La porta oscura: il viaggiatore
Editore
di David Lozano pubblicata da Salani. È la notte di Halloween. Un gruppo di studenti organizza una festa a tema. Pascal, quindici anni, timido e insicuro, vi partecipa e per sbaglio apre la porta che comunica con il mondo dei morti. Inizia così il suo terribile viaggio per le strade dell'Inferno, tra creature dannate, paesaggi allucinanti e pericoli al di là di ogni più sconvolgente immaginazione. Ma il ragazzo non è l'unico ad aver oltrepassato quel sinistro confine: uno spirito malvagio ha compiuto il cammino opposto attraverso la Porta Oscura, e inizia a seminare morte e terrore per la città... Un romanzo unico, un viaggio mozzafiato dove amore, amicizia e avventura si mescolano all'emozione più forte di tutte: la paura.
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Opinioni inserite: 2
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Primo volume di una trilogia per ragazzi che vede protagonista Pascal un adolescente che scopre di essere il Viaggiatore ovvero il prescelto capace di viaggiare tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Per mantere invariati gli equilibri tra bene e male, nel mondo dei vivi piomba un crudele e potente vampiro che causa terrore in città.
La storia è ambientata in Francia, scritto in terza persona, capitoli brevi, troppi punti vista e cambiano troppo repentinamente. Lo stile di scrittura è semplice ma l'autore tende a raccontare situazioni e ripete concetti di cui si potrebbe fare a meno, appesantendo così il libro (Effettivamente la tentazione di abbandonarlo è molto forte soprattutto nella prima metà).
Graficamente la copertina è accattivante e la trama è insolita ed originale ma ci sono molti cliché, i personaggi potevano essere interessanti ma risultano piatti e prevedibili (non sono riuscita ad immedesimarsi in nessuno di loro). Forse giusto qualcuno di salva.
Pascal è un adolescente timido ma in realtà è tremendamente insicuro. Il migliore amico è un secchione, appassionato di computer e di giochi di ruolo ed infine l'immancabile amata divisa tra l'amore e l'amicizia ma mi fermo qui.
La visione del vampiro è molto classica ma per quanto riguarda i comportamenti li ho trovati assurdi.
E' facile fare accostamenti all'Inferno dantesco a cominciare da Beatrice, l'anima che accomapgna Pascal nel suo viaggio ma potrei andare avanti.
La tensione che manca per quasi tutta la prima parte del romanzo finalmente comincia ad essere un po' più tangibile ma niente di eccezionale, invece sono le ultime pagine ad essere più fluide e intriganti.
Il finale risolve qualcosa ma lascia molte (forse troppe) questioni in sospeso, gettando così le basi per il sequel.
E' un peccato perché poteva essere davvero un buon libro.
Indicazioni utili
Viaggio al centro dell'Inferno
Mi sono deciso a leggere il corposo libro (ben 692 pagine!), spinto dalla mia passione “kinghiana” per i racconti d'orrore e dalle valutazioni molto positive date da altri lettori. Subito di primo impatto, nell'avere il libro finalmente fra le mani, sono rimasto un pochino deluso e scettico, quando ho appreso che era il primo volume di una trilogia (dato non indicato da nessuna parte) e che era un racconto destinato a ragazzi. Mi aspettavo quindi, come purtroppo mi era giá capitato, un linguaggio gergale giovanile, che se non dosato nelle giuste proporzioni o se eccessivo, finisce alla fine per appesantire la scorrevolezza del racconto anziché dargli slancio.
Mi sono dovuto, man mano che leggevo, ricredere. Il linguaggio è sicuramente non ricercatissimo, ma sciolto e neanche esageratamente semplice. La trama è interessante e il romanzo ben strutturato. E' un fantasy-horror e riesce a coinvolgere ed intrattenere sapientemente il lettore, anche adulto. Si raccontano quasi parallelamente le vicende di vari personaggi tutti coinvolti in questa grande avventura (più o meno consapevolmente), a volte ci sono punti in cui i loro cammini si intersecano, per poi riprendere in direzioni diverse salvo poi convergere nuovamente verso un prossimo punto d'incontro. Anche la scelta di raccontare con continui “flash” i vari momenti vissuti dai molti protagonisti, appare alquanto azzeccata e non solo non complica la lettura, ma anzi fa salire l'aspettativa, la voglia di continuare a leggere. Lo scrittore spagnolo ricrea ad arte atmosfere alla “Lovecraft”: si respira il terrore dell'andare avanti verso l'ignoto, le creature fantastiche ed estremamente letali, la cupezza degli ambienti soprattutto nel livello attraversato dal protagonista principale. La conclusione è che abbiamo per le mani un racconto veramente bello che spero sia seguìto da un continuo all'altezza (cosa non facile) del primo romanzo dello scrittore spagnolo David Lozano.