La psichiatra
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IL MIO PRIMO WULF DORN
Mi è stato regalato questo romanzo di Wulf Dorn che non avevo mai ancora letto come autore, e posso dire che non credo che leggerò altri suoi libri.
Non che non sia stato un buon thriller, sia chiaro, solo che per me non c’è stato niente di particolarmente esaltate nella lettura.
La storia non è banale ma non è nemmeno così originale, mi aspettavo di più da un autore tanto acclamato.
Inizialmente quando ho conosciuto i protagonisti del romanzo li ho trovati classici stereotipi del genere e i dialoghi alquanto macchinosi; tuttavia proseguendo con la lettura,soprattutto nella seconda metà del romanzo, in cui mi è piaciuto come la protagonista Ellen abbia “passato la palla” al collega, Mark, che è diventato il centro del finale del romanzo.
Non sono un’esperta del settore medico/psichiatrico ma credo che ci siano delle grosse incongruenze su dettagli magari di poco conto, ma che mi hanno fatto tirare il naso.
Nessun personaggio mi ha colpito ma il romanzo si fa leggere, infatti in una settimana ho terminato la lettura.
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Negli angoli più bui della mente
“La psichiatra” di Wulf Dorn è un thriller molto apprezzato, che ha reso famoso anche nella nostra penisola l’autore tedesco.
Mantenendo fede al proprio titolo, il romanzo vede come protagonista Ellen Roth, psichiatra impiegata presso la Waldklinik; a seguito della partenza del compagno e collega Chris per un’imprevista vacanza, la dottoressa si trova tra le mani il particolare caso di una donna vittima di violenza di cui non si conoscono le generalità.
Questo thriller svolge egregiamente il suo compito di intrattenere il lettore con una storia molto adrenalinica, che scorre rapida e coinvolge negli eventi narrati. I personaggi non sono troppo approfonditi, ma quelli principali rimangono bene impressi e risultano davvero carismatici. Altro punto a favore, per quanto riguarda l’edizione nostrana, è la scelta di aver stravolto il titolo originale: di solito sono molto contrariata da questi cambi, ma in questo caso particolare trovo che il titolo originale anticipasse un po’ troppo la rivelazione principale e sostituirlo con uno più semplice sia stata una buona mossa.
La mia puntigliosità mi ha fatto però individuare anche un paio di problemi in questo romanzo, che cercherò per quanto possibile di esporre senza incorrere negli spoiler. La prima perplessità riguarda la Waldklinik, una struttura che ospita schizofrenici ad alto rischio di suicidio, dove si riesce tranquillamente ad introdurre un phon, ma soprattutto con un inquietante sotterraneo dotato di attrezzature da far invidia ad American Horror Story Asylum! Un altro problema riguarda un personaggio maschile e la sua fissazione per un personaggio femminile: per l’autore tutto trova giustificazione in un amore non corrisposto che fa soffrire, mentre per me scattare delle foto di nascosto quando uno si sta svestendo in casa propria si può definire soltanto come stalking. E come tale va denunciato, altro che bacio assolutore!
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Camminare sul filo del rasoio tra sanità mentale e
Basta un evento scatenante, anche il più piccolo, per farti perdere la stabilità mentale.
Ellen Roth lo sa benissimo, è una psichiatra che lavora in una clinica.
Il suo fidanzato Chris, in vacanza in Australia Le affida un CPI, ovvero Caso Particolarmente Interessante.
Una donna rannicchiata in un angolo della stanza numero 7, che odora di paura.
Ha paura dell’Uomo Nero.
“Chi ha paura dell’Uomo Nero? Nessuno! E se arriva? Allora corriamo via!”
E se la paziente sparisce nel nulla senza lasciare tracce?
Sarà Ellen a prendersi tanto a cuore questo caso tanto da farlo suo. La povera ragazza della stanza 7 é nelle grinfie dell’uomo nero?
L’autore lo definisce Psico-thriller.
È un connubio tra thriller ad alta tensione e giochi psicologici per depistare il lettore.
Il libro nonostante la trama intricata è scritto in modo semplice, perfino semplicistico. Tiene incollato il lettore capitolo dopo capitolo per capire che cosa possa ancora accadere.
