Sei pezzi da mille
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Storia e finzione diventano un tutt'uno
Sei Pezzi da Mille - James Ellroy
Dopo aver letto American Tabloid, bellissimo libro primo volume della trilogia, ho dovuto aspettare un po’ di tempo prima di cimentarmi con questo secondo capitolo. Un tempo necessario per far sedimentare la quantità di informazioni, personaggi e emozioni che American Tabloid ti getta in faccia mentre leggi e cerchi di tenere il passo; un tempo lungo ma è stata ben ripagata l’attesa.
Sei pezzi da mille (Six Cold Thousands il titolo originale) inizia esattamente dove il precedente aveva terminato: assasinio di Kennedy a Dallas 1963. Apriamo la prima pagina dove hanno appena sparato al Presidente JFK e siamo in pieno vortice di confusione, personaggi che cercano di capire cosa sia successo o cercano di manovrare nell’ombra approfittando del caos generatosi, mafiosi, uomini di legge e fuori legge sono tutti lì per qualce motivo. Leggendo si apprende una versione dei fatti, romanzata e edulcorata ma dannatamente verosimile, dove sembra di assistere in primissima persona a ciò che sta succedendo; lo stile di Ellroy fatto di periodi cortissimi, sequenze di parole come a formare dei fotogrammi in una maniera cinematografica, immerge ancora di più nel filone narrativo e in un batter d’occhio ci troviamo sballottati da una parte all’altra degli Stati Uniti. Seguiamo i numerosi protagonisti che appartengono alle varie parti in causa: polizia, mafia, FBI, politica; sentiamo parlare il direttore dell’FBI dell’epoca (Hoover), leggiamo intercettazioni a Bobby Kennedy, vediamo manovrare il famoso Howard Hughes (quello di Aviator il film con Di Caprio), asssistiamo all’ascesa di Martin Luther King e seguendo questo misto di personaggi reali e inventati sembra di essere al centro del grande fiume della Storia di quegli anni, gli anni ‘60 degli Stati Uniti. Anni dove l’America scoprì di non essere più innocente.
Un romanzo dove si respira aria di crimanlità, dove la legge non si rispetta, anzi si fa di tutto per violarla, dove la violenza la fa da padrone e le donne sono un ottimo contorno alle scorribande dei protagonisti, la droga scorre a palate e i soldi sembrano non mancare mai.
Un libro splendido, che va letto dopo American Tabloid in quanto strettamente connesso e che, se appassiona, lascia un ricordo indelebile; per quanto mi riguarda ha appassionato molto e non vedo l’ora di leggere il terzo capitolo conclusivo “Il sangue è randagio” per poter apprezzare questa trilogia che ha fatto scuola, sia a livello letterario che a livello cinematografico.
Indicazioni utili
Consigliato a chiunque piacciano i polizieschi non banali, che sono appassionati di Storia e amano magari i romanzi non-fiction o basati su fatti reali. Sconsigliato a chi vuole una lettura spensierata e poco impegnativa.