Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror La torre nera. La chiamata dei tre
 

La torre nera. La chiamata dei tre La torre nera. La chiamata dei tre

La torre nera. La chiamata dei tre

Letteratura straniera

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Secondo romanzo del ciclo de La Torre Nera, La chiamata dei tre riprende la narrazione delle gesta di Roland, l'eroe solitario deciso a raggiungere la misteriosa Torre. Nel loro ultimo confronto-scontro, l'uomo in nero aveva predetto la sorte a Roland con uno strano mazzo di tarocchi, estraendone tre carte: il Prigioniero, la Signora delle Ombre e la Morte. "Ma non per te", aveva aggiunto. Ora il pistolero si ritrova seduto su una spiaggia del Mare Occidentale, dopo un sonno che forse è durato anni. Sa che dovrà trovare le tre porte spazio-temporali per introdursi nel nostro mondo e raggiungere così i tre predestinati. Ma come farà a individuarle?



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La torre nera. La chiamata dei tre 2023-04-28 15:25:52 Rebel Luck
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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    28 Aprile, 2023
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Roland cammina con me

Amo questo meraviglioso romanzo.
Lo amo profondamente.
Ho letto "La chiamata dei tre" diverse volte, la prima da adolescente.
L'adolescenza credo sia il periodo della vita dove ogni emozione si amplifica (nel bene ma anche nel male) e sono certo che sia il periodo migliore per gustare questa saga.
Io ai tempi ci sono entrato dentro sin da subito, ci sono sprofondato. Come un innamorato che non riece a pensare ad altro che alla sua "bella", io con la testa tornavo sempre "dentro" questa storia, "immerso" in questo mondo, circondato da questi personaggi. Vivevo con loro, respiravo la loro aria, sentivo le loro voci, intergivo con loro "fisicamente"...
Ricodo che mi guardavo intorno aspettandomi di essere "chiamato" anche io da Roland...
... Ed in un certo senso è stato così...
... Troppe volte in seguito mi sono chiesto:"Hai dimenticato il volto di tuo padre?"
Eddie Dean l'amico che non sono riuscito ad aiutare...
Odetta Holmes la donna troppo complicata che non sono riuscito a capire ...
JackyJacky oggi è con me, e cerco di essere il padre che dovrei essere, ci provo ogni giorno...
Roland è con me a volte, mi guardo dentro e lo vedo che mi consiglia, deciso, maschio, rude ma saggio. Semplice ma profondo.
Come questo romanzo perfetto in ogni pagina, semplice ma profondo.

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Consigliato a chi ha letto...
La torre nera.
The Walking Dead.
Il signore degli anelli.
Fight Club.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis.
Tex.
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La torre nera. La chiamata dei tre 2023-02-23 12:49:34 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Febbraio, 2023
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Un americano alla corte di Re Artù, al contrario

Nonostante diversi spunti interessanti, "L'ultimo cavaliere" mi aveva lasciata decisamente tiepida. Da quanto ho capito spulciando qua è là, sembra però essere opinione universale che dal secondo libro in poi la saga The Dark Tower vada solo migliorando; di conseguenza, sono approdata a "La chiamata dei tre" con un certo ottimismo, aspettandomi dei passi in avanti soprattutto a livello di solidità della trama.

Trama che riprende esattamente dove si era interrotta, ossia sulla costa del Mare Occidentale; qui Roland Deschain si ritrova a vagare dopo il confronto con l'uomo in nero. Quando è allo stremo delle forze, il pistolero raggiunge una misteriosa porta in mezzo al nulla che, una volta varcata, gli permette di cominciare a realizzare il futuro predetto dalla sua nemesi. Il resto del volume si concentra infatti sulla formazione del gruppo che in virtù del ka (in parte destino prestabilito, in parte legame mistico, in parte energia spirituale) dovrà accompagnarlo nel suo viaggio verso la fantomatica Torre Nera, soffermandosi principalmente sulle vite passate di questi individui prima di raggiungere il Medio-Mondo.

La trama quindi è migliorata? non proprio: sicuramente l'introduzione di nuovi personaggi promette una narrazione più dinamica nel proseguo della serie, ma d'altro canto gli eventi rilevanti sono molto prevedibili e si sviluppano in modo lento e un po' ripetitivo. Non aiuta l'inserimento di alcune scene filler, decisamente noiose perché il lettore può intuire con facilità in che direzione il caro Stephen voglia spingere i suoi personaggi.

