Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Musica dalla spiaggia del paradiso
 

Musica dalla spiaggia del paradiso Musica dalla spiaggia del paradiso

Musica dalla spiaggia del paradiso

Letteratura straniera

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Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza.



Recensione della Redazione QLibri

 
Musica dalla spiaggia del paradiso 2015-07-17 14:01:07 pirata miope
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    17 Luglio, 2015
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MARCHINGEGNI NON LUBRIFICATI

Lindqvist, emulo di King, sembra condividerne la medesima visione del male come scaturigine della psiche umana: la vita è un susseguirsi di traumi, insuperabili, provocati dall’insania altrui o dalla propria. Se incerta è l’esistenza di un Dio salvatore e redentore, sicuro è invece il potere del demone misterioso che, preso possesso delle anime, ne deturpa l’innocenza, e trasforma tempo e spazio in un delirio caotico, un ammasso confuso di sensazioni, ricordi ed emozioni che gradualmente conducono chi ne è preda alla follia. Se cosi non fosse, però gli esseri umani sarebbero «marchingegni ben lubrificati» le loro azioni sarebbero prevedibili, pertanto calcoli e simulazioni sostituirebbero letteratura ed arte. Da questo punto di vista “Musica dalla spiaggia del paradiso” è un romanzo fin troppo esemplare: un gruppo di ospiti di un campeggio vicino Stoccolma si trova all’improvviso in un luogo che rimanda a una realtà “altra”, irriconoscibile per gli occhi umani. Non ci sono alberi né sole, piove fuoco, strane creature la popolano e all’estremità dell’orizzonte una parete nera richiama e inghiotte chi vi entra. A dire vero, via via che leggi, ti addentri nelle turbe, descritte con dovizia di dettagli, dei vari personaggi, e la metafora si fa trasparente: la landa raccapricciante, il locus horridus, non è altro che l’interiorità disturbata di ciascuno di loro. Tutti rivedono li in forma di allucinazione le tracce di un passato di dolore e violenza; le canzoni degli Abba e del cantautore svedese Peter Himmerlstrand ascoltate ripetutamente alla radio fanno da controcanto, beffarda rievocazione di idilli illusori o perduti. E’ soprattutto la famiglia a generare mostri: nessuno delle vittime del “paradiso” vi si trova senza la compagnia di un coniuge/compagno odiato o disprezzato o non accettato fino in fondo. Significativo è il fatto che la figura più inquietante sia una bambina, Molly, che di quell’inferno sostiene di essere il frutto. La madre, una modella bellissima e nevrotica, stanca di lei, l’ha abbandonata in un tunnel buio dove ha subito la metamorfosi che l’ha trasformata in qualcos’altro. Come dimostra la coppia di contadini omosessuali neppure la purezza e la scoperta di un amore ricambiato salva: a chi si è limitato a negare per anni se stesso, senza nuocere ad altri, resta almeno l’unica consolazione di un attimo di dolcezza prima del precipizio.

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interessante il confronto per gli amanti dei romanzi di King
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