Sangue inquieto Sangue inquieto

Sangue inquieto

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Il nuovo caso arriva nelle mani di Cormoran Strike in una buia serata d'agosto, davanti al mare della Cornovaglia, mentre è fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a Robin, la sua socia. In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una sconosciuta che gli chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot Bamborough, avvenuta per giunta quarant'anni prima. Un cold case più complesso del previsto, con un serial killer tra i piedi e un'indagine della polizia a suo tempo molto controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e piste oscuramente intrecciate. Galbraith ritorna con un nuovo, magnetico capitolo della storia di Robin e Strike, una delle coppie di investigatori più amate di sempre.



Recensione della Redazione QLibri

 
Sangue inquieto 2021-03-07 11:09:11 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    07 Marzo, 2021
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Il primo cold case per Cormoran Strike e Robin

«Puoi portare un peso e continuare ad avere le mani libere solo se te lo leghi alla schiena. Sposati e riavrai l’uso delle mani. Se non ti sposi, non avrai mai le mani libere per nient’altro.» - in “Sangue Inquieto” ma tratta da “Anna Karenina”.

Quando Cormoran Strike conosce Anna a tutto stava pensando tranne che alla possibilità di ricevere un incarico così particolare e inaspettato. Si trova in Cornovaglia perché Joan, la cara zia Joan, sta male, le è stato diagnosticato un tumore molto aggressivo e le cure sono l’unica e ultima speranza rimasta per la sua sopravvivenza e per la famiglia. Era quasi stato sbattuto fuori di casa da questa perché dopo una settimana di presenza la stessa donna desiderava che il nipote uscisse e staccasse un po’ da quell’ambiente intriso dell’odore della malattia, ma mai si sarebbe aspettato di essere fermato da quella figura femminile, accompagnata da una più che amica, per essere investito del primo cold case per l’agenzia investigativa che sta gestendo con la socia Robin. Attualmente ben quattro sono i casi all’attivo di questa e indagare su un fatto avvenuto ben oltre quarant’anni prima, per quanto si dica di no, solletica immediatamente la sua curiosità. Oggetto dell’indagine è la scomparsa, e per i tempi di allora, presumibile morte, di Margot Bamborough, occorsa nel 1974 al termine di una giornata negli studi medici ove questa lavorava in qualità di professionista sanitario. Uscita dal lavoro dopo una visita imprevista a una persona la cui identità resta celata non riuscendosi bene a decifrare se appartenente al genere maschile o all’altro, questa è misteriosamente scomparsa senza più lasciare traccia di sé. I sospetti ricadono immediatamente su Dennis Creed, classe 1937, che negli anni in cui è ambientata la vicenda era noto per essere definito il Macellaio dell’Essex stante le violenze sessuali, fisiche e le torture arrecate alle sue vittime rinvenute sempre prive di vita. Ed è forse questa certezza senza eguali che induce a ritenere che il colpevole sia lui mixata a una serie di indagini di polizia condotte prima da un uomo divenuto ossessionato dal caso tanto da essere ricoverato per patologia psichiatrica e poi da un altro detective sopraggiunto a mesi di distanza dalla scomparsa/morte della vittima e ormai offuscato da un altro fatto di cronaca tale da mettere in secondo piano le sorti di questa, che il caso resta irrisolto e che viene archiviato negli scantinati dei locali di polizia e negli scantinati della memoria. Eppure, seppur quasi tutti abbiano dimenticato, seppur molti altri non desiderino che la verità venga a galla, c’è una voce tra queste che invece quella verità desidera scoprirla ed è la figlia Anna che, con un grande atto di coraggio, chiede all’investigatore con una gamba sola di scoperchiare quel vaso di Pandora.

«Non pensi che tendiamo ad attribuire a certe categorie di persone una bontà a priori? Immagino che tutti abbiamo bisogno di riporre la nostra fiducia in coloro che sembrano avere un potere di vita e di morte.»

E Strike, insieme alla sempre più cara Robin, lo fa. Un anno il tempo che viene loro concesso per far luce sul mistero, un anno che vedrà il duo ricostruire dinamiche, vite, opinioni, pensieri e svelare segreti e che condurrà il lettore in un viaggio che, nonostante la mole, si ultima fin troppo rapidamente e con grande piacevolezza.

