Ring
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LA FAMOSA VIDEOCASSETTA
Chi non ricorda il famoso film che ha spopolato un bel po’ di anni fa con la frase “sette giorni e morirai”?
Ecco, quella trasposizione cinematografica (americana) era originariamente un romanzo, Ring.
Io non ho mai avuto il coraggio di vedere interamente il film perché non amo gli horror, mentre i romanzi dell’orrore, paranormale e thriller li adoro.
Il libro in questione è un po’ un mix degli elementi che ho citato perché racchiude una storia abbastanza terrificante, una videocassetta che uccide chiunque la guardi.
Il protagonista è un giornalista, Akasawa, che grazie al suo fiuto per le notizie capisce che le morti di quattro giovani ragazzi, tutte alla stessa ora e tutte in circostanze particolari, abbiano qualcosa in comune.
L’uomo chiederà al suo amico d’infanzia Riuji un aiuto nelle indagini, complice la sua mancanza di sangue freddo e isteria facile, sapendo che l’amico è una persona intelligente e fuori dal comune.
Le indagini portano a una storia strana, una ragazza con poteri psichici che vuole vendicarsi del genere umano..
Molto lontano da quello che ho sempre immaginato, il romanzo mi è piaciuto moltissimo, seppur semplice come scrittura e veloce come lettura le vicende mi hanno incuriosito e il lato horror mi è piaciuto, soprattutto la descrizione del video della cassetta, ho sentito un brivido mentre lo leggevo.
Davvero un bel lavoro, lo consiglio sicuramente.
Non guardate quel video!
"Ring" è il primo volume della saga cult ideata dallo scrittore giapponese Koji Suzuki nel 1991 che ha ricevuto diversi adattamenti cinematografici e televisivi.
Non amo molto i film che trattano l'orrore soprannaturale, poiché a causa dell'illusione della Settima Arte e della relativa potenza e realismo delle immagini temo di rimanerne suggestionato, ma con i libri la musica cambia. Quindi mi sono gettato su un titolo che conoscevo solo di fama grazie appunto al cinema, senza sapere che in realtà esistesse un romanzo da cui tutto ha avuto inizio, dunque mi son chiesto: perché no? Ebbene, eccomi qui dopo aver da poco concluso una lettura di circa 320 pagine con ancora sensazioni ed immagini assai fresche nella mente, a recensire questo primo libro.
Ora, non sono un'esperto dell'horror in generale, tantomeno di quello letterario, ma devo confessarvi che la lettura si è rivelata piacevole ed appassionante, a tratti tesa.
Anzi, più che un Horror a me questo libro mi è parso un thriller a causa di alcune caratteristiche della storia (mistero, psicologia, personaggi comuni, pericolo estremo). E se è vero che un thriller deve emozionare per definirsi tale, allora credo che quest'opera sia meritevole o quasi di entrare in questo sottogenere.
Ma il merito del mio apprezzamento è, ovviamente, tutto dell'autore che ha saputo rendere la storia non un concentrato di dramma e tragedia, infatti, ha saputo anche donare momenti leggeri. Inoltre grazie al fatto che ci ha presentato il tutto come una lunga "indagine" da parte del protagonista (un giornalista), condendola di mistero soprannaturale, ha reso il tutto molto appetibile, appassionante e coinvolgente. Senza dubbio questo è stato possibile grazie ad uno stile semplice e fluido, non ricercato e pesante, tanto da farmi leggere la storia tutto d'un fiato. Insomma, per essere il primo scrittore giapponese che ho letto, l'esperienza è stata più che positiva.
Per quanto riguarda l'intreccio credo sia stato fatto un buon lavoro, mentre la storia ha un che di originale (interessante l'utilizzo di un'innocua VHS come l'innesto del tutto, ma non voglio spoilerare). Il contenuto invece va ovviamente accettato all'interno della finzione, ed è logicamente in sintonia con queste storie legate al soprannaturale: roba già ampiamente conosciuta sicuramente dai lettori più efferati di questo genere letterario.
Per concludere, onestamente mi sono divertito a leggere "Ring". Non mi sono mai annoiato, nemmeno una volta, ed ho apprezzato i due personaggi che diventeranno gli autentici protagonisti della scena, ovvero Asakawa e Ryuji, cosi come alcuni colpi di scena, il continuo crescendo accompagnato da un notevole aumento dell'interesse personale nei confronti della "soluzione" ed il finale.
