La strega
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Recensione della Redazione QLibri
La maledizione della strega
Torna la Lackberg con la serie ambientata a Fjällbacka, che ha come protagonisti Erica e Patrik. Questa volta la sensibilità del lettore verrà veramente toccata profondamente, perché il caso ruota intorno a una bambina di quattro anni..anzi due perché sembra che non sia la prima volta che una cosa del genere capiti nella tranquilla località svedese. La polizia come sempre parte con le sue indagini e come ogni libro di questa seria, anche Erica è pronta a dare il suo contributo. Il passato e il presente sono collegati?
Sono sempre stata una seguace di questa scrittrice e i suoi primi romanzi li ho sempre letti con grande piacere, finché non lessi “La sirena”, il sesto della serie. Con quello la Lackberg mi aveva deluso e mi aveva indispettito il fatto che riuscisse a “sfornare” un romanzo all'anno andando, almeno secondo il mio parere, a perdere di qualità. Trovarla davanti con questo nuovo lavoro invece mi ha fatto pensare alla Camilla dei primi tempi. Sinceramente ho notato un po' di differenza rispetto agli altri lavori, non tanto nello stile ma nella scelta della trama. Questa volta le indagine sono sempre importanti ma le ho sentite più sfuggenti e meno incisive, ero abituata ad un Patrik più “attivo”, però quello che si è perso da una parte, si è guadagnato dall'altro. L'autrice ha dato molta parte ai sentimenti e alle persone, i veri protagonisti sono loro, con le loro personalità, mettendo in seconda luce il caso.
Un aspetto questo, che può sembrare strano in un giallo svedese ma che io ho apprezzato molto. Inoltre ho apprezzato il messaggio che l'autrice manda al mondo interno e non solo alla sua adorata Svezia. Nel libro si parla tra le altre cose di immigrazione “Solo che era così maledettamente difficile farsi piacere gli svedesi. Irradiavano diffidenza e lo guardavano come se fosse un essere inferiore. Non solo i razzisti. Con quelli era facile confrontarsi. Mostravano apertamente ciò che pensavano, e le loro parole rimbalzavano sulla pelle. Erano gli svedesi comuni quelli più difficili da affrontare. Quelli che in realtà erano brave persone, che si consideravano tolleranti, aperti. Quelli che leggevano della guerra nei giornali, che si rammaricavano di quanto fosse terribile, che donavano soldi alle organizzazioni umanitarie e vestiti per la raccolta di indumenti, ma che non si sarebbero mai sognati di ospitare un rifugiato in casa propria”.
Come ho detto all'inizio, questo romanzo tocca profondamente il lettore perché i temi trattati non finiscono qui. Si parla di bullismo, di violenze, di pagare per le colpe altrui e soprattutto di mancanza di libertà, quella che non ti permette di essere te stesso. E in tutto questo che ruolo ha una storia del 1672?
"Era una parte della tensione di quel lavoro. Un attimo prima sembrava tutto impossibile, l'attimo dopo si aveva il cosiddetto "effetto ketchup" e una tessera del puzzle dopo l'altra finiva al proprio posto".
Un libro che mi ha subito attratto dalle prime pagine, al punto da farmi finire le 677 pagine, che lo compongono, in breve tempo. Lo consiglio sia agli amanti dell'autrice sia agli altri. I libri di questa serie è preferibili leggerli in ordine, non tanto per i casi, che solitamente sono uno separato dall'altro, quello che vi perdereste sono le “vicende domestiche”. I protagonisti sono i soliti e con il passare dei libri anche la loro vita si evolve ed è più semplice capire le varie dinamiche e seguire i vari drammi e soprattutto i momenti di felicità perché per fortuna dopo tanto orrore sorge il sole.
Buona lettura!!
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Opinioni inserite: 4
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Forse non era il caso di togliere qualcosa?
Se dovessi dare un giudizio sulla costruzione del giallo direi che l'autrice ha fatto un ottimo lavoro. In effetti si arriva ad un finale che non è per nulla scontato, e che dà un senso a tutto quello che ci racconta e che in prima battuta sembra poco chiaro. I personaggi principali sono già noti e collaudati così come lo è il paese scandinavo dove si svolgono i fatti e quindi su questo non ci sono difficoltà. I comprimari, invece non sono sempre così originali, anzi in qualche caso se non sono delle macchiette, sono un insieme di clichè: penso alla ragazzina sbandata che diventa un attrice internazionale e torna al paesello per sbatterlo in faccia a chi al denigrava, o agli adolescenti alla ricerca di modi eclatanti per scandalizzare gli adulti. Considerando che la trama del libro prevede che si passi in continuazione dal presente a fatti risalenti a vent'anni prima avrei evitato anche un incursione anche nei secoli precedenti. La storia è quella in sostanza della scomparsa e poi della morte di una bambina: un avvenimento tanto più drammatico, visto che sembra ricalcare quello avvenuto qualche decennio prime o del quale sono state incolpate due adolescenti. Le ragazze dapprima hanno confessato e poi hanno ritrattato. Casualità vuole che al momento della seconda scomparse entrambe si trovino in paese. Fino a qui tutto bene, direi che la trama è lineare, ha una sua logica e l'intreccio tra passato e presente è anche semplice da seguire. L'introduzione invece della storia di una ragazza accusata di stregoneria, qualche secolo prima, invece, secondo me è del tutto inutile, e serve solo ad appesantire il racconto.