Prima di passare agli aspetti più riusciti del volume, vorrei spendere qualche parola su un altro difetto abbastanza rilevante, soprattutto se consideriamo quanto viene sottolineata nel testo l'importanza del legame tra i protagonisti. Già il rapporto padre/figlio tra Roland ed il piccolo John "Jake" Chambers mi era sembrato un po' prematuro nel primo libro, ma qui raggiungiamo nuove vette di affetto istantaneo; e penso sia all'amicizia con Edward "Eddie" Dean -che, nonostante l'evidente spietatezza del pistolero, gli diventa subito fedele-, sia alla relazione romantica di quest'ultimo con la cosiddetta Signora delle Ombre: qui siamo proprio a livello di instalove! King cerca di giustificare il tutto con il ka, che a questo punto penso sia un po' una scusa per velocizzare lo sviluppo dei legami.

Sull'altro piatto della bilancia abbiamo però parecchi elementi positivi, oltre alla promessa di una trama più consistente in futuro. In primis, è genuinamente divertente leggere del modo straniato in cui Roland interagisce con il nostro mondo: ogni invenzione moderna lo lascia sbalordito, inoltre si meraviglia di continuo per quanto siano economici ed accessibili beni rarissimi nel Medio-Mondo, come la comune carta. Come già accennato, i suoi nuovi comprimari risultano molto interessanti, e anche sorprendenti perché non rappresentano i caratteri canonici che solitamente si associano alle avventure fantasy incentrate sul viaggio eroico.

L'altro grande punto di forza del romanzo è rappresentato dai personaggi secondari e dalle comparse, delineati con tanta cura da rimanere facilmente impressi. Alcuni in realtà sono in scena per pochissime pagine -come l'assistente di volo Jane Dorning, il medico praticante George Shavers o il farmacista perennemente ulcerato Katz-, ma in quello spazio il caro Stephen riesce a caratterizzarli in modo dettagliato e verosimile, senza necessariamente ricorrere a cliché abusati. Ci sono inoltre personaggi talmente ben scritti ed approfonditi che avrebbero potuto ambire a ruoli più importanti: è il caso del narcotrafficante Enrico "Rico" Balazar, che in un altra storia non avrebbe sfigurato come villain principale.

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La torre nera. La chiamata dei tre 2017-09-01 18:28:11 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    01 Settembre, 2017
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Alle porte di un altro mondo

Prosegue con "La chiamata dei tre" il mio viaggio nella saga de La Torre Nera.
Stephen King riesce a mantenere l'atmosfera che avevo apprezzato molto nel primo libro(seppur diversificandola un po'), permettendoci di proseguire il viaggio che avevamo iniziato insieme a Roland di Gilead: il pistolero, l'ultimo cavaliere.
La trama rimane intrigante e chiarisce alcuni punti oscuri della storia ma, considerando che siamo ancora all'inizio, ne introduce degli altri su cui verrà sicuramente fatta luce in seguito. L'autore riesce a mantenere alto l'interesse, nonostante in certi tratti la storia risulti un po' ripetitiva a causa delle condizioni precarie dei protagonisti. A tratti frenetici si alternano tratti un po' piatti e monotoni, che però non compromettono la bellezza della storia né il piacere della lettura.

La storia riprende proprio da dove l'avevamo interrotta: Roland è disteso sulla spiaggia e quando si risveglia si ritrova colto di sorpresa dall'alta marea. Una sopresa sicuramente non piacevole, considerando che l'acqua ha bagnato le pallottole, rendendone inservibile una gran parte. Ma al peggio, come si sa, non c'è mai fine. Dalle acque profonde vengono fuori dei mostri simili ad enormi aragoste, con chele velenose e letali, mostri sussurranti delle domande inquietanti e incomprensibili. Roland esce da questa battaglia parecchio provato, e il morso di una di queste creature gli porterà un'infezione che sembra volerlo uccidere lentamente. L'unica cosa che può salvarlo sarebbe un miracolo oppure... una medicina. Arrancando, si imbatterà nell'adempimento delle profezie fatte dall'uomo in nero tramite i tarocchi: il pistolero dovrà chiamare a sé tre uomini, che dovranno portarlo più vicino al suo obiettivo, alla sua meta: la torre nera.
Ci ritroveremo catapultati in un mondo a noi molto familiare, un mondo che per il pistolero è assolutamente estraneo; eppure sarà da lì che proseguirà il suo viaggio verso il compimento dei suoi misteriosi propositi.
Un ottimo seguito per una saga che cattura l'attenzione e intriga come poche.

