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Robert Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all'avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell'umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l'ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un'amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo? Mentre Langdon e centinaia di altri ospiti sono ipnotizzati dall'eclatante e spregiudicata presentazione del futurologo, all'improvviso la serata sfocia nel caos. La preziosa scoperta di Kirsch, prima ancora di essere rivelata, rischia di andare perduta per sempre. Scosso e incalzato da una minaccia incombente, Langdon è costretto a un disperato tentativo di fuga da Bilbao con Ambra Vidal, l'affascinante direttrice del museo che ha collaborato con Kirsch alla preparazione del provocatorio evento. In gioco non ci sono solo le loro vite, ma anche l'inestimabile patrimonio di conoscenza a cui il futurologo ha dedicato tutte le sue energie, ora sull'orlo di un oblio irreversibile. Percorrendo i corridoi più oscuri della storia e della religione, tra forze occulte, crimini mai sepolti e fanatismi incontrollabili, Langdon e Vidal devono sfuggire a un nemico letale il cui onnisciente potere pare emanare dal Palazzo reale di Spagna, e che non si fermerà davanti a nulla pur di ridurre al silenzio Edmond Kirsch. In una corsa mozzafiato contro il tempo, i due protagonisti decifrano gli indizi che li porteranno faccia a faccia con la scioccante scoperta di Kirsch... e con la sconvolgente verità che da sempre ci sfugge.



Recensione della Redazione QLibri

 
Origin 2017-10-11 09:07:21 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    11 Ottobre, 2017
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Un Langdon atipico

Dopo la quinta avventura che ha come protagonista il professore di simbologia Robert Langdon, si può finalmente dire: Dan Brown ha scelto la sua collocazione tra gli scrittori contemporanei, e non ha la minima intenzione di smuoversi da quel modus operandi che lo ha portato al successo con quei due capolavori che sono "Il codice da Vinci" e ancor di più "Angeli e demoni". Le storie di Langdon sono, in fin dei conti, tutte molto simili tra loro, solo proposte in "salsa" diversa.
Origin non fa eccezione, anche se a quest'ultima fatica manca una componente importante che da sempre ha contraddistinto lo scrittore statunitense, e che probabilmente gli dava un qualcosa in più: la componente artistica e misteriosa. Si, perché mentre nelle sue vecchie avventure ritroviamo un Langdon alle prese con le opere dei più grandi artisti della storia, tra i capolavori del Louvre, del Vaticano, L'ultima cena di Leonardo, L'inferno del maestro Botticelli, alla ricerca di indizi nascosti che possano portarlo allo step successivo dell'avventura, in Origin tutto questo è non dico assente, ma quasi. A discapito della copertina, che suggerirebbe tutt'altro(giusto per informarvi, la "Creazione di Adamo" non ha alcun ruolo nella storia, se non quella di copertina che possa rimandare al tema del libro), l'arte ha lasciato il posto alla tecnologia.
Per carità, Dan Brown si legge con piacere e ti tiene incollato alle pagine; è uno degli autori di intrattenimento più capaci che esistano attualmente sulla scena, che fa sapiente uso delle sue doti per trasmettere alle masse informazioni storiche e artistiche in maniera che sia piacevole. E' l'autore che più mi fa prendere lo smartphone per informarmi e saperne di più su tutto quello che cita e inserisce nelle sue storie. Di certo non potevo aspettarmi una profondità che, in fondo, non è mai stata nel suo stile. Ma, bisogna dire, che mi è parso non molto ispirato e spero che non abbia dato fondo a tutte le sue risorse.
Il nostro caro Langdon, oltre a recarsi tra varie difficoltà nel luogo dove si nasconde il suo obiettivo, fa poco altro. Inoltre, l'attenzione è stata data a una moltitudine di personaggi, a discapito dello stesso protagonista che abbiamo imparato ad apprezzare. Ma andiamo nel dettaglio.

