La storia di Lisey
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Opinioni inserite: 8
Un libro di difficile lettura, prolisso e lento
La storia di Lisey e' un romanzo diverso dai soliti libri di Stephen King, sia per stile che per contenuto.
Purtroppo, non posso dire che il titolo sia all'altezza di altre opere dell'autore.
La trama narra di Lisey, vedova di un famoso scrittore, che si strugge fra il lutto ed il ricordo del perduto amante. Alla questo intreccio, si legano altre storie secondarie che aggiungono del mistero e del soprannaturale alla narrazione.
Innanzitutto, devo ammettere che ho trovato quasi sempre forzato l'uso del soprannaturale in questo libro. Non e' ben collegato alla storia principale e, a tratti, mi sono chiesto se avessi capito bene quello che stavo leggendo.
Un libro di 600 pagine deve avere molto da raccontare... beh non e' questo il caso. L'autore spende pagine e pagine in descrizioni semi-inutili di situazioni e pensieri irrilevanti. I dialoghi sono prolissi, le pagine scorrono davvero lentamente in certi punti. Per la prima volta in tanti anni di lettura, ad oltre meta' romanzo ancora non avevo ben chiaro cosa l'autore volesse raccontare.
Credo che lo scopo di SK fosse quello di riavvicinarsi a lavori come Carrie, in cui l'aspetto principale era l'orrore della vita quotidiana. Purtroppo il tentativo e' tremendamente fallito.
Mi e' dispiaciuto molto assistere ad un lavoro cosi approssimativo, difficile da leggere e da godersi.
Purtroppo per ora e' decisamente il peggior libro che abbia letto nell'ultimo anno. Se amate l'autore, risparmiatevi questo titolo.
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Uno Stephen King diverso
Ho letto quasi tutti i libri di Stephen King e sono molti quelli che ho trovato brillanti e che mi hanno lasciato un senso di appagamento una volta conclusa la lettura. Ciò però non è accaduto con "La storia di Lisey" (Lisey's Story).
Il libro si discosta dai soliti romanzi Kinghiani: la protagonista è una donna, Lisey, sposa ormai cinquantenne di uno scrittore morto molto famoso e altrettanto problematico. Il libro si articola su 3 archi temporali diversi, cosa che rende un po' lenta la lettura. In alcuni punti si fa fatica a seguire il filo conduttore del romanzo e, fino alla fine, non si capisce a cosa stia andando a parare l'autore. Ho trovato l'uso di termini familiari e colloquiali molto interessante, con l'unica pecca che forse dovevano essere descritti più approfonditamente poiché fino a metà libro ero convinta che il "bool" fosse, erroneamente, una cosa negativa quando invece rappresenta una specie di "regalo" (però non ci metterei una mano sul fuoco, l'interpretazione è sfuggevole).
Fortunatamente tutti i quesiti trovano soluzione, anche se fino all'ultima pagina, si può avere il dubbio del contrario. Bisogna avere solo molta forza di volontà (o amore verso questo scrittore) per riuscire a raggiungere il finale.
La modalità di scrittura è, come sempre, piacevole nonostante la lentezza esasperante di alcuni punti e la difficoltà di seguire appieno alcune descrizioni molto prolisse.
Ho trovato la storia d'amore alle spalle molto bella e coinvolgente, un King davvero romantico e commovente in molti punti (anche se, personalmente, non al livello di 23/11/63) e non ho potuto fare a meno di sentirmi in sintonia con Lisey.
In sintesi direi che il romanzo sarebbe stato perfetto con alcuni tagli, ed io non sono tipa che disprezza i "mattoni" da 1000 pagine. È un esperimento e gli è riuscito solo in parte, ha potuto dimostrare a noi "fedeli lettori" che è capace di mescolare temi disparati facendo uscire un romanzo che non sia un pastrocchio. Non lo consiglio perché vi sono altri suoi libri più belli da leggere ma di sicuro non posso dire sia da buttare.
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Due cuori, uno luminoso, l'altro buio.
