Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Quello che non uccide. Millennium 4
 

Quello che non uccide. Millennium 4 Quello che non uccide. Millennium 4

Quello che non uccide. Millennium 4

Letteratura straniera

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Il seguito della trilogia Millennium di Stieg Larsson. Da qualche tempo Millennium non naviga in buone acque e Mikael Blomkvist, il giornalista a capo della celebre rivista d’inchiesta, non sembra più godere della popolarità di una volta. Sono in molti a spingere per un cambio di gestione. Ma in una notte autunnale, una telefonata inattesa promette qualche rivelazione succosa. Frans Balder, un’autorità nel campo dell’intelligenza artificiale, chiede di vederlo subito. Un invito che Mikael Blomkvist accetta, tanto più che Balder è in contatto con una hacker che gli sta molto a cuore. Lisbeth Salander torna così a incrociare la sua strada, guidandolo in una nuova caccia ai cattivi che punta al cuore stesso dell’Nsa, il servizio segreto americano. Ma è un bambino incapace di parlare eppure incredibilmente dotato per i numeri a custodire l’elemento decisivo per mettere insieme tutti i pezzi.



Recensione della Redazione QLibri

 
Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-13 01:31:32 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    13 Settembre, 2015
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....fortifica

Se da un lato è innegabile che proseguire una trilogia di straordinario successo come quella del compianto Stieg Larsson sia un’operazione con una forte componente strategica e commerciale, dall'altra il rischio di perdere credibilità rovinando sia la serie che la propria reputazione è alto.
Confrontarsi con un autore come Larsson, capace di combinare elementi tipici del giallo classico e del thriller moderno, di imbastire storie intricate ricche di personaggi originali e carismatici, di dare un risalto incredibile alla narrativa di genere scandinava, è impresa ardua.
David Lagercrantz, giornalista e scrittore svedese, ha provato a raccogliere questa pesante eredità.

L'inizio del romanzo non colpisce particolarmente, né per ritmo narrativo né per capacità di indurre curiosità nel lettore.
Mikael Blomkvist è stranamente demotivato, stanco dell'attività giornalistica e sfiduciato per il futuro della rivista mensile Millennium, che nel frattempo è entrata sotto l'influenza di un importante gruppo editoriale. Il giornalista intravede un'occasione di riscatto quando Frans Balder, genio dell'informatica e della fisica quantistica, lo contatta per incontrarlo e rivelare dichiarazioni scottanti. Balder afferma inoltre di aver recentemente conosciuto Lisbeth Salander.

Avendo fortemente apprezzato la trilogia di Larsson, non è stato facile approcciarsi al libro, tanta era la curiosità di leggerlo quanto alto lo scetticismo nei confronti dei cambiamenti che Lagercrantz poteva aver apportato.
Dopo un inizio incerto, la trama lentamente inizia ad ingranare e i colpi di scena risultano apprezzabili. La versione dei due protagonisti di Lagercrantz è lievemente differente rispetto a quella del suo predecessore. Lisbeth ha assunto una personalità più lineare, mentre Mikael risulta essere meno partecipe e più spettatore passivo di ciò che lo circonda. Al netto di queste piccole diversità, i due restano personaggi di indubbio fascino.
La lunghezza del romanzo è minore rispetto alle precedenti opere della serie. Una scelta saggia. In pochi sarebbero in grado di scrivere 800 pagine senza annoiare o mettere a repentaglio chiarezza e coerenza.

L’esame è superato? Soltanto in parte. E non so quanta carne al fuoco sappia ancora aggiungere Lagercrantz. Ma voglio essere generoso nella mia valutazione. "Quello che non uccide" non raggiunge il livello di attrazione e complessità della precedente trilogia, ma è un buon romanzo che restituisce al pubblico due personaggi amatissimi, facendoci conoscere uno scrittore che avrà altre occasioni per prendere ancora più confidenza con la creatura lasciata in eredità da Larsson.

