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New York, 2005. Mitch e Abby McDeere vivono a Manhattan. Socio del più grande studio legale del mondo lui, editor di libri di cucina lei, due figli piccoli, sembrerebbero una coppia di successo come altre, se non fosse per il loro incredibile passato. Mitch è infatti l'indimenticato protagonista de "Il socio", il legal thriller che ha lanciato la straordinaria carriera di John Grisham. All'epoca giovane avvocato di belle speranze, Mitch aveva smascherato i crimini dello studio legale Bendini di Memphis presso il quale lavorava ed era riuscito a fuggire dagli Stati Uniti con Abby facendo perdere le sue tracce. Quindici anni dopo, Mitch è nel suo nuovo prestigioso ufficio al quarantottesimo piano di un grattacielo di Manhattan intento a guardare Battery Park dall'alto della sua nuova posizione. Ancora non sa che di lì a pochi giorni lo attende una sfida senza precedenti. Uno stimato socio romano gli chiede di aiutarlo in un delicato caso internazionale che vede coinvolto un importante cliente turco in Libia. Mitch parte immediatamente per Roma e, in poco tempo, si ritrova al centro di un sinistro complotto che ha implicazioni a livello mondiale e mette in pericolo i suoi colleghi e, soprattutto, la sua famiglia. Maestro nell'anticipare le mosse dei suoi avversari, questa volta non ha modo di nascondersi: la vita di una giovane donna è nelle sue mani. Da New York a Roma, passando per Londra, Ginevra, Tripoli, Istanbul, Grand Cayman e Marrakech, John Grisham conduce il lettore in un viaggio adrenalinico attraverso i continenti in un pericoloso conto alla rovescia.



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Lo scambio 2024-02-21 17:19:46 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    21 Febbraio, 2024
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Chi si rivede!

Lo avevamo lasciato parecchi anni fa in fuga da una gang di mafiosi, e ancora peggio da un intero studio di avvocati furiosi. Eccolo ricomparire quindici anni dopo, ripulito, molto più ricco ma ancora con quella sua capacità di infilarsi in guai più grossi di lui. Ha inoltre il merito di aver dato il via alla carriera di John Grisham grazie al successo internazionale de "il socio". Si tratta di Mitch McDeere, che dopo quindici anni dal momento in cui è stato contattato dall'FBI è diventato socio di un importante studio di Manhattan che ha sedi in tutto il mondo. Proprio gli interessi di un cliente turco lo portano dapprima in Libia e poi in giro per il mondo in quello che, partito come un legal thriller, diventa un libro di azione con tanto di complotti internazionali. Per una persona come me abbastanza abitudinaria, questo libro è stato una mezza delusione. Lo scrittore non si discute, la sue descrizioni sono sempre chiare, credibili e coerenti. la trama è ricca, i personaggi sono convincenti . Però io da Grisham mi aspetto tribunali del profondo sud degli Stati Uniti, battaglie legali, giurie e prove dell'ultimo minuto. Questo intrigo internazionale, poi mi è sembrato un po' forzato, lontano da quelli immaginati da altri scrittori che si sono specializzati in quel settore. Insomma, non è il suo.

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Lo scambio 2024-02-19 14:46:30 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    19 Febbraio, 2024
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Il “Socio” e il terrorismo

New York, 2005: Mitchell “Mitch” McDeere, conduce una bella vita: è socio dello studio legale Scully & Pershing “il più grande del mondo”; ha una bella moglie (Abbie) che ama e da cui è riamato; ha due bambini magnifici, bravi, spigliati e intelligenti; vive in un lussuoso appartamento a Manhattan dove, quasi tutte le sere, chef stellati vengono a cucinare piatti sopraffini (le cui ricette dovranno essere inserite nei libri di cucina di cui Abbie è editor). Insomma s’è buttato alle spalle il passato e il fatto che, circa quindici anni prima, aveva rischiato la galera e, fors’anche, la vita, quando l’FBI aveva messo gli occhi sullo studio Bendini dove era stato da poco assunto, per sospetti legami con la mafia.
Però il destino tornerà a bussare alla sua porta mettendolo, di nuovo, in una terribile situazione dove lui e tutta la sua famiglia rischieranno personalmente a causa di terroristi islamici.
Mitch è stato incaricato di occuparsi di una scabrosa controversia, sottoposta al giudizio di un collegio arbitrale internazionale, che vede contrapposti la grande società turca Lannack e il governo libico per centinaia di milioni di dollari di compensi non pagarti per un ponte nel deserto, voluto dalla megalomania di Gheddafi. Per preparare la difesa si recherà a Tripoli al fine di supervisionare le opere di cui è causa. Lo accompagnerà la bella Giovanna Sandrone, figlia dell’avv. Luca, socio romano di Scully & Pershing. Lui, malato terminale, non è più in grado di seguire dappresso il cliente turco nella complessa vicenda, la figlia, invece, per ora impiegata nella sede londinese della Scully & Pershing, s’è stancata del noioso lavoro d’ufficio e vuole vivere un po’ d’avventura. Troverà pane per i suoi denti.
Infatti, mentre Mitch è bloccato in ospedale a Tripoli per una fastidiosa intossicazione alimentare, Giovanna decide di partire ugualmente per il deserto, accompagnata dalle guardie del corpo dell’impresa turca. Non arriverà mai al cantiere: la scorta sarà brutalmente trucidata e lei rapita da un ignoto gruppo sovversivo nemico del leader libico.
Per la sua salvezza i rapitori chiederanno una cifra assurdamente alta che il pur ricco studio Scully & Pershing non può pagare. A quel punto Mitch sarà costretto a una angosciosa gara contro il tempo per trovare il denaro per il riscatto e salvare la vita a Giovanna, mentre i terroristi mostreranno periodicamente di quanta ferocia siano capaci.

