La ragazza che giocava con il fuoco
Editore
Recensione Utenti
Guarda tutte le opinioni degli utentiOpinioni inserite: 39
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una donna con dei principi
Come spesso succede il secondo volume di una serie non soddisfa quanto il primo. Si tratta comunque di un ottimo romanzo, che nonostante abbia grosso modo gli stessi personaggi del primo è del tutto diverso. Diverso l'ambiente in cui si svolle sia in termine di area geografica che di ambiente sociale in cui si sviluppa la storia. Il tema da cui si parte però è lo stesso: un giornale Millenium volto all'indagine e sempre al limite della legalità,. e poi uomini che odiano le danno e donne che quando si arrabbiano non hanno pietà di nessuno. Prima fra tutte le Lisbeth che abbiamo già conosciuto e che nonostante la sua anafettività, la sua capacità di avere dei contatti di tipo umano nel modo in cui noi riteniamo normale non si può fare altro che prendere in simpatia. Di contorno tutta una serie di personaggi che la cerca: chi per eliminarla chi per metterla in carcere e infine contro ogni aspettativa chi le vuole dare una mano. Il romanzo è scritto molto bene e nonostante i molti personaggi, i segreti infiniti, tutte le cose dette solo a metà l'autore è riuscito a darci uno scritto chiaro, intrigante e gradevole da leggere fino alle fine. Il finale, forse strizza un po' troppo l'occhio al lettore ed è tutt'altro che credibile, ma pazienza.
Indicazioni utili
La donna che odia gli uomini che odiano le donne
Leggere il secondo volume di Millennium, a distanza di oltre due anni dalla lettura del primo, è stato come ritrovarmi all'improvviso tra vecchi amici senza che niente, o quasi, fosse cambiato. Mikael Blomkvist, Lisbeth Salander e diversi altri noti personaggi stavano lì, pronti a riprendere da dove li si aveva lasciati.
Non si fa fatica a immergersi di nuovo, seppur dopo tanto tempo, nelle atmosfere nordiche così magistralmente descritte dalla genialissima penna del compianto scrittore svedese Stieg Larsson ed è difficile affermare se sia più bello il primo o questo secondo libro della trilogia, di certo diversi per il tipo di trama, ma accomunati da uno stile narrativo a dir poco magnetico capace di tenere spesso il lettore letteralmente incollato alle pagine.
A differenza di “Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco”, arricchito anche dall'entrata in scena via via di nuovi volti, è del tutto incentrato sul personaggio di Lisbeth Salander, la giovane donna che odia gli uomini che odiano le donne. Un'eroina dei nostri tempi che trascina con sé un dolore profondo e una vicenda personale alquanto raccapricciante, segnata da un'ingiustizia che non potrà mai avere fino in fondo giustizia, e non soltanto per gli omicidi di cui lei viene inizialmente accusata. Tra queste pagine si ripercorre un dramma che sa dell'incredibile, mentre si consolida a poco a poco l'immagine di una delle forse meglio riuscite figure della letteratura contemporanea. Nemmeno Mikael Blomkvist, per quanto riuscitissimo anche il suo personaggio, può competere con una Lisbeth forte e tenace che nasconde nella solitudine del cuore le proprie fragilità.
Una corposa lettura che non può prescindere da quella del primo tomo e che, già alla frase di chiusura, reclama impazientemente quella del terzo e ultimo ancor più voluminoso capitolo di Millennium!
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Bande che odiano le donne
“Uomini che odiano le donne”, il primo volume della trilogia di Millennium, ha ottenuto un enorme successo di pubblico (e vendite). A queste condizioni, ai nostri tempi, il sequel s’impone.
A Stieg Larsson non manca l’intelligenza di puntare con decisione sul personaggio più originale e controverso del primo volume: il ruolo di protagonista passa dunque da Mikael Blomkvist (il giornalista responsabile della rivista Millennium, che ha risolto il mistero della famiglia Vanger) a Lisbeth Salander.
Ogni sfaccettatura di Lisbeth è particolare: l’aspetto è quello di una donna minuta che sembra un’adolescente, praticante del piercing, tatuata, che nel vestire e nel truccarsi tende al dark; la personalità è una miscela di forza e debolezza, di doti superiori e deficienze (dove le prime comunque prevalgono, a partire dal suo essere una hacker insuperabile); i comportamenti sono quelli di un “cane sciolto”, allenata a non rivelare le proprie debolezze, determinata e pronta ad usare la violenza (se occorre, o perché accecata dalla rabbia).
