Solitude Creek
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Un killer, altrimenti detto Panico
Jeffery Deaver non si smentisce mai. Delle volte mi sono chiesto: "il caro Jeffery non starà diventando un po' troppo prolifico? Sforna un libro ogni tre mesi!".
Temevo che per incrementare le vendite, facendo uscire tantissimi libri, la qualità delle sue opere sarebbe scesa vertiginosamente. Sono stato stroncato brutalmente, questo autore (che io già stimavo tantissimo), si è mantenuto all'altezza dei suoi standard anche con "Solitude Creek".
Stile perfetto per un thriller, senza la minima sbavatura, con un intreccio che ingloba in un'unica storia almeno tre o quattro vicende parallele, tutte interessanti e ben portate avanti da un autore che per me è ormai il maestro del thriller.
Protagonista il detective Kathryn Dance, uno dei personaggi di punta di Deaver, che stavolta deve vedersela con un "sosco" davvero fuori dai canoni. Un vero e proprio psicopatico.
Tutto inizia in un pub dove va in scena musica dal vivo: il "Solitude Creek", che sorge su un'omonima baia.
Che cosa serve a mandare una folla nel panico? Fatevelo raccontare dalla storia; la strage durante l'incontro Liverpool - Nottingham ne è un esempio lampante. Basta un nonnulla, una futile paura infondata, e una folla festante può trasformarsi tutto a un tratto in un essere autodistruttivo e feroce. Un'entità inarrestabile alla disperata ricerca della sopravvivenza. E cosa accadrebbe se vi ritrovaste di fronte a un uomo che è un maestro nel creare il panico, e lo fa per puro sadismo e soddisfazione?
E' questo che si trova ad affrontare la nostra detective, è questo che accade al Solitude Creek, basta un incendio fasullo e un panico innescato ad arte a portare gli uomini a calpestarsi l'un l'altro, a uccidere sull'onda della disperazione, per salvarsi. Su questo e tanto altro si baserà questo eccellente thriller, che si è rivelato un mix di azione, ingegno e suspense, carico di colpi di scena inaspettati. Una perfetta unione di thriller e poliziesco, con una punta sentimentale che non guasta mai, il tutto intrecciato da quel maestro che è Deaver.
"Non passa. Mai. E non dovrebbe. Dovremmo sempre sentire la mancanza di certe persone che hanno fatto parte della nostra vita. Ma ci saranno delle isole, sempre più numerose. [...] Isole di tempo in cui sei felice, in cui non pensi alla perdita. Adesso è come se il tuo mondo fosse sott'acqua. Tutto quanto. Ma l'acqua scende e l'isola emerge. L'acqua ci sarà sempre, ma troverai ancora della terraferma."
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Connelly.
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SOLITUDE CREEK
Un concerto, una moltitudine di persone. Del fumo, il panico, la ressa. Morti e feriti.
Una tragedia? Un attentato? Un piano premeditato nei minimi dettagli?
Dopo poco lo schema si ripete: folla, evento scatenante ansia generale, mandria di persone che diventano un unico grande sciame che travolge tutto e tutti. Risultato? Sempre lo stesso: morti e feriti.
Ma chi si diverte a creare il panico? Uno psicopatico? Un killer?
E' Kathryn Dance l'agente chiamata a far luce su questi casi; sarà lei a dover trovare il responsabile di queste tragedie, giostrandosi tra vita professionale e vita privata, la seconda non meno complicata della prima.
Jeffery Deaver non ha bisogno di presentazioni; i suoi thriller sono un susseguirsi di colpi di scena e suspence, con protagonisti carismatici e particolari, ma.... ma questo libro nello specifico non mi ha colpito positivamente. Parte molto lento, è molto descrittivo e spesso si perde in dettagli futili.... dopo ben duecento pagine inizia ad essere interessante e ci si ritrova nei ritmi serrati a cui Deaver ci ha abituati; nel complesso però il risultato finale è poco soddisfacente e al di sotto delle aspettative.
Un vero peccato.
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La sua arma è la paura
Al Solitude Creek di Jeffery Deaver si consuma una strage, causata più dal panico che dall’insano regista che ha simulato un incendio per diffondere il terrore tra i presenti.