Robert Langdon si trova al museo Guggheneim di Bilbao, invitato da un suo vecchio allievo(e caro amico) diventato un futurologo ultramiliardario, che ha organizzato un evento in quel museo allo scopo di svelare la sua più recente scoperta, la quale promette di essere una rivoluzione alla pari se non superiore a quelle di Darwin, Copernico e tanti altri luminari della scienza del passato. La scoperta di Kirsch promette di rispondere scientificamente alle due domande che affliggono l'uomo dall'alba della specie: "Da dove veniamo? Dove andiamo?". Inutile dire che l'imminente annuncio di Kirsch ha attirato milioni di persone in tutto il mondo, ma anche l'attenzione di esponenti religiosi che farebbero di tutto per metterlo a tacere, salvaguardando la fede nel mondo. Persone senza scrupoli, che nonostante la realtà che rappresentano non disdegnano l'uso di sicari, pur di salvaguardare il proprio Dio.
Durante la presentazione avviene qualcosa che nessuno si aspetta, che comprometterà la trasmissione del video in cui è contenuta la verità. Langdon, accompagnato dalla solita donna di bell'aspetto, che sara nientemeno che la promessa sposa del principe di Spagna, e da un'intelligenza artificiale potentissima di nome Winston progettata dallo stesso Kirsch, si troverà lanciato alla ricerca di una password nascosta(nemmeno troppo bene). Le energie mentali e le competenze di Langdon non verranno messe a dura prova come al solito, come ci piaceva vedere, ma si troverà immischiato quasi in una "caccia al tesoro" nemmeno troppo complessa.

Insomma, "Origin si legge con piacere, ma manca quel qualcosa in più che ha sempre contraddistinto Dan Brown, e questo mi ha fatto storcere un po' il naso. Spero che questa fase discendente che è iniziata con "Il simbolo perduto", non sia irreversibile.
Per concludere, il tema di questa storia mette in risalto come la tecnologia stia prendendo il sopravvento in questa nostra società contemporanea, quasi assorbendola. E' un bene? Un male? Non saprei, ma una cosa la posso dire: in questo libro è stato sicuramente un male, perché ha tolto parecchio di quel fascino che il nostro passato, per quanto imperfetto, emana, e che Dan Brown era bravo a portare alla nostra attenzione.
Efficienza a discapito della bellezza, quella vera. E' questa la direzione che stanno prendendo umanità e letteratura? Speriamo di no.

"Fin dalla notte dei tempi, la mente umana si è continuamente evoluta, e non starà certo a me impedire questo sviluppo. Dal mio punto di vista, però, non c'è mai stato un progresso dell'intelletto che non abbia incluso Dio."


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Origin 2020-04-13 08:13:25 PaparattoC
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PaparattoC Opinione inserita da PaparattoC    13 Aprile, 2020
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Spunto di riflessione

Il Prof. Langdon si trova in Spagna, presso il museo Guggenheim, dove il suo amico ed ex allievo, Edmond Kirsch, terrà un’importante conferenza in cui rivelerà al mondo una sconvolgente scoperta scientifica.
Poco prima che ciò possa accadere, questi viene brutalmente assassinato scatenando il panico nel museo; da qui l’inizio della travolgente notte del professore che accompagnato da Ambra Vidal - futura regina di Spagna, nonché direttrice del museo- cercherà di rivelare al mondo l’importante scoperta.


Chi almeno una volta ha letto un’opera di Dan Brown riconoscerà certamente l’impostazione tipica adottata nei suoi racconti; un “modus operandi” certamente efficace, capace di coinvolgere il lettore e accompagnarlo all’interno della storia.
Non si può infatti non riconoscere la sua abilità ad inserire all’interno del racconto di fantasia, aspetti e tematiche quanto mai interessanti e attuali, creandone un perfetto intreccio.
In Origin, la disciplina della simbologia, una costante nei romanzi con protagonista Robert Langdon, seppur presente rimane in qualche modo sullo sfondo, perdendo quella assoluta centralità che, invece, caratterizza i precedenti scritti.

Ciò che assume particolare rilevanza è così sintetizzabile:

1) Rapporto religione – scienza
2) Rapporto uomo – tecnologia

Probabilmente ciascun essere umano, almeno una volta nella vita, si sarà chiesto da dove veniamo: siamo frutto di una creazione divina o figli di un fenomeno scientifico?

