Ragdoll
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UN THRILLER PER PASSARE IL TEMPO
Non so se sono io che dopo aver letto molti gialli e thriller non mi stupisco più di niente, non so se è invece il romanzo Ragdoll che non mi ha particolarmente colpito, ma devo dire che a lettura terminata non trovo molto da dire.
Sicuramente è un thriller ben strutturato: c'è la parte motivazionale, quella psicologica e qualche mistero ingarbugliato ma non posso dire che questo romanzo mi abbia catturata e incuriosita particolarmente.
Un poliziotto, Wolf (anche il nome l'ho già ritrovato in altri thriller, che sia parte anche questo del mio giudizio?) ha vissuto la caccia a un killer che bruciava giovani ragazzine; fattosi prendere dall'indagine aldilà del consueto, nel corso del processo una combinazione tra corruzione, giornalismo e burocrazia scagiona l'imputato con grande disappunto del detective che cerca di uccidere l'assassino.
Wolf viene rinchiuso in una clinica psichiatrica per un lungo periodo per poi rientrare in servizio e scontrarsi con un nuovo killer, quindi una nuova caccia ad uno spietato omicida che si diverte a mutilare i cadaveri e cucirli insieme in quelle che sembrano delle bambole di membra.
Una lista di future vittime viene quasi allegata alla ragdoll e Wolf si ritrova nuovamente preso al 100% in un caso apparentemente senza soluzione..faustiano.
Nel svilupparsi delle indagini ci sono alcuni flashback del periodo nella clinica per malati di mente, all'inizio quasi senza senso ma poi legati intrinsecamente al presente.
Colleghi, vittime e comparse sono gli altri personaggi del romanzo che, come il protagonista Wolf, non mi hanno coinvolto molto.
Quello che posso dire è che la trama è un po' banale ma il finale, che non mi è piaciuto, è diverso dal solito, forse perchè altamente improbabile e quasi fantascientifico..
Non è un thriller che boccerei ma nemmeno uno di quelli che mi ha conquistata.
Forse appunto come dicevo inizialmente dopo aver letto molti romanzi del genere solo alcuni capolavori possono ancora stupire il lettore...
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Una vendetta programmata nel tempo.
Una “bambola di pezza” (Ragdoll) è l’immagine che ci perseguita per quasi tutto questo thriller, truculento e complicato, scritto da un quasi neofita del genere, Daniel Cole, 33 anni, paramedico, con molta immaginazione ed audaci tentativi più o meno riusciti di introspezione psicologica. “Ragdoll” non è che un assemblaggio di parti di cadaveri, cucite assieme da un folle assassino, psicopatico. La testa del macabro insieme è di un certo Khalid, stupratore seriale e uccisore di una ventina di minorenni: il protagonista del giallo, William Fawkes (Wolf), un detective violento e dal passato oscuro, non si dà pace per l’ingiusta assoluzione del criminale, tenta di eliminarlo, e, quando Khalid ormai libero uccide un’altra minorenne, si sente autorizzato ad escogitare una esemplare vendetta. Tramite un alter ego dall’aspetto mostruoso, farà colpire a morte con svariate e spettacolari modalità tutti coloro che si erano resi responsabili dell’assoluzione di Khalid. Il romanzo è complesso, i personaggi sono tanti, si intrecciano tra riunioni, indagini e conflitti personali i rapporti tra i vari detective incaricati di sbrogliare l’intricata matassa e di scoprire i piani segreti di Wolf. Gli ultimi capitoli daranno la soluzione di tutto, in un crescendo ben costruito di colpi di scena, con un finale che, sia pure con passaggi inverosimili e qualche incongruenza, manderà in visibilio i cultori di thriller ad altissima tensione. Non mancano i risvolti sentimentali della vicenda, un sottile conflitto tra Baxter, una detective palesemente innamorata di Wolf, e l’ex moglie dello stesso, Andrea, non del tutto indifferente nei confronti dell’ex marito. Una pecca veniale del romanzo è la traduzione in italiano, non esente da imprecisioni ed errori (forse la fretta dell’editore Longanesi di proporlo ai propri lettori): ad esempio “infiammativo” (anziché “infiammatorio”) è un aggettivo che non esiste nella nostra lingua. Il consiglio è comunque di leggere questo giallo, anche per conoscere un nuovo autore che senza dubbio saprà imporsi nello specifico genere letterario.
