Lontano da Cuba
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José Latour è nato nel 1940 a Cuba, dove ha vinto il suo primo premio letterario all'età di tredici anni. 'Lontano da Cuba' è il suo settimo romanzo, e il primo scritto in inglese: dopo una partenza in sordina, il libro ha riscosso in America una grande attenzione critica ottenendo una nomination all'Edgar Award e i diritti sono stati venduti in Inghilterra, Germania, Francia, Olanda e Giappone. Latour vive all'Avana ed è presidente della sezione latino-americana dell'International Association of Crime Writers.
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UN BEL POLIZIESCO VECCHIO STILE
Ecco un bel poliziesco all'americana scritto come si deve: ritmo, azione, caratterizzazione accurata del sottobosco criminale di Miami, discreto approfondimento psicologico, assenza di buonismo, un pochino di sesso e un finale che non lascia l'amaro in bocca.
Non sono necessariamente questi gli ingredienti che desidero assolutamente in una crime story però servono a costruire un tipo di poliziesco che mi piace molto e mi lascia soddisfatto pur non essendo l'unico che sono in grado di apprezzare.
Avevo un piccolo timore prima di cimentarmi con la lettura, temevo che il fatto di essere cubano portasse l'autore a conferire un tocco esageratamente "etnico" al suo romanzo e, invece, non è stato così, anzi: la sua storia, che di per sé sarebbe già stata un bell'esempio di giallo americano classico, ne ha tratto giovamento poiché ci ha guadagnato un delicato flavour caraibico che non è mai preponderante ma sfumato, un vero e proprio arricchimento garbato della già piacevole trama.
Cos'è per me un classico giallo all'americana? Quel genere di poliziesco che possiede le caratteristiche elencate all'inizio della recensione e che risulta privo di particolarità che sento come più moderne: morbosità e crudezza eccessive, forte presenza della tecnologia, figure di serial killer, personaggi con troppe "paturnie", etc.
Invece in questo libro si delinque, si spara, ci si vendica, si scappa, gira qualche bella ragazza e si viola allegramente la legge senza le complicazioni che, talora, certi autori amano inserire nelle loro storie: alle volte è proprio vero che ciò che serve per creare un bell'intreccio è molto semplice, la difficoltà, caso mai, consiste nel saper utilizzare sapientemente gli ingredienti per trarne un bel risultato.
Capolavoro assoluto? No, non stiamo parlando de "Il nome della rosa" o di uno dei migliori Jeffery Deaver, però difficilmente si resterà delusi.
Da non leggere prima di partire per una vacanza cubana: infatti, le descrizioni che Latour fa delle ristrettezze economiche e politiche in cui vive la popolazione dell'isola fanno un po' scemare l'entusiasmo per questo posto teoricamente da sogno.