Quattrocento Quattrocento

Quattrocento

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Firenze, aprile 1478. Sono giorni terribili, quelli che seguono il fallimento della congiura ordita dalla famiglia Pazzi contro i Medici. Firenze è assetata di sangue, decisa a punire chiunque abbia partecipato alla cospirazione. Però Lorenzo non sa che i fili di quella congiura sono stati tirati da personaggi molto più influenti della famiglia Pazzi. E ignora di essere lui stesso un burattino nelle mani della Storia. Firenze, oggi. Sono in pochi a conoscere Pierpaolo Masoni, pittore rinascimentale. E Ana Sotomayor, dottoranda in Storia dell'arte, è arrivata a Firenze proprio per capire qualcosa di più su questo oscuro personaggio. Le sue ricerche si appuntano su uno dei quadri più controversi di Masoni, e su una serie di quaderni in cui il pittore racconta nei dettagli la propria esistenza. D'un tratto, però, Ana diventa oggetto di minacce e si ritrova a temere per la propria vita.



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Opinioni inserite: 15

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Quattrocento 2016-01-06 18:45:59 Sam93
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Sam93 Opinione inserita da Sam93    06 Gennaio, 2016
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Meglio la copertina del contenuto

Sono sempre stata attratta dai romanzi storici, quando poi parlano di rinascimento e della famiglia Medici, ancora di più. Tuttavia, ho impiegato moltissimo tempo a leggere questo libro.
Il romanzo è diviso in due parti: una che narra le vicende storiche della congiura dei Pazzi, l'altra vede per protagonista una giovane borsista che sta studiando proprio quel momento storico.
Ora, la parte storica è nient'altro che una ricostruzione degli eventi, necessaria per permettere a tutti coloro che avevano sentito parlare della congiura dei Pazzi solo in maniera vaga e generale di farsi un'idea più precisa di cosa sia successo. Tuttavia, è ben strutturata ed in fondo comunica molto bene l'atmosfera di quella Firenze così lontana; non mi ha nemmeno infastidita l'essere stata buttata a capofitto nel mistero che guida il romanzo, anzi, mi ha spinta a portare avanti la lettura. Se mi fossi basata solo su questi capitoli la mia valutazione sarebbe decisamente salita.
Al contrario, la parte di storia ambientata ai nostri giorni è molto diversa: sarà la scelta di raccontare gli eventi in prima persona, ma tutta la storia è eccessivamente lunga e si perde in tantissime divagazioni. All'inizio non danno fastidio, perchè consentono di approfondire il contesto, ma più il mistero si infittisce, più queste divagazioni, spesso dal tono aulico, diventano pesanti, in quanto rompono il ritmo che il romanzo dovrebbe avere.
Per quanto riguarda la trama non c'è molto da dire, se non che è poco coerente e molto scontata: poco coerente perchè non c'è nulla nel corso di tutto il romanzo che lasci supporre la presenza di un complotto di tali dimensioni; si legge per un intero romanzo di quaderni, pittori e congiure quattrocentesche e il finale arriva a parlare di complotti di dimensioni mondiali senza tuttavia preparare il lettore a nulla di tutto ciò: mi veniva da ridere mentre lo leggevo. Il finale è quindi poco credibile, ma anche eccessivamente scontato, specie per quanto riguarda la storia d'amore tra la protagonista ed uno dei personaggi principali: è una relazione forzata, che non prende e non interessa, ma soprattutto che è diventata l'aspetto fondamentale della seconda metà del romanzo, contribuendo ad allungare inutilmente la parte contemporanea del libro.
Sfortunatamente, sono rimasta delusa da questo romanzo, nonostante sulla carta avesse tutti gli elementi per essere davvero interessante: la trama mi attraeva, i personaggi storici chiamati in causa erano ricchi di carisma... senza dimenticare una copertina accattivante, un font che mi ispirava moltissimo e delle frasi in copertina davvero ben costruite.

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Quattrocento 2013-07-26 06:10:09 *Monica*
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*Monica* Opinione inserita da *Monica*    26 Luglio, 2013
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QUATTROCENTO

Ana Sotomayor, dottoranda in storia dell'arte, si trova a Firenze per preparare la sua tesi sul pittore Pierpaolo Masoni, un talentuoso artista del Quattrocento. Le sue ricerche si concentrano su una serie di quaderni sui quali l'artista disegnava i suoi bozzetti e scriveva le sue riflessioni su tutto ciò che succedeva intorno a lui. Tra gli appunti si trovano anche delle annotazioni sulla Congiura dei Pazzi che svelano come sono andate realmente le cose e chi è il vero responsabile della congiura contro i Medici.

