La ragazza senza ricordi
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non puoi dimenticare chi sei
Thriller molto psicologico che parte da un'idea originale: un gruppo di amiche che crede di partire per la vacanza della vita in Nepal e invece si ritrova in una comune violenta e manipolatrice. Siamo in Inghilterra alcuni anni dopo, una di queste ragazze è riuscita a fuggire dalla comune, ha cambiato nome per potersi lasciare tutto alle spalle e ricominciare a vivere quando improvvisamente iniziano a capitarle degli episodi strani: tentativi di ucciderla o di intrusione in casa, lettere e messaggi anonimi in cui si parla della sua vera identità. Pare proprio che il suo passato sia tornato a farle visita e non la voglia mollare.
Si inizia così ad alternare capitoli ambientati nel presente a ricordi di quella vacanza che ha cambiato le loro vite annientandole mentalmente e fisicamente. L'inizio della vacanza era stato bello e spensierato, poi l'arrivo alla comune con i comportamenti strani, gli atteggiamenti violenti e manipolatori degli altri membri, e prima di rendersene conto si sono trovate in qualcosa più grande di loro. Ma sono davvero finite lì per caso? Allo stesso tempo si analizza l'amicizia che legava queste ragazze: è un'amicizia vera o i rancori segreti che hanno covato negli anni, hanno trasformato il loro rapporto facendolo diventare morboso e falso?
Nonostante l'idea originale, ho trovato che la narrazione fosse poco scorrevole, un po' lenta e ripetitiva in alcuni punti, i personaggi sono ben delineati e verosimili, ma comunque non mi ha colpito. L'elemento fondamentale del libro è il passato: c'è sempre qualcosa di irrisolto, qualcosa che è impossibile eludere o dimenticare, qualcosa che nel momento migliore della tua vita farà capolino per ricordarti chi sei davvero.
Come già detto, ho apprezzato molto l'idea originale della trama, ma resta comunque un libro che non mi ha entusiasmato e che probabilmente non consiglierei.
Indicazioni utili
Manipolatori
Mai titolo fu più accattivante di LA RAGAZZA SENZA RICORDI. Se Jane Hughes, la protagonista di questo thriller psicologico, avesse perso la memoria si tratterebbe forse di un romanzo banale. Ma non è così. Non c'è niente di più psicologicamente complesso delle articolate motivazioni che spingono una persona a voler dimenticare il proprio passato, cancellarlo totalmente, rinunciando soprattutto ai ricordi più dolorosi. I ricordi di Jane Hughes riguardano la sua vacanza avventurosa in Nepal. Poteva rimetterci la vita, ma è sopravvissuta. Per questo motivo, ha deciso di cambiare identità e iniziare una nuova vita, riuscendo magari a realizzare i progetti e i sogni che prima non si era impegnata abbastanza per portare a termine. La sua felicità attuale, però, è frutto di una menzogna. Ne racconta tante, ogni giorno, per creare la sua nuova identità, per nascondere agli altri il suo passato. Il suo vero nome è Emma. È sfuggita all'incubo di una setta e a tutte le sue coercizioni e perversioni.
Sono passati cinque anni e lei porta ancora nell'anima i ricordi dolorosi di quel periodo.
Cinque anni prima era partita per un viaggio in Nepal con le sue migliori amiche: Daisy, Leanne e Al.
Erano quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra, segnate da esperienze ed esistenze differenti, ognuna con la propria individualità e il proprio carattere, ma legate da un’amicizia di lunga data, capace di resistere a varie prove, seppure a volte caratterizzata da un precario e fragile equilibrio. Doveva essere la miglior vacanza della vita, fatta di yoga, meditazione e splendidi panorami, una settimana che avrebbe dovuto trasformarsi in un ricordo meraviglioso, ma che si è rivelata un incubo. Da quel viaggio due delle quattro ragazze non sono più tornate a casa.
"Se c'è una cosa che ho imparato in Nepal, è che persone apparentemente innocue, a volte, nascondono una vena di crudeltà."
Tutti i nodi vengono al pettine. Anche l'armonia e l'amicizia possono essere messe a dura prova da invidie, gelosie, questioni irrisolte, segreti, se c'è qualcuno diabolico a manovrarne le dinamiche.
Il passato, nei thriller psicologici di Carol Louise Taylor, è sempre qualcosa di irrisolto e destinato a tornare. L'apparentemente felice, Jane, deve fare i conti con le cicatrici del passato, se vuole guardare al futuro. Deve ricostruire i ricordi, che ha voluto cancellare, per capire chi, del suo passato, è tornato a minacciarla.
Dopo IL CONFINE DEL SILENZIO, Carol Louise Taylor è tornata a inquietare il mio immaginario e a coinvolgermi in una originale storia di ossessioni, morbosità e intrighi. Anche la più salda delle amicizie può essere messa a dura prova. Si può arrivare al punto di non sapere di chi fidarsi.
Sorprendente la tecnica narrativa, che alterna la narrazione degli eventi attuali con quelli del passato. Innumerevoli i colpi di scena che si susseguono un capitolo dopo l'altro e ti tengono con il fiato sospeso. Assurdo come sia facile farsi manipolare e plagiare dal leader di una setta e quali strategie di coercizione e controllo sia in grado di attuare per confondere le menti dei più fragili, per approfittare delle loro debolezze, rendendoli degli automi, delle marionette al proprio servizio, degli schiavi, delle pedine da muovere a proprio piacimento. Assurdo il livello di distorsione della realtà che possono perpetrare ai danni delle menti più deboli, partendo dalla conoscenza dei segreti e delle debolezze. Assurdo come ogni forma di spiritualità sia programmata per confonderci.
"Sei radicata nella tua vecchia vita. Ti aggrappi ancora a pensieri, sentimenti, valori che ti sembrano normali, ma che in realtà ti rendono disperatamente infelice."
Anche in questo romanzo, la Taylor ha saputo sorprendermi.
Molto interessante l'ambientazione nepalese e la scelta della storia da narrare.
"Puoi mentire a te stessa finché vuoi sul valore dell'amicizia, sull'importanza della famiglia, ma non conoscerai mai il vero appagamento se non riuscirai a rescindere quei legami."