Le avventure di Sherlock Holmes
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 6
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Sherlock Holmes day by day
Dodici racconti più o meno brevi nella nebbiosa Londra di fine XIX secolo; dodici avventure del più famoso investigatore della storia della letteratura, che ci consentono di inquadrarne meglio la personalità e i metodi di indagine; dodici storie nelle quali le abilità deduttive di Holmes saranno esibite con malcelata compiacenza al sempre presente e solidale, ma stupito dott. Watson, il quale, da attento e scrupoloso biografo, non mancherà di sottolineare ogni arguta deduzione dell’amico.
Dopo i due romanzi di esordio (“Uno studio in rosso” e “Il segno dei quattro”) Sherlock Holmes torna a riproporsi ai suoi lettori in questa collana di episodi ove i crudi omicidi fanno solo saltuariamente comparsa mentre, più spesso, l’investigatore di Baker Street si trova a doversi confrontare con problemi apparentemente banali, quali uno scabroso scandalo politico da evitare, misteriose sparizioni di persone da ritrovare, rocamboleschi furti da sventare, enigmi più terra terra ma sempre stimolanti per la sua mente in continua ricerca del rovello da risolvere per sfuggire all'odioso tran-tran quotidiano.
Non tutti i generi letterari sopportano di essere trattati sulla breve distanza del racconto e, tra di essi, la storia poliziesca è tra quelle che più soffrono della compressione in un numero esiguo di paragrafi. Soprattutto sono pochi gli autori che riescono a esprimersi bene sia nel romanzo, lungo e articolato, che nel racconto ove le ambientazioni e le trame debbono essere delineate in poche frasi chiare ed evocative, ove la necessità di sintesi è tiranna, ma anche severa castigatrice di ogni inutile dilungarsi, di ogni descrizione superflua.
Però Conan Doyle in questa collana dimostra di sapersi destreggiare benissimo anche nelle storie brevi, anzi, forse più che nei romanzi riesce a essere incisivo e accattivante. Senza tergiversare, offre al lettore racconti agili e gradevoli che conservano la loro freschezza anche a centotrent’anni dalla loro pubblicazione. Così — pure se molte di queste storie hanno fornito più di uno spunto per riduzioni cinematografiche o televisive e, quindi, la sorpresa finale ne risulta smorzata — rimangono letture piacevoli e distensive da godere ognuna in un’unica seduta di lettura. Poi si possono facilmente perdonare all’A. quelle saltuarie ingenuità naif, quelle semplificazioni, quegli snobismi e quel settarismo vagamente lombrosiano, in cui talvolta ci si imbatte, ma che sono così tipici della borghesia inglese di fine XIX secolo e, quindi, aiutano a creare quell’aura fin de siecle e a calarsi ancor meglio nelle atmosfere descritte.
Insomma chi ama quel formidabile sodalizio non potrà fare a meno di leggere anche questa raccolta.
Indicazioni utili
Dietro una macchina c'è sempre un uomo
I 12 racconti che Doyle mette in scena in questo libro, sono 12 casi estremamente interessanti, ben scritti, intriganti a tal punto che ogni racconto meriterebbe di essere ampliato in un libro a parte. Doyle è maestro nei gialli e lo dimostra ancora una volta scrivendo 12 trame molto diversificate, ben intrecciate ma ahimé dal finale sempre troppo frettoloso e poco sviluppato.
Se con "uno studio in rosso" e "il segno dei quattro" abbiamo fatto la conoscenza di Sherlock Holmes e del dottor J.Watson, con questi 12 racconti (almeno da quello che ho notato io) si continua a delineare il personaggio di Sherlock Holmes, dove oltre a essere una "macchina" investigativa, logica, pura deduzione, Il nostro amato investigatore mostra il lato umano di sé, un uomo con paure, sogni e timori, capace di provare pietà oltre che per le vittime, anche per i criminali, indagando nel loro passato e cercando di capirne la storia, non saranno pochi i casi in cui Serlock Holmes "chiuderà un occhio" sulla vicenda.
Le storie, sono molto belle ed originali, i moventi non sono scontati, le dinamiche oscure, i reati bizzarri, ma tutto appare incredibilmente chiaro nella mente di sherlock holmes, quel minuscolo dettaglio che non possiamo vedere per lui è evidente ed elementare, tanto che a volte basterà il semplice racconto del caso per dedurre immediatamente il colpevole.
Certo non aspettatevi per ogni caso un omicidio, a volte sono "semplici" storie di vita quotidiana, più bizzarre del solito, ma comunque per chi ama un minimo i gialli, potrà apprezzarne la storia intrecciata e le vicende originali che purtroppo decorrono in un finale molto spesso prematuro e frettoloso, che meriterebbe molte più pagine per essere approfondito ed ampliato.
Indicazioni utili
Baker Street, 221B
Una buona lettura, non tanto leggera, ma soprattutto interessante.
Arthur Conan Doyle riunisce, in LE AVVENTURE DI SHERLOCK HOLMES, 12 racconti che narrano le avventure del suo celebre ptrotagonista, Sherlock Holmes, padre delle più evolute storie investigative.
Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1892, dimostrando incontrovertibilmente la modernità degli spunti creativi in materia di storie poliziesche.
Però, l’essere venuto esattamente dopo i suoi due più grandi capolavori “Uno studio in rosso” ed “Il segno dei quattro” lo rende forse meno interessante agli occhi del lettore, abituato a narrazioni più dettagliate e soprattutto sviluppate a livello quantitativo di narrazione.
