Nella mente dell'ipnotista
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Recensione della Redazione QLibri
Leggere si legge
Un video trasmesso su Youtube racchiude alcuni istanti di vita di una donna: delle calze che scivolano sulla gamba, un cucchiaio che sprofonda nel barattolo del gelato, un'iniezione di insulina.
Non sono attimi autorizzati, sono attimi rubati. Sono per la polizia di Stoccolma il campanello d'allarme che strilla nell'anticamera di un nuovo, straziante omicidio. Davanti alle immagini della vittima predestinata Margot Silverman e' la nuova incaricata dell'indagine, esperta di serial killer e stalker.
Il caso si complica e l'omicidio non resta isolato, la squadra investigativa si affina accogliendo lo psichiatra Erik Maria Bark, specializzato in ipnosi post traumatica , per approfondire la scena del crimine compromessa da un marito in stato di shock.
Il dettaglio affiora, il dottor Bark riflette sulla postura del corpo prima che venisse spostato.
La registrazione della seduta viene cancellata, l'ipnotista mentendo comunica alla squadra che nulla e' emerso. Eppure un brivido gli ghiaccia la colonna vertebrale...
Intreccio corposo, talvolta i collegamenti sono un po' troppo eccessivi. Diciamo che spesso invece di essere assorbiti nella realta' dell'invenzione letteraria si ha la netta sensazione di essere davanti a un mero lavoro di prospettiva abilmente steso a tavolino. Cio' non toglie che nonostante le forzature la lettura sia appassionante. I Kepler non fanno mancare nulla e da buoni commerciali infilano tutto cio' che possa soddisfare un ampio bacino di utenza: colpi di scena, movimento, turbe mentali, una storia d'amore, il sesso tradizionale, il sesso estremo - sia in versione chic che in versione choc -, e così via.
Non amo particolarmente questa concezione eccentrica del thriller e la parte centrale mi ha cullata su un'altalena di picchi verso l'alto ma anche di inevitabili oscillazioni annoiate verso il centro della terra, certo e' che la parte finale e' di livello e ripristina un giudizio medio alto sull'opera complessiva.
Curiosa la sinossi dell'edizione italiana che si focalizza su un tal appartenente a una ricca famiglia svedese che ha perso la memoria. Nell'accozzaglia di nomi ed eventi di questo romanzo non ho idea di chi si tratti, preoccupante. Probabilmente necessito di una seduta di ipnosi per ricordare, o di qualcuno che cerchi quel nome su un e-book, per pace mia. Grazie e buona lettura.
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Opinioni inserite: 4
Troppo e troppo poco...
Un video inviato alla Polizia riprende l'omicidio (quasi in diretta) di una donna. E così anche altri, in un susseguirsi di inevitabili atrocità tra momenti di intimità rubati a donne sole in casa e brutali omicidi. Sempre tutti preannunciati dal video dell'assassino. Un rompicapo per i detective Margot, Alex e, in gran ritorno, il già amato dai lettori Joona Linna. Ad affinare le ricerche dei detective si aggiunge anche lo psichiatra Erik Maria Bark, che inaspettatamente comincia a mentire alla Polizia per coprire una leggerezza che scopre di avere commesso...come coniugare le menzogne ed allo stesso tempo aiutare i detective? A volte non ci si rende conto che le nostre azioni hanno inevitabilmente delle ripercussioni e che spesso, una bugia che maschera un errore, dissotterra scheletri che potrebbero addirittura ucciderti.
C'è davvero tanto in questo libro...tanti intrecci, tanti salti logici, tanti personaggi già conosciuti dai fan dei coniugi Kepler, tanta carne al fuoco...un mega romanzo in cui hanno voluto mettere tutto...appunto...forse troppo...dopo il 70% del libro, dove già hai letto tanto, scopri che manca qualcosa...la novità. Il romanzo ha diversi colpi di scena, anche se il vero colpo di scena è riservato alla fine del libro, dove il bandolo della matassa viene sciolto, ma nonostante il contenuto, il ritmo non è incalzante. Ci sono tante parti del libro che potevano essere riassunte in poche pagine e invece gli autori ci hanno dedicato capitoli...collegamenti un po' forzati al fine di far entrare nella storia diversi intrecci che poi non sono nemmeno utili alla trama...non so...direi che ci si è persi in un oceano...tante storie, tante cose, ma la trama esigua...facile e soprattutto già letta.
