Soli nel bosco
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Ragazzi dispersi per l'alluvione
Una lettura può essere anche rilassante oltre che avvincente. Può sembrare che le due sensazioni si escludano, ma in un romanzo di Ruth Rendell, come in uno di Agatha Christie, si amalgamano alla perfezione. SOLI NEL BOSCO è un nuovo capolavoro di Ruth Rendell, dove le vicende si evolvono in un crescendo, rivelando segreti di famiglia e questioni religiose.
Già dalle prime pagine l'interesse si incentra sulla misteriosa sparizione di Giles e Sophie, fratelli e adolescenti che un alluvione ha avvolto nel nulla. Un caso di cronaca che coinvolge la collettività dove indaga l'ispettore capo Wexford.
Sophie e Giles sono scomparsi. I due adolescenti erano stati affidati dai genitori a una tata e, al loro rientro da un weekend a Parigi, dei tre nessuna traccia. La signora Dade non ha dubbi: i suoi figli sono morti, annegati. Un’ipotesi per nulla bizzarra, considerato che il diluvio in corso, con piogge mai così torrenziali a memoria d’uomo in quella parte del Sussex, ha provocato l’esondazione dei fiumi e nemmeno un edificio nella valle è scampato alla furia delle acque. Lo sa bene anche l’ispettore capo Wexford, su a Kingsmarkham, dove la piena montante ha per ora risparmiato la sua casa, ma lambisce ormai l’estremità del giardino. Ecco perché non è strano che venga subito inviata una squadra di sommozzatori alla ricerca dei corpi. Più strano semmai è che i ragazzi siano davvero affogati pur essendo entrambi abili nuotatori, e per di più lontano dalla zona allagata. È solo l’inizio di un’indagine oscura, disturbante, che costringerà Wexford a mettere in discussione le sue più solide certezze sulla società in cui vive, e perfino sulla sua stessa famiglia. Andando oltre la fredda analisi di come e perché un crimine viene commesso, per esplorare i modi in cui la violenza infetta e distrugge chiunque tocchi.
Un perfetto capolavoro del genere giallo.