Moon lake Moon lake

Moon lake

Letteratura straniera

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«La luna è alta. L'acqua è alta. Anime oscure vagano sulla terra e piangono. È una vecchia poesia. Ora so cosa significa», sono le ultime parole che Daniel Russell sente pronunciare a suo padre, in una notte del 1968, poco prima di lanciarsi con la macchina nel Moon Lake. Dieci anni dopo, quando l'auto e i resti del padre vengono recuperati, Daniel scopre tra le macerie qualcosa di scioccante, destinato a scuotere la piccola città fino al suo nucleo più marcio. Il grande ritorno di Joe R. Lansdale. Un romanzo sulla scoperta del male e la fine di ogni illusione. Un capolavoro accanto a libri indimenticabili come In fondo alla palude e La sottile linea scura.



Recensione della Redazione QLibri

 
Moon lake 2022-03-27 09:53:43 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    27 Marzo, 2022
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Johnny il Creosoto

Lansdale è uno di quegli autori che, nel mezzo della sua prolifica produzione, alterna diversi lavori che rappresentano un piacevole passatempo e nulla più e altri che invece riescono a distinguersi e a lasciare un segno più profondo. Anche se non ai livelli di “Paradise Sky”- che ancora considero uno dei suoi libri più riusciti - “Moon Lake” è probabilmente uno di questi. Intendiamoci, stiamo comunque parlando di un thriller votato principalmente all’intrattenimento, ma lo metterei un gradino più in alto delle produzioni seriali che potrebbe produrre un Connelly, un Deaver, o lo stesso Lansdale nei suoi romanzi che hanno come protagonisti Hap e Leonard.
Le atmosfere che ci ritroviamo davanti in questo romanzo hanno tinte molto fosche, orrorifiche (un po’ alla King), così come inquietanti e disturbanti sono le vicende che ci ritroviamo a seguire, che un po’ portano alla mente quella prima stagione di True Detective che gli amanti del genere considerano un capolavoro irraggiungibile. In realtà, è possibile che Lansdale ne abbia tratto qualche spunto. Lo stile dell’autore è quello a cui ci ha sempre abituati: diretto, coinvolgente, reso anche evocativo dall’ambientazione che ha deciso di utilizzare e dunque arricchito di un elemento in più. Lansdale non sarà McCarthy o Roth, ma nella schiera di autori tra i quali viene collocato ha un qualcosa in più che lo pone su un gradino più alto.
Ma di cosa parla “Moon Lake”? Al centro della storia c’è proprio il lago, che molti anni prima ospitava la vecchia città di Long Lincoln, nella quale i genitori del protagonista si sono conosciuti. Un giorno, non senza preavviso ma comunque con disinteresse per le vite di chi abitava la città, le dighe vengono fatte saltare e la città viene sommersa così che New Long Lincoln possa sorgere. Tuttavia, i fantasmi di coloro che sono morti (non prendetemi in maniera letterale, non del tutto) non rimarranno sul fondo di quelle acque nere e sulla città nuova aleggeranno sempre i misteri che riguardano i responsabili di questo genocidio; un genocidio che verrà arricchito da una serie di morti che, durante gli anni, diventeranno una costante ma saranno sempre avvolte dal più profondo silenzio. La narrazione avrà inizio con la decisione del padre del protagonista di caricare le valigie in auto e andar via insieme a suo figlio, salvo poi mostrare le sue vere intenzioni: gettarsi in fondo al lago e porre fine a quella vita che, da quando sua moglie è andata via, si è svuotata di senso. Il piccolo Daniel verrà salvato da Ronnie, un’adolescente di colore, e starà a casa sua per il tempo necessario ad affezionarsi alla sua famiglia e innamorarsi della ragazza. Ma New Long Lincoln è un luogo pieno di pregiudizi razziali e dunque Daniel sarà costretto a trasferirsi da una zia con la quale non ha mai intrattenuto rapporti.
Il grosso della storia, tuttavia, si incentra sul ritorno di Daniel a New Long Lincoln, da adulto. I fantasmi del passato riemergeranno ma assumeranno una consistenza, e le ombre che si celano dietro i misteri della città dei volti, i quali ruotano intorno all’inquietante figura simbolica di Johnny il Creosoto.
Chi è amante del genere, secondo me lo gradirà.

“Siamo esattamente questo. Lasciate che vi dica cosa siete voi due, invece. Due esseri insignificanti. Incastrati in una trappola di morale, etica e luoghi comuni. Una specie di vetrina addobbata della vita. E lasciate che vi dica anche cos'è la vita. La vita non è altro che sopravvivenza. Darwin non ha scoperto che l'empatia ci ha aiutati a sopravvivere, ha scoperto che i più forti e i più determinati ci hanno permesso di sopravvivere.”

