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Jack Harrington è un quarantenne arrivato. Educato nelle migliori scuole inglesi, vive a Londra ed esercita la professione di psicanalista. Dopo il divorzio da Ellie, regista teatrale, vive ossessionato dal rimorso per il fallimento del loro rapporto. Jack ha una sorella più giovane di qualche anno, Kate, che fa la modella. Venerata da tutti come una dea, dopo un matrimonio e diverse avventure è ora sul punto di risposarsi. Ma, come spesso le succede prima di decisioni importanti, Kate entra in crisi, una crisi dai contorni inquietanti che rimanda a una tragedia remota condivisa da entrambi i fratelli. Jack viene a sapere che la casa della sua infanzia in Irlanda è in vendita. Decide allora di tornare, di riacquistare la proprietà e di trasformarla in un complesso di miniappartamenti. Durante la "ricostruzione" di quel luogo di dolore, riaffiorano i ricordi legati ai genitori, dapprima confusi poi sempre più nitidi.



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Ricostruzioni 2010-10-19 19:45:29 gio gio 2
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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    19 Ottobre, 2010
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sottile e psicologico

Un romanzo fortemente sottile e psicologico,lo stile e' "essenziale", la vicenda e' descritta in modo estremamente diretto,ma...quasi con un certo "forzato" distacco e con un velo di sottilezza che,porta il lettore ad analisi acuta in ogni frase descritta a narrata.E' una storia di "ricostuzioni" dell'inconscio,di una forzata convinzione di dover rimuovere il passato...quasi una forma di ossessione che porta i due pratogonisti,fratello e sorella Jack e Kate,a non riuscire a costruire un presente. Jack e' psicoanalista affermato,il suo matrimonio con Ellie in parte fallisce per le continue "pressioni" che subisce dalla sorella, della quale si e' sempre sentito responsabile e che vede in lui la piu' grande fonte di protezione. Kate e' una donna affacinante e bellissima,una modella di successo,con varie relazioni alle spalle tutte andate in fumo,ora si ritrovera' ad affrontare un nuovo passo,un nuovo matrimonio con un uomo che sembra amarla,comprenderla e renderla felice,e come e sempre, di fronte ad ogni nuovo passo da intraprendere entra in una crisi profondissima, le continue immagini dei fantasmi del passato sembrano non abbandonare mai la sua mente. E' la tragedia della loro infanzia che li tiene incatenati a questo strano e quasi morboso legame,solamente quando Malamore,la casa nella quale tutto il dramma si e' svolto,viene messa in vendita,e Jack decidera' di acquistarla per poterla trasformare in un complesso di appartamenti...l'atto simbolico di voler abbattere per poi "ricostruire"...ma solo in quei momenti i ricordi prenderanno una luce sempre piu' chiara...Josephine Hart e' riuscita a creare intorno ad una forte tragedia delle immagini e dei personaggi affascinanti,limpidi e nello stesso tempo misteriosi,due elementi che li ha resi esrtremamente curiosi,l'eleganza in un melodramma che sembra non divenire mai tale,per la "voluta" freddezza col quale viene descritto. ..."Ancora una volta e poi piu'....Poi nuotando torno a galla,e stavolta ci voglio rimanere."

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Ricostruzioni 2010-10-13 15:21:26 Arcangela Cammalleri
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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    13 Ottobre, 2010
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Ricostruzioni di Josephine Hart

Lo psicanalista Jack Harrington, quarantenne divorziato, vive a Londra. La sorella Kate, più giovane, fa la modella, ha un matrimonio alle spalle, tante storie sentimentali e sta per sposarsi. Un segreto famigliare accomuna e unisce i due fratelli e quando sta per essere venduta Malamore la casa d’infanzia, riaffiorano dolorosamente i ricordi e la morte della madre. La messinscena dei protagonisti diventa uno studio psicanalitico, Jack e Kate spezzati nell’animo dal dramma dell’infanzia che li ha tenuti legati morbosamente, stanno, faticosamente, ricostruendo la loro psiche. Affascinante ed inquietante lo stile narrativo della Hart, delinea le due figure letterarie attraverso dialoghi e frasi spezzate come le loro personalità interrotte e le loro vite desolate e private dall’affetto dei genitori. Da questo libro il regista Roberto Andò ne ha tratto un film dal titolo “Il viaggio segreto”, ambientato in Italia e precisamente in Sicilia. Un film introspettivo e dolente, la mano felice di Andò rende al meglio la scrittura del romanzo traducendo in immagini evocative il tormento interiore dei due protagonisti. Nel film il rapporto dei due fratelli sembra mutuare quello dei genitori, nel ballo senza musica, in una sorta di danza rituale. Il viaggio, simbolicamente, diventa la ricongiunzione con il passato rimosso e la pervenuta conoscenza di esso, la ricostruzione completa che li prospetta verso un futuro consapevole. Jack: “metterò su ancora una volta quella cassetta di ricordi prima di cancellarli definitivamente. Ancora una volta e poi più…
Poi nuotando torno a galla, e stavolta ci voglio rimanere”.
Stranamente, per chi ha visto prima il film e poi ha letto la storia, la trasposizione cinematografica, pur mantenendo una certa freddezza analitica e un distacco emozionale come quello dello psicanalista e dello scritto, traduce in forte tensione emotiva il carattere del protagonista e le figure enigmatiche dei genitori. Un processo inverso in cui un paesaggio assolato ed abbagliante, l’intensa e introspettiva recitazione degli attori danno senso all’ossessione che ha sconvolto le vite dei personaggi.

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