Certamente non abbiamo una risposta precisa ad una tale domanda, ne potrà essere Brown con un romanzo a fornircela; senza dubbio, però, uno spunto di riflessione emerge e di questo va dato atto allo scrittore.
La posizione della scienza che si contrappone alla religione è qui rappresentata da Edmond Kirsch, il quale ritiene di poter dimostrare come l’uomo sia frutto di un processo fisico verificatosi nell’universo; da ciò, con il trascorrere dei secoli, si è sviluppata la vita.
L’uomo, insomma, rappresenterebbe un incidente cosmico, non il frutto della creazione divina, così come sostenuto dalle più importanti religioni.
D’altra parte, emerge il complesso rapporto che va generandosi tra uomo e tecnologia. Potremmo allora interrogarci su quale sia la nostra destinazione futura, se sia possibile che, in un futuro prossimo, l’uomo venga sopraffatto dalla tecnologia.

Potrebbe, in questo senso, configurarsi la paradossale situazione per cui l’uomo rimanga vittima delle sue stesse invenzioni?

Proprio Winston, il software concepito da Kirsch, chiaramente frutto della fantasia dello scrittore, è rappresentativo della situazione di sopraffazione che, non si esclude, un giorno potrà verificarsi. È più che possibile, infatti, che la tecnologia se non correttamente gestita, potrà sfuggirci di mano, più di quanto non sia già accaduto.

In conclusione, prescindendo dalla storia narrata, volutamente lasciata in secondo piano, ciò che più rileva sono le tematiche a cui la storia stessa si riconduce, utili certamente a svolgere una riflessione in ciascuno di noi, pur in assenza di risposte certe.




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Dan Brown
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Origin 2019-12-28 08:38:04 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    28 Dicembre, 2019
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La risposta

“Gli uomini primitivi hanno impiegato milioni di anni per passare dalla scoperta del fuoco all’invenzione della ruota. Poi è bastato qualche migliaio d’anni per inventare la stampa. E poi duecento anni per costruire un telescopio. Nei secoli seguenti, a intervalli temporali sempre più brevi, siamo passati dalla macchina a vapore alle macchine a benzina, allo space shuttle! E poi, in soli due decenni abbiamo iniziato a modificare il nostro DNA!”

Nel corso di una serata che avrebbe dovuto cambiare la storia dell’umanità, Edmond Kirsch crolla a terra in mondovisione da Bilbao, colpito in piena fronte: qualunque fosse la sua soluzione a due delle domande ataviche che il genere umano si pone – da dove veniamo? Dove andiamo? –, qualcuno ha ritenuto che sia troppo destabilizzante per essere rivelata al mondo.
Mentre il corpo di Kirsch giace a terra tra le urla di sgomento del pubblico, e gli uomini della sicurezza tentano di mettere le mani sull’esecutore materiale di quello spericolato omicidio, due persone si rendono conto che la loro sorte è in pericolo: la bellissima Ambra Vidal, direttrice del museo Guggenheim di Bilbao dove Kirsch ha organizzato lo straordinario evento, oltre che – particolare non trascurabile – sposa designata del futuro re di Spagna; e Robert Langdon, professore di simbologia e iconografia religiosa all’università di Harvard, presente alla serata su diretto invito di Kirsch, suo amico personale.
Langdon e Vidal capiscono che devono scappare da lì al più presto, e che, per farlo, devono unire le forze nella corsa contro il tempo verso un’unica possibilità di salvezza: fare in modo che le risposte di Kirsch siano comunque rivelate al mondo, prima che (per loro) sia tardi.