Ciò che manca nel primo volume della saga è il motivo: perché Lisbeth Salander è Lisbeth Salander?… Ciò che manca è la sua storia. E questo è, per l’appunto, “La ragazza che giocava con il fuoco”: la storia (o la gran parte della storia) di Lisbeth Salander, ciò che le è accaduto sin dall’infanzia e che, agli occhi del mondo, l’ha fatta diventare pericolosa, sociopatica, da confinare in uno spazio chiuso e controllato sin dall’età di dodici anni. Un evento drammatico per una ragazzina, che tuttavia, nel progredire del libro, si spiega sempre meglio quando ci si accorge che quella di Lisbeth Salander non è solo una drammatica storia personale, ma il crocevia di un intreccio che coinvolge piani diversi (non ultimo quello che comunemente definiremmo “ragion di Stato”).
Il secondo capitolo della trilogia non sembra avere la stessa efficacia del primo. Larsson aggancia il filo più “redditizio” nell’economia della storia di partenza – quello relativo alla figura di Lisbeth, come detto – collegandolo al fenomeno del traffico della prostituzione (dando così continuità al tema portante del volume precedente, quello della violenza sulle donne, stavolta praticato da bande organizzate). L’effetto è ancora una volta di vibrante e motivata denuncia, accompagnato dallo stile scorrevole già sperimentato in “Uomini che odiano le donne”.
Ma le imprese di Lisbeth, ancor di più che nel primo libro, la fanno sembrare una supereroina, rompendo l’equilibrio della sua personalità così ben costruita in precedenza e rischiando di renderla inverosimile. Nel convulso finale, la ragazza sembra avere riserve infinite…
Anche se è un finale solo sulla carta: mentre “Uomini che odiano le donne” è un libro a sé, “La ragazza che giocava con il fuoco” rimanda già, dalle ultime pagine, a un terzo capitolo che arriverà di lì a poco (“La regina dei castelli di carta”). La cosa può piacere a chi ha la tendenza ad “affezionarsi” a determinati personaggi, ma suona di sicuro poco genuina a quei lettori che nella concatenazione di libri “studiata a tavolino” traggono l’impressione di un’operazione regolata da intenti commerciali prima ancora che letterari.
Indicazioni utili
Lisbeth&Blomkvist la vendetta
In questo secondo capitolo troviamo ancora i personaggi che abbiamo lasciato nella prima parte.
Mickael Blomkvist, Lisbeth Salander ecc...ma diciamo che i protagonisti sono sempre loro.
Molte cose sono cambiate nell'anno trascorso dopo la bufera dell'affare Wennerstrom e la scomparsa ed il ritrovamento di Harriet Vanger...Blomkvist è diventato una sorta di celebrità nel jet set scandinavo per il suo libro-denuncia, è tornato alla direzione di Millenium e la sua carriera è ancora in forte ascesa.
Lisbeth Salander è sparita nel nulla...da quando è diventata improvvisamente più che benestante grazie alla sua abilità di hacker ha girato il mondo, si è rifatta il seno, ha comprato una casa nuova e un'auto.
Ma i guai per lei non sono lontani.
Millenium nelle sue inchieste scomode si sta occupando del "traffcking" e dello sfruttamento della prostituzione in Svezia...commercio fiorente che investe non solo criminali spietati, ma anche poliziotti, politici e giornalisti.
È proprio nel momento in cui Lisbeth viene a sapere di queste indagini che iniziano i guai (e la parte avvincente del romanzo)...Una criminologa e un giornalista free lance che collaboravano con Milleniun vengono uccisi... e si sospetta che la colpevole sia proprio la bizzarra Lisbeth...
Chiaramente la vera parte interessante del libro inizia qui.
Prima, se devo essere sincera, l'autore si perde un po' in chiacchiere...dalle vacanze di Lisbeth ai Caraibi sino alle varie digressioni su chi mette le corna a chi all'interno di Millenium...oltre a spiegare molto brevemente di cosa tratta la nuova indagine di Millenium...
Diciamo che le prime 250 pagine del libro sono un susseguirsi di fatti più o meno interessanti, ma senza che succeda nulla degno di nota...anche se si intuisce subito a naso che il misterioso "Zala" che spunta qua e là nelle indagini di Blomkvist e soci sulla prostituzione sarà in qualche modo chiaramente legato a Lisbeth Salander.