Per me questo libro è stato una delusione. La storia è noiosa e priva di colpi di scena. Non mi ha catturata. Il finale è improvvisato e la storia d'amore è improbabile e inutile ai fini della trama. Si salva la parte ambientata nel 1400, più dinamica e avvincente rispetto a quella ambientata nel presente.
Come dice l'autrice nei ringraziamenti l'idea del romanzo le venne con la notizia di un assassino rimasto nascosto per 500 anni. La notizia si riferiva alle indagini storiche di un professore universitario che grazie ad un codice del XV secolo aveva cercato di scoprire il vero responsabile della Congiura contro i Medici. L'idea di base è buona e poteva venire fuori un romanzo interessante. Invece ci sono tante parole e pochi fatti.

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Quattrocento 2013-05-15 19:22:18 Zine
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Zine Opinione inserita da Zine    15 Mag, 2013
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Quando i misteri cadono nel nulla

Mostrando lo stesso oggetto, la stessa opera d’arte, lo stesso edificio a due persone diverse, spesso se ne otterrà un giudizio differente, quando non del tutto divergente. Non mi era mai capitato, però, di trovarmi di fronte a una valutazione antitetica -rispetto alla mia percezione di tutta una vita - nel rapportarmi a un’intera città.
“Quattrocento” di Susana Fortes è ambientato a Firenze, una città che per me è sempre stata fonte di speranza nel futuro, ispirazione artistica, infinite possibilità. La Fortes, invece, dipinge Firenze come il nero calderone di ogni bruttura, le vie gorgoglianti sangue di secoli, la tenebra nascosta nell’animo umano. Firenze diventa la dimora dell’orrore, esemplificato nei suoi tragici fatti storici e protrattosi fino ad oggi, come un codice genetico indelebile che maledice l’intera città e i suoi abitanti.
Ana Sotomayor è una studentessa spagnola, alloggiata nel capoluogo toscano, che sta preparando una tesi sul pittore Pierpaolo Masoni, attivo nella bottega del Verrocchio. Visto il suo coinvolgimento con l’episodio della Congiura dei Pazzi, il famoso attentato ai fratelli Lorenzo e Giuliano de’ Medici, la ragazza studia i quaderni lasciati dal pittore affiancandovi ricerche sul tragico evento storico e interessandosi sempre più alla vicenda. Nell’indagine la supporta il professor Rossi, amico di suo padre, uomo schivo e tanto più anziano di lei che diventa una presenza fondamentale nel suo cuore.
Le ricerche di Ana, però, toccano da vicino misteri che devono restare inviolati, mettendo lei e il professore in pericolo di vita. Il tragico passato non ha ancora cessato di influenzare il presente e ci sono verità che la Chiesa non vuole vengano rivelate.
Questa è la trama che si allaccia ai giorni fatidici dell’attacco ai Medici, narrati attraverso gli occhi di Masoni e del giovane Luca, il suo apprendista, in un continuo alternarsi di passato e presente, di una Firenze antica che è arrivata fino a noi con ammodernamenti che non ne hanno modificato la sostanza. Un mistero in cui arte, fede e politica si mescolano al sangue.
Lo stile narrativo della Fortes è piuttosto particolare, una prosa che suggerisce più che raccontare, a tratti poetica, nonostante si soffermi volentieri sul particolare morboso. Il romanzo inizia subito pregno di mistero. Ana è già al lavoro, le sue perplessità sulle memorie di Masoni e sulla congiura sono ben presenti fin dalle prime pagine. Questo toglie qualcosa al romanzo, in quanto il livello di tensione parte già alto e rimane sullo stesso piano praticamente per tutto il tempo della lettura, uniformando troppo la soglia d’attenzione.
Inoltre il giallo è strutturato in maniera tale da lasciare un vago senso di confusione, la sensazione di essersi persi qualche passaggio o di non aver ben compreso gli indizi. In realtà, ciò non è colpa del lettore, quanto della scrittrice. Nella sua foga di creare un alone di mistero, la Fortes inserisce personaggi, indizi e situazioni che quasi sempre brillano per un istante e poi si perdono come meteore, lasciando poco o niente di utile per dipanare la matassa. C’è troppa carne al fuoco, troppe situazioni non risolte. Anche il vizio di infilare qua e là frasi di anticipazione sui fatti futuri (“…se ne sarebbe pentita in seguito…”, “…avrebbe capito troppo tardi…” e simili) dopo un po’ stanca.
A questi difetti si aggiunge un gusto per il macabro, lo splatter fine a se stesso che non trova particolare giustificazione pur nella descrizione del crudo omicidio di Giuliano e nella battaglia che ne seguì. Si avverte un gusto per il sangue, per il torbido, che stona troppo con l’immagine comune di Firenze. Invece di aprirci una finestra sui segreti tenebrosi della città, stuzzicando quindi il nostro interesse, la Fortes vuole costringerci a fare il bagno in pozzanghere di sangue e fango.
Pur con la compagnia di bello stile e proprietà di linguaggio, quindi, si rimane per quasi quattrocento pagine legati a una storia a cui sembra sempre mancare qualcosa, un evento risolutivo, uno scopo vero e proprio. Per quanto mi concerne, un romanzo senza cime né abissi, che rincorre senza particolare costrutto la fame di mistero legato alla Storia che tanto attira il mercato editoriale in questo momento.
Da leggere quando proprio non avete altro sottomano.