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Quello che non uccide. Millennium 4 2017-02-12 16:31:05 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    12 Febbraio, 2017
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Intelligenze alla prova

Credo che tutti gli estimatori di Larsson, abbiano appreso con stupore e perplessità la notizia che, dopo la prematura scomparsa dello scrittore, la trilogia di Millennium sarebbe proseguita, affidandone la stesura ad una nuova penna. Perplessità accresciute dalla mancanza di tracce lasciate da Larsson, utilizzabili per il proseguimento della saga, anche se era noto il suo intendimento di continuarla. Inevitabile, quindi, che la lettura del quarto episodio sia stata segnata dalla curiosità sulla riuscita dell’operazione, sulla capacità di David Lagerscrantz di non far rimpiangere troppo Larsson.
Chiusa l’ultima pagina, il giudiziopuò essere complessivamente positivo, anche se con qualche riserva. Il compito assunto da Lagerscrantz era certamente non facile, rischiando di scadere nella scimmiottatura e dovendo affrontare lo stuolo di estimatori di Larsson, pronti con i fucili puntati; inoltre non vi erano precedenti di personaggi della letteratura tenuti in vita dopo la scomparsa del loro autore, se non nella forma di sceneggiature cinematografiche o televisive. Il nuovo episodio sembra dimostrare che Larsson ha dato vita a personaggi e ad un contesto narrativo tanto solidi da reggere al cambio di scrittore. Attorno alle figure di Michael Blomkvist e Lisbeth Salander, Lagercrantz ha creato una trama che pone al centro del nuovo episodio il tema dell’intelligenza artificiale e del conflitto per impossessarsi dei risultati delle ricerche del professor Frans Balder. Un conflitto che si risolve grazie all’intervento di altre due, diverse intelligenze: quella di Lisbeth e quella del tutto particolare del figlio autistico di Balder.
Lagerscrantz rispetta i due personaggi centrali, come descritti da Larsson, anche se il ruolo di Michael Blomkvist risulta meno centrale. Tuttavia, mentre i precedenti romanzi, in particolare il primo, erano focalizzati sulla realtà svedese, di cui Larsson dava un immagine ben diversa da quella convenzionale, in questo lo scenario si allarga agli Stati Uniti, coinvolgendo la National Security Agency. Così viene meno dilatato il contesto e si perde quella rappresentazione della società scandinava che aveva costituito un elemento particolarmente interessante di Millennium.
Lo stile è molto intenso, con un’articolazione dei capitoli su brevi scansioni temporali e un’abile tecnica narrativa in grado di avvincere il lettore, con l’interruzione della sequenza nel passaggio fra capitoli, spingendo ad accelerare la lettura. Il ritmo risulta, peraltro, tanto accelerato da rendere poco verosimile la trama. D’altra parte se Raymond Chandler sosteneva che il primo requisito di un buon romanzo giallo (o nero) deve essere la credibilità, requisito rispettato da Larsson in “Uomini che odiano le donne”, qui siamo in piena spy story, un filone in cui la plausibilità non è così essenziale, come insegna Ian Fleming.
L’entrata in scena di Camilla, nuova figura antagonista nei confronti di Lisbeth apre la strada al proseguimento della saga. D’altra parte è scontato che le galline dalle uova d’oro debbano essere tenute in vita il più a lungo possibile.

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Quello che non uccide. Millennium 4 2016-04-11 13:47:38 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    11 Aprile, 2016
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Per me è no

Finalmente ho finito di leggere Millennium 4 Quello che non uccide e ho fatto fatica, tanta.
Ero davvero scettica di leggere il seguito di una trilogia per me conclusa e tanto amata e l'unica cosa che mi ha spinto a comprarlo è stata la voglia di tornare a leggere qualcosa su Lisbeth Salander, una delle figure letterarie che ho amato di più nei libri contemporanei.
Ma ahimè già dall'inizio ho faticato a trovare la voglia di leggere le pagine di questo thriller che è assolutamente differente dai primi tre. Ovviamente l'autore non è lo stesso e quindi il libro risulta per forza diverso ma speravo che Lagercrantz riuscisse a svolgere comunque un buon lavoro, ma alla conclusione del suo libro io direi che è stato un seguito che si poteva decisamente evitare.
I protagonisti che conoscevamo già sono totalmente diversi soprattutto Lisbeth. Io non ho sentito di leggere della mia amata protagonista ma di un'altra, molto simile, ma senza quel mix di elementi che creava una donna unica. Solo il racconto della sua infanzia mi ricordava la Lisbeth di Larsson, un'infanzia difficile che ci era già stata parzialmente raccontata nei libri precedenti, e ringrazio l'autore di aver approfondito quello che già sapevamo, ma per il resto nelle azioni e nei dialoghi secondo me era un' altra persona.
Mikael Blomkvist l'ho trovato già più credibile, un po' fiacco ma lo stesso un uomo di sani principi.
Altri protagonisti di questo libro mi sono piaciuti molto di più come la sorella di Lisbeth, Camilla, una donna terribile e manipolatrice e il bambino autistico, August, parte fondamentale della storia.
I temi trattati sono davvero interessanti, lo spionaggio industriale, quella sorta di Grande Fratello che ci controlla sono realtà davvero esistenti e la creazione dell'intelligenza artificiale è in argomento davvero magnetico per una fan dell'informatica come me e forse mi sarebbe piaciuto un ulteriore approfondimento su quest'ultimo.
Nel complesso posso dire che è un libro discreto se fosse un libro a sè ma come seguito della grande saga Millennum io l'avrei sicuramente bocciato.