Sicuramente un testo che, pur contando quasi 800 pagine, si lascia leggere, avvince grazie alle capacità narrative dello scrittore e presenta lo spunto della nuova indagine di Millenium come una trovata abbastanza originale.
Quello che non è più originale, a mio avviso, sono i personaggi che diventano o grotteschi nelle loro caratteristiche, oppure molto simili l'uno all'altro. E quindi poco credibili.
Lisbeth Salander diventa una specie di cyborg in grado di entrare nel computer di chicchessia e carpirne i segreti praticamente solo col pensiero, di sgominare due energumeni enormi e armati a mani nude...lei che è un metro e cinquanta per 40 kg, di entrare in qualsiasi proprietà privata senza difficoltà alcuna, di neutralizzare qualsiasi sistema di allarme.
La sua personalità qui appare ancora più deviata, disturbata e dark, cosa che non succedeva nel primo capitolo, in cui si evinceva che fosse una ragazza molto particolare e introversa, ma non così disadattata e compiaciuta dell'esserlo, insomma un ritratto psicologico del personaggio che è diventato un po' troppo uguale a se stesso e che cerca nel sensazionale di portare qualcosa di nuovo.
Mickael Blomkvist in questo volume passa un po' in secondo piano ma come sempre è invischiato in diverse relazioni amorose, gliene capitano di tutti i colori, tutte a lui, dal trovare i cadaveri dei collaboratori fino a ad imbattersi in aggressioni ed inseguimenti ai danni di Lisbeth Salander...insomma sta sempre al posto sbagliato al momento sbagliato (o narrativamente parlando al posto giusto al momento giusto).
Insomma troppe coincidenze, troppo forzate.
Per il resto una serie di altri personaggi che si somigliano un po' tutti, i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi ma 90 su 100 veramente ingenui e disorganizzati, un po' degli idioti, diciamocelo... solo Lisbeth sembra cattivissima ma in realtà non lo è...o meglio, non del tutto.
A mio avviso poi per leggere questo secondo capitolo non è nemmeno necessario aver letto "Uomini che odiano le donne" visto che il succo viene riportato in diverse parti del romanzo, diversi sono i richiami, ma non criptici.
Forse solo il personaggio di Mickael Blomkvist è tratteggiato meno bene che nel primo capitolo e quindi potrebbe sembrare una mancanza dell'autore.
In definitiva... è comunque una lettura piacevole, ben strutturata e avvincente (soprattutto da pagine 350 in poi) ma che scade un po' nel trash e ricama un po' troppo sulle "doti" dei personaggi che in questo modo perdono di credibilità, cosa che non succede nel primo capitolo della trilogia.
Indicazioni utili
Diversi gradi di responsabilità
Dopo il superbo esordio con “Uomini che odiano le donne”, anche stavolta il compianto Stieg Larsson riesce a rapire l’attenzione del lettore per più di 700 pagine, con sporadici ed irrilevanti cali di tensione.
“La ragazza che giocava con il fuoco” è un romanzo ricco di personaggi unici ed impeccabilmente caratterizzati. Due di loro, in particolare, rubano la scena a tutti gli altri comprimari, e sto parlando ovviamente di Mikael Blomqvist e Lisbeth Salander.
Rispetto al romanzo precedente assistiamo ad un’inversione di tendenza nel ruolo di protagonista principale. Una svolta interessante per quanto prevedibile, constatato che un personaggio unico ed affascinante come quello di Lisbeth non poteva essere relegato ancora al ruolo di “spalla”.
Se in "Uomini che odiano le donne" il giornalista e fondatore della rivista mensile “Millennium” aveva fin dall' inizio più spazio rispetto a Lisbeth, stavolta l’intreccio lascia la netta sensazione che sia la giovane ricercatrice ed hacker a rappresentare il perno attorno al quale ruota l'evolversi della vicenda.
Si parla di "trafficking", di tratta di esseri umani dai paesi europei dell’Est, di prostituzione. Un intero sistema di soprusi e violenze. In una storia di donne maltrattate ed umiliate fisicamente e psicologicamente, la protagonista non poteva non essere Lisbeth, sulla cui vicenda personale vengono fornite finalmente alcune risposte ai tanti interrogativi che aveva lasciato il precedente romanzo.
La sensazione che provo leggendo Larsson è che, seppur per brevi e marginali tratti, la narrativa di genere e la letteratura (quella vera, dei grandi scrittori) si incontrino. È ovvio che gli scritti di Larsson siano fondamentalmente opere di intrattenimento, ma la compresenza di schemi cari al giallo classico e di elementi tipici del thriller moderno, unita alla forza di due personaggi unici e carismatici, crea una combinazione davvero straordinaria.