Conan Doyle è comunque abile nel tessere delitti straordinari e nel risolverli attraverso il personalissimo metodo d’osservazione del suo Holmes.
Bellissimi soprattutto i primi quattro racconti. Seguono poi alcuni che avrebbero richiesto di essere ampliati e sviluppati per renderne più avvincente e meno affrettata la narrazione finale.
È comunque un classico che merita di essere letto, anche perché non manca lo stile narrativo, fatto di trovate logiche e osservazioni inimmaginabili, proprio di Sherlock Holmes.
Indicazioni utili
Le Avventure di Sherlock Holmes – Arthur Conan Doy
Il libro contiene 12 racconti del nostro amato consulente investigativo. Ovviamente non si può pretendere di trovare in un racconto di massimo 30 pagine lo stesso contenuto di un romanzo, eppure la caratterizzazione dei personaggi viene mantenuta, se non approfondita. Alcuni casi sono più intricati, altri si risolvono da sé e altri ancora evidenziano come Doyle fosse influenzato da Edgar Alan Poe (nel racconto “L’avventura del pollice dell’ingegnere” è piuttosto palese). Nel complesso, il libro mi è molto piaciuto e i racconti sono parecchio diversificati tra loro, con trame che non si ripetono.
Lo stile è sempre impeccabile e coinvolgente, tanto che il lettore si troverà risucchiato nel libro a camminare al fianco di Watson e Holmes.
Assolutamente consigliato.
Indicazioni utili
221B, Baker Street
Un libro solo, dodici storie da leggere e da vivere. Alcune di esse ci mettono alla prova con veri e propri crimini, altre ci incuriosiscono in quanto riportano fatti particolari che necessitano di essere spiegati da una mente brillante.
Già dalle prime pagine de “ Le avventure di Sherlock Holmes” ho provato una forte ammirazione per il protagonista che, grazie alle sue immense doti di osservazione di ascolto, è in grado di imboccare presto la strada che porta dritto dritto alla verità e, dunque, alla risoluzione dei casi per i quali è stato consultato. Allo stesso tempo, però, mi sono sentita punta sul vivo da una sua accusa: “Lei guarda, non osserva!” che, seppure rivolta al suo fedele amico, ho percepito come diretta a me! Mi sono trovata, così, ben presto a ingaggiare una personalissima sfida contro uno dei più grandi detective della letteratura: ho affrontato ogni pagina con più concentrazione, decisa a trovare e cogliere quel qualcosa che mi permettesse di giungere alla risoluzione del caso proposto … almeno un poco prima che questa mi fosse spiegata da Sherlock Holmes! Proprio grazie a questo, ho iniziato pian piano a percepire la sontuosità di quel personaggio che mi era sempre vicino, che mi veniva a chiamare a casa e che, con un salto spazio-temporale, mi portava nella Londra dell’Ottocento … il Dottor Watson! La penna di Sir Arthur Conan Doyle, infatti, a mio parere, l’ha dotato di un’altra meravigliosa qualità, di cui sono invidiosissima: quella di descrivere perfettamente ogni situazione, ogni luogo, ogni persona … Allora, alla simpatia iniziale si è accostata la stima per colui che non solo è sempre stato portavoce del mio pensiero e del mio stupore, ma che mi ha permesso per ben dodici volte di essere proprio lì, davanti al camino dell’appartamento sito in Baker Street, in compagnia sua e di Sherlock Holmes, in attesa dell’arrivo di un nuovo strampalato personaggio … che ho “realmente” incontrato e ascoltato! Come vi ho accennato all’inizio e come ho tentato di spiegarvi, questa è una di quelle opere dotate , a mio avviso, di quella particolare magia che ci permette di vivere lo scritto!
A questo punto non mi resterebbe altro da aggiungere , se non rendere esplicito il giudizio relativo a questa lettura. Mi sembra, però, di avervi già detto tanto e di avervi dato sufficienti elementi in proposito … Consentitemi, allora, di usare quelle ormai familiari parole per girare a voi il famoso quesito:
“What do you deduce from it?”
Indicazioni utili
Forse troppo elementare Watson
Anche se il canone di Sherlock Holmes è lungo , grazie ai film che mi sono piaciuti molto, sono riuscito ad affrontarlo con un ottimo spirito.
Inizialmente ho trovato i personaggi avvincenti e addirittura superiori alle aspettative..anche la storia è particolare e ti cattura.
Tutto bene insomma, poi però ho cominciato questo libro!
Come lunghezza il libro è leggermente superiore ai primi due gialli..solo che questo è diviso in una dozzina di storie; il problema sta proprio in questa concentrazione di fatti in vicende che potrebbero essere più approfondite.
Con questa velocità di azione le doti di Sherlock Holmes diventano quasi divinatorie, in quanto, riesce a trovare indizi dal nulla o quasi; e le storie stesse ne perdono in qualità..certe diventano un pò banali!
I personaggi poi non vengono ampliati come conoscenza perché ne manca fisicamente lo spazio! Li abbiamo già visti nei libri precedenti e così sono..arrivano risolvono e vanno e non paiono avere una vita anche se Watson ogni tanto si ricorda di scrivere che è sposato.
Lo stile è buono; la lettura è semplice e scorrevole. Ovviamente come detto più volte non si corre il rischio di avere lunghe descrizioni.
Sono rimasto complessivamente deluso dall'opera ma fa comunque parte di un filone importante nella letteratura dei gialli quindi per continuare il canone si può leggere..
Indicazioni utili
- sì
- no