Senza nessuna colpa
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Ago nel pagliaio...
Interessante è il racconto poliziesco di questo libro avvenuto tra due paesi molto vicini dell’Europa del nord, precisamente Göteborg (Svezia) e Copenaghen (Danimarca).
Tutto ha inizio in una giornata di fine della primavera quando una signora mentre passeggia col suo cane sulla spiaggia ancora fredda s’imbatte in un sacco galleggiante tra le rocce e si accorge che mentre il suo Labrador azzanna il sacco dentro giace un corpo umano atrocemente assassinato e privo di alcune parti del suo corpo.
L’indagine è assegnata alla sezione crimini violenti di Göteborg e la maggiore protagonista che seguirà il caso è la bella ispettrice Irene Huss.
Unico indizio è un tatuaggio che il cadavere ha su una spalla. Intanto un altro caso simile è segnalato dalla polizia di Copenaghen e da lì ‘per l’ispettrice Huss comincia la spola tra Göteborg e Copenaghen facendo ricerche tra tatuatori, fotografi e personaggi da mille sfaccettature avvalendosi anche della collaborazione della polizia danese ma l’assassino continua a uccidere e tutto sembra avvenire intorno a lei. Intanto le indagini sembrano non avere seguito positivo e la bella ispettrice deve anche badare alla sua famiglia composta di figli e marito, ma il con suo spiccato senso di responsabilità per il suo lavoro riesce pian piano ad avvicinarsi sempre più alla verità lanciandosi in pericolose iniziative ricche di notevoli colpi di scena.
E’ senza dubbio un bel libro thriller ad altissima tensione con una trama gelida, inquietante che ti avvolge in ogni pagina, i protagonisti sono ben descritti sia fisicamente sia caratterialmente aiutando il lettore a capire le abitudini e i costumi della vita di questi due paesi nordici, molto riflessiva è la descrizione del mercato del sesso in Danimarca, le scene narrate sono per un pubblico adulto, i capitoli sono un po’ lunghi, ma tutto è molto scorrevole e piacevole per gli amanti di questo genere. Solo la parte finale non mi ha convinto molto forse perché abituato ad altri tipo di epilogo per questo genere di letture, ma promuovo pienamente l’autrice.
Indicazioni utili
IL DRAGO CINESE
Durante una passeggiata sulla spiaggia, un labrador nero fiuta una traccia: un interessante odore lo porta a scoprire un sacco nero che racchiude un’orribile scoperta, resti umani.
Del ritrovamento viene subito informata la polizia di Goteborg, già alle prese con un emulatore di Jack lo Squartatore, e in particolare è Irene Huss ad occuparsi del caso.
Pochi sono gli indizi a disposizione, poiché il contenuto del sacco è stato in mare ed è davvero poco per poter giungere all’identificazione della vittima, di cui si sa solo che aveva uno splendido drago cinese tatuato su una spalla.
Con questa traccia e con un’analoga azione criminale avvenuta un paio di anni prima nella città di Copenaghen, il fronte delle indagini si svolge un po’ qui, un po’ là, con un intreccio tra vita privata e lavoro che rende le 500 pagine scorrevoli e piacevoli per gli amanti dei thriller dalle scene forti e crude.
Questo libro è il secondo che vede protagonista la detective Huss e nonostante questo si legge bene, non sembrando particolarmente collegato al primo della serie; l’autrice è brava nel descrivere i caratteri e le vite dei personaggi, che si delineano in ogni capitolo e che non rubano la scena alla vicenda principale, anzi, hanno il dono di alleggerire le tinte cupi e le scene raccapriccianti descritte in essi.
La traduzione a volte tentenna, alcuni errori sono evidenti e certe frasi suonano proprio male in italiano, ma a parte questo, e a parte l’epilogo di cui non ho ben capito il senso, mi sento di promuovere questo thriller; lo sconsiglio soltanto a coloro che non amano le descrizioni precise e dettagliate degli scempi che una mente malata è in grado di compiere.
Buona lettura!