Edmond Kirsch – il personaggio posto da Dan Brown al centro del suo ultimo bestseller – è una versione temeraria ed esasperatamente “tecno-atea” di Steve Jobs o Bill Gates: un geniale futurologo che, pur costruendo un impero economico con la sua sola visionarietà, non ha mai abbandonato l’obiettivo di dimostrare la supremazia della razionalità scientifica sulla fede religiosa.
Squadra che vince non si cambia, però. Così, quando Kirsch esce drammaticamente di scena, a conquistarne il centro è il personaggio più famoso di Brown: quel Robert Langdon già protagonista dei suoi precedenti successi letterari.
Dan Brown non perde il suo “marchio di fabbrica”: i suoi libri sono fatti per nove decimi di azione, mescolata a tutta una serie di richiami e riferimenti alle cose del mondo (qui si va dalla visione architettonica, e futuristica, di Gaudì a quella delle maggiori confessioni religiose, dalle vicende della monarchia spagnola alle ultime creazioni dell’intelligenza artificiale, e via dicendo). Per alcuni, questo potrebbe bastare. Per altri è il “copia e incolla” di quanto già visto nei libri precedenti, con poche varianti.
Ma in “Origin” ciò che tiene realmente inchiodati è proprio il tema centrale: quale è la scoperta di Edmond Kirsch che – dopo i vani tentativi di filosofi, uomini di religione, scienziati, studiosi vari – può indicare la via all’umanità? Doppia scoperta, anzi: da pag.462 a 502 (sicuramente le migliori del libro), il futurologo dà la sua risposta ad entrambe le domande sull’origine e il destino dell’uomo. E sono risposte che, per quanto teoriche, affascinano, precedute da un percorso esplicativo anche più affascinante (per la verità, è la risposta alla domanda “da dove veniamo?” ad apparire come la più dirompente, sebbene il libro tenti di sostenere il contrario).
Dan Brown non può essere annoverato tra i massimi scrittori; l’azione presente nei suoi libri è spesso ridondante (sia perché infarcita di piste secondarie che potrebbero anche essere eliminate senza sottrarre alla storia, sia perché spettacolarizzata all’inverosimile). Ma ha una innegabile abilità: sa pescare in tematiche interessantissime, componendole e scomponendole a suo modo. In questo solco, “Origin” possiede un nucleo potenzialmente infinito in termini di riflessioni sulla condizione culturale ed organica dell’umanità: a chi è interessato a questi temi, letto “Origin”, verrà da pensare e ripensare...

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saggi recenti sull'intelligenza artificiale ma è disposto ad un'incursione "romanzata" sul tema.
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Origin 2018-07-27 22:09:41 Trinax
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Trinax Opinione inserita da Trinax    28 Luglio, 2018
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Un gioco delle maschere

Edmond Kirsch, noto futurologo e guru informatico, considerato il profeta del mondo digitale, ha intenzione di rivelare al mondo intero una scoperta scientifica tramite la quale mira a rispondere alle due domande che da sempre si pone l’umanità, Da dove veniamo? Dove andiamo? Quali sono l’origine e il destino della razza umana? Se tale scoperta dovesse essere resa pubblica le conseguenze sarebbero di proporzioni inimmaginabili, ma proprio al momento cruciale della propria presentazione il futurologo viene assassinato rischiando di far cadere la sensazionale rivelazione nell'oblio. Toccherà allora al professor Robert Langdon, massimo esperto di simbolismo religioso, tentare di rendere pubblica la scoperta del suo caro amico; tuttavia compiere tale impresa non sarà facile come previsto. Infatti i fautori del delitto sono disposti a tutto affinché la rivelazione non veda mai la luce.
Con “Origin”, Dan Brown, il celebre autore di numerosi thriller di successo tra cui “Il codice da Vinci”, “Inferno” e “Angeli e Demoni”, ci propone un romanzo intenso e travolgente, arricchito da numerosi e interessanti aneddoti di arte moderna e antica, architettura, filosofia e tecnologia. Un thriller raccontato con uno stile leggero ed elegante con la caratterizzazione dei personaggi ben riuscita e dalle descrizioni superbe, con il quale tocca temi molto profondi esistenti sin dai tempi antichi come l'origine dell’uomo, ed altri più recenti quali: la tecnologia è il proprio rapporto con l’uomo, o il ruolo della religione nella società odierna. In conclusione “Origin” può essere definito come una storia interessante che alterna momenti di quiete con altri carichi di tensione in grado di calamitare l’attenzione del lettore in un gioco delle maschere in cui nessuno è ciò che sembra.