Grisham torna a utilizzare il personaggio di Mitch McDeere, che era stato il protagonista del romanzo che gli aveva dato notorietà mondiale (“Il Socio”), per una nuova avventura adrenalinica. Questo libro, lasciate sullo sfondo le questioni giudiziarie, tratterà soprattutto delle difficili questioni dei rapimenti e dei relativi riscatti; in particolare: sin dove è lecito spingersi per salvare la vita di una persona? Quanti e quali sforzi sono moralmente legittimi se, in futuro, essi significheranno mettere a repentaglio molti più esseri umani?
L’abilità dell’A. di congegnare un intreccio avvincente e ben progettato è al di fuori da ogni dubbio e questo libro non fa che confermare le sue abilità di narratore. Tuttavia, a mio avviso, il risultato non è pienamente soddisfacente; siamo ben lontani dai fasti delle primissime opere dello scrittore americano e, forse, si pareggia solo il valore, non sempre eccelso, delle più recenti.
Nonostante il ritmo concitato della narrazione e l’agitazione con la quale Mitch salta da una costa all’altra dell’Atlantico e a parte l’episodio del rapimento che giustifica il racconto, il libro è privo di reale azione e di colpi di scena. Procede lineare verso il suo prevedibile epilogo senza che i protagonisti, e per essi il loro autore, abbiano un guizzo di inventiva per dare una svolta ingegnosa e interamente appagante alla storia. Senza voler svelare il finale, posso comunque dire che l’ho trovato piuttosto deludente, piatto e scarsamente appassionante. Anzi, sotto certi rilievi (che non posso precisare per evitare spoiler) m’è sembrato pure moralmente inaccettabile e, comunque, indigesto per la mia coscienza.
Anche l’utilizzo del personaggio dell’avvocato McDeere non ha alcuna reale giustificazione nella trama e sembra, più che altro, un’esca per catturare i lettori affezionati ai romanzi d’esordio. I primi capitoli, tra l’altro, servono solo a farci sapere cos’è accaduto a Mitch dal momento della sua fuga con gli svariati milioni sottratti alla mafia e prima della sua assunzione presso il mega studio legale. Però sono del tutto inutili e defatiganti ai fini della storia principale.
Il meccanismo narrativo, ben rodato, continua a funzionare e, se ci limitiamo a farci travolgere dalla vicenda, coinvolge, ma non è chiaro dove ci voglia condurre. Detto brutalmente: il resoconto di una transazione giudiziaria avrebbe lo stesso impatto emotivo, se la posta in gioco fosse la vita di una persona.
Ho apprezzato abbastanza la descrizione di noi italiani da parte di un americano: è priva dei soliti banali stereotipi e dà una visione abbastanza corretta dei nostri stili di vita. Evidentemente i lunghi soggiorni da noi di Grisham hanno avuto qualche benevolo effetto. Al contrario m’è parsa assai meno piacevole e, sotto molteplici risvolti, assai poco credibile, l’invenzione dell’ipertrofico studio legale, pletorico e autoreferenziale. Una struttura che pare agire con mezzi e poteri non troppo dissimili da quelli di uno Stato sovrano o di una pervasiva multinazionale, ma con risultati assolutamente deludenti se non proprio penosi. Anche molti dei personaggi di contorno sembrano sopra le righe ed eccessivi.
Inoltre ho il vago sospetto che l’A. abbia peccato in più di un anacronismo, soprattutto quando dota i terroristi di tecnologie e capacità oggi, magari, disponibili con certa ampiezza, ma che, vent’anni fa, erano a stento in uso presso le maggiori superpotenze statuali.
In conclusione si tratta di un romanzo non totalmente disprezzabile, ma sicuramente lontano dalle aspettative.