Così come intatta, anche stavolta, è l’abilità dell’autore nello sfruttare tale narrativa di genere per indagare e raccontare gli angoli più bui della realtà che ci circonda.
Indicazioni utili
Top 1000 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Secondo atto pienamente riuscito
Degna continuazione di Uomini che odiano le Donne.
Lo stile ricco eppure scorrevole di Stieg Larsson rende piacevolissima la lettura di questo secondo volume, e le (dis)avventure di Lisbeth la rendono ancora più appassionante. La completezza di particolari non lo rende per niente pesante, Larsson è stato capace di scrivere tante cose in tante pagine ma senza lasciar cadere il ritmo e la suspance fino all'ultima pagine.
Uno dei miei autori preferiti in assoluto.
Indicazioni utili
Top 1000 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
"La ragazza che giocava con il fuoco" di Stieg Lar
Ritorno qui, a parlare del secondo giallo della trilogia "Millennium". Quello che scriverò è lo stesso dell'ultima volta, sarebbe a dire che nonostante lo scrittore fosse un giornalista, il suo metodo di scrittura non è per niente schematico e superficiale, ma al contrario puntiglioso sui dettagli, tanto da dire in maniera schematica ogni cosa riguardante il personaggio preso in considerazione. Ho apprezzato il fatto che in questo romanzo non siano stati presi in considerazione pochi personaggi, ma al contrario molti. Vale a dire che ogni comparsa nel libro ha un fine premeditato e portato a compimento. Non si parla solo di Mikael e Lisbeth oppure Vanger, ma si entra all'interno di ogni personaggio, sia esso un antagonista o un protagonista, o anche un personaggio secondario. Tutto quello che viene fatto è scritto bianco su nero ed è fondamentale per lo svolgimento della trama, che nonostante questa quantità spropositata di dettagli non è per niente pesante o noioso. Ovviamente, come nel primo libro, a risolvere il caso è il giornalista Mikael Blomkvist; tuttavia, senza le cripticità e gli aiuti di Lisbeth o anche degli altri gruppi investigativi non avrebbe combinato un bel niente. In altre parole, quello che prima era l'ingranaggio senza il quale tutto non funzionava, ora senza l'aiuto di altri ingranaggi non sarebbe funzionato.
Il romanzo è scritto in maniera impeccabile, come quello precendente, e oso dire che il metodo di scrittura di Larsson si è evoluto, durante la stesura, passando da quello che era nel precedente libro, fino a diventare più completo e meno scontato. (Dico questo, ma non fraintendete, non sto assolutamente dicendo che il libro precedente fosse scontato)
Nuovamente, la caratterizzazione dei personaggi è perfetta, in ogni dettaglio e in ogni azione, e questo fa di "La ragazza che giocava con il fuoco" un romanzo magnifico e piacevole alla lettura.
Argomento a favore di questo, rispetto al precedente, è il fatto che finalmente si arriva a scoprire il passato di Lisbeth, e l'espressione che lei utilizza spesso: Tutto il Male. Non vorrei osare troppo, dicendo che tutti ci siamo mangiati le labbra dalla voglia di conoscere ciò che quell'espressione significava. Possiamo ritenerci soddisfatti da questa prova di Larsson, che mi ha stupido per la sua complessità celata dietro i dettagli e il passaparola.
Speriamo ovviamente che il terzo e ultimo sia ancora più movimentato di questo. Buona lettura a tutti.
Indicazioni utili
Giù la maschera !!
