Piccole grandi bugie
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Accantoniamo l'omicidio e passiamo alle cose serie
Vi è mai capitato di imbattervi in un libro che non è per nulla come ve lo aspettavate ma finite comunque per apprezzarlo? A me è successo esattamente questo con "Piccole grandi bugie" che, forse anche per il grigiume delle immagini promozionali della serie TV "Big Little Lies", ero convintissima fosse un thriller legato all'ambiente domestico, un po' sulla falsariga de "L'amore bugiardo". Nulla di più lontano: questo romanzo non è affatto una storia dai toni cupi, anzi lo stile ironico e spigliato di Moriarty è stato il primo elemento a colpirmi, ovviamente in positivo; e sebbene ci sia una parte mystery, il suo ruolo nella storia è alquanto marginale, perché l'attenzione è posta su ben altri temi.
Effettivamente, la narrazione parte con un flash forward alla serata quiz organizzata dalla scuola elementare di Pirriwee, vicino a Sydney, durante la quale qualcuno muore e questo fa iniziare un'indagine perché le circostanze della tragedia sono a dir poco confuse. L'interesse per l'investigazione viene portato avanti, con pochi indizi e moltissime digressioni, in brevi stralci di interviste fatte ai personaggi secondari, che fanno da intermezzo nei capitoli.
La trama principale segue invece Jane Chapman, Madeline Martha Mackenzie e Celeste White, tre madri che si incontrano al primo giorno di pre-scuola dei figli e diventano in breve amiche. Oltre al legame che le unisce, il romanzo si sofferma sui loro problemi individuali: Jane affronta le difficoltà di essere una madre single e deve gestire le accuse di bullismo rivolte al figlio Ziggy, Madeline si sente divisa tra la figlia adolescente nata dal suo primo matrimonio e la nuova famiglia, mentre diventa ben presto chiaro che la vita perfetta della bellissima Celeste nasconde più di un'ombra.
Come potrete forse intuire, le protagoniste sono uno dei punti di forza di questo romanzo: tre donne piene di dubbi e difetti, ma capaci di andare oltre e farsi valere. Non vi nascondo che Madeline sia la mia preferita perché, pur avendo dei problemi un po' meno gravi rispetto alle altre, è un personaggio capace di mettersi in discussione con una feroce autocritica e la sua storyline è la più ricca di collegamenti con le altre.
Un elemento ben riuscito è poi lo stile irriverente, che forse in alcuni passaggi più seri sembra fuori luogo, ma non al punto da urtare la sensibilità; personalmente l'ho trovato genuinamente divertente e mi ha reso la lettura davvero scorrevole. Inaspettatamente ho apprezzato anche la parentesi romance: non è per nulla un aspetto centrale della storia, riguarda anzi solo una delle tre protagoniste, eppure nel complesso l'ho trovata ben scritto.
Come accennato, il romanzo va a toccare dei temi sensibili, soprattutto collegati alla violenza domestica e di genere, che ho trovato ottimamente contestualizzati e gestiti quasi sempre con tatto. Si parla molto anche di relazioni tra genitori e figli, della necessità di apportare cambiamenti radicali nella propria vita e del rapporto con i social; in quest'ultimo caso, penso che la tematica sia affrontata in modo corretto anche se il testo è non aggiornatissimo per ovvie ragioni. In un primo momento si potrebbe pensare che anche il bullismo sia un tema centrale, ma in realtà lo è solo nell’ottica del modo di approcciarsi ai bambini.
Il libro ha di certo dei difetti, come la sovrabbondanza di personaggi secondari -e, a mio avviso, impossibili da ricordare- o la scontatezza della risoluzione del mistero, ma nel complesso risulta un'ottima lettura che riesce a bilanciare intrattenimento e riflessione.