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Moon lake 2022-08-23 13:43:35 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    23 Agosto, 2022
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Caro vecchio Lansdale

Daniel ha 13 anni, la mamma è scomparsa da qualche tempo, il babbo è in difficoltà economiche e non si da pace.
Una sera con la scusa di trasferirsi altrove carica Daniel in macchina e si ferma su un ponte dove tiene al ragazzino un discorso in cui si evince che nella testa gli è entrato qualche spiffero di troppo, quindi lancia l'auto nel fiume. Daniel cerca disperatamente di tornare a galla e viene salvato da una coetanea di colore, Robbie, che era casualmente andata a pesca sul fiume col padre.
Nella cittadina di New Long Lincoln il razzismo è ancora parecchio radicato e non viene visto di buon occhio il fatto che Daniel , non avendo altri parenti, rimanga a casa della famiglia di Robbie quasi come fosse un altro figlio.
Per il ragazzo sono mesi di serenità dopo il trauma subito, finchè lo sceriffo non gli comunica di aver rintracciato la sorella della madre scomparsa: la donna è stata in viaggio in Europa a godersi l'eredità della buonanima del marito ma sta tornando in America per prendersi cura del nipote.
Poco tempo dopo Daniel viene portato da lei in un'altra città, la donna non è un esempio di amore e vede Daniel come un onore di cui farsi carico ma gli assicura comunque un tetto sotto cui stare e lo cresce facendolo studiare.
Alla sua morte Daniel vorrebbe iniziare una nuova avventura, anche perchè il giornale per cui lavora chiude i battenti e arriva inaspettata la telefonata dello sceriffo di New Long Lincoln : grazie alla secca del fiume è stata finalmente ritrovata l'auto con cui suo padre vi si lanciò dentro, all'interno c'è il cadavere dell'uomo ma non solo...
Daniel torna nella cittadina in cui è cresciuto per sbrigare quella che sembrerebbe una formalità ma si ritrova immischiato in qualcosa di vasto e terribile: la cittadina ha segreti che non vorrebbe venissero svelati e lui sta inevitabilmente ficcando il naso dove non dovrebbe.
Tornano i temi cari a Lansdale (il razzismo, l'amicizia, la giustizia...) e torna soprattutto il suo stile inconfondibile fatto di metafore a dir poco colorite che renderebbero godibile anche la sua lista della spesa in un romanzo che è un pò un noir dove di notevole non ci sono la trama o i colpi di scena ma il modo in cui sono raccontati. Bentornato vecchio Joe.

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Moon lake 2022-08-16 12:49:58 Lonely
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Lonely Opinione inserita da Lonely    16 Agosto, 2022
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La sirena nera

Danny ha quattordici anni, la mamma è scomparsa e il padre è disoccupato e in depressione. Una notte il padre decide di farla finita, carica Danny in macchina, accanto a lui, e si lancia a tutta velocità nel lago, il Moon Lake. Il padre è spacciato, ma Danny viene inaspettatamente salvato, a suo dire, da una “sirena nera”, una ragazza di colore che aveva assistito alla scena.
Danny rimasto solo, con l'unica zia al momento irraggiungibile, viene affidato alla famiglia di Ronnie, la ragazza che gli ha salvato la vita. La nuova vita con loro è una bella esperienza per lui, qui scopre l'amore e il conforto che non ha mai trovato nella sua famiglia. Ma purtroppo l'affidamento finisce e lui torna a vivere con la zia, unica parente rimastagli, con la quale non va d'accordo, ma ormai è grande e segue la sua strada e diventa un giornalista.
Dopo dieci anni però è costretto a tornare a Moon Lake perché viene ritrovata l’auto e i resti di suo padre e così il passato si ripresenta e chiede il conto.
Più che un giallo, questo romanzo, è un mistery, il ritorno di Danny a Moon Lake è la ricerca spasmodica di una spiegazione all'atto estremo di suo padre e a cosa sia effettivamente accaduto a sua madre. Ma il romanzo non è intimista, anzi, indagando, Danny scopre casualmente, un'assurda malavitosa gestione della vita locale, che non ha niente a che fare col suo dramma personale: rimane coinvolto in una rete di intrighi e malaffari di tre loschi e paradossali personaggi che truffano i cittadini per lucro.
Personalmente anche se all'inizio era promettente, il romanzo alla fine non è stato di mio gradimento; lo stile è a tratti sgradevole, turpiloqio immotivato, e descrizioni volutamente orrorifiche, (come la scena dei topi intorno all'uomo torcia!) solo per creare aspettativa e tensione. Ma tutti questi eventi sono così caotici e pretestuosi che la suspence un po' si perde, se pur c'è mai stata, e tutto si risolve poi come in quei film che si dilungano e sembrano non avere mai fine per poi finire invece tutto in fretta e furia, lasciando lo spettatore spiazzato.
Peccato perchè ne avevo letto bene, ma si sa, ogni lettore ha i suoi gusti!

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