Nel bosco
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Opinioni inserite: 7
Idea interessante ma mal sviluppata
Trovo il romanzo troppo lungo. La psicologia dei personaggi è troppo spesso preponderante sulla trama rendendo il racconto pesante, a volte inutile. L’intreccio delle due indagini, una sul presente e l’altra sul passato, è un’idea interessante ma l’indagine sul passato rimane marginale e si sviluppa più che altro nel dramma psicologico del protagonista la cui mente ha cancellato quel pezzo di passato ondeggiando fra il riemergere e lo scomparire di ricordi a volte vividi e nostalgici ma comunque non determinanti. Il risultato è che questo continuo vagare nella continua ricerca di se stesso e nella paura di ritrovarsi finisce per rompere quel filo che unisce le due indagini e che avrebbe reso il romanzo interessante fino alla fine. E infatti da un certo punto in poi tutta la suspense di questo parallelismo sparisce e il romanzo rimane monco. Ne va avanti solo una metà mentre l’altra viene abbandonata e mai più ripresa. Al punto che non si saprà mai che cosa è accaduto ai due bambini scomparsi. Questo mistero avrebbe potuto avere un senso e inserirsi in un finale senza soluzione ma solo se ci fosse stato un filo conduttore che l’avesse reso presente nel racconto fino alla fine e non solo nel continuo e astratto vagare della mente del protagonista.
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Delusione
Avendo letto la breve trama riportata dietro al libro ne rimasi davvero colpito, pensando che stessi acquistando un thriller degno di questo nome. La storia inizia, a passo lento, lo stile di scrittura risulta piuttosto pesante. Ma poi prende il via e il lettore comincia a entusiasmarsi piano piano al testo. Il rapporto tra il protagonista e la collega detective fa da cornice a una storia che, sebbene non stimolante come dovrebbe, innesca la curiosità del lettore a saperne sempre di più. E poi si arriva al punto morto. La storia si infanga. Il colpevole viene identificato ma il finale è enigmatico e sconcertante. Tanta carne al fuoco, piste sempre nuove ma totalmente irrilevanti. Il mistero che affascina il lettore nel retro del libro, all'improvviso, senza un vero perchè, viene archiviato come, del resto, viene meno l'entusiasmo di chi legge. Insomma, un libro che del thriller ha solo il nome, purtroppo.
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Decisamente...NO!
Se dovessi stilare una classifica dei libri che non mi sono piaciuti, piazzerei " Nel bosco" sicuramente nei primi posti.
La trama brevemente riportata nel retro copertina mi aveva in effetti colpito: un efferato omicidio in uno scavo archeologico celtico , un detective che proprio in quello stesso luogo aveva subito un violento trauma da bambino, tanto da non ricordare cosa fosse accaduto, le nebbie dell'Irlanda a fare da cornice alla vicenda. A prima vista sembrano esserci tutti gli ingredienti per un thriller ben costruito.
Peccato che manchi davvero tutto il resto.
Caratterizzazione dei personaggi alquanto scialba, trama piuttosto piatta e poco coinvolgente. Preferisco non addentrarmi oltre nel descrivere quelle che, a parer mio, sono le tante mancanze riscontrate.
Ciò che tuttavia più ho davvero odiato, dopo aver chiuso l'ultima pagina del libro , è stato non capire nulla di ciò che fosse avvenuto al detective da bambino, non capire in che modo la sua infanzia venisse ricollegata alle vicende raccontate ( piuttosto banali tra l'altro), nè in che cosa consistesse questo famigerato trauma tanto ricorrente.
Non ho capito tutto ciò non perchè non avessi prestato attenzione al testo. Nè è possibile sostenere che venga lasciato al lettore facoltà di immaginazione. Bensì , semplicemente, nulla viene detto in merito.
Ebbene sì. Si apre un intreccio e lo si lascia sospeso nel vuoto.
I primissimi capitoli sembrano tratteggiare una trama misteriosa e complessa per poi concludersi nel nulla più assoluto. Come se l' autrice, dopo aver iniziato a scrivere, si fosse stancata e avesse sbrigativamente concluso il tutto, senza dare spiegazioni di alcun tipo.
Se mai aveste la tentazione di acquistarlo il mio consiglio è di non farlo, a meno che non vogliate capire come NON scrivere un thriller !
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rapita
L'ho letto nell'estate 2007 e mi ha letteralmente rapita.
Ritmo serrato che ti porta a divorare il libro.
Fitta trama che io sinceramente non ho trovato così scontata.
Il finale lascia aperte molte possibilità, lasciando al lettore il compito di trovare una risposta in merito ai fatti successi nell'84.
Sotto questo punto di vista, il romanzo mi ricorda molto il film "pic nic ad hanging rock" (tratto dall'omonimo romanzo) per cui non si saprà mai cosa realmente sia successo alle protagoniste e che ti "lascia addosso", o almeno così è stato per me, un profondo senso di mi stero e curiosità... insomma: tutto da ragionare!
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Che delusione...
L'incipit del libro è molto interessante... L'autrice sapientemente collega l'omicidio di una ragazzina ad un fatto accaduto 20 anni prima, mettendo suspance nel lettore. Purtroppo andando avanti con la lettura ci si rende conto di quanto i 2 fatti viaggino su binari paralleli! La risoluzione del caso dell'omicidio della ragazzina è alquanto banale... E per giunta non si scoprirà mai cosa sia successo nell'84 ai ragazzini scomparsi nel bosco...
Peccato.
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Non si fa così Tana !
So che puo' apparire contraddittorio il mio dare voti piuttosto alti a questo libro ma sconsigliarne la lettura. La mia delusione è dovuta dal fatto che ho ritenuto veramente senza senso che l'autrice abbia creato un alone di mistero ed una suspence veramente coinvolgenti fin dalle prime righe parlando di un mistero che alla fine non chiarisce. Ho avuto come l'impressione che abbia ricamato talmente tanto intorno a cio' che alla fine qualsiasi spiegazione sarebbe risultata deludente, pertanto ha deciso di non darne nessuna. Una specie di sindrome da Twin Peaks insomma, che lascia sconcertati e fa quasi dimenticare di quanto sia stato scritto bene il libro.
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Non l'ho capito!!!
Un pomeriggio di agosto del 1984 tre dodicenni: Jamie, Adam e Peter scavalcano, come d'abitudine, il muro che separa la zona abitata di Knocknaree, per andare a svagarsi nel fitto bosco limitrofo.Per i tre ragazzini il bosco è come una seconda casa, un posto tutto per loro. Purtroppo però, quel giorno, solo Adam uscì dal bosco, sconvolto, con macchie di sangue e nemmeno un ricordo di ciò che era avvenuto a lui e ai suoi amici, misteriosamente scomparsi. Vent' anni dopo questo oscuro fatto Adam, diventato investigatore della sezione omicidi della polizia di Dublino, viene assegnato ad una caso di omicidio avvenuto a Knocknareee. Da quel momento è costretto a rivivere e ricordare gli sconvolgenti avvenimenti accaduti molti anni prima.
La trama è interessante, le descrizioni quasi perfette, peccato che, arrivati all’ultima pagina si scopre che tutto rimane in sospeso. L’autrice non dà infatti nessuna spiegazione su quanto accaduto a quei ragazzini nel 1984. Per questo motivo la mie note concernenti il contenuto e la piacevolezza sono così basse.