Ninna nanna
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IL CANTO DELLA DOLCE MORTE
Avendo letto ormai quasi tutti i libri di Palahniuk, Ninna Nanna non è stata una grande novità come stile di scrittura e contenuti. L'autore ha un modo tutto suo di esporre le sue storie ciniche e critiche nei confronti della società moderna che ti colpisce e ti tiene incollato alle pagine come mi è successo con tanti altri suoi scritti.
Questo romanzo in particolare mi ha preso meno e non mi ha trasmesso quello che magari libri come Invisible Monster e Rabbia mi hanno dato, quindi non mi sento di dire che mi sia piaciuto particolarmente, sebbene la storia sia intrigante.
Un canto mortale in mano a gente comune e le conseguenze che ne derivano:abuso di potere, paura di farne uso , ambizione alla sovranità, ideali di falsa profondità e tutto quello che ci va dietro.
Palahniuk non sconta niente all'uomo moderno e un'ipotesi di società come quella descritta ipoteticamente dal protagonista (riferendosi ad una conoscenza da parte di tutta la popolazione del canto della dolce morte) è davvero inquietante.
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Buoni incubi!
Leggere ciò che scrive Chuck Palahniuk non è per niente semplice, o meglio, non è per niente semplice leggere Chuck Palahniuk. Mi spiego meglio.
Lo stile è molto lineare, scorrevole e la chiarezza espositiva non lascia spazio a possibili malintesi. I suoi libri solitamente si leggono abbastanza velocemente. L’unico “ostacolo” è l’approccio di fondo: una visione molto nichilista del mondo, dissacrante e politicamente scorretta. L’autore non si fa alcuno scrupolo a sbatterci in faccia tutto il marciume, le perversioni, le bassezze dell’essere umano. Ci rivela senza tanti giri di parole verità sconcertanti con le quali siamo costretti a confrontarci, a riconoscerle come parte integrante del nostro vivere. Leggere Palahniuk è difficile perché è come leggere se stessi, guardarsi allo specchio e riconoscere la nostra parte peggiore, quella che spesso non si vede perché ci impegniamo a tenere ben nascosta.
Se venissimo a conoscenza di un potente canto africano in grado di uccidere le persone, anche a distanza e senza spargimento di sangue, useremmo questo potere? La maggior parte di noi risponderebbe di no. Ma siamo sicuri sia davvero così? Un potere del genere, dal quale dipenderebbero le sorti dell’umanità intera, eserciterebbe un pericoloso fascino anche sull’uomo più insospettabile. È quello che avviene con i protagonisti di Ninna Nanna, uomini e donne alla deriva, con un passato tragico e irrisolto alle spalle. Contrariamente ad ogni ipotesi buonista e rassicurante queste persone non solo sceglieranno di usarlo ma lo faranno in modo così incontrollato, da restare vittime di una sorta di mania di onnipotenza.
Se conoscete Death Note (manga e anime giapponese) non potete non pensare al suo protagonista, Light Yagami. Egli entra in possesso di un Death Note, un quaderno tramite il quale è possibile uccidere le persone semplicemente scrivendone il nome. Inizialmente il protagonista lo usa per eliminare dalla terra i criminali più pericolosi, poi coloro che egli reputa deleteri per la società, in seguito chiunque cerchi di ostacolarlo. Ma chi decide cosa è giusto o sbagliato? Come può un semplice uomo ergersi a giudice supremo e discernere in modo assoluto il bene dal male? Il manga ci fa vedere quanto un improvviso e illimitato potere possa deviare la mente umana al punto da farle perdere di vista ogni morale, anzi a crearne una propria, completamente distorta dalla follia. Palhaniuk fa lo stesso con Ninna Nanna, ma senza mezze misure.
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Buonanotte.
Ninna Nanna è un'altro capolavoro firmato da Chuck Palahniuk. A questo giro, Chuck sfiora il Fantasy narrando di streghe e incantesimi ma la formula distopica è sempre la stessa dei precedenti romanzi, il che non è per niente ripetitivo per chi è fan dell'autore come il sottoscritto. Ad ogni modo mi sento di citare la pagina n.53 tratta dal romanzo stesso per esprimere al meglio la mia opinione riguardo a questo capolavoro e lasciare a voi la valutazione se prenderlo in considerazione o no.