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Lo scambio 2023-11-13 14:41:14 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    13 Novembre, 2023
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Un sequestro da cento milioni di dollari.

Romanzo potente, affascinante, che mette in luce ancora una volta l’abilità narrativa di un maestro indiscusso del legal thriller, John Grisham. Il protagonista è l’avvocato Mitch McDegree, già noto per aver smascherato ne “Il socio” dello stesso autore uno studio legale di Memphis coinvolto in attività criminali. Molti anni dopo, Mitch è figura di spicco in uno dei più affermati studi legali di New York, Scully&Pershing, con centinaia di avvocati e filiali in tutto il mondo. La storia inizia con la richiesta di aiuto da parte di un associato di Roma, Luca Sandroni, per risolvere un caso intricato: un cliente turco titolare di un’importante impresa edile ha costruito in Libia, governata dal colonnello Gheddafi, un maestoso ponte nel deserto a più corsie, una follia nel nulla (si spera in una fantomatica sorgente sotterranea), ne attende il pagamento (centinaia di milioni di dollari) che Gheddafi rifiuta. Luca ricorre all’amico Mitch, che giunge a Roma, studia il caso, decide di recarsi in Libia per visionare la costruzione ma un’intossicazione alimentare ne impedisce la partenza: al suo posto partirà Giovanna, figlia di Luca e giovane avvocata della filiale di Londra.
La vicenda entra nel vivo: durante il viaggio nel deserto, una banda di terroristi blocca la vettura, sequestra Giovanna e si dilegua. Mitch torna in America sconvolto, si confida con la moglie Abby che avrà in seguito un ruolo di primo piano: è infatti con lei che i rapitori iniziano a trattare, chiedendo una prima volta cento milioni di dollari per la liberazione dell’ostaggio, poi dieci entro pochi giorni come anticipo. Inizia una angosciosa corsa contro il tempo, anche perché i rapitori hanno occhi dappertutto, sanno tutto di Mitch e della sua famiglia, costretta a fuggire dalla città per rifugiarsi in un’isola remota sulla costa atlantica. Il thriller non ha un attimo di tregua: la ricerca disperata di una somma così considerevole mette a dura prova le capacità di Mitch di trattare, ricercare, supplicare un aiuto, lo costringe a viaggiare più volte in Italia (Giovanna è figlia di Luca) e in Inghilterra (Giovanna è socia nella filiale inglese), in Turchia per sollecitare la pratica di riscossione del pagamento dovuto alla ditta di costruzioni. I terroristi intanto incendiano le sedi di Atene e Barcellona dello studio legale e inviano filmati di uccisioni e decapitazioni: la stessa sorte toccherà alla donna rapita se il pagamento non avverrà entro la data stabilita.
Naturalmente tutto è bene ciò che finisce bene. Abby dovrà volare a Marrakech, Mitch alle Isole Cayman, ben noti paradisi fiscali, a depositare una somma raccolta con grande fatica e da diverse fonti. Non dallo studio legale miliardario Scully&Pershing, eclissatosi nei momenti più difficili con motivazioni pretestuose. Per questo Mitch non ne vorrà più far parte e rassegnerà le sue dimissioni.
La trama del romanzo indubbiamente coinvolge il lettore, che non può non seguire emotivamente le vicende di Mitch e di Abby, alla frenetica ricerca di una soluzione: il tempo scorre inesorabile, le situazioni sono le più disparate, dall’incontro con personaggi autorevoli disposti a collaborare a riunioni con autorità che ascoltano per dovere professionale ma non intendono essere coinvolte in un complesso caso internazionale e per una somma di denaro così elevata. Più Paesi sono interessati, e per ognuno di essi Grisham dimostra una profonda conoscenza di usi e abitudini. Superfluo aggiungere che, laureato in legge e valente avvocato, John Grisham mostra un’invidiabile dimestichezza con vicende che coinvolgono studi legali di alto livello dove si lavora abitualmente sedici ore al giorno, il denaro scorre a fiumi e la competizione è ai massimi livelli; per i non addetti ai lavori, certi argomenti forse non sono di facile comprensione attenuando in alcune pagine la piacevolezza del racconto. Questa è forse l’unica pecca della narrazione, anche se la componente “thriller” è molto avvincente, una corsa
contro il tempo ricca di sorprese e colpi di scena.
Si consiglia senz’altro la lettura.




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