In più: perché questo titolo?!? Non c'entra nulla con la trama, non si aggancia a niente e non evoca nemmeno un passaggio della storia. Il titolo originale è sicuramente più azzeccato ma secondo me anticipa il finale, quindi non dovrebbe nemmeno essere menzionato.
Sicuramente si legge...per carità...ma invito qualcuno con una buona capacità di scrittura a trarne un ottimo riassunto, inserire qualche passaggio più nuovo e meno visto, eliminare parti di storia che non c'entrano nulla, cambiare il titolo...et voilá...allora sì che andrebbe meglio!
Spero di non risultare blasfema ma purtroppo mettere nel mucchio troppa roba e di tutto un po' rischia di allungare il brodo facendo perdere interesse al lettore...e un lettore poco interessato non trova motivo di continuare a sfogliare il libro...e in questo caso sarebbe un dramma, poiché solo con la fine il libro acquista un senso.
Bocciato.
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Discontinuo
Un thriller con un ritmo incalzante e ricco di colpi di scena, una storia ben congegnata che trascina il lettore ad una lettura avvincente. Tutto questo è vero ma nella prima e nell'ultima parte del romanzo dove c'è una suspence continua, una tensione palpabile e colpi di scena.
C'è però quella centrale che, in buona parte, risulta un pò sottotono e monotona. La tensione pura dell'inizio svanisce e sembra allontanarsi dalla storia. Poi si rimette in gioco e la storia riparte con un crescendo entusiasmante che continua fino all'ultima pagina.
Ci sono alcune scene al limite dell'irreale. Chi muore per una coltellata e chi è ancora vivo dopo scontri peggiori, come per esempio Joona che incarna lo stereotipo del Rambo.
A parte ciò, indubbiamente la tensione c'è per cui difficilmente vi arresterete prima di essere arrivati fino in fondo.
NB: Il titolo in lingua originale, Stalker, era più consono al romanzo
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Esagerato!
Sarà che i Lars Kepler, in realtà, sono due persone (i coniugi Ahndoril), sarà che “Nella mente dell’ipnotista” si agita troppo inconscio… ma il ritorno dell’ipnotista avviene sotto il segno dell’eccesso.
Al di là della mole monumentale del romanzo, la mia critica si rivolge all’enfasi azionistica che rende esagerato un romanzo peraltro complessivamente divertente e coinvolgente.
PARTIAMO DAL PROTAGONISTA. Erik Maria Bark è un super eroe per abilità intellettuali (“è medico, psichiatra e psicoterapeuta, è specializzato in psicotraumatologia e psicologia delle catastrofi”), per doti umane (“ha lavorato in Uganda per la Croce Rossa”) e per il fascino inconsapevole che lo rende non soltanto involontario donnaiolo, ma anche ghiotta vittima di stalking. Erik è dotato di poteri speciali e li esercita sui pazienti attraverso l’ipnosi (“Rocky è entrato in una trance così profonda che l’attività cerebrale è minore di quella della fase REM e la respirazione è simile a quella di un animale in letargo”), che utilizza con tecnica più acquatica (“Si avvicina alla fase d’induzione… Cammini sul bagnasciuga verso la lingua di terra… l’acqua diventa più scura via via che scende più a fondo”) che clinica. Nonostante tutti questi impegni, il nostro ipnotista trova anche tempo e voglia di prendere lezioni di piano da un’affascinante insegnante non vedente (“Nel buio il cieco è sovrano”). Inguaiandola (ma non in quel senso!). E per non lasciarsi mancare nulla ed essere sufficientemente dannato (il ruolo lo richiede), ingurgita pasticche (“Estrae un Mogadon dal blister e inghiotte la compressa senz’acqua”) e divora Stilnox come fossero noccioline.
