La vita è un romanzo
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Dialogo surreale tra autori e le loro creature
Guillaume Musso ritorna sulla scena letteraria con La vita è un romanzo, un libro un po’ particolare. Tema centrale del romanzo: l’amore per la letteratura, la scrittura, il rapporto dell’autore con la creazione dei suoi personaggi, un rapporto che può sintetizzarsi così:
“Una creatura che chiede di incontrare il suo creatore.”
Un romanzo molto arzigogolato, complesso e strutturalmente non facile da comprendere, dal finale inaspettato e non molto comprensibile.
Il libro inizia con il racconto della nota scrittrice Flora Conway, che non vuole mai apparire, né fare presentazioni, ma che gode di un immenso successo tra i suoi lettori, che sta giocando a nascondino con la piccola figlioletta Carrie, nel loro appartamento di Brooklyn. Peccato che la piccola scompaia nel nulla. Così di un tratto sembra diventare evanescente. Il dolore è enorme e muta l’esistenza della famosa scrittrice. Anche se la sua editrice Fantine la sprona a superare l’evento, sublimando, per cui:
“Il dolore è il miglior carburante della scrittura. Un giorno, forse, arriverai a dirti che la scomparsa di Carrie è un’opportunità.”
Facendo un lungo salto giungiamo, invece, a Parigi da Roman Ozorski, scrittore affermato in crisi creativa legata alle difficoltà di separazione dalla moglie Ahmine. Solo lui possiede la chiave di lettura e di risoluzione necessari a Flora. Ma come? Troverà Carrie? E lui come può risolvere il suo problema e quello di Flora? Il mistero aleggia indisturbato.
Un testo di non facile risoluzione. La trama è ambivalente e parecchio complessa. Il linguaggio è semplice, e trascinante. Le atmosfere, ricche di suspence, sono ben costruite e ben delineate. Purtroppo il libro non mi è piaciuto per il suo contenuto e per la sua strutturazione. Ma ho apprezzato l’amore per la cultura e l’attenta e precisa analisi della costruzione dei personaggi e il loro rapporto con l’autore. Molto adatto a chi ama scrivere: un esempio di come si costruiscono e nascono i romanzi. Adatto anche a chi ama i misteri e i finali aperti delle storie. Personalmente non ho apprezzato molto una lettura di cui spesso mi sono domandata il fine e l’ultima elaborazione. Ma è solo un mio personale parere. Peccato.