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non all'altezza di un thriller che si rispetti
Mi dispiace inserire un'opinione non positiva però credo sia giusto che chi si appresta a comprare un libro abbia a disposizione pareri diversi; a maggior ragione visto che io ho comprato 'La psichiatra' sull'onda dei commenti entusiastici. Cosa non mi è piaciuto? La scrittura, soprattutto, che è banale, piena di luoghi comuni, di ingenuità, e zeppa di tutta quella serie di escamotage che gli scrittori usano per tenere desta l'attenzione. Le spiegazioni dei disturbi psichici, che dovrebbero essere centrali, sembrano un copia incolla da wikipedia, come se l'autore non sapesse esattamente di cosa sta parlando. Anche la trama, seppur diventi più interessante sul finale, è noiosa, priva di slancio, e sa di già letto mille volte. In sintesi: è un lavoro onesto, si sente l'entusiasmo di chi l'ha scritto, ma, a mio parere, è molto lontano dall'essere il thriller mozzafiato con cui viene pubblicizzato. Lo consiglio solo a chi non ha mai letto niente di più complesso e impegnativo.
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Oggi è un nuovo giorno....
La Psichiatra mi ha lasciato con un misto di sensazioni addosso difficili da definire, cosa abbastanza strana anche se a conti fatti non sono pervenuti raggi così innovativi da farmi stropicciare gli occhi. Eppure qualcosa si è mosso (tanto che non posso fare a meno di consigliarlo nella sua semplicità), soprattutto nell'ultima parte del libro, parte che sarà banale e prevedibile quanto si vuole, ma che riesce a smuovere acque e dinamiche nel modo giusto e impattante.
Wulf Dorn ha sicuramente scritto un bel romanzo, un romanzo facile da "bere" (le pagine bruciano in pochi secondi) intriso di mistero e aspetti psicologici che non possono essere spiegati per evitare quelle fastidiose e involontarie anticipazioni. Ma niente è davvero "anticipabile" se si vuole finire appieno dentro questa lettura e nel suo svolgimento che ci porterà a nutrire i soliti giusti/sbagliati sospetti di rito sullo sfondo di una vicenda che sembra prendere una decisa piega sin da subito.
E così alcune cose saranno come le immaginiamo, altre no, altre quasi, in questa sorta di "caos ordinato" faremo il nostro personale viaggio all'interno di queste fredde pagine.
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Accattivante
Primissimo libro dell'autore tedesco Dorn.
Ho trovato questo libro molto interessante grazie soprattutto alla capacità di Dorn di raccontare in modo esaustivo ma senza rivelare troppi particolari.
Il libro è scritto (o meglio tradotto) molto bene con un italiano semplice; stilisticamente non si trovano quelle frasi lunghe, piene di secondari che appesantiscono troppo la lettura.
Il tema ricorrente in tutti i libri di Dorn è la mente umana e la capacità di quest'ultima di condizionare attivamente la vita della persona.
In questo libro, ambientato nella piccola cittadina di Fahlenberg, troviamo la psichiatra Ellen Roth alle prese con un caso davvero complicato.
Una donna maltrattata, problematica che ha paura del buio e dell' "Uomo Nero" si trova nella stanza 6 della clinica.
La dottoressa non riesce quasi neanche ad avere un contatto perché il giorno successivo al loro primo incontro la donna scompare.
Nessuno sembra sapere chi e dove la donna sia andata; in realtà molti dubitano della sua esistenza.
Ellen si troverà a scavare, insieme al suo collega Mark, nelle profondità della mente.
E se la donna non fosse mai scappata?
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Ellen?
La psichiatra Ellen un giorno accoglie nel suo ospedale la paziente della stanza 7. Povera donna, non parla, è impaurita, mostra evidenti segni di maltrattamenti. SI nasconde. Ellen piano piano le si avvicina e le parla...fino a quando la donna le parla dell'Uomo Nero....
Un paio di giorni dopo, la paziente senza nome sparisce. il fatto più inquietante è che nessuno dell'ospedale in realtà l'ha mai vista. Nessuno le aveva portato da mangiare in quei giorni. Lei era l'unica che l'aveva vista e le aveva parlato... oltre a Chris... che però ora è in Australia!
Bellissimo racconto di dove può andare a finire la nostra mente senza che ce ne accorgiamo... suspence, a volte leggevo talmente veloce per proseguire che mi perdevo alcune mezze parole. è incalzante, psicologico allo stato puro (non per niente è scritto da uno psichiatra, e si vede!!), e molto, molto interessante... Ad ogni pagina cambiavo la mia versione del finale...fino a quando non ci sono arrivata e ho trovato TUTTE le mie versioni! incredibile...e molto intelligente!
