Rovine
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Fiato sospeso
Trovato e consigliato al mercatino dell'usato,ho iniziato questo libro pur non essendo convintissima... Eppure mi sono dovuta ricredere. Ammetto che parte in sordina, ma, proprio come un film (tra l'altro ho scoperto che il film poi è stato veramente realizzato),ti porta a scoprire una jungla piena di insidie. I ragazzi che faranno la scoperta di questo posto, si accorgeranno presto di essere capitati in un luogo da horror , un luogo che non vivreste nemmeno nei vostri peggiori incubi. Siete pronti a non dormire, a rimanere col fiato sospeso pagina dopo pagina? Libro scritto in maniera eccellente, originalità e terrore la fanno da padrone. Nessun capitolo, ma questo non creerà di certo problemi,perché non vorrete abbandonare la storia, vorrete leggerla tutta d'un fiato! Come mai andrà a finire? Si salveranno i ragazzi?
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La natura che si trasforma e si ribella
La penisola dello Yucatan, in Messico, è famosa oltre che per il turismo balneare anche per la cultura relativa alle civiltà pre-colombiane, in particolare i Maya, con la visita alle antiche vestigia e rovine rimaste nel mezzo della foresta lussureggiante di flora e fauna esotica.
La vicenda del romanzo ha luogo proprio in una splendida radura all’interno di questa penisola a poca distanza dalla nota città di Cancun. Quattro studenti americani al termine della loro vacanza negli assolati Caraibi, decidono di dedicare l’ultimo giorno di permanenza alla visita delle antiche rovine Maya, che si trovano all’interno della foresta, grazie all’apparente guida di un’aspirante archeologa; si aggregano, quindi, altri ragazzi di nazionalità greca e un tedesco. Durante l’ultima parte del tragitto solo sei ragazzi decidono di continuare ad addentrarsi nella foresta…arrivano in vista delle rovine Maya e inizia un’avventura tra horror e surreale.
La radura che sembra innocua in realtà nasconde una terrificante situazione ai limiti della comprensione umana che dovrà essere affrontata dai sei malcapitati; la trama descrive le circostanze più inaspettate per le quali l’essere umano si riduce allo stato primitivo e deve lottare in modi crudeli e terrificanti pur di sopravvivere e fuggire dal luogo che non è più definibile quale sito archeologico culturale bensì un’area maledetta e dimenticata alla quale fanno da “sentinelle” alcuni nativi di arcana cultura maya che non permettono l’uscita da questa specie di prigione verde…e il motivo si scoprirà leggendo.
Un continuo susseguirsi di sensazioni e accadimenti orribili che devono essere contrastati con atteggiamenti al di là di ogni limite di crudeltà e coraggio; il finale è drammatico, per usare un eufemismo, e induce ad anelare le piccole cose della vita come bere acqua pura da una fonte.
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Paradiso ingannatore
Vecchia storia quella del gruppo di ragazzi in vacanza -preferibilmente in luogo esotico- vittima di qualche sanguinario pazzoide o di situazioni paranormali piuttosto sgradevoli.
"Rovine" si appoggia su questo archetipo horror, con dei giovani alla ricerca di svago sul suolo messicano costretti a veder mutare il sogno in incubo
Un viaggio nell'entroterra diventa il canto del cigno dell'allegra combriccola vacanziera, intrappolata su una collina che è sito archeologico ma anche tana di piante senzienti capaci di scarnificare e divorare un uomo in pochi minuti.
A metterla così sembra di essere in uno di quei film ingenuotti e qualitativamente non eccelsi spesso mandati in onda nottetempo anni fa su Italia 1, vengono in mente pellicole eco-vengeance con la natura pronta a ribellarsi alla prepotenza umana. In questo caso però non vi è traccia di denuncia ambientalista, c'è invece un essere predatore che ha come unica ragione il nutrimento e la difesa di quei luoghi.
Scott Smith è bravo ad avvincere senza alimentare sorrisini di scherno, a coinvolgere con un buon crescendo ansiogeno, ad approfondire psicologicamente i protagonisti evitando le solite figurine microcefale tanto care al genere.
La lettura è incalzante, piuttosto cruda in più punti e sapientemente alternata tra momenti di vibrante tensione ed altri introspettivi dove l'autore porta a galla con misura le sensazioni dei ragazzi; la gioia iniziale lascia spazio ad un sotterraneo malessere che si fa incredulità, poi rabbia, quindi disperazione per sfociare infine nel terrore puro.
Romanzo ambientato in una sola unità di luogo ma per nulla monotono, in cui pensieri e azione offrono la giusta dinamicità ad un'opera magari non eccelsa ma in grado di regalare qualche brivido.
Sicuramente Smith è debitore a Stephen King (che tra l'altro ha speso parole fin troppo gentili nei confronti del meno noto collega), ci sono molti passaggi evocanti lo stile del Re.
Non male anche l'omonimo film risalente al 2007 diretto da Carter Smith.