La traiettoria della neve
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Opinioni inserite: 4
COOL!
Non male questo giallo thriller svedese, acquistato in promozione a pochi eurini, e nonostante la lunghezza una bella sorpresa!
Punti di forza:
1) il racconto per compartimenti stagni (ognuno col suo punto di vista) ha l'indiscutibile vantaggio di rendere tutto più semplice, anche, come in questo caso, quando si racconta un plot ricco di sottotrame;
2) il contesto sociale e umano, che si focalizza in particolare sull'insieme di rituali d'onore delle popolazioni slave (in questo mi ricorda anche "Educazione siberiana" di Nicolaij Lilin) e sulla vita agiata di certa upper class svedese (JW non è un nipotino nordico di Patrick Bateman?);
3) una bella suspence, che praticamente non ha cedimenti per tutta la lunghezza del racconto, e che beneficia del fatto che non ci sono inutili digressioni, ma tutto il racconto è incentrato sui 3 protagonisti.
Punti di debolezza:
1) l'ambientazione: Lapidus si sforza di conferire una connotazione geografica e sociale citando spessissimo i quartieri, le strade, le singole vie di Stoccolma, ma il rischio di una descrizione quasi folkloristica e campanilistica è dietro l'angolo.
2) il titolo secondo me è fuorviante e poco congruo rispetto al racconto, visto che molte scene sono descritte durante la stagione estiva.
3) alla fine del libro ci si chiede quanto di vero o di verosimile ci sia nel suo racconto. A giudicare sulla base del libro Stoccolma è una città che manco il peggior Bronx degli anni '70....
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Un romanzo privo di personaggi positivi
Jens Lapidus, avvocato e scrittore svedese trentasettenne ci introduce con questo prolisso romanzo (più di cinquecento pagine) nell’oscuro e losco mondo dei traffici illeciti, cocaina e prostitute di basso e alto rango, in una Stoccolma lugubre e segnata da lotte di bande criminali, locali, slave, arabe, per il dominio sulle mille risorse della malavita ed il riciclaggio di fiumi di denaro sporco. Si muovono stringendo alleanze e facendosi una concorrenza spietata personaggi ben delineati, il cui scopo essenziale è l’accumulo di ricchezza e l’eliminazione di pericolosi rivali. Dopo un inizio lento e a tratti noioso, il romanzo prende quota, si fa avvincente : la guerra tra boss della droga coinvolge svariati strati sociali, dall’immigrato arabo all’evaso sudamericano, dagli slavi spietati reduci da guerre fratricide a rampolli locali di buona famiglia bramosi di agiatezze e di denaro facile. Tra le pecche, da segnalare lunghi brani di interrogatori e resoconti tratti da cartelle giudiziarie (se ne poteva fare a meno) ed un finale sbrigativo e a tratti inverosimile , come se lo scrittore non sapesse come concludere la lunga e intricata vicenda. Un buon romanzo, comunque, che apre spiragli su un mondo oscuro e nascosto, privo di speranze e di personaggi positivi.
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Il ragazzo che giocava con la neve...
Il titolo di questo romanzo mi ha incuriosita fin dalla prima volta in cui lo vidi, poi lessi la recensione di Sabrina su Qlibri e decisi di acquistarlo: non era esattamente il genere che avevo voglia di affrontare in questo periodo, però, non avendo io mai nessun tipo di preclusione per genere di letture, mi ci sono comunque buttata a capofitto e l'ho trovato decisamente un'ottima scelta.
L'alternanza delle vicende dei tre protagonisti, sempre con capitoli con la stessa cadenza permette di considerarlo una sorta di "fiction", a cui presto ci si affeziona, e, nonostante le vicende narrate siano abbastanza intricate, credo che proprio questa scelta stilistica, apparentemente ripetitiva, renda la lettura più semplice e notevolmente scorrevole. Trovo sia difficile appassionarsi a un personaggio piuttosto che a un altro: nonostante qualche valore di fondo (la famiglia, la paternità), sono tutti personaggi negativi, chi più chi meno. Inizialmente ho trovato più interessanti le vicende dell'arrivista JW, uno spacciatore fashion-victim che a tratti mi ha fatto pure sorridere per la sua superficialità. I tre protagonisti, ma anche i personaggi che ruotano loro attorno e che hanno comunque ruoli di grande rilevanza, sono ben delineati e non appesantiti troppo dai soliti chichès riguardanti narcotraffico e mafia. Mrado, Jorge e JW alternano le loro azioni e i loro pensieri per più di 600 pagine, senza annoiare mai, tenendo sempre gli occhi del lettore incollati, e dando vita ad un romanzo appassionante ma interessantissimo anche dal punto di vista sociale. Promosso a pieni voti Jens Lapidus!
La traiettoria della neve fa parte di una trilogia (sicuramente leggerò il successivo, dal titolo Mai far cazzate), ma è leggibilissimo come romanzo a sé stante. Lo stile scandinavo, definito generalmente freddo e gelido da tanta critica, non è riproposto in questo romanzo: ho trovato piuttosto uno stile secco e aspro, ma anche molto frizzante e giovane e sicuramente adatto a dipanare una vicenda dai contenuti così crudi e violenti. Visto l'argomento trattato ho trovato qualche assonanza con il secondo romanzo larssoniano, La ragazza che giocava con il fuoco: l'argomento che sottende la vicenda di Mikael e Lisbeth, e che passa apparentemente in secondo piano rispetto agli sviluppi della storia dei due, qui è sviscerato nel suo profondo ed affrontato con uno stile diverso e accattivante. Quindi, se volete inoltrarvi nel lato criminale dell'affascinante Stoccolma, accomodatevi pure...
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Dalle stelle alle stalle...e viceversa
Intrigante excursus sulla malavita scandinava.
I protagonisti di questo freddo thriller non sono i classici eroi impavidi immolati sull'altare della giustizia e del bene comune, tutt'altro: Mrado, JK e Jorge sono tre malviventi che vivono di menzogne, violenza e spaccio.
Il primo è un picchiatore slavo ed amorevole padre, il secondo un evaso cileno con alti valori famigliari e il terzo un giovane di umili origini che vende l'anima al diavolo per entrare nel mondo luccicante dei VIP.
La voglia di primeggiare, la smania per il potere, la vendetta e i soldi facili fa incontrare e scontrare i nostri tre protagonisti fino a quando...
La penisola scandinava ha portato alla luce un altro buon autore.
Consigliato.