L’eroina di Deaver, Kathryn Dance, qui agisce disarmata (“Niente pistola?”) per smascherare il folle (“… un soggetto sconosciuto, cioè, in gergo poliziesco, un sosco”) che sembra nutrire una passione patologica (“La sua arma è la paura”) che lo induce a scatenare fenomeni di paura collettiva (“Quando la folla prende il sopravvento. Diventi la cellula impotente di una creatura il cui unico scopo è sopravvivere”) in luoghi chiusi (“Enormi ascensori da ospedale erano un luogo perfetto per il gioco del panico”).
Purtroppo, la cronaca reale è ricca di precedenti simili…
In modalità molto americana, la trama porta a ricondurre tutto nelle trame della vittoria del bene sul male, ma la rappresentazione di quest’ultimo è sin troppo estesa e particolareggiata.
Completano il quadro l’indagine parallela su un’organizzazione malavitosa, le traversie dei figli adolescenti di Kathryn Dance, le vicissitudini amorose dell’investigatrice stretta tra due fuochi: ONeal, il collega di avventure poliziesche, e Jon Boling, un affascinante cyber-professore.
Giudizio finale: azionista, belligerante, mastodontico.
Bruno Elpis
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Avete paura di leggere un libro?
"La paura governa il genere umano. Il suo è il più vasto dei domini. Ti fa sbiancare come una candela. Ti spacca gli occhi in due. Non c’è nulla nel creato più abbondante della paura. Come forza modellatrice è seconda solo alla natura stessa".
Con questa frase, il premio Nobel Saul Bellow, da forma e consistenza al concetto astratto della paura. Nello stesso modo Jeffery Deaver riesce a far vivere la paura in modo magistrale scalando sempre più la mia classifica personale di autori di thriller.
Il romanzo giusto per riprendermi dal torpore del cielo plumbeo del Nord che magicamente è coinciso con il rientro delle ferie.
Ho trovato il romanzo ben strutturato così come mi aspettavo ma non per questo banale e scontato, anzi non è privo di suspense e di colpi di scena. Basti pensare al gioco di percezioni che porta la vittima all'uccisione di se stessa per capire quanto c'è dietro a Deaver che dopo The October List pensavo non potesse più stupirmi.
Naturalmente non aggiungo nulla nella trama quando chi mi ha preceduto l'ha già fatto abilmente.
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Kathryn Dance a caccia di un killer speciale
Una nuova indagine di Kathryn Dance, la coraggiosa e spericolata protagonista di una delle due serie di gialli che hanno fatto la fortuna di Jeffery Deaver (l’altra serie è quella di Lincoln Rhime e di Amelia Sachs, pur citati di sfuggita ). La nostra detective, sempre più determinata, è alle prese con un killer speciale, fuori dai consueti canoni, che procura con estrema abilità stragi in luoghi affollati, rivendendo poi i particolari più agghiaccianti a clienti sadici e facoltosi. La Dance, esperta in cinesica (l’arte di studiare negli interrogatori la postura ed i movimenti degli indagati), non è in grado però di individuare la colpevolezza in un trafficante di droga (non sempre la cinesica dà buoni risultati !), che si dilegua e prosegue nella sua attività delittuosa : per questo la detective viene degradata, ma si rifarà alla grande contribuendo a catturare il serial killer e smascherando, in un’indagine collaterale su trafficanti di droga, un poliziotto complice del malaffare. Il romanzo è piacevole, riserva colpi di scena come di consueto e ci rivela una protagonista più vulnerabile, alle prese con complicate vicende familiari. Kathryn, che è vedova ed ha due figli, convive con un collega, ma non dimentica un vecchio spasimante, che finirà per tornare a galla rimettendo ordine nella vita sentimentale della bella poliziotta : questo aspetto della vita della protagonista è trattato con mano felice dall’autore, che si dilunga, senza però annoiare il lettore, sulle vicende private di Kathryn, senza trascurare certe avventure del figlio Wes che sembrano minare la solidità della solita bella famiglia americana. L’autore non manca inoltre di mettere in guardia contro ceri videogiochi troppo realistici, con scene di violenza oltre ogni limite, e contro compagnie pericolose e fuorvianti : si intuisce, più che la volontà di esibire intenzioni moraleggianti, l’invito a tenere semplicemente gli occhi aperti, facendo valere, nel caso della brava Dance, il peso dell’esperienza di una vita vissuta nella lotta al crimine. In conclusione, la trama è ben congegnata, è assicurata la tensione emotiva, la lettura è senz’altro consigliabile agli amanti del genere.