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Origin 2018-07-26 12:30:01 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    26 Luglio, 2018
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Tutto qui?

Non posso non iniziare tessendo le lodi di narratore di Dan Brown. E' riuscito a costruire un romanzo di dimensioni notevoli praticamente sul nulla; su una non idea. Per oltre cinquecento pagine ci ha sbandierato davanti al naso "la scoperta", quella che ci cambierà la vita, quella che fa tremare gli scranni dei più alti poteri ecclesiastici, mette padre contro figlio, distrugge amori. E poi se ne esce con la cosa più banale e più ovvia che avrebbe potuto raccontarci. Ci svela in pratica il corrispondente della scoperta dell'acqua calda. La sua bravura però sta nel fatto che per dircelo ci impiega innumerevoli pagine, facendo salire piano piano la tensione. Molto piano per la verità, perché di tensione alla fine ce n'è poca. La lettura però va a vanti e ammetto che non mi è venuta voglia di smetterla neppure quando il finale era del tutto palese. Trovo che il modo di scrivere dii Brown sia accattivante, una di quelli che ipnotizza il lettore. Le spiegazioni, anche se possono sembrare un po' fantasiose ci sono, sono dettagliate, certificate e corredate da tutta una serie di fonti che le rendono se non credibili quantomeno degne di fiducia. Le poche scene di azione, che viste in un film avrebbero dell'incredibile qui sono talmente dettagliate e morivate anche dal punto di vista fisico, che sembrano più reali della realtà. Detto questo, se guardiamo la trama più da vicini senza tutti i filtri che l'autore ci ha messo per confonderci rimane abbastanza poco. Una storia di complotti del tutto irreale, realizzata dal complottista più improbabile possibile. Un finale prevedibile e debole.
Un accenno alla trama, che comunque visto l'eco enorme che hanno i libri di Dan Brown dovrebbe avere pochi segreti. UN futurologo, che sembra essere colui che attraverso modelli matematici riesce a prevedere i più importanti avvenimenti del futuro, si incontra in segreto con tre rappresentanti delle principali religioni. In seguito annuncia di aver dato risposta alle due domande: da dove veniamo e dove andiamo?. Svelerà gli enigmi durante una serata in pompa magna. Sarà invece assassinato in diretta lasciando così alla direttrice del museo dove si svolge l'evento e all'amico Robert Langdom il compito di fuggire attraverso la Spagna alla ricerca del file dove è stata registrata la verità scandalo.

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Origin 2018-06-18 06:11:59 cosimociraci
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    18 Giugno, 2018
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Un libro già letto

Ci sono un vescovo, un rabbino e un allamah. No, non è un barzelletta, è l'ultimo romanzo di Dan Brown.

Dan Brown ci propone un libro già letto, da un certo punto di vista. Il professore Langdon vive nuovamente un'avventura a sfondo religioso. Lo stile di Dan Brown mi appassiona, tanto da concedergli la stessa favola raccontata in modo diverso, ma con la consapevolezza di non aspettarmi nulla di nuovo.

Mi scontro subito con un Langdon contraddittorio che esordisce con troppa ingenuità. Quando Kirsch espone le proprie preoccupazioni nei confronti del vescovo Valdespino, Langdon lo rassicura dicendogli "...è un prete, non un sicario". Ma come? Indipendentemente se Valdespino è coinvolto o meno, sono quasi vent'anni che qualche fanatico religioso cerca di ucciderti. Mi aspetterei almeno un po' di cautela.

Superato questo imbarazzante episodio, il romanzo prende un buon ritmo, il solito. Tutto si svolge nella frenetica lotta contro il tempo in cui Langdon deve risolvere il caso mentre, inevitabilmente, è vittima di equivoci che lo mettono contro le forze dell'ordine.

