverlo io.
Una cittadina di periferia viene isolata dal resto del mondo da una "Cupola" trasparente ed invalicabile.
Una serie di vicissitudini curiosissime sono causate dalla "caduta" prima e dalla presenza poi della cupola stessa: tutto molto curioso e stuzzicante.
Questo isolamento favorisce l'emergere di caratteri forti nel bene e nel male tutto si esalta ed evidenzia.
I personaggio finisono per schierarsi in due fazioni: i buoni da una parte ed i cattivi dall'altra.

La forza di questo romanzo è quello di riuscire ad inserire personaggi molto veri, palpabili, reali, in un universo quasi possibile sconvolto da un evento impossibile... Impossibile?
Barby è l'eroe ma non quello classico... La sua storia è resa interessante dal mistero continuo che lo circonda, e da quel tocco di "nero" che lo rende vero: Barby c'è.
Big Jim Reannie, venditore di auto usate (come me), è la rappresentazione stessa della cattiveria moderna, cioè non una cattiveria fine a se stessa (non è la ReginaCattiva), ma motivata dall'opportunismo e dal desiderio di potere.
Una cattiveria quindi più reale una cattiveria a cui siamo abituati e proprio per questo una cattiveria umana...Big Jim c'è.

Lontano anni luce dalla grandezza di "L'ombra dello scorpione" acui alcuni hanno avuto l'ardire di paragonarlo, riesce a restare comunque su alti livelli. Scritto in un crescendo di azione e dinamicità, le situazione e le vicissitudini raccontate sono molteplici come i personaggi coinvolti, il tutto condito dalla solita prolissità del "Re" King
La cosa più bella della storia è che ci fa desiderare di esserci dentro la cupola, nonostante tutto quello che sotto vi succede, la realtà è che noi dentro ci vorremmo entrare.
Il finale, come troppo spesso succede nei libri dello zio Stephen, è la parte peggiore, questa volta però è anche poco originale e poco credibile. Peccato.

Ho scritto questa recensione dopo più di 4 anni dalla lettura, quindi mi scuso se non è una recensione di "livello adeguato".

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A tutti coloro che hanno in King il loro "autore rifugio".
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The Dome 2015-02-18 16:39:10 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    18 Febbraio, 2015
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Il microcosmo di Chester's Mill

