Maigret e le persone perbene
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Maigret e le persone per bene
Per avventurarsi nel mondo dei gialli da profani e coglierne tutti i lati positivi Simenon è un buon inizio. Il suo stile così asciutto e descrittivo al punto giusto ipnotizza e incolla alle pagine, non lasciando scampo; così veloce e accattivante, il ritmo, da far trascorrere il tempo in modo veloce e sereno; la scoperta dell'assassino è un finale, come potrebbero essercene tanti altri: è un giallo e questo è il suo scopo.
Ciò che rende questo autore così gradevole è la capacità innata di riuscire a conciliare il mero delitto alla descrizione di un'atmosfera, di un mondo.
Nel caso specifico sono delle persone per bene ad essere colpiti dalla disgrazia e il mondo borghese è evocato in modo reale e il lettore, insieme a Maigret, si identifica in quelle persone a tal punto da rifiutare che possa essere accaduto loro una tragedia così grande come un omicidio, perché se così fosse potrebbe accadere a chiunque e questo è un pensiero che non deve mettere radici.
Se l'inizio del racconto, attraverso uno stile minimalista, che mette in luce il lato borghese di Maigret, è pervaso di un' ovatta che attutisce i suoni e i rumori generando un'ansia tipica di quando si empatizza con qualcuno, la rassicurante penna di Simenon, però, riesce piano piano a scardinare questo scrigno protettivo disintegrando quell'aura di perfezione così irritante; la cosa particolare è che non lo fa con eventi straordinari, ma con schegge impazzite che possono esistere, ma che sfuggono al controllo.
Il giallo in sé è atipico, non ci sono elementi nascosti che posso far intuire il colpevole, è la forza della disperazione di Maigret che gli fa seguire anche le piste più improbabili, in un' estenuante ricerca di indizi che alla fine, ma solo alla fine, porterà i suoi frutti.
Infine i personaggi, sono caratterizzati così bene che sembra di vederli, sia i principali che i secondari, con pochi tratti se ne comprende la psicologia e l'emotività.
Un buon giallo per trascorre qualche ora in piacevole compagnia.
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Un romanzo insolito
“Maigret e le persone perbene” è un romanzo straordinariamente insolito. Parigi è sempre la stessa, quella del commissario, del Quai des Orfèvres (il palazzo di giustizia) e delle birre tracannate nei fumosi bistrot. Questa volta Maigret è alle prese con un inspiegabile delitto commesso in un appartamento dell’alta borghesia parigina. Un uomo perbene, senza nemici, amato da tutti, una situazione familiare impeccabile, una vita discreta e lontana dai pettegolezzi, viene freddato da un colpo di pistola mentre è seduto sulla sua poltrona. Tutti sono indiziati. La moglie, quasi un’antica matrona romana, la figlia adorata, il genero affermato pediatra, tutte persone “perbene”, con la loro vita perfetta e senza macchie. E’ un romanzo strano, dove ci si snerva insieme allo stesso Maigret, che trova insopportabile la noiosa e finta vita di questi personaggi. Per essere un romanzo giallo in realtà non succede nulla ed è questa la stranezza che affascina. La vicenda innervosisce, si comincia a odiare gli indiziati così patetici, noiosi e prevedibili, così perfetti, così perbene appunto, tanto da continuare a chiedersi chi possa mai aver ucciso un uomo così tranquillo e insipido.
La soluzione del dilemma mi è sembrata un po’ forzata, più frutto dell’acume e di un’invenzione estemporanea di Maigret che derivante da un ragionamento logico.
“Maigret e le persone perbene” è un romanzo in cui non ci sono improvvisi colpi di scena ma che appassiona nella stessa maniera, grazie alla perfetta e molto acuta delineazione psicologica dei protagonisti.