Appena ho chiuso questo libro, ho pensato di aver appena finito una delle più belle storie d’amore mai lette; di solito non amo il genere “storia d’amore”. In particolare trovo estremamente difficile che le “love story” non siano noiose.
Tristano e Isotta, per me, sono LA storia d’amore. Pochi altri hanno avuto il mio plauso, dopo di loro.
Ma uno è King con la sua Lisey.
E dal momento che si parla di King e di una storia d’amore che piace a me, ovviamente essa è scarsamente “canonica”.
Lisey è la devota ed amatissima moglie di Scott Landon, scrittore di successo, cresciuto in una famiglia difficile e con più di qualche ombra nel suo passato.
Lisey è una moglie quasi sempre in ombra, come apprendiamo sfogliando insieme a lei alcuni ritagli che celebrano la carriera del marito. Poco presente nelle fotografie, quando presente spesso indicata con un nome sbagliato, scritto male, definita “amica” o non menzionata affatto.
In realtà Lisey è una donna coraggiosa ed intelligente che, di fatto, passa la vita accanto a suo marito, capendolo sempre e salvandolo molte volte.
Lisey salva Scott da sé stesso, dai fantasmi del passato, da psicopatici attentatori armati di pistola (e lo salva a colpi di vanga – scena grandiosa, peraltro).
Sfogliamo i ritagli perché Scott è morto e Lisey alla fine decide di riordinare le carte del marito.
Partendo da qui ripercorriamo alcuni momenti della loro vita insieme, apprendiamo il linguaggio segreto che i due coniugi hanno usato (ed usano) ed apprendiamo di un “altrove” dove ci si può rifugiare e qualche volta guarire dal male che si incontra “qui”.
Ma l’altrove è un posto pericoloso, abitato da presenza inquietanti ed insieme di sublime bellezza. Un luogo con regole precise che non possono essere violate.
Neppure quando si torna Qui.
Non voglio spoilerare, ma Lisey con l’aiuto di Scott dovrà affrontare un altro pericoloso e sadico psicopatico, compiere innumerevoli viaggi da qui all’altrove, ritrovare una sorella, prendere forse congedo, per un po’, dal marito.
Il tutto scritto come un continuo passaggio fra presente e passato, fra qui ed altrove, fra un personaggio e un altro. Poteva essere caotico fino a diventare delirante. Ed invece è mirabile.
Certamente uno dei punti di forza del libro.
L’altro, of course, come si diceva è l’amore.
Quello fra Lisey e Scott talmente radicato in loro e allo stesso tempo “normale”, da esigere un linguaggio proprio. Un amore che parte con la consapevolezza che amare non solo rende vulnerabili, ma fornisce anche un tremendo potere sull’altro.
Poi c’è la famiglia.
Quella di Scott che è un grumo di dolore, quella di Lisey viene descritta con pennellate caustiche di rara veridicità, con le sue nevrosi ed ipocrisie di fondo. Ma c’è anche l’amore. In particolare fra fratelli (Scott e Paul) e fra sorelle (Lisey ed Amanda) anche questo ripercorso attraverso ricordi e linguaggi che mi hanno fatto pensare a “Lessico Famigliare” della Ginzburg; ed infine l’amore forse più disperato e impotente, quello paterno, di Sparky Landon per i suoi figli ed in particolare – alla fine – per Scott.
Lo so che forse parlare di “amore” per quest’uomo malato e violento possa anche suonare incongruo. Però ho trovato tanto brutalmente tenero il modo in cui, alla fine, permette al figlio di salvarsi che… e va be’. Mi son proprio commossa.
Ah.
Da leggere subito, obviously.
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Lento. Prolisso. Debole.
Non fosse stato un libro di Stephen King (sì, sono un suo fan), l'avrei riposto nell'armadio dopo aver letto il primo centinaio di pagine.
Ho trovato questo romanzo davvero troppo descrittivo, con una storia poco incisiva, senza colpi di scena e anche un po' noiosotta.
La lettura è stata a mio avviso troppo macchinosa e "contorta".