«Sapere quello che ha passato, quello che ha vissuto con i suoi occhi… fa sì che gli si possano perdonare tante cose… Ma vale lo stesso per tutti, no? Nel momento in cui si viene a sapere come stanno le cose, si spiega tutto. È un peccato che spesso non si sappia niente finché non è troppo tardi…»

Il ritmo narrativo è rapido, fluido, accattivante, il giallo costruito è privo di sbavature, regge bene, è solido nella sua articolazione ma anche nel suo sviluppo, i colpi di scena non mancano e sono tutti perfettamente introdotti al punto giusto e a seguito di una ricostruzione logica e lineare di quelli che sono stati i misteri di un quarantennio dai volti molteplici. Al tutto si somma una ulteriore caratterizzazione dei personaggi che crescono insieme alle vicende, che vengono ulteriormente approfonditi e rivelati rispetto ai precedenti volumi e che acquisiscono di uno spessore ancora più stratificato e una prosa ricca, gaudente che riesce a narrare senza spiegare. Unica pecca che ho ravvisato, se proprio si vuol essere puntigliosi, sono alcune eccessive descrizioni che popolano soprattutto la prima parte dell’opera e che talvolta possono risultare superflue rispetto all’oggetto del narrato.
In conclusione, se avete amato le avventure di Strike e Robin non resterete delusi nemmeno da questo nuovo episodio di queste e anzi, giunti alla sua conclusione vi sorprenderete della rapidità con il quale lo avete ultimato, dell’appagamento che vi avrà lasciato e non mancherà di essere presente anche quel senso di vuoto che accompagna il termine di una lettura piena, corposa e soddisfacente. A quando il nuovo capitolo?

«Al buio, però, ascoltando con quanta più attenzione possibile, iniziò a intuire delle melodie tra gli accordi sospesi, smise di paragonare quella musica alle cose che era abituata a sentire, e comprese che le immagini che aveva trovato alienanti perché troppo strane erano in realtà confessioni di inadeguatezza e sradicamento, della difficoltà di fondere assieme due vite diverse, dell’attesa di un’anima gemella che non era mai arrivata, del bruciante desiderio d’amore e libertà.»

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Sangue inquieto 2022-07-15 10:35:29 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    15 Luglio, 2022
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Mai fidarsi delle apparenze

Nuovo caso da risolvere per i detective privati Ellacott e Strike: stavolta si tratta di un cold case, avvenuto circa quarant’anni prima. Una sfida difficile quindi, la scomparsa della dottoressa Margot Bamborough, ex coniglietta di Playboy, madre di una bambina di un anno e moglie di un promettente ematologo. Margot quel giorno aveva lavorato nello studio medico di cui faceva parte, fino all’incirca alle 18 del pomeriggio; finito il turno con un po’ di ritardo per aver visitato anche una paziente che non era nella sua lista degli appuntamenti, la dottoressa esce dallo studio, sotto una pioggia battente, per raggiungere un’amica in un pub. Ma l’amica non la vedrà mai arrivare: Margot letteralmente scompare nel breve tragitto che porta dal suo luogo di lavoro al pub.
Ora sono passati quarant’anni, la figlioletta di Margot è ormai una donna adulta e assume Cormoran Strike in un impeto forse di esagerata fiducia e speranza, per provare a conoscere la verità su sua madre. Fin da subito il caso si mostra nella sua complessità: è passato davvero tanto tempo, alcuni testimoni e persone coinvolte sono morte; inoltre il detective della polizia che all’epoca si occupò inizialmente della scomparsa di Margot, l’ispettore Talbot, purtroppo in quel periodo aveva dei seri problemi di salute che lo avevano portato a compiere le indagini basandosi, invece che sulla razionale logica deduttiva, su influssi astrologici e paranormali. Quindi, anche il lavoro di investigazione fatto sul momento, non può essere utilizzato con vantaggio ma risulta più un complicato rompicapo senza senso.
Nonostante tutto ciò, Robin e Cormoran accettano la sfida. Sarà un lavoro complesso, impegnativo, lungo. Le piste da seguire sono molte, la più inquietante è forse quella che collega la scomparsa di Margot al terribile serial killer Dennis Creed e sicuramente niente va tralasciato.
J.K. Rowling – sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith- ci consegna di nuovo un coinvolgente giallo in compagnia dei due famosi detective privati, al termine del quale potremo affermare, ancora una volta, che l’apparenza spesso inganna e che i pericoli possono celarsi dove meno ce li saremmo aspettati.
Si tratta di una lettura estremamente piacevole per i lettori appassionati del genere poliziesco, con quel qualcosa in più che attrae anche le anime romantiche che non vedono l’ora di scoprire se finalmente Strike e Robin di metteranno insieme diventando una coppia anche nella vita oltre che sul lavoro. Chissà. Buona lettura!