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Quattrocento 2013-01-10 10:24:48 Joker
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Joker Opinione inserita da Joker    10 Gennaio, 2013
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Mamma mia...

Devo dire la verità, ho comprato questo libro perchè, ahimè, mi sono fatta beccare dalla copertina.
La storia è decisamente inesistente, la protagonista scialba esattamente come la storia d'amore con il suo professore molto più vecchio di lei e sullo sfondo quello che forse nell'idea della scrittrice doveva essere un grande colpo di scena ma che si riduce nella solita colpevolezza del Vaticano...Ma vogliamo inventarci qualcosa di nuovo, per piacere, oppure dobbiamo sempre essere Codice Da Vinci-dipendenti???Oltretutto la parte del romanzo ambientato nel Quattrocento si risolve nell'invenzione di un pittore fasullo con tanto di quadro altrettanto fasullo che mi pare molto offensivo verso i grandi artisti del Rinascimento italiano; per non parlare dello sfruttamento un po' bieco di personaggi storici ridotti a delle squallide comparse di cartone, accompagnati da uno sfondo di Firenze che potrebbe essere qualsiasi altra città tanto è descritta male. E poi la banalità della descrizione della congiura dei Pazzi, che tra sangue e violenza disumana sembra più una scena da Assassin's creed!
Credo che chiunque abbia anche solo accarezzato l'idea di leggere questo libro farebbe bene a ripensarci prima di perdere del tempo inutile, perchè, come si suol dire, prevenire è meglio che curare.

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Quattrocento 2012-04-30 07:55:13 Liszt31
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Liszt31 Opinione inserita da Liszt31    30 Aprile, 2012
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Davvero pessimo

Davvero pessimo come libro. Io di solito valuto la bellezza di un libro, su ciò che resta nella mia mente e nel mio vissuto dopo averlo letto... Beh, di questo libro non ricordo nè personaggi, nè ambientazione. E' tutto un insieme di fatti mal spiegati che non portano a nessuna conclusione in un finale decisamente scarno e velleitario. Sconsigliato... Vorrei recuperare i soldi e restituirlo... Non era mai successo!

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Quattrocento 2012-01-28 07:19:42 Araba fenice
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Araba fenice Opinione inserita da Araba fenice    28 Gennaio, 2012
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Fantascienza storico-artistica

Sottoscriverei alcuni dei commenti già inseriti da altri lettori su questo romanzetto scritto sull'onda delle rivisitazioni, più o meno di ambito accademico, della nostra storia rinascimentale. Credo che da ogni libro affiori in controluce il profilo dell'autore, la sua sensibilità, la sua stessa biografia. Mi dispiace per l'autrice, ma dal suo romanzo, leggendo la parte ambientata nell'attualità, emerge una figura squallida e poco credibile professionalmente. Per quanto riguarda il riferimento storico - artistico, a parte la chiesa, Guido da Montefeltro(squisito signore amante della matematica e dell'arte che ci ha consegnato lo spendido palazzo ducale di Urbino) e Lorenzo il Magnifico per il quale è superflua ogni parola, ma è mai possibile inventarsi un personaggio come il Lupetto e un quadro improbabile come la Madonna di Nievole? Sarò di gusti strani,ma la rucola la preferisco nell'insalata mista.