Nessuno si sarebbe aspettato che una normalissima giornata potesse trasformarsi in un qualcosa di tanto anomalo ed imprevedibile: è il ventuno ottobre e una invisibile barriera è apparsa dal nulla determinando l’isolamento forzato della cittadina di duemila anime circa di Chester’s Mill. Vani sono i tentativi da parte dell’esterno di liberarli, incomprensibili sono le ragioni per le quali questa si è manifestata in modo così netto ed eloquente, inutili sono le domande. La verità dei fatti è piuttosto semplice: non solo i cittadini sono bloccati all’interno della Cupola ma sono anche vittima dell’ennesimo tentativo di scalata al potere di un uomo avido di comando con il solo comandamento della prepotenza. Big Jim Reannie, formalmente secondo consigliere e primo di fatto, è infatti colui che tira le fila dei giochi ed in qualità di perfetto burattinaio si arroga il diritto di decidere delle vite altrui e delle sorti della sua contea perché egli “sente” ed il suo agire è totalmente e esclusivamente attuato “per il bene della città”.
Il microcosmo creato da Sthepen King è quanto di più attuale e concreto possibile. L’universo che viene descritto può essere simbolicamente distinto in “bene e male” dove il primo è delineato ed avvalorato da personaggi puri, arguti e spesso usati come capi espiatori; mentre il secondo è costituito dal gioco più vecchio del Mondo: l’avidità.
Se da un lato possiamo infatti osservare la lotta di alcuni protagonisti per liberare la cittadina da un male invisibile che li sta lentamente condannando a morte, dall’altro inevitabile è scontrarsi con chi al contrario vede nella cupola una possibilità di arricchimento tanto economico quanto di scalata sociale e per raggiungere tale obiettivo, quale miglior espediente se non quello di instaurare una dittatura silenziosa capitanata da un unico stratega affiancato volontariamente da una serie di allocchi pronti ad eseguire ogni suo comando ed assolutamente incapaci di mettere in dubbio i suoi moralmente discutibili dogmi e le sue decisioni? E tutto facendo leva su errori umani, scelte sbagliate che rendono detti individui ricattabili niente altro che mere marionette nelle mani di chi crede di saperla lunga sostenendo di agire nel giusto e solo per il bene dei suoi concittadini. Non stupisce pertanto che proprio costui, che tanto si erge a protettore della patria, non sia altro che un bieco omuncolo capace dei gesti più efferati pur di conseguire i suoi scopi.
La religione è un altro tema forte nel romanzo. Questa viene esplicata secondo molteplici punti di vista in quanto su un versante troviamo il credente cieco, colui che segue con rigore i postulati senza mai ammetterne la discussione – comportamento che arriva a delineare una deferenza tale da consentire brutalità (in nome del Dio) che in ordinarie circostanze mai sarebbero state tollerate proprio perché contrarie a quei precetti sacri ed ispiratori della fede – dall’altro coloro che seppur credenti vedono un male in terra e dunque decidono di agire prima che tutto sia perduto. Inevitabile è la riflessione su quanto sia essenziale l’istruzione, di quanto pericoloso sia chi vive di restrizioni mentali senza mai porsi di guardare oltre al proprio naso, oltre al noto.
L’opera è inoltre caratterizzata da una moltitudine di personaggi, ognuno ha un suo fascino, una sua bellezza. Perfino Big Jim, cattivo di turno, è talmente ben costruito che il lettore avrebbe voglia di entrare nel romanzo e prenderlo – passatemi il termine – a pedate nel deretano. Lo stesso vale per Junior che nella sua follia non può essere odiato o per Julia che ergendosi a protettrice della libertà di opinione, dei diritti civili, della democrazia non può essere che stimata, o ancora per Barbie che da semplice cuoco si ritrova ad vestire i panni del Colonnello e stratega, o Rusty che da poco più che collaboratore si risveglia medico ed unica possibilità di salvezza per i malati di Chester’s Mill.
Ognuno di questi individui rende concreto il libro ed affascina il lettore che passo dopo passo ha sempre più curiosità di conoscere del mistero della Cupola. La narrazione è continua e si svolge in parallelo, King ci mostra ogni punto di vista e gli avvenimenti sono incastrati alla perfezione ripartendo esattamente da dove si sono interrotti ma semplicemente cambiando voce espositiva. Dunque mentre osserviamo la discesa della barriera con Barbie quale protagonista, nel capitolo successivo ci viene descritto come Joe ne ha preso conoscenza e via dicendo. Nel trascorrere delle pagine questa peculiarità assume ancora più valore perché offre pathos e crea suspence lasciando chi legge sempre con il fiato sospeso.
Stilisticamente il libro è ben scritto, presenta un linguaggio forbito ed ogni paragrafo si rivela esauriente a livello contenutivo. Una persona può anche limitarsi a leggerne uno al giorno, ma da questo trarrà soddisfazione ed andrà avanti nella storia perché nessuno di questi è superfluo o superficiale. L’unica pecca che ho riscontrato è stata la partenza, a mio modesto giudizio, forse un po’ lenta ma per il resto l’ho trovato pienamente soddisfacente. Buono anche il finale e non eccessivamente scontato, cosa che talvolta può accadere in opere di tale spessore (tanto concettuale quanto fisico viste le sue 1037 pagine).

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The Dome 2014-11-17 22:29:47 Marta*
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Marta* Opinione inserita da Marta*    18 Novembre, 2014
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Il Re ancora sbalordisce

Immagina un formicaio e una lente di ingrandimento. Immagina un raggio di sole attraverso la lente. E immagina di essere la formica, mentre un bambino crudele maneggia la lente…