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Sangue inquieto 2022-06-17 17:22:38 Jaeger
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Jaeger Opinione inserita da Jaeger    17 Giugno, 2022
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Galbraith/Rowling non delude mai!

Ennesimo capolavoro della serie Cormoran Strike, l'indagine è un cold case appassionante (la vittima è scomparsa nel nulla da ben 40 anni) strutturato alla perfezione.
Non si percepisce minimamente la lunghezza del romanzo, tanto è ben scritto; è uno di quei libri dai quali è impossibile staccarsi una volta iniziata la lettura.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e l'identità dell'assassino non è affatto scontata, pur essendo molto esigente nella lettura di gialli a questo non ho trovato alcun difetto.
È un giallo classico, con molto ragionamento, poca azione, indagini lente ma realistiche e molte piste seguite fino alla risoluzione che andrà a sciogliere tutto l'intreccio e regalare un colpo di scena finale. Il colpevole lo avevi avuto sotto il naso ma non lo avevi riconosciuto, ed il bello è proprio questo.

La coppia Cormoran/Robin è ormai perfettamente collaudata e le pagine dedicate alle vicende personali dei due detective contrariamente a ciò che mi accade di solito in questo genere di romanzi non mi hanno disturbato affatto, sono piacevoli tanto quando quelle legate all'indagine. C'è solo una punta di frustrazione perché si spera sempre che il rapporto tra i due si evolva un po' di più, di romanzo in romanzo.

Ovviamente l'ideale è leggere tutta la serie in ordine cronologico, ma credo resti un ottimo romanzo giallo anche letto a sé.
Credo che chiunque lo legga correrà a recuperare i precedenti, dunque tanto vale iniziare dal primo.

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I precedenti capitoli della serie, dello stesso autore.
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Sangue inquieto 2021-09-26 09:26:32 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    26 Settembre, 2021
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Troppo breve

L'ho appena finito e già aspetto il prossimo. eppure si tratta di un librone da oltre mille pagine, che devo dire, in un primo momento mi ha un po' spaventato: pensavo di finirlo l'anno prossimo. e invece no la fiducia che ho dato all'autrice dopo avere letto i precedenti volumi della serie è stata ampiamente ripagata. Ogni singola pagina aveva la sua ragione di esistere, sia quelle che riguardano le indagini vere e proprie sia quelle in cui ci insinuiamo nella vita privata di Robin e Cormoran. Del resto sono diventati degli amici, o dei vicini di casa e le loro questioni personali sono diventate uno degli ingredienti essenziali di questa serie di romanzi. Così come lo è diventata la loro relazione: sempre in bilico tra amicizia e amore, indecisa sulla strada definitiva da prendere e timorosa di rovinare il legame che si sono creati. Vorrei dare qualche anticipazione sulle indagini, ma sono troppo complesse, tra l'altro riguardano un caso di quarant'anni prima, per essere riassunte in modo efficace. Sono comunque curate nei dettagli: niente è lasciato al caso, le coincidenze di cui spesso abusano i giallisti in questo caso sono ridotte al minimo. Ogni dettaglio o informazione nuova è portata a casa con fatica, intelligenze e perseveranza.