Ho odiato quando durante un dialogo, tra una battuta e l'altra, King abbia continuato ad eccedere in parti descrittive o commenti, dilatando a 10 pagine un dialogo che poteva durarne solamente un paio, spezzandone quindi il ritmo e facendo subentrare in me noia e irritabilità!
In un romanzo la descrizione di per se va bene...ma qui si esagera!
Ne "La Storia di Lisey" però non è tutto da buttare via per carità! Su 600 pagine ci sono state parti interessanti (eh meno male!), la cui lettura è risultata piacevole, ma questo non ha avuto la meglio sugli aspetti negativi che ho appena elencato.
Peccato.
La storia in se era affascinante, quasi "malata" (in senso positivo), ma si poteva fare molto di meglio.
King ha fatto molto di meglio.
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Adesso siamo due...
Questo è il libro di King più difficile da giudicare e da comprendere, forse il primo davvero lontano dai soliti schemi. Dimenticate i romanzi pieni di tensione e colpi di scena, non cercatene qui o rimarrete delusi . Abbiamo il King più autobiografico, intimista e pieno di simbolismo che abbiate mai letto.
Scott e Lisey, Lisey e Scott, due corpi e un'anima. Lui uno scrittore di enorme successo, lei la moglie devota e silenziosa che, lontano dai riflettori, lo salva più volte dai demoni del suo passato e del presente, è l'unica a cui Scott confidi la follia della sua infanzia, dolcissima e dolorosa, la parte più appassionante del racconto. L'inizio del libro è piuttosto lento, quasi noioso, ma parla della quotidianità di Lisey e poi di Lisey e Scott insieme secondo vari piani temporali, ci vuole tempo per imparare a conoscersi per poi riuscire a comprendersi, ci vogliono pagine per capire dove ci vuole portare King.
Quando Scott muore , la tranquilla Lisey si trova a convivere con un dolore e una solitudine che la soffocano con il peso dei ricordi, ma le minacce di uno psicopatico le faranno ritrovare la forza di lottare sorretta da un legame mai spezzato con il marito. Al buon Stephen piacciono i mondi paralleli e li usa anche qui, ma sono il simbolo del luogo dove va chi si perde, chi fugge dalla realtà travolto dalla proprie debolezze e paure, dove chi ci ama può venire a recuperarci, dove gli scrittori attingono alla "pozza delle storie" , ma dove c'è un mostro in agguato, una figura senza una forma definita che può portarti via, il simbolo di ciò che può distruggere un uomo.
Si possono non amare Scott e Lisey ma non si resta insensibili di fronte alla straordinaria forza del loro legame, all'originalità di un lessico coniugale fuori dal comune e al fascino del loro mondo "parallelo". King pesca a piene mani dalla sua precedente produzione (da "La torre Nera" a "Il Talismano" , da "IT" a "Dolores Claiborne" passando per "Mucchio d'ossa" e lo splendido "Rose Madder"), autoplagio ? No, se un cantante può suonare decine di pezzi che parlano dello stesso argomento allora King può permettersi di elaborare concetti già esposti trovando nuovi sviluppi, mostrandoli attraverso un'altra faccia tra le moltitudini che ci riserva il meraviglioso poliedro della sua fantasia. Romanzo dai molti significati, uno dei quali è in una riflessione di Lisey "C'erano molte cose che non ti raccontavano della morte, e una di quelle principali era quanto ci voleva perchè le persone che più avevi amato morissero anche nel tuo cuore"
A volte tutta la vita che resta...
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Loving you without you now...
Amarti anche se non ci sei più. Il titolo di una canzone tratta dal nuovo album di Paul Stanley, frontman di quei Kiss spesso citati in modo oscuro o esplicito da Stephen King nei suoi romanzi, si presta bene a descrivere in una sola frase l'ultima fatica del maestro di Bangor. Lisey's story, La storia di Lisey, è l'ennesimo giro di giostra dedicato a uno scrittore: Tabitha, la moglie di Stephen, non ha preso bene quest'ultimo romanzo, gli ha chiesto se c'era davvero bisogno di un'altra storia del genere, dopo Misery, Mucchio d'ossa, La metà oscura e i molti altri lavori cui state pensando.