Ecco lo scenario del nuovo libro del "Re del brivido”; un romanzo corale, visionario, apocalittico, allegorico e di grande impatto, anche dal punto di vista "fisico" (conta 1037 pagine e vanta una copertina artistica, ideata dallo stesso King e da un'equipe di illustratori americani e sudamericani).
Cosa accade quando una comunità viene improvvisamente isolata e tagliata fuori dal mondo a cui appartiene?
E’ questo il tema centrale attorno a cui ruotano le vicende di The dome. Una misteriosa cupola invisibile che cala improvvisamente dal cielo e avvolge la cittadina di Chester's Mills, nel Maine, separandola completamente da tutto ciò che la circonda. Non ci sono né vie di uscita né vie di entrata: ciò che sta dentro, cose, persone, animali, non hanno nessun contatto con ciò che sta fuori. Nelle prime pagine è tutto uno schiantarsi di aerei, auto, camion e uccelli contro il cilindro trasparente che delimita lo spazio: uno scenario apocalittico, con spettacoli per palati forti, degni del miglior King. In quest'orgia da brivido affiorano, uno dopo l'altro, i personaggi, numerosissimi, che compongono la comunità del paese, vera protagonista del romanzo. Tra questi si distinguono presto "i buoni" e i "cattivi". I primi, che cercano di ristabilire la libertà, abbattere la cupola e la sua tirannia, sono capitanati da Dale Barbara, detto Barbie, un ex marine contrario alla violenza, riciclatosi come cuoco in un ristorante locale. Lottano insieme a lui, tra gli altri, una coraggiosa giornalista, Julia Shumway; l'infermiere Dougie Twitchell e il giovanissimo genio dell'informatica Joe "Spaventapasseri" McClatchey.
Ma c'è anche chi potrebbe trarre vantaggio da una situazione come questa, chi ha molto da nascondere e vuole approfittare del clima di terrore che immobilizza tutto e tutti. In prima linea Big Jim Rennie, un uomo politico che non si ferma davanti a niente, neanche davanti all'omicidio. Vuole avere la supremazia in questo "nuovo mondo" ed è appoggiato da suo figlio Junior, che da parte sua nasconde un terribile segreto nella cantina di casa…
Punto di forza assoluto di “The Dome” è il microcosmo che l'autore riesce a creare nel descrivere la classica comunità rurale che rimane bloccata dal resto del mondo per colpa della misteriosa Cupola, che agisce come un campo di forza invisibile e impenetrabile. In pochi giorni il paese di Chester's Mill diventa una sorta di dittatura in miniatura, retta dalla paura e dall'inganno, ma ancor più dall'ignoranza, tipica di chi vive in piccole comunità, imparando a temere il mondo esterno.
King ritorna quindi su alcune tematiche già trattate in passato: la rozzezza dei provinciali, l'ipocrisia di chi si aggrappa a una Fede cieca e di convenienza, la duplice natura dell'essere umano. Non mancano moltissimi stereotipi: il politico affabulatore e corrotto, la polizia locale inetta e violenta, la tossica del paese, l'ubriacone, il forestiero usato come capro espiatorio, l'adolescente geniale, la mamma complessata, il vecchietto eroico, il prete invasato etc etc. “The Dome” è il paradiso degli stereotipi, a guardare bene. Ma King è bravo ad affascinare e a coinvolgere il lettore, tanto che dopo meno di cento pagine ci si fonde pienamente con Chester's Mill, al punto da diventarne a nostra volta abitanti.


Le dinamiche suscitate dalla situazione di crisi animano una narrazione complessa, ricca di suspense e colpi di scena. Dal panico e dal senso di pericolo possono scaturire solidarietà e forza comune, oppure odio e contrapposizione, insomma il meglio o il peggio di noi stessi. Stephen King, eccezionale maestro quando si tratta di raccontare la psicologia, le virtù e le aberrazioni della natura umana, in questa nuova corposa "fatica" dimostra tutta la sua bravura e capacità, affascinato dalle grandi potenzialità di sviluppo offerte dai temi ispiratori del romanzo: temi "universali" come l'istinto di sopravvivenza dell'uomo e la lotta tra forze positive e negative. Un romanzo che, nonostante la lunghezza non indifferente, afferra il lettore e lo trascina nel pieno dell’avventura, rendendogli difficile l’impresa di chiudere il volume prima di arrivare all’ultima pagina.

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The Dome 2013-04-23 16:45:38 Zine
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Zine Opinione inserita da Zine    23 Aprile, 2013
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La Cupola

