Letto di ossa
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Ai ai ai Kay , mi stai invecchiando.
Nuovo caso per Kay Scarpetta, solito modus: un cadavere ,un mistero da risolvere, un pazzo psicopatico disturbato che provoca la nostra coroner preferita.
Per chi segue le opere di Patricia Cornwell è ovviamente impossibile sottrarsi alla lettura di questo ultimo prodotto, ma si sa, dopo 20 anni non possiamo pretendere lo standard di Post Mortem e de La Fabbrica dei Corpi.
La sensazione in questo ultimo romanzo è che la cara Patricia abbia stretto un contratto pubblicitario assai vantaggioso con le più famose marche americane! Nei primi capitoli infatti c’è uno sfoggio esagerato di Iphone, Ipad, Ipod e tutto ciò che la gamma della Mela può offrire, applicazioni incluse.
La Kay , ormai ultra cinquantenne, si rivela una bella signora di mezz’età che non si fa mancare nulla, e adora descrivere l’opulenza di cui si circonda: begli arredi, vini costosi,abiti raffinati, e lo stesso vale per chi le ruota intorno, vedi la nipotina Lucy, invariabilmente seduta sempre su qualcosa di esageratamente costoso: elicotteri, Maserati e/o Ferrari. Dite una marca caso, e Lucy Farinelli ce l’ha.
Purtroppo i tempi della liason focosa con Benton sono finiti, e mi viene un po’ difficile oggi immaginarmi la Signora Scarpetta preda degli ormoni a causa del suo giovane assistente…
Lo stesso discorso vale per Benton, eppure in questo romanzo non mancano le scenate di gelosia e il serpente del tradimento che striscia tra la nostra attempata coppia…
Per fortuna oltre a questi superflui e un po’ ridicoli elementi che fanno tanta gassosa c’è anche un cadavere e un caso da risolvere.
Kay deve ripescare dalla Massachusetts Bay un cadavere appunto, e non ci facciamo mancare le attrezzature di primissima qualità e l’imbarcazione che quasi sembra uno yacht , il tutto descritto con dovizia di particolari e un pizzico di boria.
Inoltre, a questo povero cadavere purtroppo si è impigliata una rara tartaruga marina.
Ora, la verità, ‘sta tartaruga non c’entra assolutamente nulla , non è rilevante per la risoluzione del caso, ed è un “ostacolo” alquanto noioso ed inutile.
Metà libro è incentrato sul ripescaggio del cadavere e sul salvataggio della tartaruga.
Mi sono ritrovata a sperare che la tartaruga si trasformasse in un terrificante mostro marino e divorasse Kay e cadavere. Che cavolo c’entra? Bho, comunque mi sono fatta una cultura pure sulle tartarughe marine in via di estinzione.
Finalmente recuperato questo povero corpo, e salvata sta tarta, ci ritroviamo nella sala delle autopsie, in cui le descrizioni dei processi autoptici sul cadavere, se fino a qualche romanzo fa erano fluidi e semplici, sono diventati lunghi, complessi ed esageratamente dettagliati, troppi tecnicismi che annoiano.
Inquietante, oserei dire, la corrente erotica che scorre tra la signora Scarpetta e il giovane assistente mentre sezionano sto corpo rinsecchito...
Un appunto anche sulla figura di Pete Marino, che sale e scende nella scala delle bassezze a seconda dell’umore della Cornwell evidentemente: in questo romanzo lo vediamo di nuovo sciatto, ubriacone, triste e solo.. tutti i progressi fatti anni fa sono andati a farsi benedire con l’avvento di Twitter, a quanto pare.
La risoluzione del caso è deludente, e non posso purtroppo aggiungere nulla senza rovinare la presunta suspance che dovrebbe caratterizzare il romanzo.
Se per i fan della Cornwell “Letto di Ossa” è inevitabile, coloro che ancora non sanno di cosa sto parlando possono invece evitarlo allegramente, e magari leggere la Scarpetta di anni fa, quando era ancora simpatica, avventurosa e promiscua.
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BENTORNATA KAY!
Nel corso degli anni ho letto tutto della Cornwell, mi è sempre piaciuto il personaggio di Kay Scarpetta e le vicende ad esso correlate.
Una nuova indagine rimette sul campo, la stessa Scarpetta, il marito Benton Wesley, l’investigatore Pete Marino e la nipote Lucy, tutti coinvolti in modi e tempi differenti nella soluzione di tre diversi casi di omicidio di donne, apparentemente senza punti di contatto tra loro..
Non mi dilungherei particolarmente su parti della trama, che, per chi ama questo genere di letture, si svolgono sempre secondo lo schema: ritrovamento del/dei corpo/i, autopsia, indagine e soluzione, ma sulle impressioni e commenti del lettore.
Riconosco lo stile di scrittura della Cornwell, sempre ricco di particolari, che descrive minuziosamente azioni, tecniche di indagine, ma anche vicissitudini e stati d’animo degli stessi personaggi. Sempre molto attenta alla costruzione della storia, basando il suo scrivere su ricerche approfondite legate ai temi trattati (e questo mi piace molto!).
Non è un libro con un autore che scrive, ma si capisce che non sa di cosa scrive…. (quanti ne girano ultimamente?!)
Avere di nuovo a che fare con Scarpetta e C. è come ritrovare “vecchi amici”, che non vengono tratteggiati dall’autrice sempre seguendo i medesimi clichè in ogni libro, ma vanno incontro ad evoluzioni caratteriali e comportamentali, non sempre positive,ma proprio per questo più realistiche.
Abbiamo così una Kay Scarpetta in piena crisi di mezza età, che prova attrazione per un giovane anatomo-patologo assunto da poco, che sembra cerchi una confidenza diversa da quella professionale; la grande dottoressa proietta sul marito le proprie frustrazioni e debolezze, manifestando gelosia nei confronti di una giovane collaboratrice di Benton stesso.
Abbiamo Marino che cerca conforto alla propria solitudine attraverso conoscenze instaurate per via telematica, non disdegnando talora qualche bicchierino di troppo…
C’è la nipote Lucy che riallaccia i rapporti con un passato amore, ma che non confida nulla a zia Kay fino all’epilogo.
Personalmente il libro mi ha conquistata più per le evoluzioni dei “soliti” personaggi che per la vicenda in sé, che assume un ruolo di secondo piano, con un omicida del tutto inesistente.
Quindi meno colpi di scena da parte dei “cattivi” e più curiosità nei confronti dei nostri cari vecchi amici, hanno reso la lettura piacevole e sicuramente scorrevole.
Mi viene proprio da dire: “Bentornata Kay” mi piaci sempre tanto!!
Buona lettura
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Scarpetta alle origini
Per questa ventesima avventura di Scarpetta, Patricia Cornwell torna alle origini, sia come costruzione della trama sia per le dinamiche dei personaggi. Il plot è abbastanza lineare, donne scomparse, mutilate, mummificate, l'ombra di un serial killer, il tutto, come consuetudine della Cornwell, con descrizioni precise (qualcuna un pochino ostica) ma perfettamente integrate nella storia, senza che si crei l'effetto "manuale d'istruzioni" che in passato aveva funestato qualche suo libro. Uno dei piaceri maggiori è ritrovarsi di nuovo in compagnia di Scarpetta come l'avevamo conosciuta...forte, determinatata, eccezionale al tavolo autoptico, e nel contempo molto umana con i suoi dubbi e le sue paure. A differenza dei libri precedenti, a parte un breve riferimento marginale ad un fatto capitato ne "Il Libro dei Morti", la trama è godibilissima anche per chi non ha mai letto una storia di Kay Scarpetta.