Come sempre Dan Brown arricchisce i suoi romanzi di innumerevoli riferimenti, sia in campo artistico, sia – come in questo caso – in campo tecnologico scientifico. Sinceramente trovo interessanti questi brevi riferimenti, specialmente quelli nel campo artistico, poiché mi danno uno spunto per approfondire temi appassionanti ma per me spesso lacunosi per via dei miei studi tecnici. Scrivo questo in merito ad un articolo dei Davide Brullo, che dichiara testuali parole "Le macchine si stanno evolvendo esponenzialmente, con rapidità rapace. L’uomo no. L’uomo sta implodendo. Sta regredendo. Regna nell’ignoranza. Le classifiche dei libri più venduti lo testimoniano. Per leggere Origin bisogna essere ignoranti".

http://www.linkiesta.it/it/article/2017/11/03/evitate-dan-brown-e-il-suo-stile-wikipedia-scoprite-il-tormentato-morg/36049/

In verità i riferimenti alla Fog Sculpture, all'artista Yves Klein e l'interpretazione del contrappunto nella Maman, gli ho trovati particolarmente interessanti. Non faranno di me un esperto ma, solo nei primi sei capitoli, ho interrotto la lettura più volte per "leggere" (non studiare) qualcosa in merito ciò che stavo apprendendo dal romanzo. Quindi mi domando se sono meno ingnorante di prima oppure se lo sono in più cose.

Concludo con una considerazione su ciò che mi ha fatto sorridere di più: L'intelligenza artificiale Winston, così com'è presentata, sembra prendere spunto da Jarvis della Marvel CU oppure è "solo un sistema piuttosto molto intelligente" ?

PS: se vi è piaciuto questo libro, e non l'avete già fatto, leggete "L'enigma di Einstein" di José Rodrigues dos Santos. Se questo libro non vi è piaciuto allora leggete lo stesso "L'enigma di Einstein" perché ne vale la pena

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gli altri di Dan Brown
Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto
José Rodrigues dos Santos - L'enigma di Einstein
Ian Caldwell - Il quinto Vangelo
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Origin 2018-06-14 12:28:58 combinazionimagiche
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combinazionimagiche Opinione inserita da combinazionimagiche    14 Giugno, 2018
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Prevedibilandia


Le premesse per un ottimo thriller ci sono tutte, non sia altro che per le due domande che subito ci vengono poste, i due interrogativi per eccellenza, ovvero : "Da dove veniamo? e dove andiamo?"
Il professor Robert Langdon stavolta si trova in Spagna, invitato al museo Guggenheim di Bilbao dal suo allievo e amico, Edmond Kirsch. Da qui quest’ultimo dovrebbe annunciare in mondo visione la sua risposta alle due domande che da sempre attanagliano l’uomo. Ma ecco che come in ogni romanzo di Brown arriva la svolta, quell’avvenimento che mette in pericolo il resto...e veniamo catapultati in una fuga per le vie e i monumenti di Barcellona, che con i suoi misteri e le opere di Gaudì, affascina il lettore e lo ipnotizza in un gioco di inseguimenti e fughe, di intrighi e sospetti Langdon accompagnato dalla direttrice del museo, nonchè futura regina di Spagna, Ambra Vidal, dovrà trovare il modo per trasmettere da remoto la presentazione di Kirsch e svelare al mondo la verità promessa ( ammesso che ci sia ).
Dan Brown è sempre abile a stuzzicare il lettore, a incuriosirlo e trascinarlo in un altro mondo, un mondo fatto di esperimenti scientifici, teorie antropologiche; ma sopratutto dall'eterno conflitto tra scienza e religione. In questo romanzo si aggiunge la componente dell’intelligenza artificiale, introdotta in modo magistrale ma forse troppo incalzante.
Ho trovato il tutto Poco ORIGINale, e molto PREVEDIBILE.
Nonostante lo stile di Dan Brown sappia coinvolgere sempre, senza annoiare, attraverso nozioni, curiosità, perle di saggezza che stimolano la ricerca e l'approfondimento, questo libro mi è sembrato essere la brutta copia dei precedenti. La trama si ripete sempre con lo stesso ritmo, ma manca quel di più che ho trovato negli altri libri, quel ritmo incalzante che letteralmente trascinava il lettore, che lo rendeva partecipe nello svelare la simbologia nascosta, nel trovare soluzioni, qui è tutto fin troppo evidente e a portata di mano. Nonostante le opere di Gaudì siano descritte minuziosamente il buio sembra avvolgerle e non farle fruire al lettore come dovrebbe. E’ un libro che definirei in penombra.

