Run, Rose, Run. La stella di Nashville
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Il sogno realizzato di una giovane star.
Dolly Parton, oggi ultrasettantenne, è stata una figura leggendaria della musica country americana. Nata in Tennessee, notissima anche come attrice, oltre che musicista (la”Regina del Country”), ha dalla sua una quarantina di album pubblicati, prevalentemente di musica pop, ha vinto 10 Grammy Award e non ha neppure trascurato partecipazioni a film e apparizioni in spettacoli televisivi. Ci voleva proprio per dare una scossa alla produzione letteraria pattersoniana, e contribuire alla scrittura di un romanzo piacevole, interessante, incentrato sull’enigmatica figura di una stella nascente della musica popolare, una ragazza la cui storia è narrata iniziando dagli anni oscuri di una fanciullezza tormentata e dai periodi difficili di una carriera piena di ostacoli e imprevisti per arrivare ad un finale consolatorio, sempre confidando con caparbietà nella speranza di un radioso futuro. La ragazza si fa chiamare AnnieLee, ma non è il suo vero nome: è in fuga dal Texas, da un passato oscuro, da una vita in cui è costretta a subire soprusi e violenze. La sua passione è la musica, la sua meta Nashville, la culla dei ritmi country. Le difficoltà appaiono insuperabili: dorme in un sacco a pelo, si ciba di quello che trova, finchè riesce ad esibirsi nei bar e in qualche saloon, cantando le canzoni che compone e suscitando consensi sempre più estesi e convinti. Ha una voce calda e graffiante, sincera e convincente: le sue canzoni a poco a poco si fanno notare, sino a giungere all’orecchio di una famosa stella del country, la favolosa Rhutanna Ryder, che vuole conoscerla, farla conoscere, e proteggerla in un mondo, quello della musica, che pullula di profittatori e personaggi poco corretti. Ma, e qui il romanzo entra nelle fasi più drammatiche, il passato torna ad incombere: il clan che in gioventù la teneva segregata, vuole riappropriarsi della preda sfuggita, la rintraccia, lei scappa e, dopo varie peripezie, decide di abbandonare tutto, rientrare in Texas e sbarazzarsi dei persecutori. Per sua fortuna, la segue di nascosto un caro amico di Rhutanna: riesce a rintracciarla ed a salvarla in extremis, riportandola a Nashville. Ora finalmente il futuro si tinge di rosa: la nostra Rose (questo il suo vero nome) è attesa nientemeno che a Las Vegas per un concerto che ne decreterà la grandezza e la popolarità.
Come dicevo all’inizio, gran merito nella stesura del romanzo spetta a Dolly Parton, che conosce alla perfezione il complicato mondo che ruota attorno alla musica ed ai suoi protagonisti: la figura di Rose (alias AnnieLee) ne esce ingigantita, soprattutto nella parte centrale del romanzo, quando la giovane cantante si batte con ostinazione per conquistare quel successo che è convinta di meritare. E sono ben descritti i due aspetti del carattere dell’aspirante star: è volitiva, cocciuta, ben determinata a raggiungere il traguardo sognato, e, d’altro canto, le sue canzoni appaiono velate di malinconia, una malinconia che sottende un passato di sofferenze.
Gli ultimi capitoli del romanzo sono incalzanti, con numerosi colpi di scena ben orchestrati, si sente insomma l’apporto di James Patterson, un maestro del thriller.
Alla fine, si apprezzano i testi in inglese delle numerose canzoni citate nel romanzo. Sono dodici in tutto, introdotte da quella che appare la più significativa (“Run”) di Rose, in cui sono condensate tutte le sofferenze e le speranze della protagonista. Un piccolo appunto: manca la traduzione in italiano delle canzoni, ma è solo un neo che non diminuisce la bella costruzione di un romanzo a suo modo avvincente.