La seduzione del male
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Colpevole o innocente ?
James Patterson si conferma, con questo ennesimo thriller, uno straordinario ideatore di storie poliziesche, in collaborazione con il suo numeroso ed eccellente staff, rappresentato questa volta dalla coautrice e quasi coetanea Maxine Paetro (lei è del ’46, lui del ’47), pubblicista, esperta di comunicazione e scrittrice validissima, che con Patterson elabora da anni le vicende del ciclo “Le donne del Club Omicidi”: una collana di grande successo, che con “La seduzione del male” arriva alla tredicesima uscita. Che dire di un romanzo che venderà sicuramente, come tutti i libri di Patterson, milioni di copie, confermando l’Autore come il più letto ( oltre che il più ricco) d’America? Pur non essendo al livello dei due thriller usciti in Italia nel 2018 (“Il cuore dell’assassino” della serie Alex Cross e “Il presidente è scomparso” scritto con Bill Clinton), il libro è un buon prodotto commerciale, scritto bene, con una sua tensione particolare ( sarà o non sarà colpevole il principale indiziato?) che si conclude con un colpo di scena ad effetto. Le donne del Club Omicidi si danno da fare, guidate dall’ infaticabile ispettore della polizia di San Francisco Lindsay Boxer : sono due le indagini, una, quella diciamo così di contorno, riguarda uno psicopatico che fugge da una clinica psichiatrica e, munito di una siringa contenente succinilcolina, uccide sconosciuti incontrati casualmente, l’altra, quella principale, indaga su un movimento terroristico che compie attentati incendiari per seminare panico e sovvertire l’ordine costituzionale. Si sospetta, dopo una spettacolare esplosione con decine di morti al Museo della Scienza di San Francisco, di un apparentemente innocuo professore di scienze: sarà lui il principale artefice del disastro? C’è qualche lungaggine, ad esempio nella parte seconda del romanzo, tutta incentrata sul processo a carico del presunto terrorista e tirata un po’ per le lunghe, e qualche soluzione finale un po’ affrettata per giungere ad una plausibile conclusione. Ma il lettore resterà comunque coinvolto dalla vicenda, sempre sul filo del rasoio tra una presunta innocenza ed una colpevolezza mai interamente dimostrata con prove inoppugnabili.