Lazarus
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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castore e polluce
La prima cosa che mi ha incuriosito leggendo questo libro è l’autore. Una coppia sposata che si dedica a questo genere, infatti mi intriga parecchio. Soprattutto perché raramente ho letto qualcosa di così crudele e inquietante. Mi sono spesso soffermata a immaginarmi la vita di coppia di questi due signori scandinavi: colazione parlando di cadaveri, pranzo con un accenno al modo più doloroso per uccidere qualcuno. Comunque la parte più interessante del romanzo, così come deve essere, rimane la trama e non i suoi autori. Io non avevo letto in precedenza niente di Lara kepler, quindi non ero a conoscenza delle vicende di Joona Linna e della sua squadra. Non ho comunque trovato alcuna difficoltà a destreggiarmi tra le varie vicissitudini dei protagonisti e a capire per sommi capi cosa è successo nel passato. In questo episodio si verificano in tutta Europa una serie di delitti particolarmente cruenti, che hanno come vittime dei delinquenti abituali. Le polizie dei vari stati se ne preoccupano relativamente liquidando la cosa come un beneficio per la società. Se ne preoccupa, invece Linna che intuisce che dietro potrebbe esserci la mano di Jurek Walter. Si tratta di una vecchia conoscenza del poliziotto che ha ucciso anche la compagna di Linna, oltre ad aver braccato lo stesso e sua figlia per parecchi anni. Peccato che Jurek è stato ucciso da Saga Bauer, il suo corpo finito in acqua è stato ripescato e il DNA ha confermato che si trattava di lui. E allora Linna è solo vittima delle sue ossessioni, o il suo sesto senso ha ragione e il serial killer è riemerso dalla tomba? A questo punto inizia ha un lato una fuga nel tentativo di salvare sé e i propri cari da parte di chi crede alla seconda ipotesi. Gli altri e sono la maggior parte, invece indagano in altre direzioni. La decisione di dividersi si rivela il primo grande errore dei “buoni”.
Questo libro mette in discussione molte regole del giallo. Intanto il serial killer in oggetto non è crudele: è efficiente. Questo lo rende del tutto amorale, insensibile verso la sofferenza delle vittime. Ciò che conta è l’obiettivo da raggiungere. Poi è molto intelligente e sempre razionale. Tutte le sue mosse sono ben calcolate e calibrate in modo da ottenere il massimo danno col minimo dispendio di energia. Spesso sono le stesse vittime che abilmente guidate da lui si fanno più male di quanto avrebbero immaginato di potersi fare. Di conseguenza anche chi lo insegue deve diventare come lui. Questa caccia non è adatta a uomini e donne con un buon cuore. Nessuna pietà neppure di fronte a qualcuno che implora di fermarsi, perché in questo caso chi à pietoso ha perso in partenza.
Inutile sottolineare che mi è piaciuto molto questo romanzo. Trama ricca di personaggi e di ambientazioni, ma sempre precisa e mi ripetitiva o banale. Stile semplice da seguire, ma con molti dettagli, a volte anche raccapriccianti, comunque sempre funzionali alla trama e non inseriti solo per il piacere di scuotere il lettore. Finale che è riuscito a sorprendermi, senza buonismi, e senza lieto fine.
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Nel mirino
Quanto a volte si soffre per traumi che si ripresentano…Nella trama di questo thriller ad alta tensione ovviamente i traumi sono molto forti e molto incisivi, ma ognuno di noi ha nella propria vita micro-traumi, o forse a volte neanche tanto micro, che ci presentano il conto. Il serial killer è spinto da un qualche folle istinto morale che lo porta a voler ripulire la società. Prende di mira un poliziotto, ma soprattutto ne prende di mira l’uomo, per colpirlo nel profondo e si nutre della sensazione di sezionare la sua anima. Il ritmo è alto, incalzante, avvolgente, coinvolgente. I personaggi molto ben delineati, singolarmente e nelle loro interrelazioni affettive. I colpi di scena inaspettati lo rendono un ottimo thriller, molto ben progettato, disegnato e sviluppato.
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Joona Linna a caccia di un killer pscicopatico.
I coniugi Alexander e Alexandra Ahndoril (Lars Kepler è uno pseudonimo), dopo lo strepitoso successo del romanzo “L’ipnotista” ( 2009) che ha dato inizio alla serie del commissario Joona Linna, superando nelle librerie la famosa trilogia di Larsson, non si sono più fermati: ecco allora, edito sempre da Longanesi, “Lazarus”, una vicenda che più cupa e claustrofobica non si può. Le atmosfere non cambiano, i delitti più agghiaccianti si susseguono, con orrido contorno di teste maciullate, arti spezzati, ladri di cadaveri e tombe profanate, sangue a profusione, bare nascoste sotto i pavimenti, il tutto in ambienti gelidi, nevischio che annebbia la vista, periferie semideserte, case diroccate, capannoni industriali abbandonati e con indecifrabili segni di vita… In sintesi, c’è un serial killer, Jurek Walter, uno dei peggiori della storia europea, già dato per morto in uno scontro a fuoco con la polizia, che riesce miracolosamente a salvarsi giurando vendetta contro il commissario Joona Linna e tutta la sua famiglia. Il criminale, che si fa aiutare nelle attività criminose da un folle e violento psicopatico, Castoro, ha un’abilità mostruosa nel nascondersi ed attirare i poliziotti in complicati tranelli, precedendo quasi sempre le mosse degli investigatori. La caccia è lunga e complessa (il romanzo va oltre le 500 pagine), i capitoli si susseguono con vicende che tolgono il fiato: gli autori sono abilissimi nel creare suspense, con suggestioni al buio che inesorabilmente impongono di continuare la lettura: passi che si avvicinano, rumori sospetti alla porta, grida soffocate, tende che cigolano, tutto un preludio a colpi di scena terrificanti… Il criminale, nella sua follia distruttrice, vuole annientare il commissario, fisicamente e psicologicamente: ovviamente non ci riesce, ma ad un prezzo altissimo. Il finale infatti è poco consolatorio: Joona Linna ha la meglio, ma lascia sul terreno amici e colleghi di lavoro, sconfitti dal diabolico killer. E’ un finale desolato e cupo, tipico di molte saghe scandinave: anche perché Castoro, il socio di Jurek Walter, è vivo, e, nell’ultimo capitolo, sorseggia indisturbato vodka Finlandia in un piccolo bar a Stoccolma, lungo Raoul Wallenbergs Torg… Non può essere che il preludio di una nuova indagine di Joona Linna. Gli autori sono abilissimi nel creare situazioni al limite delle umane capacità di sofferenza: anche quando i “buoni” hanno il sopravvento, non hanno di che gioire, il male è sempre incombente, pronto a riaccendere un ideale duello, nel quale anche quelli dalla parte giusta subiscono dolorose perdite. Il giallo in sé è avvincente, anche se qualche forzatura rende alcuni passaggi inattendibili. Ma lo stile è asciutto, senza inutili fronzoli, l’azione è sempre serrata, l’attenzione del lettore è tenuta in ogni capitolo vigile e curiosa. E per un giallo che si rispetti è tutto.