Purtroppo, visto il genere, non posso permettermi di sbottonarmi troppo, altrimenti danneggerei la vostra eventuale esperienza di lettura con lo stesso, e non posso permettermelo. L'unica cosa che posso dirvi è che forse non vedrete mai più le vostre vecchie e impolverate videocassette con i soliti occhi...
Buona lettura!
Indicazioni utili
Epidemia dell'orrore
“Ring”, prima di diventare un fenomeno cinematografico di primaria rilevanza sia in patria sia negli Stati Uniti (con un remake che fa acqua da tutte le parti), è un inquietante e innovativo romanzo dell’orrore scritto da Koji Suzuki, pubblicato in Italia da Nord nel 2003.
Tutto comincia con la morte misteriosa di alcuni ragazzi. Il giornalista Asakawa, zio di una delle vittime, si imbatte per caso negli strani dettagli che uniscono i quattro decessi in maniera sospetta: tutti i ragazzi sono morti alla stessa ora per quello che il medico legale ha giudicato come arresto cardiaco improvviso. Inoltre, i giovani si conoscevano e frequentavano al di fuori della scuola.
L’istinto di giornalista di Asakawa lo spinge a indagare su questa vicenda e lo porta a recarsi nel luogo dell’ultima gita del gruppo di amici, una struttura di vacanza e svago in una località di montagna. Là, cercando indizi, trova un’inquietante videocassetta.
Il video, formato da immagini apparentemente innocue eppure capaci di scombussolarlo, termina con una maledizione: chi ha visto la cassetta morirà entro sette giorni, a meno che…Fine. Il resto del messaggio è stato cancellato. Asakawa non può prendere sottogamba la minaccia insita in quelle poche parole, classificandole come un macabro scherzo. Dopotutto, gli ultimi ad aver visto il video sono morti davvero!
In preda al panico per la mancanza di indizi su cosa fare per salvarsi, Asakawa coinvolge nella sua indagine l’amico Ryuji, scienziato e filosofo, un uomo dalle abitudini torbide e la mente acuta che guarda il video di sua volontà e trascina l’amico terrorizzato nella ricerca di colei che ha creato quel filmato con la sola forza dei propri poteri psichici: la bellissima Sadako, morta molti anni prima in circostanze misteriose.
Forse, ritrovare il corpo di Sadako e darle sepoltura annullerà la maledizione. Oppure no?
Narrata con una prosa fresca, senza fronzoli, fatta di frasi dirette e concise, la storia si dipana in una corsa contro il tempo, seguendo il crescendo d’ansia del protagonista e svelando senza false ipocrisie gli anfratti più bui e vergognosi della psiche umana.
C’è poco da simpatizzare sia con Asakawa che con Ryuji, il primo pusillanime e pronto a cedere al panico in ogni momento, il secondo sgradevole e cinico anche di fronte alla morte. Eppure, questi due amici sono pur sempre il baluardo di un’umanità che è minacciata dal Male incombente e in quanto tali sanno offrire scorci inaspettati di una profondità di sentimenti che li redime e li fa eroi di una battaglia impari.
L’innovazione nel romanzo di Suzuki risiede nella commistione tra i cliché dell’horror propriamente detto – fatto di maledizioni, morti orribili e macabri ritrovamenti – con il più sottile sintomo di inquietudine dato dai misteri della scienza e dalla malattia, flagello che le spiegazioni mediche non hanno potuto eliminare dal novero delle cose più terrificanti che possano capitare a un essere umano.
Come fanno notare gli stessi protagonisti del romanzo durante una discussione, i virus sono esseri naturali, eppure completamente alieni. Pare si siano sviluppati da geni cellulari pervertiti, eppure sono i peggiori nemici di un organismo vivente. Intelligenze aliene, assassini con una capacità di sviluppo, riproduzione e adattamento incredibile. Questi aspetti, replicati dallo spirito rancoroso di una ragazza morta che vuole vendicarsi sul genere umano, danno vita a un orrore senza precedenti, da cui nessuno può ritenersi al sicuro.
Questo aspetto della storia viene completamente cancellato nella versione americana, snaturando la trama e facendola diventare una semplice sequela di scene “ad effetto”, l’orrore fine a se stesso senza capo né coda. La storia continua con altri due romanzi, “Spiral” e “Loop”. Buona lettura!