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Strani giochi della mente umana
Adoro lo stile di Wulf dorn,non cè nulla da fare.Ha uno stile bello scrivere che riesce a coinvolgere il lettore sin dalle primissime pagine.E così ha fatto anche con questo libro!Cosa succede nella mente umana quando ci capita qualcisa di veramente brutto,qualcosa che vogliamo seriamente scordarci? Ellen South è una dottoressa del reparto psichiatria molto esperta e umana nel suo settore,ama il suo lavoro e,quando il suo ragazzo parte e chiede a lei di avere cura di una sua paziente,non si tira di certo indietro .COmincia a conoscere la paziente della Camera 7,cercando di instaurare con lei ,un rapporto di amicizia e piena fiducia.MA come si chiama questa ragazza,chi la sta spaventando,chi è l'uomo nero che vuole farle del male?ELlen non si dà tregua nemmeno quando scopre che la paziente scompare improvvisamente dalla Camera....COsa le è successo?PErché l 'uomo nero se la sta prendendo anche con lei?RIuscirà a salvarla?un psicotriller da togliere il fiato. Niente è come sembra.....FAte attenzione anche a voi all'uomo nero e buona lettura!
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La follia della mente umana
"La psichiatra" di Wulf Dorn rientra nel genere del psycho-thriller (o thriller psicologico per dirla all'italiana) che è tanto in voga in questa stagione letteraria. Ebbene questa opera prima dell'autore tedesco è senz'altro meritevole di lode: lo stile narrativo è ben concepito, la scrittura è semplice e poco impegnativa al fine di rendere fruibile per ogni tipo di lettore. Mi sento, tuttavia, di muovere qualche 'rimprovero' all'autore il quale - a mio avviso -avrebbe dovuto soffermarsi maggiormente sulla descrizione del lato psicologico della protagonista ed, invece, le sue turbe psichiche le si evincono dalla fredda descrizione degli avvenimenti che le accadono. Sia chiaro il livello di suspense è molto alto, alcune volte l'immedesimazione è talmente forte da non dovervi sorprendere se un per caso dovesse corrervi un brivido lungo la schiena...
Sulla trama non posso che fare un plauso all'autore anche se sono rimasto alquanto 'dispiaciuto' per la soluzione del mistero in quanto è molto abusata anche a livello cinematografico (vedi "Fight Club" o "L'uomo senza sonno" per citarne alcuni).
Traendo le somme è senz'altro un libro da leggere, è un'ottima compagnia per le serate d'inverno o in quei momenti si ha voglia di immedesimarsi in una storia ad alta tensione emotiva....purtuttavia non aspettatevi un capolavoro. Sicuramente leggerò gli altri di Wulf Dorn.
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Alla scoperta della psiche umana
“La psichiatra“ Ellen Roth riceve l’incarico dal suo fidanzato, a sua volta dottore in vacanza in Australia, di seguire una paziente particolare, una donna sporca e macilenta che non pronuncia parola alcuna, se non una filastrocca sull’Uomo Nero. Il giorno successivo, però, la degente e scomparsa ed Ellen ritiene sia compito suo ritrovarla. I problemi sorgono quando, tanto in clinica quanto in altri ambienti, pare che nessuno abbia mai visto tale donna malridotta.
Lo stile c’è, indubbiamente; descrittivo ma non prolisso a volte, essenziale ma non insufficiente a tratti. Si tratta, per me, di uno stile molto accademico, corretto e lineare, privo però di caratteristiche degne di rendere l’autore unico. Ciononostante, trovo che Wulf Dorn rientri tra gli scrittori moderni degni di essere considerati capaci di creare una lettura piacevole e scorrevole.
L’idea della trama (non farò spoiler, non l’ho mai fatto e mai lo farò!) è buona, ma l’autore, forse colto dall’enfasi di un’illuminazione letteraria dalle forti possibilità commerciali, ha tralasciato alcuni particolari che, secondo me, sarebbero risultati importanti al fine conoscitivo della storia e del comportamento dei personaggi, soprattutto al termine del libro. Nonostante ciò, lo svolgimento regge, pur sfociando qualche volta in situazioni al limite del realismo.
Una pesante nota a sfavore di Dorn, da parte mia, è l’ovvietà del finale. O sono un dannato genio io, oppure la conclusione è ovvia. Personalmente, ero già giunta a tale epilogo già a metà libro… ma è pur vero che ho sempre vissuto di thriller e gialli e che, quindi è possibile che abbia solamente fatto riemergere il mio lato nascosta da detective.
Lo consiglierei? Sì, nonostante tutto sì. Anche se ho dato voto negativo al romanzo in alcuni punti della recensione, è comunque uno psico-thriller che consiglio. Come già detto, lo stile lo trovo non caratteristico, ma buono e l’idea di una storia interessante c’è. Ed, in fondo, tra le pagine del libro, ci si trova anche a fare i conti con se stessi, aprendo la finestra del proprio Io interiore.