Shibumi. Il ritorno delle gru
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Opinioni inserite: 5
Un testo molto Shibumi
Interessante romanzo che si pone tra la spystory e l’avventura. Un testo avvincente dalla personalità magnetica. Io non essendo un appassionato del genere non ho un bagaglio tale da poter dire se quest’opera è un capolavoro o no, certo è che l’ho trovato gradevole e avvincente.
Sinceramente pensavo di trovarmi tra le mani qualcosa di diverso, questo però non mi ha deluso, anzi sono rimasto piacevolmente rapito. Ho trovato molto affascinante la figura di Nikolaj Hel, assassino zen con il gusto spiccato, per l’estetica, una prestanza fisica fuori dal comune e un intelligenza di molto sopra la media , ma non solo lui anche Le Cagot, il suo migliore amico: è forse ancora più accattivante con il suo modo di essere sboccatamente poetico e irriducibilmente patriottico e dal ego decisamente smisurato .
Un romanzo d’azione che lascia spazio alla fantasia, il difetto più grande forse è il pressapochismo che lascia qualche buco fumoso di troppo nella narrazione;però il tutto corre veloce e senza bruschi stop.
Il suo pregio più grande, i personaggi: carismatici e ben definiti. (eccezion fatta per le “Gru” e i figli di Mammina, che sembrano un po’ stereotipati/e, ma nel contesto si incastrano bene e non pesa affatto)
Un testo che merita di essere letto perché divertente e avvincente con una buona dose di attori che meritano d’essere ricordati.
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Particolare
Un libro molto particolare scoperto grazie a "Satori". Non condivido chi dice che non c'è azione: il protagonista gira mezzo mondo, è sempre in pericolo, ci sono colpi di scena. In compenso Nikolaj mi risulta un tantino antipatico, ma questo non danneggia il libro.
La mia citazione preferita è senza dubbio questa:
« Tale è la natura del compromesso: una condizione che non accontenta nessuno, ma che dà a ciascuno la piacevole impressione che anche gli altri ci abbiano rimesso » Non è estremamente condivisibile?
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Sp(H)ELeologia
Non ricordo quale Q-utente abbia usato una metafora culinaria per descivere le proprie impressioni di un libro, ma nel leggere Shibumi me ne son venute in mente diverse.
Leggere una spy-story come questa, senza azione, è un po’ come mangiare i maccheroni senza cacio, bere il vinsanto senza cantucci o peggio ancora una birra calda, è come non condire l’insalata con olio e aceto o mangiare una crêpe senza nutella... insomma ci siamo capiti, manca l’ingrediente principale, essenziale, quello che distingue una pietanza “commestibile” da una veramente buona!
Purtroppo l’effetto di questo romanzo è stato questo. Ero stato allertato a riguardo, ma da buon (San)Tommaso ho voluto toccare con mano, anche perché ero rimasto affascinato dal personaggio di Nikolaj Hel scoperto in Satori di Don Winslow. Ecco, niente a che vedere. Possiamo tranquillamente dire che il l’allievo ha superato il maestro, anzi lo ha staccato alla grande.
L’impressione che mi ha fatto è di un’opera a metà, forse l’intenzione era quella di dar vita ad una serie di romanzi con Hel protagonista, non so cosa pensare. Fatto sta che se non fosse stato per il grandissimo Winslow, il sottoscritto avrebbe ignorato il personaggio di Hel e, cosa ancor più drammatica, avrebbe vissuto bene lo stesso.
Di questa storia ricorderò volentieri le origini di Hel, senza dubbio un personaggio interessante ma più per la penna del buon Don, che non per quella di Trevanian. Tutto il resto è noia, no non ho detto gioia ma noia noia noia (va be’ perdonate la citazione canora). Metà libro se ne va in descrizioni di spedizioni speleologighe che onestamente potevano essere meno dettagliate per lasciare spazio a un po’ di sana azione.
Eppure Trevanian è considerato un classico del genere. Boh, tutto ciò mina notevolmente la mia autostima nel valutare autori e opere. Sob. Sigh.
P.S: nonostante il giudizio poco esaltante, non posso fare a meno di riportare una citazione che ho trovato fantastica per descrivere il gioco del Go, simile agli scacchi, ma con più strategia: “Go sta agli scacchi come la filosofia sta alla contabilità della partita doppia”. Geniale.
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L'etica dell'assassino perfetto
"Nikolaj Hel è capacissimo di scavalcare i suoi agenti, i miei e tutti gli inglesi, di liquidare i settembristi e di essere di ritorno per andare a cena con una ragazza. Hel è un uomo che non dobbiamo sottovalutare!"(cit.)
Nikolaj Hel è un killer, anzi no un tranquillo pensionato! Le sue origini si possono riscontrare nella comunista Russia, anzi no nella Germania nazista! Di sicuro si sa che la sua cultura è giapponese ma, vive nei paesi baschi! Parla correttamente francese, inglese, russo, basco, giapponese ed un filo di cinese..
..questo è quanto risulta all'intelligence americana su uno dei più famosi killer esistenti.
Nikolaj Hel ha due grandi passioni: il gioco di strategia giapponese del go e la speleologia.
Nikolaj Hel sa uccidere a mani nude.
Nikolaj Hel sa rendere una cannuccia di Coca Cola un arma mortale.
Il commissario Diamond ammira le doti di Hel.
Il commissario Diamond vuole la rovana di Hel.
Un romanzo piacevole, reso tale solo dal grandissimo fascino del protagonista ma, perde (e con distacco) dal romanzo successivo scritto da Don Winslow, che immagina il prequel di quello di Trevinian.
"Shibumi" a mio avviso non riesce a tenere ilparagone con la velocità e l'azione di "Satori", si perde in descrizioni che alla fine non trovano riscontro in un finale non all'altezza delle aspettative!
Da dare atto a Trevinian di aver inventato un personaggio spettacolare e raffinato come Nikolaj Hel, che però rende il massimo nella mente di Winslow!
Buona lettura!
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Un killer meraviglioso
Il romanzo di Trevanian ci racconta la storia di uno dei personaggi più affascinanti tra i protagonisti del genere spy story, il meraviglioso Nicolaj Hel. Occidentale di razza ma giapponese per educazione è un moderno samurai con una spiccata componente mistica e un rigido senso dell'onore,un killer professionista di estrema raffinatezza. Il romanzo, lirico nella prima parte, quando racconta l'educazione del giovane Hel non riesce a mantenere una tensione narrativa costante, diventando un pò ridondante nella descrizione delle avventure speleologiche del protagonista e , di contro, un pò sbrigativo nelle scene di azione pura. Tuttavia và riconosciuto all'autore l'originalità nell'impostazione della struttura del libro che si rifà ad una partita di go, il gioco di strategia in cui Hel è maestro e la profonda conoscenza del mondo dell'intelligence, a volte reso in modo grottesco.