Nightcrawlers
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Sottoterra gli incubi prendono vita
Lo stile di Tim Curran balza subito all’occhio, marchiato da una scrittura sempre potente ed evocativa, ed in quest’ultimo romanzo intitolato Nightcrawlers, è a tratti poetici. Le parti descrittive sono da considerarsi delle miniature, come dei veri e propri quadri en plenarie. Già lo abbiamo visto in Cannibal Corps, capace di una comunicazione violenta e dirompente, basata sull’azione fin dal classico prologo in media res. In Nightcrawlers le cose cambiano, grazie alla duttilità del talento espressivo e comunicativo di Tim. Le sfumature linguistiche si fanno più cupe, claustrofobiche, le ambientazioni malsane, il degrado mentale e fisico, così come le leggende ed i racconti, si fonderanno in un magma fatto di ignoranza e vergogna. Segreti sussurrati sottovoce, custoditi nei più bui recessi dell’anima, una volta scoperti, scateneranno forze al di là di qualsiasi immaginazione. Adesso passiamo agli appunti da muovere. Uno di essi, riguarda la traduzione. Certo interpretare in maniera impeccabile un linguaggio, a volte complesso come quello di Curran non è facile, ma è pur vero che verso la fine del romanzo ho riscontrato un uso a volte massiccio di congiunzioni. Questo potrebbe infastidire il lettore, spezzando “il filo magico” della narrazione, o potrebbe non essere neppure notato, in quanto trattasi di sfumature stilistiche. In effetti, ad un’analisi più attenta, questa ridondanza di congiunzioni, si spiegherebbe a causa dei periodi, insolitamente lunghi e farciti di aggettivi. Di contro, queste frasi molto articolate, assolverebbero alla medesima funzione, ovvero catalizzare e veicolare l’attenzione del lettore, creare una patina di suspense, come solo un grande maestro dell’horror può fare. Insomma, Nightcrawlers è un eccellente horror da leggere assolutamente, rivolto a tutti coloro che sono alla ricerca di emozioni forti!