La vendetta del diavolo
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Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
Mi sono accostata a questo libro con molta cautela; non sapevo cosa aspettarmi e speravo che lo stile di Joe Hill, rispecchiasse almeno in parte quello del padre ed infatti ho trovato molto di Stephen king in lui.
Ma passiamo al romanzo in questione.
Ig, dopo una notte folle passata ad ubriacarsi a causa della morte della fidanzata Merrin, della quale è accusato da tutti (anche se ufficialmente scagionato per mancanza di prove), si risveglia con un bel paio di corna pulsanti.
Da quel momento in poi, ogni persona che Ig incontrerà potrà dire solamente la verità, per quanto spiacevole essa possa essere.
Questo è solo l’inizio del romanzo, un inizio carico di premesse che si svilupperanno pagina dopo pagina e flashback dopo flashback.
Mi è piaciuta molto la forte simbologia che ripercorre tutto il romanzo, il bene e il male non completamente distinti, un cattivo visto come un uomo giusto, compassionevole e perfetto, e un buono visto… beh, come un diavolo!
Questo rende il romanzo molto complesso al di là della trama o della storia in sé.
“Diceva che Satana compare in un sacco di altre religioni, solo che certe volte è buono. Di solito è quello che si porta a letto con un trucco la Dea della fertilità e dopo un po’ fanno nascere il mondo”
Per quanto riguardo lo stile, ho visto molto di King mentre leggevo, d’altro canto penso che sia inevitabile.
Ma è poi giusto paragonare il figlio con il padre? Non si dovrebbe considerare lo scrittore in se e non come figlio di qualcuno?
Beh, anche in questo caso le mie impressioni sono molto buone.
Lo stile è scorrevole e il ritmo è sostenuto fin dalle prime pagine e verso la fine accelera molto, cosa che potrebbe apparire ad alcuni sgradevole ma che invece a me è piaciuta, in quanto idonea con i fatti narrati.
Inoltre ho trovato che i personaggi principali fossero ben caratterizzati, ad eccezione forse di Lee sul quale ci sarebbe stato ancora molto da dire. Invece Ig e Merrin risultano essere personaggi completi e complessi soprattutto una volta che tutti i tasselli vengono messi al loro posto e tutto viene svelato.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma senza citare i fatti e gli avvenimenti è pressoché impossibile rendere bene l’idea della complessità e del simbolismo di questo romanzo, quindi… buona lettura!
“Solo il diavolo opera con tutte le ragioni, promettendo di punire coloro che rendono la terra stessa un inferno per chi osa amare e provare sentimenti… Il diavolo è sempre pronto ad aiutare chi è pronto a peccare, che è un altro modo per dire “vivere””
Indicazioni utili
La progenie del "Re"
Quando ho comprato "La vendetta del diavolo", non sapevo ancora che Joe Hill fosse figlio del "Re", Stephen King. Dopo averlo letto, ho provato un misto di curiosità e delusione. Curiosità, perché volevo proprio vedere se Hill fosse all'altezza del padre (nessuno può essere all'altezza di King, però) e delusione in quanto ho pensato "Caspita, spero non abbia fatto successo soltanto perché è figlio di Stephen King". Ed entrambe le emozioni sono state spazzate via: Hill non è all'altezza del padre e non ha fatto successo perché è figlio di King. Hill è comunque un ottimo scrittore, e il successo che ha riscosso con questo romanzo se l'è meritato tutto. "La vendetta del diavolo" riesce a catturare il lettore, grazie ad un'intrigante trama, ad un insieme di personaggi ben caratterizzati, ognuno con i propri segreti che verranno via, via svelati. Non lo definirei horror così come lo definiscono alcuni commenti tratti da riviste americane e che si trovano nel retro copertina. Forse non è il massimo dal punto di vista innovativo (alcuni elementi mi sono sembrati simili al film/fumetto "Il Corvo"), ma è comunque un ottimo prodotto, da leggere tutto d'un fiato. Quindi, con la speranza che Hill sforni altri romanzi dello stesso calibro (se non superiori), concludo con il consigliare questo romanzo a chi non l'ha ancora letto!