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Quello che non uccide. Millennium 4 2016-01-10 14:31:12 faye valentine
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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    10 Gennaio, 2016
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Nostalgia

David Lagercrantz raccoglie la pesante eredità lasciata da Stieg Larsson e confeziona un thriller di buona fattura. L'autore ci ricatapulta nelle vite di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander e - diciamoci la verità - non vedevamo l'ora di rincontrarli sul nostro cammino di lettori! Mikael si trova in un momento di crisi, Lisbeth conduce la sua "solita" vita, un nuovo caso solletica l'interesse di entrambi e li rimette in contatto: la vicenda dello scienziato Frans Balder e di suo figlio August.
I primi capitoli del libro procedono in modo fiacco e poco accattivante, come procede fiaccamente la vita dell'ormai stanco e svuotato Mikael. Poi, alla comparsa di Lisbeth, tutto si fa più frizzante e il lettore comincia a sentirsi sempre più coinvolto.
Personalmente non ho trovato la storia indiscutibilmente originale, non ho ritrovato le emozioni che accompagnarono la mia vorace lettura dei primi tre libri, però non mi sento di condannare totalmente l'ambiziosa opera di Lagercrantz. La lettura è scorrevole, lo stile ricorda quello di Larsson, le atmosfere sono ben ricreate, però c'é qualcosa che non funziona. La passione per i due protagonisti è sempre forte, per chi come me li ha amati tanto, amati forse troppo.. Troppo per vederli rivivere ancora e realizzare che non avranno mai più i colori vividi e l'intensità di un tempo, nemmeno grazie alla penna di un abile scrittore.

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Millennium trilogy, ma senza illudersi troppo.
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-11-13 13:07:19 Bookaholic
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Bookaholic Opinione inserita da Bookaholic    13 Novembre, 2015
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Passaggio di testimone

David Lagercrantz ce l'ha fatta!

Certo lo stile non è quello dell'unico e inimitabile creatore della saga Millennium, i toni sono a volte troppo sentimentali e leggeri ma nonostante questo, secondo David Lagercrantz ce l'ha fatta. La storia è densa e ben ramificata, colpisce i temi cari a noi amanti di Millennium e penetra nelle profondità della criminalità organizzata. Ben sviluppato il tema informatico che viene analizzato con perizia e deliziosa la spiegazione sui savant.
I personaggi sono ben tratteggiati senza perdere nulla rispetto alle descrizioni originali, la continuità si sente e bisogna riconoscerglielo. Un po' deboli invece i due protagonisti che sono fin troppo descritti a livello psicologico mentre Larsson aveva lasciato molte cose in sospeso, con l'intenzione forse di svelarle nel corso dei 9 capitoli della saga.

Lisbeth e Mikael si danno al lettore come non avevano mai fatto e il risultato è che le antenne si drizzano e il naso si storce, Lisbeth che una dura si ma col cuore tenero e Mikael un uomo in piena crisi di mezza età be' non è proprio quello che ci aspettavamo ma apprezziamo lo sforzo.

Uno stile che a volte cade nella pura operazione commerciale ed è anche giusto così, Larsson è stato un mago a delineare i personaggi che noi tutti portiamo nel cuore e nessuno può rimpiazzarlo ma la storia tiene, Lisbeth e Mikael e tutti gli altri vivono ormai quasi di vita propria, troppo reali per essere distrutti.

Grazie a David Lagercratz che ci ha permesso di immergerci un'altra volta nel mondo di Millennium.