L’ascensore non funzionava e Stieg Larsson dovette fare a piedi le scale del suo ufficio. Risultato? Morì di infarto nel 2004. La data ? 9/11 naturalmente …
Mikael (Kalle)Blomqvist , dopo aver risolto il caso Vanger, vince la sua battaglia legale contro il “faccendiere” Wennerstrom. Come l’araba fenice rinasce e riconquista le luci della ribalta. La sua carriera torna a brillare e, dopo essere tornato al timone della rivista Millennium, diventerà giornalista conteso dai media e osannato nella Stoccolma by night … Grazie ad una coppia di giovani amici, Mia e Dug (entrambi giornalisti in erba), Mikael viene in possesso di documenti scottanti. Dossier dettagliati che svelano un traffico di prostitute dall’est Europa. Una bomba che vede coinvolti i servizi segreti, polizia, avvocati, politici, medici e VIP. Lisbeth Salander ( la problematica protagonista) intanto viaggia per il globo, con un’identità falsa e tanti soldi … cercando una serenità che durerà poco. Fino al suo rientro in Svezia. Infatti vengono uccise 3 persone e sull’arma del delitto troveranno le sue impronte !! Le vittime sono: Mia, Dug, e Bjurmann, il tutore di Lisbeth (maniaco e criminale). L’unico a credere nell’innocenza di Lisbeth sarà Mikael, colui che darà il via alle indagini. Indagini che li porteranno in un mondo di tenebre, popolato da ESSERI senza scrupoli. Coloro che trafficano in armi, droga, donne, informazioni. Coloro che considerano le persone come oggetti o animali. Coloro che non guardano in faccia a nessuno pur di raggiungere i propri scopi. I servizi segreti di alcuni paesi e le loro marionette; tutti troveranno la giusta collocazione in questo infernale calderone.. Verrà finalmente svelato il passato oscuro di Lisbeth e i personaggi malvagi avranno un nome e un viso.
Il secondo volume delle trilogia è un poliziesco ad alta tensione. Scritto in modo semplice e diretto, lo trovo molto più interessante del primo (Uomini che odiano le donne), perché tratta argomenti molto scomodi. Argomenti che, purtroppo, non possiamo trovare sui giornali o vedere al TG …
Infatti Stieg Larsson disse: “ Più che fare propaganda o tentare di fare letteratura classica, un poliziesco deve in primo luogo intrattenere il lettore. La narrativa in genere è tra le forme più popolari d’intrattenimento. E solo catturando completamente l’attenzione e la fiducia del lettore posso usarla per trasmettere un messaggio, ed è quello che voglio fare, naturalmente”.
Stieg Larsson collaborava con Scotland Yard e con il ministero di giustizia Svedese. Grazie alle sue conoscenze nel fitto sottobosco dei servizi segreti e degli ambienti neo nazisti veniva consultato spesso ( anche per l’omicidio di Olof Palme). Nei volumi 2 e 3 di questa trilogia approfondirà l’argomento spinoso riguardante un mondo oscuro fatto di trame incomprensibili. Il quarto volume è al centro di un contenzioso tra eredi. Purtroppo l’autore è deceduto prima di pubblicarlo. Chissà se vedrà mai la luce, magari in versione INTEGRALE …
p.s.
Per alcuni amanti del cospirazionismo Larsson non è morto di infarto...Sempre secondo alcuni, il giornalista/scrittore dava fastidio. Non tanto per quello che ha scritto, ma per quello che avrebbe potuto scrivere. La foto più famosa lo ritrae con una rosa rossa, simbolo di una loggia potente e sospettata di omicidi e suicidi eccellenti. Kalle Blomqvist è anche un personaggio tratto da un romanzo di Astrid Lindgren . Questo personaggio è un ragazzino che capeggia la banda della rosa bianca, in lotta contro la banda della rosa rossa …. Mah !
Indicazioni utili
Se si ha pazienza...
Ebbene sì, si deve aver pazienza, perchè il libro per un po' stenta a decollare... è come se fossero due parti....
Ma una volta in volo l'aereo fila e ci regala questa dedica a Lisbeth ( il libro è praticamente incentrato tutto su di lei), con nuovi personaggi a dir la verità alcuni davvero poco piacevoli....
"Tutto il male" provato da una Lisbeth poco più che ragazzina inizia a prendere forma, ma Larsson è talmente geniale che da' piccoli indizi ma nulla di più, fascicoli spariti ed altri creati ad arte...
Ripeto un genio....
Indicazioni utili
Un continuo ancora più avvincente del primo volume
E' veramente difficile scrivere il continuo di un libro senza risultare ripetitivi rispetto al precedente, ma con questo volume l'autore c'è riuscito perfettamente, riesce a combinare azione, mistero, politica e sentimenti in un mix pazzesco che ti rapisce per tutta la lettura. Approfondisce ancora di più i personaggi introdotti nel primo volume e ne introduce di nuovi ben descritti e accattivanti.
Il volume inizia subito nel pieno dell'azione e dopo un colpo di scena completamente inaspettato evolve in contorni ancora più inaspettati per poi terminare con un finale che ti lascia col fiato sospeso finché non inizi il terzo volume. Straordinario, avvincente e unico, una delle migliori, se non la migliore trilogia di giallo/thriller.