La ragazza di prima La ragazza di prima

La ragazza di prima

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Con quest'uomo ci andrei a letto. Gli ho detto poco più che buongiorno, eppure la parte più segreta di me, quella che sfugge al mio controllo, ha già espresso il suo giudizio. Lui mi tiene aperta la porta della sala riunioni e persino questo piccolo gesto di cortesia mi sembra carico di significato. Non posso credere di essere a un passo, un solo piccolo passo, dall'aggiudicarmi la casa che lui, Edward Monkford – un innovatore, un architetto riservato e profondo –, ha progettato e realizzato in Folgate Street, civico 1, Londra. Una casa straordinaria. Un edificio che coniuga l'avanguardia europea ad antichi rituali giapponesi. Design minimalista di pietra chiara, lastre di vetro insonorizzate e sensibili alla luce, soffitti immensi. Nessun soprammobile, niente armadi, niente cornici alle finestre, nessun interruttore, nessuna presa elettrica. Un gioiello della domotica, dove tutta la tecnologia è nascosta. Una casa che però ha le sue regole, il Regolamento come lo chiamo: se diventerà mia non dovrò soltanto rinunciare a tappeti, fotografie alle pareti, piante ornamentali, animali domestici o feste con gli amici, ma dovrò plasmare il mio carattere, accettare una concezione della vita in cui il meno è il più, in cui l'austerità e l'ordine sono la purezza, e la sobrietà la ricompensa. Perché lui vuole così, perché lui è così. Ha voluto sapere tutto di me, mi ha chiesto un elenco di tutte le cose che considero essenziali per la mia vita. Dicono che quest'uomo, dai capelli di un biondo indefinito e dall'aspetto poco appariscente, con gli occhi di un azzurro chiaro e luminoso, sia un architetto eccezionale perché non cede a nessuna tentazione. Tuttavia, la casa è già stata abitata, una volta. Da una ragazza della mia stessa età, quasi una mia gemella, mi hanno detto. Anche lei, come me, non insensibile al fascino di quest'uomo. Una ragazza che tre anni fa è morta. In questa casa.



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La ragazza di prima 2024-01-15 15:22:22 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    15 Gennaio, 2024
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Ned Flanders aveva preso meglio la morte di Maude

Tempo fa mi lagnavo di quanto spesso mi deludessero le autrici britanniche di romanzi thriller, e per questo mi ripromettevo di riflettere molto attentamente prima di dare una possibilità a delle nuove penne in questa categoria. A quanto pare dovrò estendere il veto anche nei confronti dei loro colleghi uomini! tutto merito di Anthony Capella, scrittore inglese che ha scelto di scrivere un romanzo incentrato su protagoniste femminili, parlando di tematiche femminili e con un punto di vista esclusivamente femminile, e l'ha fatto adottando uno pseudonimo volutamente privo di genere. Bastano però poche pagine per capire come "La ragazza di prima" non possa che essere opera di un uomo. Un uomo con la sensibilità di un coltello a serramanico.

La narrazione è divisa tra due linee temporali e ruota attorno al il numero 1 di Folgate Street, nel sobborgo londinese di Hendon; qui sorge una residenza minimalista nell'estetica e ricca di dispositivi all'avanguardia, opera del noto architetto Edward Monkford. Nel passato vediamo Emma Matthews ed il fidanzato Simon fare carte false per poter affittare la casa, dopo il trauma di una rapina nella loro vecchia abitazione; tre anni più tardi troviamo Jane Cavendish in una situazione analoga, mentre cerca di voltare pagina a seguito del lutto per la figlia che stava per dare alla luce.

Questa ridondanza voluta è uno dei pochi aspetti che redimono in piccola parte il romanzo: ho trovato interessante leggere due versioni delle stesse situazioni, delle stesse dinamiche e delle stesse relazioni, inquadrate però da diverse prospettive. L'autore fa della ripetizione e della sensazione di déjà vu il nucleo centrale della sua storia, e credo che il risultato sia a suo modo interessante. In generale, promuovo anche la prosa semplice ed il ritmo incalzante, che rendono la lettura decisamente scorrevole.