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Non sconsiglio mai una lettura, quindi per chi ama lo stile di Brown, sarà sicuramente fonte di riflessione.
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Origin 2018-03-21 04:32:47 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    21 Marzo, 2018
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L’uomo fa progetti, Dio ride

Qual è l’Origin dell’uomo?
E qual è il destino antropologico?
Possiede le risposte a questi due enigmi cosmogonici, esistenziali e filosofici Dan Brown o meglio il futurologo ateista Edmond Kirsch, protagonista del romanzo insieme al professore Robert Langdom (“Kirsch gli aveva chiesto lumi sui principi fondanti delle varie religioni del mondo, in particolare sulle differenti teorie della Creazione”), questa volta appaiato ad Ambra Vidal, futura regina di Spagna, nell’indagine che porterà a svelare la password dietro la quale vengono custodite le risposte ai due quesiti chiave dell’umanità terrestre (“Quindi l’annuncio vero e proprio è preregistrato? Come l’introduzione?”).

Da dove veniamo? Panspermia? Abiogenesi? E come mai l’esperimento di Miller-Hurrey ha fallito nel riprodurre in laboratorio la genesi del mondo a partire dal brodo primordiale?
Come vedete, i dilemmi non sono di poco conto.
E lo sviluppo tecnologico, sempre più consegnato alle intelligenze artificiali, come interferisce con il futuro dell’uomo?
Se le domande sono voluminose, le risposte di Dan Brown alias Edmond Kirsch saranno altrettanto aliene dalla banalità?
Una cosa è certa: le risposte implicano un inasprimento del conflitto tra religione e scienza (“Innumerevoli dei hanno colmato innumerevoli vuoti… a mano a mano che le lacune nella nostra conoscenza del mondo scomparivano, il nostro pantheon cominciò a ridursi”), con sacrifici umani sul campo di battaglia (“L’evento… un attacco frontale alla religione e … un omicidio in diretta”), come già avvenne ai tempi di Galileo e Giordano Bruno…
Le risposte inoltre richiedono abilità cruciverbial-enigmistche da solutori più che abili, perché la password d’accesso sembra essere nascosta in un verso di William Blake.

Giudizio finale: complottista, deista, scientista, iberico.

Bruno Elpis

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Origin 2017-12-10 22:27:37 FabCat
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FabCat Opinione inserita da FabCat    11 Dicembre, 2017
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Un'idea esplosiva, purtroppo un po' deludente

Questa volta non è il solito Dan Brown, è un po' peggio. Ma non troppo. I personaggi-figurine che corrono come pallini su una mappa ci sono sempre, così come l'unità temporale, la corsa contro il tempo, gli enigmi da risolvere e l'esemplare femmina di turno nel ruolo di accompagnatrice di Langdon. Naturalmente anche l'effetto "Sponsorizzato-dall'Ente-del-Turismo-di" non manca (la Spagna ringrazia). Elementi ormai rassicuranti ai quali, in questa occasione a mio parere, si aggiungono diversi fattori negativi di stile. Per esempio l'irrompere continuo dell'autore nel racconto perché deve riferire un antefatto o dare informazioni di servizio; oppure il ricorso infinito ai demenziali pensieri virgolettati dei personaggi a scapito dei dialoghi. Inoltre, dopo un inizio dirompente, tutta una parte centrale che ho trovato noiosa, con l'impressione che si volesse tergiversare per non sapere dove si volesse andare a parare.