" Immaginate una peste che si prende attraverso le orecchie. Pietre e bastoni ti rompono le ossa, ma adesso anche una parola può uccidere. La nuova morte, questa peste, può diffondersi in mille modi. Una canzone. Un annuncio sentito di sfuggita. Un telegiornale. Un sermone. Un musicista di strada. Puoi beccarti la morte da una televendita. Da un professore. Da un file trovato su internet. Da un biglietto d'auguri. Da un biscotto della fortuna. Due milioni di persone guardano un programma televisivo e durante la notte muoiono per colpa di un jingle pubblicitario. Immaginate il panico. Immaginate un nuovo medioevo. Le prime epidemie furono importate dagli esploratori e dai mercanti europei che si erano spinti fino in Cina. Con i mass media le modalità di contagio aumentano a dismisura. Immaginate roghi di libri. E di nastri, di film, di file, di radio e di televisori. Un unico grande falò. Biblioteche e librerie che bruciano nella notte. La gente prenderebbe d'assalto i ripetitori radiotelevisivi. Taglierebbe a colpi d'ascia i cavi in fibra ottica. Immaginate la gente che recita preghiere e intona canti religiosi per seppellire qualsiasi suono che potrebbe rivelarsi mortale. Che si tappa le orecchie e rifugge ogni canzone o discorso che potrebbe contenere la morte in codice come un tubetto di aspirine avvelenate da uno squilibrato. Qualsiasi parola nuova. Qualsiasi cosa la gente non sia già in grado di capire diventerebbe sospetta, pericolosa. Da evitare. Una quarantena contro la comunicazione. "
Con questo monologo, Chuck Palahniuk si conferma nuovamente il migliore scrittore contemporaneo. E con questa Ninna Nanna, vi do la buonanotte.
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ALLUCINATO, ATTUALE
Il mondo di Carl Streator è popolato da streghe, manipolazione del pensiero, incantesimi di possessione, lotta tra il bene e il male e il dubbio se davvero questi siano così distinguibili tra loro.
Le vicende di quello che sembrerebbe il mondo parallelo nel quale tutti avremmo paura di inciampare, non è altro che lo sguardo allucinato su come le nostre vite siano davvero possedute e i demoni responsabili non sono altro che abili comunicatori.
Il Grande Fratello, l'onnipresenza dei media, la sensazione di essere seguiti, di essere spiati, manipolati: questa è la nostra vera fobia contemporanea, l'ossessione sottile che ci tiene svegli. Palahniuk traveste e colora i nostri incubi con atmosfere e personaggi ai limiti dell'assurdo - perché sembra volerci dire che una cosa è più distintamente riconoscibile quando la si guarda attraverso una prospettiva straniante - trasmettendo questa ossessione per tutto il corso della lettura. La caccia alle streghe, la caccia a tutti coloro che usano la menzogna e il travisamento della verità (vero tema del libro); il timore di non sapere di chi possiamo fidarci (e di noi stessi?); la sete di controllo; il potere di vita e di morte sugli altri che confonde le vittime con gli aguzzini; l'indagine sul sentimento dell'amore, che rimane l'incantesimo più difficile da decifrare.
Più che un thriller, preparatevi a un racconto disturbante sulle vostre paure, anzi sulla paura più grande di tutte: che il nostro mondo sia davvero questo.
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DOLORE E ODIO
Questo romanzo mi ha davvero sorpreso e colpito perchè affronta un tema particolare. Può il dolore, portato ai suoi limiti di sopportazione, spingere a provare un odio altrettanto profondo verso l'Umanità?
In questa opera sono diversi i personaggi che si pongono questa domanda e ognuno di loro ha una diversa risposta che lo porta in contrasto con quello che pensano gli altri.
La razza umana merita di essere cancellata dalla faccia della Terra o non tutti devono morire per le colpe della minoranza? Un protagonista, umano come se ne sono visti davvero pochi, prova a trovare una soluzione alla sua vita che cade a pezzi dopo una gravissima disgrazia.
L'eroe inizia un percorso che lo porterà a pensare esattamente il contrario di quello che sosteneva fino a poco prima. E diverrà un eroe vero e al contempo anonimo, quando all'inizio era, di fatto, il cattivo della storia.
Un Chuck Palahniuk in forma smagliante che affronta con abilità un tema bellissimo spiazzando, divertendo e facendo riflettere. Cosa si può chiedere di più?
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Incantesimi africani e cinismo alla Palahniunck
A mio parere non poteva mancare questo splendido libro tra quelli dell'autore.
Chi è abituato al suo stile lo amerà anche con Ninna Nanna.
Il libro inizia con una caccia alle streghe e piano piano il protagonista spiega come è finito a dare la caccia a qualsiasi manifestazione sovrannaturale per acciuffare il colpevole. Tutto parte dall'orribile scoperta di una cantilena africana in grado di uccidere le persone a cui viene recitata. Carl lo scopre dopo aver ucciso involontariamente la moglie e la figlia ma riesce a tal punto ad impadronirsi di questo "incantesimo" che ben presto gli basterà pensarla mentre guarda qualcuno per ucciderlo. E così semina la morte. L'incontro con Helen sarà decisivo e come è tipico di Palahniuck ci saranno un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato tra scene ciniche e crude, con un finale a sorpresa che lascia sconvolti, come tutti i suoi libri. Raccontare oltre sarebbe sminuire il racconto!
A mio parere è uno tra i più belli che ho letto dei suoi libri e merita davvero... Vi lascerà letteralmente stregati!