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Millennium saga
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-29 18:02:53 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    29 Settembre, 2015
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Il ritorno di Lisbeth Salander

Una bella e redditizia idea quella di David Lagercrantz, giornalista svedese noto soprattutto per aver collaborato alla stesura della biografia del calciatore Ibrahimovic : la pubblicazione, a distanza di anni dalla famosa trilogia di Stieg Larsson, di un seguito che ha già venduto caterve di copie e che, nel titolo in inglese (“La ragazza nella rete del ragno”), rende forse più giustizia e visibilità alla indimenticata eroina dei precedenti romanzi. I personaggi, protagonisti indiscussi dell’opera, sono sempre Mikael Blomqvist e Lisbeth Salander, anche qui in versione dark anche se con sbavature da fumetto. Ecco, proprio uno dei difetti del romanzo è la riproposizione, a volte discutibile, dei due famosi personaggi, non del tutto paragonabili a quelli descritti magistralmente da Larsson : Blomqvist sembra una copia un po’ sbiadita dell’originale e la Salander un personaggio da fumetto, soprattutto in situazioni ai limiti della credibilità (sembra di assistere a un film sull’Uomo Ragno o su Spiderwoman). Un secondo difetto (ma per lettori più specializzati può essere un pregio) è l’indugiare su argomenti troppo scientifici, a volte molto complessi e comprensibili solo agli addetti ai lavori : argomenti di informatica nel dettaglio, metodi di hackeraggio, intercettazioni, per non parlare di fisica quantistica, equazioni e curve ellittiche, fattorizzazione di numeri primi, etc. Detto questo, la storia in sé è ben costruita, anche se con lungaggini nei dialoghi, a volte troppo descrittivi, quasi che l’autore volesse fare un riassunto( per chi non avesse capito) dei fatti avvenuti in precedenza. In sostanza la storia, complessa e ponderosa, tratta di hackeraggio di segreti industriali e non solo : un’autorità mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale e genio dell’informatica fugge dagli Stati Uniti rifugiandosi nella sua terra, la Svezia, e chiede disperatamente aiuto a Blomqvist, il famoso giornalista che, con la rivista “Millennium” non naviga in buone acque ed ha assolutamente bisogno di uno scoop per risollevarne le sorti. Lo scienziato viene assassinato e qui inizia un turbinio vorticoso di eventi che coinvolgono servizi segreti e inquietanti personaggi disposti a tutto : non poteva mancare la beniamina dei lettori della trilogia di Larsson, quella indomita e fenomenale Lisbeth Salander, paladina della giustizia e come al solito capace di intrufolarsi nei sistemi informatici più complessi e protetti. La Salander salverà anche il figlio dello scienziato assassinato, un bambino autistico (un “savant”, alla francese) capace di risolvere in un attimo calcoli complicatissimi e dotato di eccezionale memoria fotografica, che contribuirà ad indirizzare gli inquirenti alla scoperta degli assassini. Mikael Blomqvist avrà così una storia esplosiva da pubblicare su “Millennium” e la possibilità di riallacciare un rapporto con l’indimenticata Lisbeth, da troppo tempo scomparsa. I lettori della trilogia avranno il piacere di ritrovare i loro beniamini, anche se alle prese con una trama in cui non di rado è difficile orientarsi. Comunque la lettura è consigliabile, anche per riprovare le emozioni di un tempo . Una piccola svista dell’autore : la giallista Elisabeth George, che Blomqvist ama leggere, non è inglese, ma americana di nascita. Quandoque bonus dormitat Homerus…..

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La trilogia di Stieg Larsson
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-11 09:29:10 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    11 Settembre, 2015
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Business is business