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Quattrocento 2011-10-31 13:08:14 Sordelli
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    31 Ottobre, 2011
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Interessante

Ho trovato per caso questo libro in super offerta mentre gironzolavo in libreria; lo tenevo d'occhio già da un po' e quell'occasione non potevo farmela sfuggire.
Leggendo la quarta, mi ero già appassionata, in fondo la trama del libro era basata su un "fattaccio" avvenuto nella bella Firenze, di cui non avevo mai sentito parlare. Così ho iniziato, fiduciosa ma attenta a non lasciarmi andare ad eccessivo ottimismo. E invece, per l'ennesima volta, il mio sesto senso non mi ha tradita.
Secondo me è coinvolgente l'alternarsi di un capitolo nella Firenze di oggi (con Ana e il professor Rossi che riflettono, discutono, interpretano in una crescente complicità) con uno nella Firenze del 1478, governata da un Lorenzo de' Medici dipinto quasi come "uno stinco di santo", un Masoni paranoico e una congiura architettata da un personaggio insospettabile.
Sicuramente lo consiglio perchè cerca di riproporre in maniera il più fedele possibile un tema che letto su un libro di storia risulterebbe quasi noioso; inoltre non mi sento di criticare i dettagli che la scrittrice ha usato, perchè (come precisa lei stessa nei ringraziamenti) lei non è una storica, bensì una scrittrice di romanzi: è importante sì, attenersi alla storia, ma il romanzo prende vita solo se lei decide di entrarci dentro e cercare di vedere con gli occhi dell'epoca, benchè forse non restando sempre fedele ai dettagli.
L'ho trovato veramente appassionante e ben scritto. Inoltre, da donna, non ho potuto fare a meno di sentirmi coinvolta nelle vicende di Ana: ad un certo punto sembra che il lettore sia il suo confidente ed io, completamente assorta nella lettura, ho partecipato alle sue emozioni, ai suoi dubbi, alle sue paure.
Essendo una lettrice abbastanza attenta, ho avuto modo di apprezzare alcune riflessioni inserite all'interno del romanzo: piccole sciocchezze magari di tutti i giorni, ma la cui ovvietà, lì scritta, mi ha spiazzato. Quindi non l'ho trovato solamente interessante dal punto della vicenda narrata, ma anche profondo; ho apprezzato dunque lo stile, anche piuttosto particolare, in cui a volte lunghi elenchi di cose apparentemente non accomunabili, rende perfettamente l'idea di uno stato d'animo.
Vi consiglio di prendervi un paio di giorni perchè quando lo inizierete, difficilmente deciderete di smettere di leggerlo!

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Quattrocento 2011-09-18 16:52:24 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    18 Settembre, 2011
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Un pessimo romanzo

Quando mi è stato donato questo libro, il fatto che in copertina portasse la dicitura Bestseller mi ha un po’ indisposto, ma mi sono detto “ non avere preconcetti, perché qualche volta può accadere che questi libri, di grande successo, possono anche avere valenza letteraria”.
Di conseguenza mi sono accinto alla lettura con la più ampia disponibilità, ma, pagina dopo pagina, questa è scemata, sostituita da un senso di noia e di stizza che ancor oggi non sono riuscito a cancellare.
Eppure, scrivere della famosa congiura dei Pazzi, togliendo dall’ombra chi effettivamente ne era l’artefice, sarebbe stata un’occasione unica, imperdibile, e invece l’autrice ha voluto spingersi ben oltre, arrivando a conclusioni del tutto improbabili.
In effetti, non riuscivo a capire dalle prima pagine l’alternanza di due epoche, appunto il ‘400 e i giorni nostri, la prima trattata in modo abbastanza credibile, ma con poca fantasia, perché l’invenzione del pittore Pierpaolo Masoni e del suo quadro La Madonna della Neive, non aggiungono nulla e anzi tolgono quel po’ di veritiero e realistico rappresentato dalla congiura.
Poi, dalla seconda metà, ho compreso il perché dell’epoca attuale, con la storia melensa, anche questa del tutto improbabile, fra la giovane laureanda spagnola e il maturo professore italiano, una vicenda questa totalmente campata in aria, di nessuna valenza, e che anzi indispone.
Lo stile è alquanto carente, così come il ritmo è lento dove dovrebbe essere veloce e impetuoso dove occorrerebbe la riflessione, in un quadro complessivo in cui si stenta a riconoscere l’atmosfera della Firenze del ‘400 e dell’attuale, con personaggi appena abbozzati, perché insomma Jacopo de’ Pazzi e Lorenzo de’ Medici, più che i protagonisti, appaiono come semplici comparse.
In una noia crescente, quindi, si cerca di arrivare alla fine e in poche pagine c’è la connessione fra la congiura e i giorni nostri, con sette segrete della Chiesa cattolica, perpetuatesi nel tempo, e con agganci al Banco Ambrosiano, allo IOR, a Calvi, a Marcinkus, in un’orgia di illazioni supportate dal niente.
Ecco, Susana Fortes è evidentemente anticlericale, ma accusare la Chiesa cattolica inventando nefandezze, quando invece, purtroppo, esistono fatti incontrovertibili a cui agganciarsi, sembra il risultato di un improvvisato giornalista piuttosto che di uno storico, come invece la Fortes pretende di essere.
Un consiglio: non leggetelo, non ve ne pentirete di certo.

