La poltrona e il rasoio
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Interventi d’alta finanza
Note orientate alla trama: In un famoso hotel della costa britannica viene rinvenuto su di una poltrona collocata in un salotto appartato il corpo di James Norton - un importante uomo d’affari nonché padrone dello stesso albergo -, con la gola recisa. Ai suoi piedi viene rinvenuto un rasoio insanguinato. Ad un anno esatto dalla sua morte, considerata fino ad allora un suicidio, un altro cadavere viene ritrovato sulla stessa poltrona di Norton, anche lui con la gola squarciata da un rasoio posto ai suoi piedi. La vittima era un socio di Norton, Gabriel Parret, il quale stava indagando pubblicamente sullo strano suicidio del collega, a causa di fattori inerenti alcune assicurazioni sulla sua morte. Un mystery d’autore in cui è l’alta finanza a farla da padrone.
Rilassante come la poltrona di casa, al contempo penetrante come un rasoio ben affilato. In questa contraddizione di termini sta l’essenza dell’interessante mystery intitolato, appunto, La poltrona e il rasoio, dello scrittore australiano Paul McGuire. Un romanzo davvero appassionante, che tratta, tra l’altro, un argomento mai come oggi all’ordine del giorno: il condizionamento del mercato azionario per mezzo di attività al limite della legge. La sua trama ne è la riprova. Jimmy Norton, un importante uomo d’affari londinese, trovandosi in brutte acque a causa della “Grande Depressione” dei primi anni Trenta, ha deciso di ritirarsi a riflettere al Mount Lelland Hotel, un lussuoso albergo di sua proprietà. La sera stessa del suo arrivo viene rinvenuto cadavere su una poltrona di un salottino appartato, con la gola squarciata. A terra viene rinvenuto dalla polizia un rasoio a lui appartenente con tanto di sue impronte. Dopo approfondite indagini - condotte sia dagli investigatori di Scotland Yard sia da quelli del Ministero degli Interni, a causa delle importanti ripercussioni finanziarie - la conclusione dell’inchiesta appare evidente: suicidio della vittima a causa di una crisi depressiva. Esattamente un anno dopo, a soli pochi giorni dalla tragica ricorrenza, Michael Seavington, un conoscente di Norton, va a soggiornare al Mount Lelland e quasi subito viene avvicinato da Gabriel Parrett, un uomo alquanto bizzarro dai mille interessi finanziari. Questi, che sostiene con vigore di vantare notevoli crediti da Norton, confessa a Seavington che ha l’intenzione di dimostrarne la barbara uccisione, di modo che i suoi premi assicurativi sulla vita possano essere indennizzati ai creditori. Parrett, che non fa mistero delle proprie indagini, non riuscirà però nel suo scopo poiché finirà anche lui per essere ritrovato, con la gola squarciata, sulla stessa poltrona di Norton, con ai suoi piedi un altro rasoio insanguinato. Seavington si ritroverà così, suo malgrado, al centro di un’intricata ragnatela - tesa da alcuni clienti e dirigenti del lussuoso albergo, che hanno diversi segreti da tutelare e che faranno di lui il loro confidente, ognuno con uno scopo ben preciso. Ed è proprio questo vasto campionario di personaggi, composto dalle più svariate individualità, a dare brio a questo mystery - pubblicato nel 1933, e finora inedito in Italia - dal ritmo narrativo alquanto sonnacchioso, proprio come la vita che conducono in questo hotel. Una monotonia rotta, però - e qui sta la vera forza del racconto -, da una fin troppo arzilla vecchietta, miss Polden, un personaggio davvero indimenticabile e dalle mille risorse, come si rileverà procedendo nella lettura di questo classico giallo di stampo britannico.
Un mystery ben congegnato, composto con stile - anche grazie ad un’armoniosa scrittura - da Paul McGuire, che ha soprattutto il merito di aver descritto con piglio deciso una vicenda basata sull’alta finanza e sulle sue raffinatissime truffe.