La strada per Itaca La strada per Itaca

La strada per Itaca

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Mancano settimane all'attacco di Hitler alla Russia di Stalin, e l'ufficiale Martin Bora è a Mosca, aggregato al corpo diplomatico della capitale sovietica immersa ancora nel clima del patto Ribbentrop-Molotov. Gli arriva una strana richiesta da parte del diabolico Beria: recarsi a Creta, appena presa dai tedeschi, per procurare al capo dello spionaggio sovietico sessanta bottiglie di un vino cretese. Invece, giunto nell'isola, l'ufficiale-detective è posto di fronte a un compito ben diverso. Una famiglia di civili è stata massacrata, a quanto pare da una pattuglia di paracadutisti tedeschi. La vittima principale è un residente svizzero, esperto di storia della razza ariana e membro dell'Ahnenerbe, la società fondata da Himmler per studiare il passato della razza. L'imbarazzo è grande, enorme il mistero. Bora dovrà farsi carico di un'indagine molto particolare.



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La strada per Itaca 2019-02-03 10:36:06 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    03 Febbraio, 2019
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Missione a Creta

Il capitano Martin Bora si trova a Mosca, a poche settimane dall’invasione dell’Unione Sovietica, aggregato al corpo diplomatico quando riceve un incarico inaspettato dal potentissimo capo dell’NKDV Lavrentij Berija: recarsi a Creta, da pochissimo invasa dalle truppe tedesche, per procurargli delle bottiglie di un pregiatissimo vino prodotto in quell’isola. Ovviamente, d’intesa anche con i suoi capi, l’ufficiale parte per soddisfare quella richiesta che equivale a un ordine, ma giunto a Creta, dove si sono da pochissimo conclusi i combattimenti, che sono stati un bagno di sangue per i paracadutisti del Reich, gli viene affidato un incarico particolare, cioè fare luce su un eccidio in cui sono rimaste vittime un cittadino elvetico, la sua domestica e dei lavoranti greci. Tutto lascerebbe supporre, grazie alla testimonianza di un sergente inglese, poi fuggito, benché ferito, che gli autori della strage, di cui sta interessandosi anche la Croce Rossa Internazionale, siano stati appunto dei parà tedeschi. Il compito è improbo, considerata anche la situazione dell’isola, infestata da bande di partigiani, ma nulla è impossibile per Bora e alla fine, dopo non poche peripezie, sarà in grado non solo di far piena luce sul caso affidatogli, ma anche di ritornare a Mosca con il prezioso carico di vino.
E’ indubbio che l’autore è dotato di una feconda fantasia che unita a uno stile sobrio, ma avvincente, coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina, nonostante che queste siano ben 493. Ciò che stupisce in Ben Pastor è la precisione storica, la minuziosa caratterizzazione dei personaggi, l’ambientazione accuratissima e l’atmosfera ricreata con indubbia capacità; tanto per fare un esempio, buona parte del romanzo è occupato dalla ricerca del testimone inglese, datosi alla macchia, e pertanto dall’indispensabile escursione all’interno dell’isola, avendo come guida un’archeologa americana che non si è offerta spontaneamente, ma solo a seguito di un ricatto; ebbene, il procedere su sentieri sconnessi, l’arrampicarsi su pendii scoscesi sotto un sole che sfibra, i continui pericoli rappresentati dai partigiani e perfino da un aereo tedesco avrebbero potuto, alla lunga, stancare il lettore, ma la bellissima descrizione del percorso, l’atmosfera ricreata, a tratti piena di pathos, in altri rari momenti di pace interiore ispirata dai panorami, attraggono sempre di più, anche per la capacità di spezzare un’eventuale monotonia con dialoghi, oppure con incontri non sempre piacevoli.
Sono dell’opinione, quindi, che questa serie con protagonista principale l’ufficiale dell’Abwehr sia stata una felice idea di Ben Pastor, che è riuscita a creare un personaggio del tutto particolare, sempre combattuto fra il senso del dovere e la propria coscienza, due aspetti raramente conciliabili.
Ritengo che anche La strada per Itaca sia meritevole di lettura.

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I romanzi scritti da Ben Pastor con protagonista Martin von Bora.
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La strada per Itaca 2015-03-16 17:27:07 pirata miope
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pirata miope Opinione inserita da pirata miope    16 Marzo, 2015
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IL TORMENTO DEL NAZISTA

La scrittrice Ben Pastor, nata in Italia, trapiantata negli Stati Uniti, docente universitaria, amante dell’archeologia ha ambientato i suoi gialli storici nell’epoca del Terzo Reich, collocandosi dalla prospettiva insolita dei perdenti, coloro che sono stati segnati dalla Storia come carnefici. In realtà nei suoi libri non compaiono carnefici, coloro che ebbero un ruolo di grandi attori degli accadimenti rilevanti del secolo scorso, come in quest’ultimo romanzo “La strada per Itaca”Berjia, capo dello spionaggio sovietico e motore del terrore staliniano, restano sullo sfondo, comparse, la cui ombra grava però sugli eventi, determinando drammatici scenari e squilibri irreparabili. Di sicuro non è un carnefice, il protagonista della maggior parte dei suoi romanzi, Martin Bora, l’ufficiale della Wermacht, qui chiamato a indagare sul massacro di un cittadino svizzero nella Creta del 1941, invasa dall’esercito tedesco: egli è l’esatto contrario di come tanti film e libri ci hanno mostrato gerarchi e ufficiali nazisti. Bora è colto, legge Heidegger e l”Ulisse” di Joyce, elegante, appartiene all’aristocrazia militare prussiana, quella che per prima avversò Hitler, ma soprattutto egli è in perenne ascolto di una coscienza lacerata da dubbi, che lo costringe a interrogarsi sul senso della propria identità e del proprio ruolo. Ed è in questa perenne e tormentata ricerca di se stesso che egli si riconosce in Ulisse, l’eroe che per essere di nuovo se stesso, fu costretto a un lungo e doloroso viaggio di esplorazione. Ed ecco che l’isola di Creta con il suo paesaggio aspro e assolato asseconda pensieri e rievocazione dell’animo inquieto dell’investigatore-viaggiatore: il Minotauro, i Lestrigoni, le Sirene, le maschere ingannevoli indossate da uomini e donne, lo trascinano in un vortice che lo imprigiona. Alla fine il colpevole, secondo la prassi si trova, ma probabile che per Bora ( e per nessuno) ci siano strade che portino ad Itaca.

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