Però, come Inferno, anche Origin ha un enorme pregio, quello di veicolare al grande pubblico un tema importante controverso e di attualità. Se nel romanzo precedente era la sovrappopolazione mondiale, in questo è l'intelligenza artificiale, rappresentato qui da un personaggio virtuale davvero impressionante e che forse è il più bello finora della bibliografia di Brown.
Come ulteriore contenuto molto appassionante secondo me, il conflitto tra creazionismo ed evoluzionismo, tra religione e scienza, tra superstizione e razionalità, che sembra fare di Origin la continuazione ideale de Il codice Da Vinci.

In ultimo, ci sarà sì l'effetto "Sponsorizzato-dall'Ente-del-Turismo-di", però anche stavolta Dan Brown trasmette davvero un amore genuino per l'arte e per i luoghi che ci fa scoprire nei suoi romanzi.

#nospoiler #noinutiliriassunti

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Origin 2017-11-04 13:22:35 Piersamedi
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Piersamedi Opinione inserita da Piersamedi    04 Novembre, 2017
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ORIGIN...ALE!!!

"Da dove veniamo?" e "Dove andiamo?": queste sono le due domande amletiche che si pongono da anni scienziati e religiosi di tutto il mondo. L'eterno conflitto tra "Creazionisti" e "Evoluzionisti".
"Cosa vogliamo?" e "Cosa ci aspettiamo?" sono invece le domande che tutti i lettori dovrebbero porsi ogniqualvolta decidono di comprare un libro nuovo.
Ed è da queste due domande che bisogna partire per capire che tipo di libro è l'ultima fatica di Dan Brown.
Tralasciando la prima (se cerchiamo in Dan Brown un libro alla Lee Child, allora vuol dire che non ci abbiamo capito granché di letteratura...), mi occuperei direttamente della seconda domanda.

Nel momento in cui decido di leggere un libro di Dan Brown (li ho letti tutti), decido di immergermi nei suoi contenuti, e non nella sua forma; decido di lasciarmi prendere dalle idee dell'autore, dalle sue spiegazioni, dalle sue teorie su un determinato argomento, abilmente introdotti all'interno di un storia romanzata. Ne Il Codice da Vinci, discuteva sulla veridicità della Bibbia; in Angeli e Demoni (il migliore per contenuti e forma) sull'eterna lotta tra scienza e religione; in Inferno, sulla sovrapopolazione mondiale.

E' vero, in questo capitolo della sua vita, il Professore Robert Langdon non ha un ruolo chiave per la risoluzione della storia, non si deve sforzare parecchio a decifrare codici e simboli (e non che non lo faccia): smette i panni del tuttologo, e indossa quelli dell'amico, rendendosi più umano e meno saccente. In questo libro, Dan Brown utilizza il Prof. come vettore, come navicella spaziale che naviga attraverso le diverse nozioni, e ci accompagna fino alla fine facendo affidamento alla sua memoria, più che alle sue conoscenze.

Ma andiamo per gradi.

STILE: immutato, in confronto agli altri libri dell'autore, e quindi sempre vincente. La vicenda si svolge, come sempre, nell'arco di un'unica notte: un lasso di tempo piuttosto breve, per tutto ciò che viene descritto. Eppure i dialoghi incalzanti e il susseguirsi degli avvenimenti, giustificano e fanno scivolare facilmente le oltre 500 pagine. Inoltre, a questo giro, non si perde in inutili descrizioni, come invece era avvenuto in Inferno.

CONTENUTO: Come sempre alto e mai banale. Come detto, in questa circostanza si è voluto confrontare con le origini del mondo e della vita, sviluppando teorie interessanti di scienziati del passato. Inutile dire che la voglia di documentarti su ciò che scrive è tanta e ti riempie di nuove nozioni ogni volta.

PIACEVOLEZZA: Va da sé che, con queste basi e con le mie aspettative, il libro è davvero piacevole. Sa un pò di Supercar, in effetti, ma pur rischiando di sforare alcuni limiti non rischia mai di diventare un libro fantascientifico, o futuristico.

Perciò, credo che con questo volume, Dan Brown si sia ripreso alla grande dopo l'ultimo noioso capitolo della storia di Robert Langdon.

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Consigliato a chi ha letto...
i libri di Dan Brown...e a chi guardava Supercar!!!
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