Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror La verità su Bébé Donge
 

La verità su Bébé Donge La verità su Bébé Donge

La verità su Bébé Donge

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

«Bébé! Che idea chiamarla Bébé!»: sono sposati da dieci anni, e François Donge non è ancora riuscito ad abituarsi a quel ridicolo soprannome che tutti, familiari e amici, hanno sempre usato per sua moglie. E sempre, tutti, aggiungono: «Che donna incantevole!», oppure: «Un pastello!», o ancora: «È più affascinante che mai!». Nessuno, e tanto meno lui, avrebbe potuto neanche lontanamente immaginare che una domenica d’estate, servendo il caffè nel magnifico giardino della loro villa in campagna, proprio quell’essere immateriale, di squisita e vaporosa eleganza, avrebbe versato nella tazzina del marito una dose mortale di arsenico. Bébé Donge in prigione! Inimmaginabile: eppure, eccola avviarsi verso il carcere, tranquilla, enigmatica e impeccabile come sempre. Avrà tutto il tempo, François, durante la degenza in ospedale e dopo, mentre viene istruito il processo, per interrogarsi su quel gesto apparentemente inesplicabile: uno scavo crudele attraverso il quale Simenon lo conduce – e conduce il lettore – alla oscura verità.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 3

Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0  (3)
Contenuto 
 
3.3  (3)
Piacevolezza 
 
3.3  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
La verità su Bébé Donge 2019-10-31 07:23:54 Scavadentro
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Scavadentro Opinione inserita da Scavadentro    31 Ottobre, 2019
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Chi è la vittima e chi è il colpevole?

Quando ho letto questo testo di Simenon mi sono posto un quesito relativo non al romanzo, ma all'autore. Egli, noto appassionato del genere femminile, ha passato una vita a corteggiare e “consumare”, non celando questa sua “debolezza” cronica. Curiosamente il suo personaggio più noto, il Commissario Meigret, è affiancato da una figura fissa (la moglie) alla quale è fedele. Nei lavori ove non compare il commissario, tutti i ruoli maschili sono caratterizzati da mariti che si concedono amanti più o meno frequentemente, spesso con la passiva accettazione da parte delle consorti. In questo romanzo breve le figure principi sono Francois e la moglie “Bébé”. Il punto di partenza è costituito da un tentativo di avvelenamento maritale che una domenica di fine estate la donna mette in atto aggiungendo arsenico al caffè, servito in giardino alla presenza del cognato, della sorella (hanno sposato due fratelli) e della madre. L'uomo riesce ad accorgersi di quanto in atto (è un chimico) e con lucidità riesce a salvarsi tramite lavande gastriche. Ovviamente viene ricoverato. Inevitabilmente la consorte viene arrestata e con assoluta calma non solo confessa il gesto, ma conferma una premeditazione. Qui Simenon comincia “l'analisi”. François mentre è convalescente, non si lascia andare a sentimenti di odio verso la moglie. Cerca viceversa di comprendere le motivazioni profonde di Bébé. Nel farlo si rammenta la loro vita comune, partendo dal loro primo incontro a Royan, dieci anni prima, ripercorrendo le tappe sia del loro rapporto sia della loro situazione economica, sempre più florida e ricca. In questo processo (con una lenta ma consapevole autocritica) egli si sfila dal ruolo oggettivo di vittima, assumendosi le colpe e la responsabilità di aver portato Bébé a tentare un avvelenamento. Nel suo io profondo si rende conto di aver agito non tanto o solamente per accrescere il benessere reciproco, ma da marito egoista, assorbito nel suo ruolo di imprenditore di successo sempre più ampio. Si accorge di aver fatto prevalere l'io sul noi. Anche le amanti l'hanno fatto sentire importante, deluso dalla “freddezza” si Bébé la quale non “sa fare l'amore”. Nella solitudine della stanza in clinica, riesce a giudicare con chiarezza il loro matrimonio. Esso è divenuto una piatta abitudine in un clima di rassegnazione alto borghese, ove la moglie è conscia delle avventure del marito che accetta facendo finta di nulla. Al termine di questa introspezione capisce che Bébé non era una donna gelida e insensibile, come aveva superficialmente inteso, ma che il suo amore era puro e a causa di questo sentimento aveva messo in atto l'avvelenamento. Sentendosi quindi responsabile della crudeltà morale in cui l'ha tenuta decide di perdonarla. Questo suo atteggiamento non solo non viene condiviso negli ambienti familiari e di lavoro, ma neppure il difensore della moglie riesce a comprendere il motivo che porta Francois a preoccuparsi del processo contro Bébé, portandolo al punto di seguire difesa legale con la speranza di una assoluzione. Ciò che egli decide, come un riscatto morale, è di aspettarla a prescindere dalla condanna. Un testo sulla “verità” sorprendente, che ribalta i ruoli da molti puni di vista. Notevole per temi e per l'epoca.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
La verità su Bébé Donge 2018-02-15 10:35:51 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    15 Febbraio, 2018
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il rimorso

