La serie infernale La serie infernale

La serie infernale

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Un serial killer sta uccidendo, in modo apparentemente casuale, delle persone seguendo le iniziali del loro nome e della città dove si trovano: Alice Asher ad Andover, Betty Barnard a Bexhill-on-Sea, Sir Carmichael Clark a Churston. L’assassino spedisce a Poirot delle lettere prima di ogni omicidio, scrivendo dove e quando avverrà l’omicidio, ma l’investigatore e la polizia arrivano sempre in ritardo. Il serial killer si firma A.B.C., e sul luogo di ogni delitto lascia una Guida Ferroviaria A.B.C. accanto al cadavere.



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La serie infernale 2020-09-18 17:41:01 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    18 Settembre, 2020
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L'alfabeto del crimine

“Un assassino, come dicevamo, è sempre un giocatore… e, come molti giocatori, spesso non sa capire quando è venuto il momento di fermarsi. A ogni nuovo delitto la fiducia nelle proprie capacità aumenta mentre il senso delle proporzioni diminuisce. Perché il nostro assassino non dice mai: ‘Come sono stato intelligente e fortunato!’. No, dice soltanto: ‘Come sono stato intelligente’. Andando avanti di questo passo, l’alta opinione che ha sempre avuto della propria intelligenza aumenta ancor di più ed è proprio in quel momento, mes amis, che la pallina comincia a girare, la serie del nero finisce… Infatti la pallina si ferma su un nuovo numero, e il croupier annuncia: ‘Rouge!’.”

Un giallo anomalo nella serie dedicata da Agatha Christie all’investigatore belga Hercule Poirot. Poco prima della metà del romanzo, la regina del giallo consegna al lettore l’indicazione dell’assassino (quando il suo detective ancora ignora l’esistenza di tale persona).
Il movente? Per un criminale che sceglie i bersagli umani ed i posti dove agire nel meticoloso rispetto dell’ordine alfabetico (la prima vittima è Alice Ascher nel paesino di Andover), si può pensare solo alla pazzia o a tendenze maniacali. Confermate dal fatto che ogni omicidio è “firmato” dalla presenza, sul luogo del delitto, di un orario dei treni delle ferrovie inglesi (il famoso elenco “A.B.C.”).
E non è tutto! Il terribile guanto di sfida è lanciato allo stesso Poirot, che riceve in anticipo lettere che preannunciano dove e quando colpirà l’assassino (che si firma proprio A.B.C.). Come fermarlo, considerato che potrebbe trattarsi di chiunque?

Un giallo anomalo, si diceva: non “a camera chiusa”, dove la cerchia dei possibili colpevoli è delimitata fin dall’inizio; né legato – come di solito avviene con Poirot – ad una precisa progressione dell’indagine (se non abbondantemente dopo la metà del libro).
Qui la sfida di Agatha Christie è data dal mettere il lettore nelle stesse condizioni di Hercule Poirot, ovvero costringerlo a seguire lo sviluppo degli eventi per una buona metà del libro senza che, in apparenza, egli possa mettersi in cerca delle consuete tracce o indizi.
In definitiva una buona lettura, diminuita solo da una partenza “lenta” nei primissimi capitoli, dove dialoghi e descrizioni iniziali fanno del detective belga e del fedele amico Hastings quasi delle macchiette. Poi la storia e la suspence prendono quota, e, nel finale, non mancherà il capovolgimento di prospettiva tipico della Christie.

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Consigliato a chi ha letto...
altro della Christie ma anche "Gatto e cardellino" di Camilleri.
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La serie infernale 2011-01-13 08:30:05 dmcgianluca
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dmcgianluca Opinione inserita da dmcgianluca    13 Gennaio, 2011
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leggero

La ricetta è sempre la stessa: la campagna inglese, il rito del tè, morti sospette che sconvolgono la vita tranquilla di provincia, il "ragioniere del delitto" Poirot che svela l'assassino tra una rosa di possibili candidati, dalla quale emerge sempre il meno sospettato dal lettore.
Una lettura piacevole e leggera.

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Doyle
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