Profondo blu
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Opinioni inserite: 3
L'Hacker Killer
Dell'autore avevo visto solo il film, tratto dal suo romanzo, Il collezionista di ossa, che mi era piaciuto molto.
Non avevo mai letto nessun libro suo. Mi sono cimentata con questo giallo, spinta anche dalle buone recensioni e dall'originalità della trama. Ma sono rimasta un po' delusa. Lo spunto era ottimo, un hacker killer, un genio dell'informatica che riesce ad entrare nei computer di chiunque, bypassando password e firewall di ogni tipo e livello, e a conoscere le abitudini delle vittime scelte per tender loro una trappola ed ucciderli.
Una squadra quasi improvvisata gli sta alle calcagna, ma lui sfugge sempre per un soffio. Evidentemente c'è una talpa, e chi sarà?
Questa è tutta la suspence del thriller!
Inoltre la trama, per i miei gusti, oltre ad essere un po' debole, è anche appesantita dal linguaggio informatico, che spesso è davvero esageratamente tecnico al punto da annoiare!
Lodevole il tentativo reiterato di esprimere la vera relazione che c'è tra la macchina e l'uomo: con un computer, se sei una mente geniale, puoi fare davvero quello che vuoi! Se sei una mente geniale, appunto!
Comunque, mi aspettavo di meglio!
Deep web
Il prolifico autore americano Jeffery Deaver, in quasi trenta anni di onorata carriera, ha toccato ogni sfumatura racchiusa nel torbido universo della scrittura di genere thriller.
Poteva mancare un thriller tecnologico nella sua sterminata attività letteraria? Ovviamente no.
“Profondo blu”, datato 2001, è ambientato nella Silicon Valley, area metropolitana della Baia di San Francisco. Una zona famigerata per la presenza di sedi principali di numerose aziende innovatrici, tecnologiche ed avanguardiste, tra le quali ricordiamo Amazon, Apple, Google, Facebook, Microsoft, Netflix.
È qui che un folle hacker omicida, grazie ad un diabolico programma, riesce ad entrare nei computer di chiunque, scoprendone i segreti. È un camaleonte, un mago del travestimento convinto di replicare nella vita reale un violento gioco di ruolo con omicidi e livelli di difficoltà sempre più elevati.
Il termine hacker, in realtà, non è corretto. Un hacker è colui che sfrutta le proprie capacità informatiche per curiosare, esplorare i dettagli dei sistemi programmabili e sperimentare come estenderne l'utilizzo. “Guardare e non toccare”.
L’omicida è piuttosto un cosiddetto cracker, mosso da scopi distruttivi.
A dargli la caccia, in una frenetica lotta contro il tempo, sono l’Unità Crimini Informatici della Polizia di Stato della California, il detective Frank Bishop e Wyatt Gillette, un hacker condannato per aver violato la legge federale sulla privacy informatica e che gode di un permesso speciale per collaborare nella cattura dell’assassino.
“Profondo blu” è un thriller intrigante, incentrato su un mondo, quello della tecnologia, che ormai ci circonda e ci influenza quotidianamente. E che per assurdo conosciamo pochissimo. La realtà informatica è in continuo mutamento, e in questo senso è doveroso constatare che i quindici anni trascorsi dalla pubblicazione del romanzo sono evidenti, tra tecnologie che non esistono più, file preistorici e iconici floppy disk.
Ma è un aspetto marginale che non toglie valore ad una vicenda ritmata e piena di colpi di scena, a conferma dell’abilità narrativa del nativo di Glen Ellyn.
Indicazioni utili
follia...informatica...
Ho acquistato questo libro in una libreria vicino all’ombrellone del mare, volevo una lettura da fare tra un tuffo e l’altro; buone recensioni e ottimo prezzo. Beh non male anche se il libro è del 2001, leggerlo oggi in pieni tempi facebook, twitter etc fa un poco tenerezza. La storia si sviluppa attorno alla caccia di un serial killer che è anche un hacker , il migliore in circolazione, e che si impossessa delle identità altrui entrando nei loro computer, spiandoli, sorvegliandoli in moda da carpire i loro intimi segreti e il loro modo di vivere per poi ucciderli. Questo fantomatico killer, Phate, ha sviluppato questa sua ossessione dopo giorni e giorni immersi nel ‘blu’ nei computer, in internet tanto da diventare tutt’uno con la macchina e non distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è: la vita è diventata un’enorme videogioco dove le uccisioni si susseguono e più difficile è l’impresa più la sua fama virtuale (o reale?!) aumenta. Trappdoor è la sua creazione, un virus formidabile che si impossessa dei computer con cui entra in contatto che siano essi privati o addirittura della polizia: esiste una squadra speciale (oggi oramai lo sappiamo che ci sono le squadre crimini informatici…) che si occupa dei crimini virtuali ma il Phate è troppo bravo, l’unico modo di combatterlo è affidarsi a uno specialista bravo quanto lui. Chi meglio di Wyatt Gilette oggi (ieri…)in prigione, l’unico capace di avere decrittato il nuovo potentissimo crittografo governativo USA: inizia una battaglia tra reale e onirico, tra la polizia e Phate, dove non mancano colpi di scena. Come mai Phate è sempre un passo avanti? Che legame c’è tra lui e Gilette? Chi è l’haker più bravo? In Finale un buon thriller ‘da spiaggia’, scritto bene e adrenalinico quanto basta: ecco forse sono io un poco in ritardo visto l’argomento, ma credo che il mondo delle macchine con le sue problematiche possa attirare oggi come 10 anni fa. Buona lettura e buone vacanze.