E’ una domenica d’estate, si pranza e i commensali sono i due fratelli Donge con le rispettive famiglie. La moglie di Francois Donge, Bébé versa i caffè per tutti, compreso quello per il marito che, appena l’ha bevuto, si precipita fra le mura domestiche in preda a violenti dolori. Si tratta di avvelenamento, con l’arsenico, e la vittima la scampa per miracolo; fin da subito è evidente che l’avvelenatrice è la moglie che, tradotta in carcere, rende ampia confessione, senza tuttavia spiegare i motivi del suo gesto. Del resto, anche Francois, mentre è ricoverato in ospedale, si arrovella per comprendere cosa possa aver scatenato la furia omicida della moglie e anticipo che troverà la risposta alle sue domande, al punto da perdonare la consorte, condannata a cinque anni di lavoro forzati, di cui lui attenderà con ansia la fine, sempre più convinto che l’insano gesto sia da attribuire al suo comportamento, in un matrimonio da subito fatto di abitudini, di gesti ripetuti con una passione solo iniziale.
Con queste premesse definire un giallo La verità su Bébé Donge mi appare inappropriato, perché in effetti ciò che interessa all’autore è di far capire al lettore il perché del tentato omicidio e così pagina dopo pagina, con ricorrenti flashback sul passato della coppia, emerge una storia di profonda solitudine, quella di una donna ridottasi ormai a essere un soprammobile e di un marito che non è mai riuscito a comprenderla perché non si è mai comportato da marito, né ha mai cercato di appurare i motivi della sua ritrosia nei rapporti sessuali. Solo dopo il tentato omicidio, casualmente, appurerà dalla sorella di lei di un fatto traumatizzante per Bébé quando era ancora bambina che da solo può spiegare tante cose e in primis la sua frigidità. La capacità di Simenon di sondare l’animo femminile trova anche in questo romanzo conferma, mentre la figura del protagonista, che disperatamente cerca di rimediare agli errori passati, può sembrare per certi versi una sorta di pubblica confessione. É noto, infatti, che l’autore è sempre stato un impenitente donnaiolo, incapace di un legame affettivo completo. In ogni caso, su qualsiasi piano di lettura la si voglia vedere, è un’opera di indubbio valore, forse non uno dei molti capolavori a cui Simenon ci ha abituato, ma comunque valida e a un livello, se non di assoluta eccellenza, di ampia e riscontrabile qualità.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
La verità su Bébé Donge 2018-01-03 05:02:00 siti
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
siti Opinione inserita da siti    03 Gennaio, 2018
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

UNA DOSE MORTALE DI ARSENICO

Una domenica d’estate nella bella villa di campagna dei fratelli Donge, Bébé, moglie di François, con gesti fermi e al tempo stesso naturali serve il caffè al resto della famiglia, la madre, la sorella, il cognato e quando arriva al marito addiziona la bevanda oltre che con la solita zolletta di zucchero anche con una dose mortale di arsenico. François, chimico, avverte il sapore inconsueto del caffè e in preda alle prime convulsioni corre nell’edificio della casa, in bagno, si procura il vomito, ha riconosciuto i sintomi dell’avvelenamento. Agisce con lucidità e riesce a farsi soccorrere dal fratello mentre in un’atmosfera statica in giardino tutto prosegue come al solito: i bambini giocano, la cognata è distesa mollemente sotto l’ombrellone, Bébé è imperturbabile.

Si avvia così quello che è il fulcro del romanzo, François, salvatosi, mentre la moglie è in attesa di giudizio , ripercorre i loro dieci anni di matrimonio restituendo al lettore la verità su Bébé e pervenendo alla ragione ultima di quel suo gesto. Si viene così trascinati abilmente dalle parti del torto, del tentato omicidio, pronti, in fondo anche noi a riconoscere attenuanti, a perdonare, a capire e infine a sperare in un verdetto favorevole. Ciò che suscita maggiore sconcerto è che Simenon mantiene una linea dura offrendoci nelle splendide pagine finali una lettura precisa della realtà, coerente, giusta infine, se si vuole mentre si apre un altro scenario di disperazione individuale. Non certo fra i migliori Simenon, rimane comunque una lettura gradevole.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
170
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Incastrati
Identità sconosciuta
Intermezzo
Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'uomo che morì due volte
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale