Noah Noah

Noah

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Febbraio, Berlino. Insieme a Oscar, Noah fa la coda fuori da un asilo per senzatetto. Ma non sa se il suo nome sia davvero Noah, né se lui sia davvero un barbone. Sa di parlare tedesco con un accento strano, e che Oscar - senzatetto vero, fissato con la numerologia e le cospirazioni - l'ha trovato agonizzante vicino a dei binari. Ma come recuperare la memoria? Come capire chi è e perché qualcuno ha tentato di ucciderlo? Se Noah potesse prevedere il vortice di eventi in cui lo trascinerà la ricerca del passato, forse rimarrebbe in quella coda. Ma l'istinto - il suo istinto di soldato addestrato, forse di killer - lo spinge ad andare avanti; e nella caccia adrenalinica alla verità Noah scoprirà che a rischiare di morire, insieme a lui, sono milioni di persone in tutto il mondo.



Recensione della Redazione QLibri

 
Noah 2014-12-14 08:32:42 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    14 Dicembre, 2014
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Progetto Noah

Ha il corpo di un nuotatore, il viso di un quarantenne, le mani di chi non ha mai svolto lavori pesanti, individua che arma ha sparato dal rumore del proiettile, vestiva abiti di qualita' quando Oscar lo raccolse dalla strada svenuto, ferito. Non conosce il suo nome, si trova a Berlino e non ricorda il perche', non sa da dove proviene, si muove tra i senzatetto nella vita di strada. Apre la mano, osserva la pelle. Il suo palmo contiene l'unica certezza e la sola spiegazione ad ogni cosa, in quel grossolano tatuaggio cucito chissa' da chi : Noah. 
Il problema e' che lui ne ignora il significato. Lui e' all'oscuro di tutto.

Potrei dirvi molto altro, ma siccome sono stata addestrata fin da piccola a non anticipare mai una parola in piu' della sinossi imbastita sui thriller, qui mi fermo.
Non taccio pero' sulle potenzialita' della prima meta' del libro in cui il romanzo indossa un abito dal taglio splendidamente europeo, misterioso al punto giusto e altrettanto affascinante e sottile. Poi l'autore tedesco abbandona la marcia per ingranare un'impennata dai toni decisamente statunitensi, con quella fiction che seppur piacevole assume livelli macro. Congiura ed azione assumono proiezioni megalomani, roteanti ed illuminate da luci stroboscopiche; la virata ben si addice comunque all'evolversi della vicenda.
Interessante e' l'impresa di Fitzek che nel thriller incanala una denuncia di ampissimo raggio, esplodendo la volonta' di sensibilizzare i lettori su una quantita' di questioni che il nostro povero pianeta ed i suoi sfruttatori umani farebbero bene a considerare. Si parla di inquinamento, di carestie nei paesi sottosviluppati, di sfruttamento, della fame e delle condizioni disastrose in cui versano le popolazioni negli slums, di consumismo, dell'apatia da social, di allevamenti intensivi...
Allora chiudo citando Sebastian Fitzek che - pure lui in chiusura - cita Romain Rolland:" il pessimismo della ragione non esclude l'ottimismo della volonta'".
Tutto sommato, nel carrello del bilancio inserisco un buon prodotto. Buona lettura.

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Noah 2015-01-20 15:05:04 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    20 Gennaio, 2015
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NOAH. Who i am?

Un tatuaggio artigianalmente dipinto sul palmo della mano da non si sa chi, una ferita d’arma da fuoco alla spalla ed abiti di qualità mixati ad un corpo atletico ed un viso da trentanovenne, costituiscono le uniche informazioni che Oscar ha potuto apprendere su quell’uomo che ha raccattato in un anfratto della galleria della metropolitana e poi curato nel suo «rifugio». Il problema è che questi sono anche tutti gli elementi in possesso del ferito. Si trova a Berlino non sa come e non sa perché, non ricorda il suo nome, il suo lavoro, semplicemente chi è. Sa di essere una persona erudita perché il suo cervello brulica di nozioni ma nessuna di queste è attinente alla sua personalità o alla sua storia. Si rende conto di essere diverso dall’ordinario, il suo udito è affinato a qualunque movimento sospetto, è in grado di identificare l’arma da cui un proiettile viene sparato, così come la posizione di chi è in possesso del fendente, è un ottimo stratega ed è capace di individuare immediatamente se un soggetto mente o asserisce il vero così come è in grado di distinguere il bene e il male da un semplice movimento del corpo. Si interroga Noah. Un uomo con tali caratteristiche appartiene alla prima o alla seconda classificazione? Può convivere con la possibilità di avere un passato intriso dall’immoralità nonostante senta di aver fatto anche qualcosa di buono?
L’opera qui proposta ha un fascino tutto particolare e potenzialità indiscusse se non altro nella sua prima parte. La lettura cattura immediatamente il lettore che, affascinato dalle plurime vicende e circostanze descritte, brama di dipanare l’enigma e si immedesima senza difficoltà in Noah quanto negli altri protagonisti. Senza indugio si lascia trasportare dalla narrazione, le pagine scorrono rapide e lo stile è fluido ed accattivante al punto giusto.
Se però la prima parte del componimento si presenta intrigante, ricca di suspence e di stampo prettamente europeo, la seconda metà risulta talvolta eccessiva poiché assume i megalomani classici tratti prettamenti statunitensi. Congiura ed azione regnano sovrane perennemente affiancate dalla ratio cui lo scritto è destinato. Palese è la volontà del tedesco di sensibilizzare su problematiche ampie e di carattere eterogeneo. Si parla di inquinamento, di sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali, della fame e delle precarie condizioni di vita a cui le popolazioni dei paesi del Terzo Mondo sono rilegate, del consumismo, degli allevamenti intensivi, della strumentalizzazione dei e dai social, dell’impiego non sempre positivo delle innovazioni farmaceutiche, di pandemie nonché della paura come strumento di coercizione e di comando, della perdita di individualità e dei valori minimi. Tutti sono sacrificabili se questo consente di raggiungere lo scopo.
Per concludere, nonostante il thriller subisca una leggera battuta d’arresto verso la metà, riprende adeguatamente nella sua conclusione suscitando numerose riflessioni in chi legge. I contenuti sono interessanti e le vicende sono narrate con quella giusta patina di mistero. Un buon giallo psicologico, ricco di ogni elemento indispensabile per consigliarne la lettura.

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