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Bambola di pezza
Un corpo. Sei vittime. Un'intera squadra di polizia ad indagare. Giornaliste in carriera a caccia di scoop e fotoreporter appostati ad ogni angolo, pronti a non perdere lo scatto del secolo. Un killer spietato che in poche ore guadagna l'appellativo di Ragdoll Killer. Un killer che non fa segreto dei suoi progetti futuri.
Una lotta contro il tempo: per la polizia, che indaga; per i giornalisti che vogliono l'esclusiva; per il serial killer che non vuole rimangiarsi la parola e vuole colpire l'opinione pubblica, sconvolgere, seminare il panico e, soprattutto, uccidere.
La trama è intricata. Lo stile accattivante. È un piacere per il lettore seguire l'indagine, che non manca di sconvolgerlo e farlo sentire parte della squadra.
L'esordio di Daniel Cole è esplosivo e improvviso come i colpi di scena che dissemina tra le pagine del suo primo romanzo che ha tutte le carte in regola per essere l'inizio di una nuova, avvincente serie poliziesca di thriller.
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Mistero a Londra con "una bambola di pezza".
Londra 2010. Il processo a Cremation Killer, Nagnib Khalid, è arrivato a sentenza. Il detective William Fawles, detto Wolf, è in ansia. Purtroppo le prove a carico dell’imputato sono indiziarie, e addirittura c’è chi sostiene che siano state messe lì a bella prova da Wolf stesso. Khalid viene assolto, e così Wolf lo aggredisce in tribunale. In seguito a questo grave comportamento viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Dopo pochi giorni Khalid viene colto sul fatto; se avessero dato ascolto a Wolf l’ultima vittima avrebbe potuto salvarsi, invece di morire arsa viva come le altre. Londra, 2014. Wolf è stato riammesso in servizio, ma è un uomo annientato. Ha divorziato, e ha cambiato casa, ora vive in un palazzo fatiscente ai margini della capitale inglese. Ed è proprio nell’appartamento di fronte al suo che viene trovata “Ragdoll”. Ragdoll – la bambola di pezza- è così chiamata dalla stampa e dalla polizia, soprannominata tale quel corpo messo insieme con le sei parti di sei persone diverse assassinate. Chi è il killer che ora sfida apertamente Wolf, costruendo una scena del crimine, proprio nelle finestre di fronte alle sue e facendo puntare il dito a quel taglia e cuci di corpi verso il suo appartamento? Bisogna scoprire molto, oltre a trovare le sei persone destinate a morte- i cui nomi sono stati recapitati alla sua ex moglie, giornalista- prima che si compia il misfatto. Una corsa contro il tempo, in cui la polizia sembra non trovare il bandolo della matassa perché il killer pare essere sempre un passo davanti a loro.
Libro d’esordio per l’autore che ha una scrittura scorrevole, accattivante, intrigante. Riesce a costruire, con perspicacia, un perfetto meccanismo credibile, anche se un po’ canonico e non eccessivamente originale. La squadra di polizia è tipica: c’è il detective dannato; l’unica detective donna in una squadra maschile è Baxter; il capo- Simmons- ha con Wolf un rapporto di amore ed odio, ma che non può stare senza di lui; Edmunds, lo sfortunato, capitato lì per caso, che però scopre più di tutti loro; e poi c’è l’ambiguo – Finley- che è una figura molto presente, ma non particolarmente necessaria.
In questo romanzo bene e male si intrecciano, si confondono, si incastrano, quasi ad essere una cosa sola. Nessuno è escluso fino al termine. Spesso la giustizia si confonde con la vendetta, gli amici con i nemici, gli assassini con le vittime, e tutto rimane avvolto nella nebbia, incerto, fino alla fine. Una conclusione che chiude i giochi per una lettura intrigante e curiosa. Un buon esordio.