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Quattrocento 2011-08-17 07:34:04 Dennina
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Dennina Opinione inserita da Dennina    17 Agosto, 2011
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Mediocrità e improbabilità storiche.. bocciato.

Mediocre tentativo di romanzo di genere. Sulle prime la protagonista cerca di farsi passare per una studiosa del Rinascimento, che sarà in grado di risolvere un antico mistero e regalando un tassello perduto alla Storia. Fin da subito invece dimostra di essere una sgallettata raccomandata che studia poco ma gira molto per Firenze immaginando di essere circondata da paggi, cavalieri e dame quattrocenteschi. Non perde occasione per sbavare dietro il professore che la segue durante il dottorato e che, essendo amico del padre scomparso, ha almeno 30 anni più di lei. Anche la parte del libro ambientata nella Firenze medicea è poco più che raffazzonata. Tutto si concentra sulla congiura, sull'atto truculento e molte cose sono inesatte e addirittura poco plausibili. Il libro è così brutto che nemmeno l'autrice aveva più voglia di continuarlo, presumibilmente. Di fatti la storia si interrompe all'improvviso. Non succede niente. Sono i protagonisti che stanno seduti a chiacchierare tra di loro a rivelarci l'epilogo della vicenda storica. Anzi, è il professore che parla, lei intanto continua a sbavare e a pensare ai fattacci suoi. Sembra che l'unica cosa che conti veramente sia la precisazione sulla storia d'amore tra i due e le elucubrazioni filosofiche da quattro soldi della protagonista che si gode l'alba col fidanzato/nonno.
Altra cosa che odio sono le citazioni a vanvera, messe pur di far vedere che si conoscono le cose, e gli elenchi interminabili di cose, di qualsiasi cosa si stia parlando, pur di allungare il discorso e far volume di pagine. La morte del romanzo storico.

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Quattrocento 2011-07-25 16:49:38 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    25 Luglio, 2011
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Una storia appassionante...

Questa lettura mi ha colpito molto: giunge dritta al cuore, come una freccia acuminata. Molto interessante l'intreccio storico che è centrato sulla vicenda della congiura dei Pazzi, ambientata in una Firenze rinascimentale e ne svela lentamente le oscure trame, in cui è invischiata, ahimè anche la Chiesa...
L'unica pecca del libro sono i personaggi, la studentessa snob, ma vulnerabile al fascino del suo professore, forse anche per nostalgiche rimembranze infantili riguardanti il padre ormai passato a miglior vita. Questa cosa mi ha fatto storcere la bocca, un po' per la banalità (quante ragazzine si innamorano del loro insegnante!!) ma non tutte ci fanno sesso!!
Molto suggestive le descrizioni di Firenze, come città in cui la storia ha tessuto le sue vicende lasciando tracce inequivocabili, e ho apprezzato infine la storia umanizzata, dei personaggi del rinascimento, tra cui il pittore Masoni, Lorenzo il Magnifico..e tutti gli altri.
Ci sono momenti in cui il presente e il passato si intrecciano...il giallo diventa un noir...appassionante, coinvolgente...e la tragicità delle vicende ci tocca il cuore come fossero accadute sotto i nostri sguardi attoniti e increduli.
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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