Gli affari sono affari ed anche la saga del celeberrimo Stieg Larsson lo è stata e prosegue con i suoi enormi affari anche dal punto di vista cinematografico.Questo "Millennium 4" cavalca giustamente l'onda commerciale dei suoi predecessori e lo fa con altrettanta adrenalina e successo.
L'opera comincia in tono quasi noioso e quasi mi chiedevo come potesse considerarsi un sequel della trilogia più adrenalinica dell'ultimo decennio ma per fortuna sono spuntati i due protagonisti, il giornalista Mikael Blomkvist e la supereroina Lisbeth Salander.
Eliminata nella precedente trilogia il cattivo di turno, "Zala", ora i nostri protagonisti si ritrovano invischiati in una rete, internet, che li travolgerà. Diciamo che il libro è scritto sicuramente molto bene, ma fondamentalmente ha perso la caratteristica dei colpi di scena di cui le opere di Larsson erano zeppe, poi con un sorrisino malizioso vorrei dire anche che ci piace vincere facile, con questi due protagonisti che ormai sono nei cuori dei lettori in tutto il mondo.
Comunque proseguiamo con l'analisi dell'opera, un altro coprotagonista è August un bambino autistico che seppur nel suo mutismo si saprà far intendere bene nel momento giusto...bella trovata!
Comunque è palese che ci sarà un Millennium 5 sperando che la saga non perda colpi e si mantenga sempre adrenalinica con la speranza in un finale meno accelerato rispetto a quello del presente libro.
Ai posteri l'ardua sentenza.
Buona lettura a tutti.
Il Syd

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I precedenti con autore di Stieg Larsson
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-10 06:43:10 piero70
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piero70 Opinione inserita da piero70    10 Settembre, 2015
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Mozzafiato

Che bello reimmergersi nel mondo di Millenium.
Ero un po' diffidente all'inizio, poichè temevo che fosse una mera speculazione commerciale.
Invece è stato come se non ci fossimo mai lasciati.
Lo stile è ben riconoscibile e i personaggi, dopo un inizio un po' lento a mio avviso, riprendono tutta la loro forza e spessore.
La trama è avvincente e ha poche pause e, una volta superata la iniziale lentezza, scorre oliatissima fino al gran finale, che presuppone (evviva!!) un prossimo episodio.
Sarebbe bello se traessero un film anche da questo episodio.
Chi ha amato la saga di Millenium non se lo può lasciare sfuggire.

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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-02 18:04:29 Marco
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Opinione inserita da Marco    02 Settembre, 2015

Un buon seguito

Ho preso questo libro con leggero scetticismo, avendo letto la trilogia di Larsson e avendola amata, nutrivo poche speranze in un seguito affidato ad un altro scrittore, ma fortunatamente mi sono dovuto ricredere.
L'opera è buona sotto numerosi punti di vista: il nuovo autore ha abilmente copiato lo stile di Larsson per restituirci un romanzo che non faccia avere nostalgia del suo vero inventore, tuttavia è riuscito ad inserire anche elementi personali come la narrazione attraverso i diversi punti di vista.
Come nei primi tre libri, la trama entra in particolari dettagliati di argomenti complessi per restituire un quadro realistico e approfondito.
Bellissimo ritrovarsi a leggere le avventure di Lisbeth e di Mikael in un romanzo piacevole e appassionante.

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A chi ha amato la saga di Larsson
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-02 08:39:51 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    02 Settembre, 2015
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Welcome back Lisbeth and Mikael ...