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Sangue inquieto 2021-09-18 08:09:03 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    18 Settembre, 2021
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Tra Joni Mitchell e Nietzsche, solo pura follia

Cornovaglia, Agosto 2014.
Cormoran Strike sta per accettare l'incarico di indagare su Margot Bamborough, dottoressa con un passato da coniglietta di Playboy sparita misteriosamente dopo una giornata di lavoro nel lontano 1974: un caso complicato non solo per le difficoltà nel riesaminare i verbali e nel rintracciare le persone coinvolte a distanza di quarant'anni, ma anche perché i pensieri del detective vanno al tumore ovarico in stato avanzato che sta divorando Joan, la zia che ha sostituito sua madre in tutto e per tutto.
Un'instabilità psico-fisica, quella del protagonista, che rischia solo di peggiorare i problemi di comunicazione con la socia Robin Ellacott, già alle prese con il divorzio burrascoso da Matthew e con il pensiero fisso e svilente che la sua vita viaggi 'in un'altra direzione rispetto agli altri', mentre una figura nell'ombra, 'pianificatore meticoloso' e 'genio del depistaggio', è pronta a prendersi la scena e ben più dei canonici quindici minuti di celebrità.

Con una citazione de 'La regina delle fate' di Edmund Spenser a fare da cappello a ciascun capitolo del romanzo, sono una scrittura sbarazzina e una narrazione a doppio filo solida e robusta le principali chiavi di lettura di un testo dai contorni più psicologici che investigativi, nel quale i personaggi principali dovranno fare i conti con il senso di vuoto, l'afasia sentimentale, il narcisismo patologico e l'ingombro del proprio passato che non vuole proprio saperne di farsi da parte. Il tutto mentre il puzzle proposto da Aleister Crowley, Stephen Schmidt, H. G. Wells, un taccuino pieno di pentacoli e un vomitevole snuff movie fatica a essere ricomposto tra cortili dall'aria elisabettiana e 'imponenti palazzi dell'Ottocento' di Falmouth.

Sebbene il numero di pagine spaventerà alcuni lettori un po' pigri, al termine dell'ultimo capoverso si renderanno conto di quanto ogni singola frase sia stata necessaria per la creazione di questo capolavoro.

'Quando vivi in una bugia, nessuno è più pericoloso di chi ti mostra la verità.'

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'Il richiamo del cuculo';
'Il baco da seta';
'La via del male';
'Bianco letale', dello stesso autore.
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Sangue inquieto 2021-05-27 10:21:59 violetta89
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violetta89 Opinione inserita da violetta89    27 Mag, 2021
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lunga attesa pienamente ripagata

Ho atteso per 3 anni l'uscita di questo libro della serie Strike, 1083 pagine mi hanno un attimo destabilizzata, in realtà poi se ce ne fossero state di più, le avrei lette più che volentieri!
Ritroviamo Cormoran e Robin che stanno andando avanti nella gestione della loro agenzia e anche dei loro problemi personali. Vengono ingaggiati per scoprire cosa è successo a una dottoressa scomparsa nel nulla 40 anni prima, si tratta del loro primo cold case. Iniziano a indagare e a ricostruire cosa possa essere successo, anche se non è facile considerando che molti dei presenti all'epoca dei fatti, sono nel frattempo deceduti. Eppure i due non si arrendono perchè ormai si sentono legati alla donna, come se l'avessero davvero conosciuta. E così, pagina dopo pagina, tassello dopo tassello, Galbraith, o Rowling che dir si voglia, costruisce un intreccio sempre più intrigante e che tiene incollati col fiato sospeso. Come nei migliori gialli, è stato una vera sorpresa, non avevo sospettato di niente fino all'ultima pagina.
Sicuramente uno dei migliori libri che abbia letto da tanto tempo a questa parte, forse addirittura il migliore di questa serie. Che la Rowling sia una certezza è da tempo appurato, in questo libro oltre a tutte le caratteristiche tipiche del giallo, troviamo grande profondità nello studio dei personaggi e nel non lasciare niente al minimo dettaglio.
Lo straconsiglio. E ora per me ricomincia la lunga attesa per il prossimo capitolo...

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