La sopravvissuta
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REEVE E LA SUA STORIA
In questo thriller la protagonista è la giovane Reeve LeClaire che ha subito un rapimento quando aveva solo dodici anni.
Questo duro episodio ha segnato in maniera indelebile la sua vita e ha ancora moltissimi incubi e attacchi di panico legati al periodo che è stata segregata. Con l’aiuto di Ezra Lerner il suo psichiatra cerca di superare il trauma che l’ha segnata.
Reeve per cercare di lasciarsi alle spalle il rapimento, ha cambiato nome, cambia spesso il colore dei capelli e si è trasferita a San Francesco dove lavora in un ristorante cinese.
Un giorno però la sua vita prende una svolta inattesa, quando viene ritrovata viva Tilly Cavanaugh una ragazza rapita e seviziata come lo è stata Reeve.
I genitori di Tilly e il dottor Lerner vogliono che Reeve parli con la giovane e la aiuti a superare questo tremendo episodio, infatti proprio chi meglio della protagonista può aiutare Tilly nella sua rieducazione alla vita? O al senso della normalità?
Ma questa storia coinvolgerà più di quanto si possa immaginare Reeve, perché oltre a ripercorre il suo personale rapimento e tutte le paure che lei aveva provato a superare, per scoprire la verità sulla prigionia di Tilly mette a repentaglio la propria stessa vita.
Reeve cerca di rendersi utile e di aiutare un’altra ragazza che come lei è stata rapita e torturata in modo aberrante ma per questo dovrà una volta per tutte affrontare anche il proprio dolore e cercare di andare avanti con la sua vita.
Un thriller che mette in evidenza anche il mondo della stampa e del giornalismo che molte volte invade la privacy delle persone, e anche in questo caso delle vittime, in maniera assolutamente inappropriata e mette in luce solamente l’aspetto negativo di queste persone che cercano solamente di ottenere uno scoop prima della concorrenza.
E poi vediamo anche come il lavoro della polizia è molto complesso e ricco di personale altamente qualificato che a volte non riesce da solo a risolvere i casi.
La lettura risulta essere molto scorrevole, i capitoli non seguono uno schema preciso ma ognuno è diverso e anche il punto di vista di chi racconta la storia.
Verso la fine, la trama risulta essere un po’ forzata e alquanto improbabile ma ho apprezzato comunque il fatto che il libro abbia affrontato il tema del rapimento dal punto di vista delle vittime e delle loro difficoltà nel recuperare la normalità della propria vita.
Indicazioni utili
The Edge of Normal
“So chi sei. So cos’hai sofferto. Perché io sono come te. Ma quello che so non basterà a salvarti.”
Qual è il limite della normalità? Se lo chiede spesso Regina Victoria LeClaire, la ragazzina rapita a dodici anni e tenuta prigioniera per quasi quattro. A 22 anni ha cambiato legalmente il proprio nome in Reeve, per cercare di superare il suo passato di vittima e gli assalti mediatici che hanno caratterizzato il suo ritorno a casa.
Reeve ci prova con insistenza ad essere come le altre ragazze della sua età, ma c’è sempre qualcosa che in lei non funziona più. Sa che il termine “normale” non piace al suo psichiatra e terapista, specializzato in sindrome da cattività prolingata. Reeve è stata tenuta prigioniera e abusata da un maniaco per tutta
l’adolescenza, e se riesce, in apparenza, a sembrare identica alle sue coetanee è solo merito della sua tenacia e dell’aiuto del dottor Ezra Lerner. Reeve vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle, dimenticare, ma sa che non è così che funziona con la sua mente e con le ferite ancora visibili sul suo corpo, cicatrici fisiche e mentali che non si potranno rimarginare mai completamente.
A Jefferson City in California, in pochi anni, sono scomparse tre ragazze, vittime di predatori sessuali. Quando una delle tre, Tilly, ricompare, il dottor Lerner viene chiamato per gestire il caso da stress post traumatico e chiede a Reeve di aiutarlo.
Reeve ha capito che per salvarsi bisogna imparare a salvare gli altri ed è disposta a mettersi in gioco.
In LA SOPRAVVISSUTA, la giornalista e scrittrice CARLA NORTON ha preso spunto dalla realtà ed creato un ottimo personaggio femminile che è al tempo stesso, fragile e tormentata, empatica e battagliera ed anche sorprendentemente intuitiva. Reeve resta coinvolta nell’indagine. È lei che chiede di poter fare di più, perché comprende il legame tra la sottrazione di Tilly e quella delle altre due ragazzine.
Reeve è un personaggio dinamico, che stupisce per l’impennata caratteriale e per l’intraprendenza del suo spirito, deciso a superare la sua condizione di vittima.
La trama è avvincente, complessa, con il duplice punto di vista di Reeve e di “Signor Mostro” (così Tilly ha ribattezzato l’uomo che alberga nei suoi incubi). Quando tutto sembra volgere per il meglio, un colpo di scena, rimette tutti i personaggi in gioco in un finale che potrebbe trasformare le vicende di Reeve da romanzo autoconclusivo, o stand alone, a serie di thriller psicologici su casi di sindrome da cattività, cosa che mi auguro.
Carla Norton ha cominciato come giornalista corrispondente da Tokyo, dove si trovava quando è avvenuta la fuga di Colleen Stan, la donna tenuta per quasi sette anni dentro una cassa di legno da una coppia di maniaci. Su quella storia ha scritto il suo primo bestseller, Perfect Victim che è diventato un libro di testo dell’unità di scienze comportamentali di Quantico, la sede in cui vengono addestrati i profiler dell’FBI. Il romanzo, infatti, non narra solo la terribile esperienza della giovane Colleen, ma è anche un libro esempio che, a detta dell’autrice stessa, tutte le ragazze dovrebbero leggere per essere istruite e proteggersi.