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Streghe di ieri e di oggi
Come al soltio lo stile dell'autrice mi ha catturato sin dalle prime pagine. Il tema, come suggerisce Belmi, è toccante. Difficile non provare rabbia per gli omicidi ai danni dei bambini.
La trama si sfolge piacevolmente fino ad un finale per niente scontato. La bravura dell'autrice sta proprio nel far ricadere i sospetti su un'indiziato per concludere l'indagine in modo differente a come l'avevamo immaginato, il tutto presentato tra i boschi magici e desolati della Svezia.
Secondo me, l'excursus storico nella svezia del 17° secolo, è un esercizio di stile che nulla aggiunge alla trama del giallo, se non la speranza che fino alla fine ci sia un intreccio o un colpo di scena tale da valerne la pena.
un buon giallo
A Fjällbacka è estate. Anche in Svezia si susseguono giornate di sole e di caldo. La piccola cittadina di pescatori è invasa dai turisti e da una troupe cinematografica che sta girando un film su Ingrid Bergman. La protagonista, Marie Wall, ha un passato a dir poco torbido: trent'anni prima infatti era stata accusata, insieme alla sua amica Helen, di aver ucciso una bambina di soli quattro anni, Stella. In concomitanza con il ritorno di Marie scompare, dalla stessa fattoria dove aveva abitato Stella, una bambina della stessa età, Linnea. Tutto ciò sconvolge la vita quotidiana di Erica Falck, scrittrice che si occupa di vecchi casi di omicidio e di Patrik Hedström, marito di Erica ed esperto poliziotto alla stazione di Tanumshede. Tra faccende domestiche, figlioletti da accudire ed addii al nubilato per la suocera da organizzare, Erica cerca più informazioni possibili sul vecchio caso di Stella, riuscendo, come sempre, anche ad aiutare suo marito, che sta indagando sul nuovo caso che riguarda la piccola Linnea.
I piani temporali che si alternano sono tre: il presente, trent'anni fa e il 1672. Le vicende raccontate nel XVII secolo riguardano una giovane, Elin, rimasta vedova di un pescatore e con una bambina piccola da crescere: la donna andrà ad abitare, come serva, presso la sorellastra, Britta, che era sposata con il pastore Preben, proprio nel periodo più cruento della caccia alle streghe. Elin è un personaggio ben caratterizzato, che colpisce il lettore, anche se le pagine dedicate alle vicende che si svolgono nel Seicento sono più concise rispetto alla narrazione principale. Alla fine del romanzo capiremo come la storia della donna del 1672 sia collegata al resto degli eventi narrati nel romanzo.
Personalmente ho letto tutti i libri della Lackberg e li ho apprezzati come ottimi gialli. Le storie risultano coinvolgenti ed appassionanti, il meccanismo del poliziesco è congegnato perfettamente e non annoia. Quello che mi piace particolarmente dei romanzi di questa autrice con protagonisti Erica e Patrik è inoltre la mancanza dell'atmosfera totalmente violenta e oscura che si trova in altri thriller: qui, anche tra i crimini più efferati c'è sempre la confortante presenza dei personaggi “buoni”, rassicuranti e portatori di valori positivi: so che per alcuni critici o lettori ciò può risultare un po' banale, ma non per me.
Inoltre la Lackberg dà sempre spazio anche alle tematiche sociali di attualità, nei precedenti libri lo aveva fatto ad esempio per quanto riguarda la violenza sulle donne, in questo romanzo si parla in modo molto efficace e realistico del bullismo e dell'immigrazione.
Certo, non si può parlare di capolavoro, ma in conclusione siamo di fronte ad un ottimo giallo, piacevole, scorrevole e stimolante.
Buona lettura.
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Erica Falck e la caccia alle streghe
L'ultimo romanzo di Camilla Lackberg, La strega, è molto emozionante e ben scritto.
Marie Wall, celebre star a Hollywood è tornata a Fjallbacka per le riprese di un film su Ingrid Bergmann. Trent'anni prima lei e la sua amica del cuore erano state accusate dell'omicidio di Stella, una bambina di quattro anni. Quando alle porte di Fjallback scompare un'altra bambina, è inevitabile tornare indietro a quel tempo. Una coincidenza? C'è una relazione? E' possibile uno stretto collegamento con la storia di una donna, processata per stregoneria negli stessi luoghi, secoli prima? La trama si sviluppa tra colpi di scena e suspence, in una atmosfera molto moderna. La caccia alle streghe del 1600 si intreccia con la scomparsa di una bimba. Il testo mantiene vivi e costanti due piani narrativi atti a dimostrare come l'ignoranza, la gelosia e la vendetta di un tempo può condurre all'elaborazione di accuse, e come queste ultime possano essere confrontate con il bullismo, la xenofobia, le ansie e le paure odierne.
Camilla Lackberg unisce sapientemente un racconto storico sulla caccia alle streghe al clima che attanaglia quando la paura dell'ignoto, e del diverso esaspera il clima di sospetto e fomenta l'odio. Per chi ama i gialli qui ritroviamo la scrittrice Erica Falck e il commissario Patrik Hedstrom, che in questo libro sono soprattutto alle prese con lo stabilire se esiste un collegamento tra presente e passato. Qui si ripiomba all'indietro, nei tempi bui del tempo che fu. Un thriller avvincente con un finale sorprendente.