La più recente attività del colonnello Dale Barbara, per gli amici Barbie, soldato in congedo dopo i fatti dell’Iraq, è stata quella di preparare squisiti pasti allo Sweetbriar Rose. Quando però entra in collisione con il figlio di Big Jim Rennie, secondo consigliere comunale di Chester’s Mill, arriva il momento di cambiare aria e allontanarsi da quel paesino di provincia, all’apparenza uguale a mille altri.
Il suo trasloco – nonché i movimenti di chiunque oltre i confini della giurisdizione- viene purtroppo bloccato da un evento inaspettato quanto sconcertante: su Chester’s Mill cala una barriera invalicabile, un muro che taglia fuori il paese dal resto del mondo. Dopo i primi gravi incidenti dovuti alla trasparenza della barriera, il governo degli Stati Uniti prende il controllo esterno della situazione, affidando a Barbie il comando all’interno di Chester’s Mill e constatando che la barriera è in realtà una gigantesca cupola che si protende per chilometri sopra e sotto la terra. Verranno utilizzate tutte le armi a disposizione per cercare di distruggerla.
Il Governo, però, non ha fatto i conti con Big Jim Rennie. L’uomo, uno spietato opportunista assetato di potere, vede nella Cupola un buon modo per ottenere il potere assoluto su Chester’s Mill. Si circonda di fidatissimi, fa organizzare una milizia composta dai peggiori ragazzacci del paese, complotta con il figlio assassino e a sua volta si macchia di omicidio, scaricando la colpa sulla testa di Dale Barbara. La sonnolenta cittadina di provincia, isolata, diventa teatro della nascita di un regime dittatoriale, di caos, incidenti, suicidi e omicidi che ne sconvolgono l’ordine e le tradizioni.
Solo pochi riusciranno a mantenere la calma pur nella situazione disperata, sostenendo Barbie e aiutandolo a cercare il generatore della barriera. Chi è stato a creare la Cupola? Si tratta di uomini…o di tecnologia extraterrestre? E quale ulteriore tragedia si prepara per Chester’s Mill con l’avvicinarsi di un Halloween di fuoco? Riusciranno gli abitanti a sopravvivere alla Cupola?
THE DOME di Stephen King è edito come sempre dalla Sperling&Kupfer. La scelta di mantenere il titolo originale è, a mio avviso, azzeccata: la parola inglese ha maggiore ridondanza della nostra semplice cupola. Il gigantesco tomo di 1000 pagine è una delle storie ‘comunitarie’ di King, quelle cioè in cui cataclismi e orrori vengono affrontati dagli abitanti di paesi interi, che l’autore ci presenta a mano a mano, lasciando a molti di loro l’opportunità di accompagnarci fino alla fine. Il modo in cui sono presentati e la caratterizzazione precisa tipica di King evitano, fortunatamente, di fare troppa confusione.
Pur se incentrato soprattutto sulla degenerazione della patina di civiltà di cui l’uomo moderno si ammanta in caso di gravi e improvvise calamità, The Dome è un romanzo di fantascienza. Presi dai piccoli avvenimenti ci si dimentica spesso, durante la lettura, di quelli grandi…e forse la cosa è voluta. I protagonisti stessi sono quasi sempre così presi dalla lotta contro Rennie che i segreti della barriera passano in secondo piano, e in questo modo si segue costantemente il loro ristretto punto di vista. L’altro, l’extraterreste, si manifesta davvero solo verso la fine. Per tutto il resto del tempo, ci si chiede quanto ci voglia perché qualcuno rifili a Rennie un cazzotto sui denti e lo lasci ad agonizzare da qualche parte.
Non direi che questo sia uno dei romanzi migliori di King, anche se la sua prosa è sempre molto piacevole e i personaggi sono facili a suscitare affetto (o odio puro). In questo caso, fin dall’inizio si intuisce come può andare a finire e dispiace dire che The Dome non offre molte sorprese, anche se è ben costruito. Quindi, una buona lettura ma non esaltante per chi sa cosa può fare il nostro Stephen.
…trovo Big Jim Rennie uno dei cattivi più irritanti che King abbia mai creato…voi che ne pensate? L’ho voluto morto dalla prima pagina in cui l’ho incontrato!

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The Dome 2012-09-13 09:58:09 Melandri
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Melandri Opinione inserita da Melandri    13 Settembre, 2012
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AFFASCINANTE...SINO A PAG 1020 CIRCA....

Ho letto diversi libri di S.King fino ai 20 anni, poi l'ho abbandonato per esplorare nuovi generi. E' stato piacevole ritrovare il suo stile e soprattutto la sua incontenibile e indescrivibile fantasia!!
Chi legge questo libro odierà Big Jim, si innamorerà di Barbie e forse inizierà a fare scorte alimentari.... Ci sono decine di personaggi in questo libro, in tre parole King è in grado di regalare al tuo cervello la tua visione delle persone, senza necessità di descriverli fisicamente.
Ti trasmette emozioni forti, è un libro che non stanca nonostante il numero di pagine, ti intriga, ti incuriosisce, ti fa chiedere cosa faresti tu se.....


Però poi arriva la fine della storia, una fine che personalmente ho vissuto come una nota stonata in un coro perfetto. Non mi ha convinto.... Ma amo King perdutamente.

