Nel cerchio del male
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È un freddo pomeriggio e nevica quando il detective Alex Cross e il collega John Sampson varcano la soglia di un carcere di massima sicurezza della Virginia. Sulla sedia elettrica c'è Mikey Edgerton, un assassino che strangolava le vittime con delle cravatte di alta moda. L'uomo rivendica con disperazione la propria innocenza, ma il verdetto è inesorabile, ed è con la vita che salderà il suo debito con la giustizia. Uno dei casi più complicati di Cross sembra essersi così concluso, ma poco dopo i due investigatori vengono chiamati sulla scena di un crimine che rimette tutto in discussione: sulla poltrona di un appartamento a Washington è accasciato il cadavere di una donna. Strangolata. Con lo stesso tipo di cravatta usata dal killer che hanno visto morire con i loro occhi. Ma un particolare si impone all'attenzione di Cross: sul grembo della donna c'è un foglietto con un inquietante messaggio proprio per lui, firmato semplicemente con una M. Il dubbio che sia stata condannata la persona sbagliata cresce, mentre la famiglia del giustiziato si scaglia in modo feroce contro Cross. Nel frattempo non accenna a spezzarsi la catena di omicidi, tutti contrassegnati da dettagli che evocano vecchi casi ormai archiviati. Dettagli dolorosamente familiari, che chiariscono soltanto una cosa: M, chiunque sia, ha in mente di colpire Alex Cross puntando a ciò che ha di più caro.
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Caccia al fantomatico "M".
Ho letto più che altro per curiosità quest’ultimo thriller di James Patterson. La serie è quella di Alex Cross, il cliché più o meno è sempre lo stesso, il bravo detective contro il cattivone di turno, tanti buoni sentimenti, la consolidata famiglia come rifugio dalle avversità della vita: la vecchissima e arzilla nonna Nana Mama, i figli Alì e Janelle che eccellono nello sport, la seconda moglie Bree, poliziotta, alla quale il protagonista ripete ossessivamente “ti amo” anche durante le più banali telefonate. In questa nuova avventura, però, c’è qualcosa di inconsueto: un incalzare degli eventi più accentuato, senza momenti di stanca, una serie ragguardevole di teste mozzate (con particolari raccapriccianti sulle metodiche di decapitazione) ed un colpo di scena finale che non conclude la storia ma lascia spazi per un nuovo episodio.
La storia inizia con Alex Cross ed il collega Sampson che vanno in un carcere della Virginia, dove sta per essere giustiziato un assassino che strangolava le sue vittime con cravatte alla moda: non vi sono dubbi sulla sua colpevolezza, ma poco dopo ecco un altro delitto che avviene con le stesse modalità e che mette in discussione la precedente esecuzione. Sul luogo de delitto viene anche rinvenuto un’inquietante messaggio firmato “M”, che solleva dubbi sulle responsabilità del condannato appena giustiziato. Chi è questo fantomatico M? Inizia qui il movimentato thriller, la caccia al nuovo assassino, che rievoca episodi di un passato tormentato: Cross teme che M sia quel Kyle Craig che l’aveva perseguitato anni prima, ma la cui morte però era stata confermata dal riesame del cadavere. Potrebbe anche essere un macellaio, che nel passato uccideva e decapitava le sue vittime, oppure , secondo alcuni profilers, un violento imprenditore, ricchissimo, che viveva isolato in una specie di fortino in periferia. Tutte false piste: M continua senza esitazioni a uccidere e decapitare, ingannando la polizia e cercando di incolpare altri con false prove. I messaggi che lascia ad Alex sono inequivocabili: il suo scopo è colpire Alex, iniziando da persone che gli sono più care. Viene infine catturato, ma fugge diabolicamente dall’ospedale ove giace gravemente ferito: il colpo di scena finale lascia il racconto sospeso, un ultimo messaggio del killer, uccel di bosco, ma sempre in prossimità delle sue vittime, mette le basi per un nuovo episodio della serie di Alex Cross.
Tutta la storia è ovviamente molto più complessa di quanto sopra accennato, ha un suo ritmo incalzante, tra teste mozzate e messaggi sempre più allarmanti del fantomatico killer che mettono a dura prova l’abilità investigativa di Cross e dei suoi collaboratori: solo in famiglia il protagonista trova un po’ di quella serenità che tuttavia, negli ultimi capitoli, verrà sconvolta dalle intrusioni del misterioso M.
Lo stile narrativo è il solito: banalmente scorrevole, piatto, senza guizzi o introspezioni psicologiche. Un piccolo passo indietro rispetto a “Beach road” del 2023, dove forse il contributo del coautore Peter De Jonge si era maggiormente imposto.
Comunque, “Nel cerchio del male” resta un buon thriller che non deluderà gli amanti del genere e, soprattutto, i fans di James Patterson.