Macbeth
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Recensione della Redazione QLibri
Il commissario Macbeth
Jo Nesbo fa il suo ritorno in libreria con un thriller-poliziesco apertamente ispirato all'opera shakespeariana omonima.
Lo stile di Nesbo è il solito: molto fluido e scorrevole, avvolgente, efficace. La storia che va a raccontare pone le sue basi nellla tragedia alla quale si ispira, adattandola ad un contesto tutto nuovo e con delle aggiunte necessarie a offrire qualcosa di nuovo, senza tuttavia snaturare quello che è il perno principale, il tema su cui è costruita l'opera del bardo e che si incarna nella figura di Macbeth: l'ambizione.
Che dire, Nesbo è sicuramente un grande scrittore di intrattenimento, che comunque non tralascia del tutto l'introspezione dei personaggi e i discorsi più impegnativi; tuttavia il fatto di doversi attenere a delle linee guida e il non potersi allontanare troppo dalle basi che reggono il Macbeth originale, lo hanno costretto a qualche forzatura di troppo. Almeno così mi è parso. Oltretutto, nonostante i personaggi siano caratterizzati abbastanza bene, non posso dire che siano indimenticabili.
Insomma "Macbeth" è un libro piacevole, ma posso dire di aver letto di aver letto opere di questo genere nettamente superiori, come il "Corruzione" di Don Winslow, con il quale ho trovato anche qualche somiglianza.
Macbeth è il capo della SWAT in una città segnata dalla piaga delle gang e degli spacciatori di droga. Il degrado che avvolge le strade come una bolla è stato accentuato dal vecchio commissario capo Kenneth, uomo corrotto e al soldo dei boss della droga, tra cui spiccano Sweno ed Ecate, due personalità perennemente in lotta. Alla morte di Kenneth, diventa commissario capo Duncan (analogo del Re Duncan shakesperiano, ovviamente), un uomo buono che promette di estirpare la corruzione e i mali che affliggono la città da troppo tempo, ormai. Per la prima volta, c'è un barlume di speranza.
Durante una retata organizzata contro la banda di Sweno, Macbeth e un altro agente, Duff, si rendono protagonisti e riescono a sbattere in galera molti dei componenti della gang, anche se il loro capo riesce a far perdere le sue tracce. Almeno, nella versione ufficiale.
Di qui, partiranno una serie di giochi di potere: Duncan vedrà in Macbeth, uomo che viene dalla strada, uomo del popolo, la persona giusta per occupare una posizione di alto rango, una posizione che di norma sarebbe spettata a Duff. Completamente spiazzato da quella posizione di potere appena acquisita, in Macbeth si sveglierà l'ambizione che l'ha reso famoso, fomentata dalla sua amante Lady, proprietaria di un casinò d'alta classe e grande stratega. Con l'aiuto di Ecate (che vuole farne la sua marionetta), Macbeth comincerà la sua scalata al potere che, se avete letto l'opera shakespeariana, avrà l'epilogo che conoscete (anche se con una sorpresa che lascerà spazio a un seguito, forse), seguendo una scia di sangue, tradimenti e fame di potere.
"Un uomo ha una resistenza limitata, prima o poi finisce con l'infrangere i giuramenti che si è fatto tatuare e con il fare cose che credeva inconcepibili. Perché la fedeltà eterna non appartiene agli uomini, ma il tradimento sì."
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Un'anima nera
Thriller moderno che racconta la storia di delitti sotto una luce diversa. Nel senso che, mentre in un thriller normale, lo scopo per un investigatore è trovare l’assassino, qui, fin dall’inizio è chiaro che il focus dell’autore è l’anima nera dell’investigatore protagonista, Macbeth. Schiavo degli stupefacenti, della cosiddetta “miscela”, che lo rende instabile ed imprevedibile. Schiavo della sua Lady, che lo porta ad azioni criminose. Schiavo della sua sete di potere. Un personaggio estremamente cupo e negativo, che fa di questo libro un libro sporco e che fa riflettere su quanto il potere può affascinare le persone e spingerle oltre ogni limite.