Ma stavolta il protagonista non è lo scrittore, quanto la sua superstite moglie, che continua ad amarlo anche se lui non c'è più.
Lisey è la dolce metà, oscura fino alla morte del marito, ritratta in secondo piano su alcune delle foto che suo marito Scott Landon ha conservato nel suo studio. Moglie che lo ha salvato diverse volte, sia metaforicamente dai demoni del passato, sia praticamente da un "cowboy dallo spazio profondo". Questo e altri termini ci fanno compagnia in questo "forcuto" libro, dove la soluzione ai problemi richiede che vengano "cinghiati". All'inizio si fatica un po' a seguire questo lessico familiare, ma poi CISSICA diventerà qualcosa che capiremo al volo.
Lisey si ritrova a combattere con i ricordi, disposti su più piani temporali paralleli, ricordi di momenti perduti "come lacrime nella pioggia", racconti dell'infanzia di Scott, ricca di demoni simili a quelli che potrebbero aver animato quella di Stephen. Il rifugio è Boo'ya Moon, l'Isola che non c'è dove i bimbi sperduti sono coperti da sudari scuri, intenti a scrutare la pozza delle storie, dove "tutti noi andiamo a bere".
Rifugio lungi dall'essere sicuro, abitato com'è da strani esseri da incubo, specialmente quando il sole lascia il posto alla luna. Ci sono frammenti di Rose Madder, de Il Talismano, de La torre nera, piccole strizzate d'occhio al resto della produzione kinghiana. Il bool, gioco dell'oca da sogno o da incubo, a seconda di chi è a disegnarne il percorso, è un modo per trascinarci nel mondo delle storie, meravigliose e inquietanti, di quello che a mio avviso è uno dei più grandi scrittori della nostra epoca, i cui libri saranno ancora sugli scaffali tra qualche decennio.
Davanti alla pozza delle storie, Scott/Stephen potrebbe avere incontrato altri suoi simili. Gente con la mente popolata di storie, storie di bambini cresciuti nella violenza, abituati a combattere demoni invincibili, scrittori apparentemente fragili cresciuti in orfanotrofi, che riescono a trasformarsi per amore di donne come Lisey: sulla riva della pozza c'è gente che racconta storie, e lo scrittore è colui che le porta nel nostro mondo.
La pozza personale di Stephen King, ne sono convinto dopo la lettura di Lisey's story, è ancora ricchissima di sogni e incubi.
Li scopriremo insieme.
Domani.
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Diverso dal solito, ma ottimo risultato
Devo ammettere che leggere questo libro per un'appassionato di King è dura. Il motivo è semplice, è un libro lontano dal mondo a cui king ha abituato molti suoi fans.
Superata la fase iniziale abbastanza ambigua il libro prende parecchio, spazia tra vari temi come l'amore perduto, il rapporto tra sorelle, la voglia di non affrontare il passato, e la forza di andare avanti con la vita. Il genere di questo romanzo dice molto della sua particolarità, secondo me è un libro che spazia dalla storia d'amore al fantasy estremo fino ad arrivare al thriller.
Libro fortemente originale vicino ad essere un capolavoro 9/10.
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BANALE
L'AUTORE DELLA SAGA DI ROLAND QUESTA VOLTA NON E' RIUSCITO AD APPASSIONARMI.
IL LIBRO PARLA DELLA STORIA DI LISEY MOGLIE DI UN NOTO SCRITTORE CHE DOPO LA SUA MORTE VIENE PRESA DI MIRA DA UN MANIACO.
SFRUTTERA' DELLE CAPACITA' APPARTENUTE AL SUO DEFUNTO PER TRARSI DI IMPACCIO.
LA STORIA SEMBRA NUOVA MA PRENDE A PIENE MANI DA ALTRE GIA' SCRITTE E PROPRIO DA LUI.
NELLA SAGA DEL PISTOLERO SI TRATTAVA DI ANDARE A CONTEZA NELLA CASA DEL BUIO DI FLIPPARE QUI DI VIAGGIARE MA ALLA FINE SEMPRE DI UNIVERSI PARALLELI SI TRATTA.