PROSEGUIAMO CON L’ASSASSINO (“Emerge un’aggressività teatrale dell’assassino: sono i preparativi a essere ben ponderati… mentre l’aggressione è istintiva”). Avvisa la polizia con filmati che ritraggono le vittime ignare, maneggia con disinvoltura il coltello come fosse una penna (“Un serial killer che perseguita le sue vittime”), spia le donne nelle loro case, si avventa sulle stesse, ne deturpa i visi, semina indizi a bizzeffe (“statuette di porcellana capovolte”), si appropria di macabri trofei (“A Katryna sono state sottratte le unghie finte di entrambe le mani”) e spariglia le prove (“Un pezzo di capriolo di porcellana”). Tanto indisciplinato nell’esecuzione, quanto abile nel mentire le proprie spoglie di serial killer, si nasconde sotto il profilo di un predicatore (“Lo chiama predicatore imbrattato”) che indossa una cerata gialla come divisa.
I personaggi sono numerosi, serve la bussola per orientarsi. Il mio preferito? Nestor, il paziente balbuziente che fa indovinelli con la stessa abilità enigmatica della Sfinge a Tebe.
Le situazioni sono tutte estreme: orge vip (“Li chiamano saturnali… Un gioco di ruolo?... No, è un’orgia”), droga à gogo (“Cocaina ed ecstasy… Ma poi hanno cominciato a girare spice, monkey dust, cantaride…”), preti dediti più ai vizi che alle funzioni religiose, stabili abbandonati e interrati da incubo, locali equivoci (“Ricordo solo stranissime stanze dai colori psichedelici”), sinistri cimiteri degli animali, case-labirinto, cantine con gabbie da circo.
Il finale è incandescente (viene appiccato un rogo), funambolico (il cielo è pieno di elicotteri), risolutivo (a Margot, l’investigatore capo dell’indagine, si rompono le acque. Auguro al nascituro che la mamma, nel partorire, sia più abile di quanto non dimostri nell’indagare!).
Bruno Elpis
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Nel buio il cieco è sovrano
I coniugi Lars Kepler hanno pubblicato un altro grande successo da sommare ai precedenti e forse anche un po’ superandosi, visto che sono tornati con una serie infinita di colpi di scena. Il bello dei loro romanzi sta proprio nell’imprevedibilità delle loro storie. Il lettore resta sempre spiazzato dinanzi alle loro scelte narrative.
Dopo lo sconvolgente finale de L’UOMO DELLA SABBIA, che aveva lasciato l’affezionato pubblico dei lettori in sospeso per la sorte dell’ispettore Joona Linna, i Lars Kepler riportano in primo piano il loro personaggio più interessante del romanzo d’esordio, colui che aveva dato il titolo a L’IPNOTISTA.
Erik Maria Bark torna con una situazione familiare mutata, ma positiva dal punto di vista professionale e personale. Ha nuovi interessi, ma anche vecchi casi con cui fare i conti. Errori del passato tornano a dominare il suo presente. Verità taciute consolidano sospetti contro di lui. Preoccupanti pericoli incombono sul suo futuro.
Soltanto Joona Linna potrebbe aiutarlo, ma lui è stato dichiarato morto.
Ciò che rende fantastico questo nuovo romanzo, portandoci NELLA MENTE DELL'IPNOTISTA, è soprattutto la decisione dei Lars Kepler di sottoporre l’ipnotista ad esperienze inimmaginabili. Lo mettono in situazioni spinose, che sono letteralmente contro la sua natura e formazione medica; vicende che si evolvono in pericoli costantemente in crescita, creando un ritmo adrenalinico che non si perde, nonostante le 600 pagine di action thriller.