Frans Balder è uno scienziato svedese di fama internazionale grazie ai suoi studi sull’intelligenza artificiale. Tornato in Svezia a seguito di un impiego di lavoro negli Stati Uniti dal quale si è misteriosamente dimesso, decide di dare una svolta alla sua vita. Dopo l’esperienza americana qualcosa è cambiato in lui, le ambizioni che hanno costituito tutta la sua vita e che lo hanno reso l’icona che di fatto è nell’ambito scientifico, hanno un senso completamente diverso adesso. Non solo, si riavvicina anche ad August il figlio autistico (e con presunto grave ritardo mentale) dal quale si era allontanato due anni prima.
Ben presto si rende conto che i segreti che custodisce, che già sono di grande interesse per i suoi colleghi scienziati e le multinazionali che fanno a gara per accaparrarseli, costituiscono un’occasione ghiotta anche per associazioni criminali senza scrupoli e che pertanto la sua vita è in pericolo. Quale contromossa decide di rivelarli a chi nel mondo del giornalismo è emblema di lealtà, incapace di scendere a compromessi, il segugio della verità ad ogni costo e per definizione ligio al dovere: Mikael Blomkvist. Purtroppo non riesce nel suo proposito poiché viene freddato all’arrivo del giornalista ed innanzi agli occhi del figlio.
Cosa gli voleva rivelare Balder? Cosa aveva scoperto lo scienziato? Quale organizzazione si cela dietro l’omicidio? E perché era venuto in contatto con Lisbeth alcuni mesi prima? Sono passati anni dal suo ultimo incontro con la giovane hacker eppure questa continua a rivestire un ruolo essenziale nella sua vita e per lei è disposto a mettere in discussione tutto, perfino, come già sappiamo, i dogmi che tanto rispetta.
Questo nuovo capitolo della saga Millennium porta la firma di David Lagercrantz e si sviluppa ricalcando, almeno in parte, l’impostazione già data da Larsson. Questo è positivo per il lettore perché la sensazione principale che viene provata è quella della familiarità e cioè di non aver mai interrotto il filo conduttore che collegava i precedenti tre capitoli; i personaggi, non a caso, sono quelli già conosciuti anteriormente. La trama si sviluppa bene, l’intrigo regge ed incuriosisce il lettore.
Le tematiche trattate sono attuali e rivolte ad un pubblico di ogni età. Vengono abbracciate questioni inerenti la creazione di una intelligenza artificiale con tutti i rischi che ne competono (agli appassionati di fantascienza fischieranno le orecchie), la disabilità incentrata sul minore autistico e sulle problematiche ivi relative, la criminalità, il maltrattamento femminile. Dunque, alcune già conosciute ed amate da Larsson ed altre aggiunte ed avvalorate da Lagercrantz.
I personaggi non sono particolarmente approfonditi poiché l’autore si è amalgamato, per quanto possibile, con ciò che il suo predecessore aveva già statuito. Qualche ripetizione è anzi presente, nel senso che man mano che ogni protagonista viene introdotto, un piccolo riassunto del “chi è” e “cosa fa” viene proposto al lettore, quasi volesse creare da un lato un romanzo a sé stante dai precedenti e dunque leggibile anche autonomamente bastando in tal senso sapere chi sono Lisbeth e Mikael, dall’altro costituendo altresì uno scritto mirante a tirare le fila di quel che è stato e ripartire esattamente da li, dando la possibilità a chi legge di fare mente locale. Della serie “se non ti ricordi chi è perché è passato un po’ di tempo, ci penso io a rispolverarti la memoria”.
Per quanto però l’intrigo sia interessante e ben costruito non nascondo di aver avuto un po’ di difficoltà ad entrare nel romanzo per lo stile ridondante adottato. Talvolta infatti queste presentazioni, questo ripartire da “monte per arrivare a valle”, è fuorviante e rende la lettura lenta e farraginosa. Anche la suspence non è delle migliori poiché lo scrittore tende ad anticipare troppi elementi tanto che è prevedibile il susseguirsi degli avvenimenti. Sinceramente, nel tentativo di conformarsi, ha strafatto.
Resta comunque un buon prodotto capace di soddisfare chi aveva amato la trilogia e far rivivere le emozioni che Larsson aveva donato.

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a tutti ed in particolare a chi ha letto la saga di Millennium. Adatto altresì a chi ama i Thriller e gialli.

N.B. = se avete letto i precedenti tre volumi non aspettatevi grandi descrizioni di Lisbeth e Mikael, le vicende ruotano interamente attorno alle tematiche introdotte ma dal punto di vista "emotivo" non compie passi avanti. Per darvi un'idea in tal senso pensate a "uomini che odiano le donne" dove dei due protagonisti si sa ancora poco ed il mistero ha la precedenza. In questo caso chi legge sa già chi ha davanti ma non scopre alcunché di nuovo.
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Quello che non uccide. Millennium 4 2015-09-02 08:24:37 Matteo
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Opinione inserita da Matteo    02 Settembre, 2015

Bravo lagercrantz, ma non bravissimo

Lagercrantz purtroppo non è Larsson, e non gli si può dargli colpa perché lo stile di Stieg era unico.
Il nuovo scrittore manca a volte di fluidità nella narrazione, perdendosi in dettagli lunghi pagine e pagine su formule matematiche che faremmo volentieri a meno.
Inoltre per i fanatici come me, abituati alle 700-800 pagine dei due libri precedenti, fermarsi a 500 sa di delusione! La verità è che l'idea sicura di un quinto libro, ha reso questo quarto testo una sorta di primo tempo.
Comunque per il resto il libro è intrigante e si deve rendere omaggio a Lagercrantz per come fa rivivere Lisbeth, Mikael e gli altri personaggi di contorno. In questi casi Larsson non manca proprio e il testo non delude!
In generale l'esame di Lagercrantz è superato anche se non a pieni voti.

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La trilogia e non può fare a meno di non avere novità su Lisbeth e Mikael..
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