L'altro pregio di questo titolo è il concetto della smart house come versione moderna delle case infestate nelle narrazioni horror classiche; trovo che questo spunto abbia un grosso potenziale, ed è anche il motivo per cui mi sono interessata inizialmente al libro. Purtroppo questo elemento viene evidenziato soprattutto nella prima parte, mentre verso metà libro è accantonato in favore di altri aspetti, e torna a palesarsi soltanto nel finale.

Già esaurite le lodi, passiamo alle mie critiche su questo romanzo. In primis abbiamo un intreccio che non risulta mai sorprendente: le svolte sono tutte molto prevedibili per chi bazzica un minimo il genere, e verso l'epilogo sembra che Delaney stesso abbia rinunciato a stupire. La trama è inoltre svilita dai comportamenti assurdi dei personaggi stessi, che servono solo a creare tensione fine a se stessa: due esempi sono la scena del mazzo di gigli e quella del tatuaggio, momenti che vorrebbero sembrare drammatici ma risultano quasi ridicoli.

Pur non essendo un'esperta, ho trovano poi assurdo il modo in cui viene raccontato il funzionamento del sistema giudiziario inglese, per tacere di quello sanitario: c'è da pregare di non avere mai bisogno di alcun tipo di assistenza di quel Paese! Ma se questo aspetto è alla fin fine accettabile per ragioni di trama, ho trovato per contro agghiacciante la superficialità con cui vengono trattate tematiche molto gravi -come l'aborto e gli abusi domestici- con il solo intento di sconvolgere chi legge, ma senza farne un briciolo di analisi critica; tutto questo rende a mio avviso la lettura anche incredibilmente triggerante.

Non sono riuscita ad apprezzare neanche la caratterizzazione delle due protagoniste, che ho trovato a dir poco fiacca; immagino che l'autore volesse descrivere dei personaggi facilmente manipolabili, ma il risultato è quello di renderle due mentecatte incapaci di intuire quali saranno le conseguenze delle loro azioni. L'omogeneità della prosa purtroppo non aiuta a rendere interessanti le voci di Emma e Jane che risultano anzi praticamente identiche, e si possono distinguere solo per l'assenza delle virgolette nei capitoli dal punto di vista della prima. Amarum in fundo, trovo quantomeno bizzarro che il solo personaggio per il quale Delaney si è sentito in dovere di specificare l'etnia sia il delinquente nero.

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La ragazza di prima 2017-05-15 15:37:24 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    15 Mag, 2017
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Una casa troppo perfetta.

La ragazza di prima è un libro che rispetto ai soliti thriller definiti domestici, aggiunge un elemento in più: una casa iper-tecnologica che registra costantemente e raccoglie informazioni che promettono di essere utilizzate per migliorare la vita di chi vi abita.
Con l'intento di disagiare il lettore fin dalle prime pagine, il fatto che Jane, come Emma, prima di lei, abbia accettato di vivere al numero 1 di Folgate Street acconsentendo ad una serie di regole limitanti ci fa sentire immediatamente oppressi e quasi soffocati. Chiunque avrebbe voltato le spalle a richieste tanto assurde, Jane, invece, si lascia totalmente influenzare dallo stile di vita imposto dalla casa e dall'uomo che l'ha ideata. Con lui la ragazza intraprende una relazione d'amore ambigua. Con la stessa facilità con cui Jane abbraccia le regole del contratto, così accetta Edward e la sua personalità prevalicante ed ossessiva.
Dopo un buon inizio, il libro prosegue in una storia confusa e con un finale scontato dovuto ad una lista di sospetti davvero troppo corta. Le storie di Jane ed Emma sono narrate a capitoli alterni e si accavallano e sono troppo simili. L'idea dell'autore di sottolineare la similitudine nella vita delle due donne, messa in pratica risulta ridondante e superflua. L'interesse del lettore è risvegliato con qualche rivelazione sul passato di Emma, che però crolla distrutto da scene di erotismo che stonano, laddove ci sarebbe bisogno di suspence. Visto il contenuto esplicito questo libro non è adatto a tutti, ma sarà sicuramente apprezzato da chi ha letto libri come Maestra di Lisa Hilton, ed ama la mescolanza tra thriller psicologico, storie d'amore ed erotismo. Personalmente non l'ho apprezzato particolarmente, è troppo assurdo per i suoi contenuti e nella sua trama. Scontato e molto banale. Mi dispiace.

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Consigliato a chi ha letto ed amato Lisa Hilton, Maestra.
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