"Non si vede mai tutto ciò che si vede. Una delle ragioni per cui vi mandano a me è perché vi mostri ciò che non vedete in ciò che vedete, ciò che non vedete quando avete paura o state combattendo o correndo o scopando. Nessun uomo vede tutto ciò che vede, ma prima che siate pistoleri, e mi riferisco a quelli di voi che non andranno a ovest, vedrete in un solo sguardo più di quanto certi uomini vedono in una vita intera. E qualcosa di ciò che non vedrete in quello sguardo vedrete in seguito, con gli occhi della memoria, sempre che viviate abbastanza a lungo da ricordare. Perché la differenza che passa dal vedere al non vedere può essere la differenza tra il vivere e il morire."

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La torre nera. La chiamata dei tre 2016-05-24 13:13:39 Anna_Reads
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Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    24 Mag, 2016
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Moriremo. Ma saremo magnifici.

La Chiamata dei Tre – Stephen King, 1987.
II Volume del ciclo de La Torre Nera.

Ho fatto passare quasi due anni e forse più fra il primo e il secondo volume di questa saga.
Il motivo è semplice. Il precedente – L’Ultimo Cavaliere – non mi era piaciuto. Di più. Pur essendo un libellino di neanche 200 pagine avevo fatto fatica a finirlo.
Tanta.
Se è vero che tutti i salmi finiscono in gloria, è anche vero che non tutti ci cominciano e la cosa deve averla chiara anche (the) King perché al libro ha rimesso mano, ma… rien a faire, almeno per me.
Poco importa, perché, se anche avesse avuto qualcosa da farsi perdonare, be’ con la Chiamata, l’ha abbondantemente fatto, accumulando anche un credito pressoché infinito.
Ritroviamo il nostro pistolero solitario Roland, sbattuto su una spiaggia deserta non si sa bene dove a meditare sulle sibilline profezie dell’Uomo in Nero.
In realtà il tempo delle meditazioni è breve… anche perché la spiaggia non è affatto deserta come sembrava. E il nostro avrà il suo bel daffare a rimanere tutto intero. E, ad essere completamente onesti, neppure ci riuscirà.
Ferito e affamato, malato e poi agonizzante si trascina verso il suo obiettivo e verso la soluzione dell’enigma del suo rivale: trovare il Prigioniero, la Signora delle Ombre e la Morte (ma non la sua). Una porta gli si palesa dinnanzi dal nulla e si apre su un altro spazio-tempo.
Quello del suo primo obiettivo: il Prigioniero.
Eddie.
Eddie che è un eroinomane e che spaccia cocaina per la malavita.
Ma Roland scoprirà ben presto che di non essere giunto solo nel tempo del Prigioniero, ma dentro la sua mente. Dovrà portarlo nel suo mondo e coinvolgerlo nella sua ricerca, ma prima convincerlo a salvargli la vita.
Non siamo neanche a pagina 50.
E non voglio spoilerare oltre.
Aggiungo solo che in questa storia c’è anche – cosa rarissima e che accade con una certa frequenza solo a (the) King – un personaggio femminile (quasi due) che mi piace.

King veramente in gran spolvero, in questo libro. Un’inventiva tematica, linguista, di scrittura assolutamente strabiliante. I registri linguistici dei diversi personaggi, i leggeri scarti lessicali fra un mondo e l’altro, la miglior prolessi (o “flashforward” – espediente narrativo con cui si anticipa un fatto successivo rispetto alla narrazione) che abbia mai letto.
Per tacere della storia e dei personaggi.
Impossibile anche solo pensare di smettere di leggere.
(Le mie occhiaie confermerebbero).
Impossibile anche solo pensare di non cominciare immediatamente il libro successivo (Terre Desolate) anche per chi – come me – di solito preferisce centellinare le letture che ama per non farle “finire subito”.
Impossibile!

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