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The Dome 2012-05-22 11:43:13 amedh74
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amedh74 Opinione inserita da amedh74    22 Mag, 2012
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bello...quasi come l'ombra dello scorpione

La trama di questo libro, almeno nella prima metà, richiama alla mente del lettore un altro grande romanzo kinghiano, “L’ombra dello scorpione”, per i toni catastrofistici (qui una cupola su una cittadina, là un’epidemia di un virus che riduceva la popolazione degli Stati Uniti e forse del mondo intero a poche migliaia di persone), per i volumi decisamente ponderosi in termini di pagine ma soprattutto per il carattere corale della narrazione. In entrambi i romanzi i protagonisti risultano un manipolo di uomini e donne più che normali, che utilizzano l’ingegno ed il coraggio per cavarsela e rendere giustizia alle loro vite e a quelli che la vita l’hanno persa.

veniamo alle note negative: IL FINALE

Un po’, almeno a parere mio, il problema è insito nella spiegazione che ad un certo punto l’autore dà di questa cupola. Una giustificazione era d’obbligo, e poteva essere di varia natura, volendolo. Ha preferito quella forse più semplice, che non vi dirò quale sia, che non mi ha soddisfatto appieno.
Certo è che la penna dello scrittore c’è e si sente ad ogni pagina: pur priva del mordente de “L’ombra dello scorpione”, riesce a trascinarti fino in fondo alle sue 1036 pagine come se niente fosse, arrivando al finale trascinando il lettore in un vero stato di ansia.
King, è noto, ama i lieto fine, ma ad una cinquantina di pagine dalla fine viene davvero da chiedersi se questa cupola si leverà mai, se veramente tutte queste persone (i personaggi che abbiamo imparato ad amare ed odiare, e non mancano nè gli uni nè gli altri) perderanno le loro piccole vite a causa di questa “cosa” inspiegabile…
Non voglio dirvi altro.

Impossibile non menzionare la ricchezza del parco personaggi, specialmente quelli negativi, che assumono uno spessore così realistico da suscitare moti di odio spontaneo nel lettore. Per contro, abbiamo notato un po’ di debolezza per i “buoni”, che in linea di massima sono buoni senza ombre e si riconoscono come tali fin dalle prime pagine. I cattivi sono stati disegnati con molta più cura, ecco, e se ne potrebbe parlare per ore intere.
Ma non lo farò: le vostre ore, saranno impiegate meglio che non nella lettura di questa recensione, ovvero leggere direttamente il libro originale il prima possibile.
Godetevelo che ne vale la pena.

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The Dome 2012-05-19 17:28:15 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    19 Mag, 2012
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THE DOME

Ho trovato questo libro non all’altezza di “22/11/63” ma altrettanto interessante e meritevole di essere letto. Con questo libro Stephen King ci vuole ricordare che molti nostri atteggiamenti possono ferire in maniera indelebile altre persone, tanto da influenzarne l’esistenza per sempre.
La trama l’ho trovata molto avvincente su due differenti fronti. Da una parte per l’evolversi della difficile situazione comportamentale nella piccola comunità cittadina e dall’altra parte per l’enigmatico problema della cupola. Proseguendo nella lettura il coinvolgimento con le vicende è totale e quasi ci si dimentica di leggere un fantasy. Dopo un po’ il mistero della “cupola” non è più la priorità, ma l’evolversi della situazione la rende quasi secondario. Tutti sembrano impazziti, senza più regole con comportamenti irrazionali.
Il finale è forse un pò troppo “semplice”; mi sarei aspettato un qualcosa di più “macchinoso” e fantasioso, ma tutto sommato non disturba, anzi si allinea con il messaggio che l’autore vuole dare.

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The Dome 2012-05-15 09:49:31 McLennon
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McLennon Opinione inserita da McLennon    15 Mag, 2012
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Claustorofobia....

Tomo "abbastanza" lungo...eppure la fine è arrivata alla svelta, grazie a un lungo susseguirsi di vicende che ci fanno conoscere e amare/odiare la comunità di Chester's Mill, piombata all'improvviso sotto una cupola invisibile che l'ha isolata completamente dal mondo esterno, senza alcuna possibilità di essere distrutta e la cui origine è ignota.

All'interno di questo mondo nel mondo chi ha il potere capisce che può sfruttarlo a proprio piacimento in un regime dove le regole e le leggi decadono e si deformano secondo il proprio volere, il tutto a scapito dei più deboli e bisognosi.

Dale Barbara, ex ufficiale marine in Afghanistan per un soffio non riesce a essere al di fuori della cupola nel momento in cui questa "compare" dal nulla e a lui viene affidato il comando delle operazioni militari al suo interno...ma all'interno il suo grado non vale niente e finisce per essere vittima di complotti atti a colpevolizzarlo di reati da lui mai commessi.

Inizia una vera e propria battaglia tra i "regnanti" e una manipolo di persone che si uniscono per far abdicare chi si è proclamato tutore della legge con la violenza ela forza.

Numerosi colpi di scena e infinito susseguirsi di vicende che portano all'epilogo tengono il lettore attento e incollato alla trama che a mio parere non è mai stata troppo prolissa o che è sfociata nella noia.

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